Accetare il rifiuto è una difficile sfida.

Vi chiedo un consiglio su come superare questa situazione che mi fa stare molto male.
Circa due anni fa ho conosciuto una mia cugina. I suoi genitori hanno divorziato quando lei aveva 7 anni e questo ha fatto si che non la conoscessi prima che lei compisse 20 anni.
Appena conosciuti mi è venuta a trovare per un weekend nella casa che avevo affittato per studiare all'università e li, dopo una serata in cui abbiamo bevuto, abbiamo avuto un rapporto. Mi sono innamorato fin dal primo momento e abbiamo continuato la relazione per circa un mese anche se sapevamo entrambi che era sbagliato, ma io ero molto innamorato e lei, forse, era un pò confusa. Allora Lei, dopo che le ho confidato il mio amore, ha deciso di troncare la relazione continuando comunque a farsi sentire dato che era mia cugina. Io sapevo che non era giusto continuare ma ci sono rimasto molto male e non riuscivo ad accettarlo. Ho pensato che la soluzione migliore fosse quella di allontanarmi da lei quindi ho cancellato il suo numero, il mio profilo facebook e le rare volte in cui lei mi inviava qualche messaggio rispondevo con poche parole in modo da non continuare la conversazione.
In questi ultimi due anni non c'è stato giorno in cui non la pensassi, ho avuto due relazioni che sono finite male ma continuavo sempre a pensare a lei. nei momenti di debolezza la cercavo nei profili facebook delle amiche, di sua sorella e, ogni volta che vedevo la sua foto pensavo a quanto l'amassi ancora.
lo so che lei non prova niente per me ed è completamente immersa nella sua vita e nei suoi pensieri e forse non sa neanche di questa mia sofferenza.
Stare lontano da lei mi faceva sentire un egoista, un vigliacco che scappa dalle situazioni. Venti giorni fa è venuta a trovare mio fratello che ha avuto una bambina. Ho deciso di ricontattarla e la scorsa settimana siamo andati a fare un'aperitivo pur sapendo che la pensavo ancora. Mentre parlavamo infatti confermavo l'amore che ho per lei e di come mi riesce impossibile pensare di perderla. Mentre parlavamo di discorsi quali la fede o le sue storie, le facevo delle domande che la indisponevano ma so solo io il motivo per il quale mi comporto così con lei. Tutto deriva dal fatto che io provo qualcosa di grande per lei, che mi frantuma l'anima, che scardina ogni mio principio. Mi smarrisco e non riesco a vedere un futuro, non riesco a pensare positivo. Sto veramente male e il fatto di non riuscire a mantenere un rapporto tranquillo con lei mi fa anche arrabbiare con me stesso. Vorrei riuscire a vederla come un'amica, vorrei liberarmi da lei ma non so quel è la strada giusta e quindi mi deprimo, perdo la bussola, mi smarrisco e non riesco a trovare forza per rivivere nuovamente, di sperare; è tutto spento.
Spero che i vostri consigni mi aiutino a trovare la serenità e la pace che cerco.
[#1]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazzo,
lei si dà quasi tutte se non tutte le responsabilità per la sua condizione e per come è stata condotta finora questa storia, ma tenga presente che ogni relazione (di qualunque tipo) prevede almeno due persone ed è caratterizzata da entrambe.

Non sembra che il suo modo di reagire al suo sentimento e alla situazione le abbiano portato uno stato di benessere, anzi.

Penso le converrebbe consultare uno psicologo che, da esterno, può capire meglio persone e rapporti e aiutarla a muoversi in questa delicata realtà.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Un amore *proibito* che rende infelice e' una delle esperienze piu' importanti della vita.
Di quelle che scavano l'anima, fanno pensare e cercare in se` e negli altri i perche` e i percome non abbia funzionato.
Inoltre c'era stato un inizio e il *rifiuto* penso sia stato molto cocente per Lei.
Purtroppo per le feirite del cuore non ci sono suture o cerotti.
Con il tempo guariscono. Quanto tempo non lo si puo' sapere. Occorrerebbe capire quali corde profonde di se' quella persona sia stata in grado d toccare.
Se sono corde nascoste che nessuno aveva raggiunto prima il tempo del distacco puo' essere lungo. O non avvenire mai completamente.
Arrivera' qualcun'altra certamente e allora capira se questa altra *cancellera`* tutto o no.
E li avra' la Sua risposta.
Auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, con il suo racconto è riuscito a trasmettere con chiarezza la profonda sofferenza che vive per questa esperienza dolorosa.
In questo momento mi sembra stia vivendo un carico emotivo intenso, tra disperazione, impotenza, rabbia, e una profonda angoscia e solitudine.

Potremmo chiederci il ruolo della parentela nel vostro incontro, e questo andrebbe approfondito in modo adeguato. A volte un'attrazione per il proibito ("sapevamo che era sbagliato") può aumentare il desiderio, creando una tensione che può mantenere alta la carica erotica, altre volte una familiarità può evocare sentimenti profondi del passato e creare un complesso coinvolgimento. Sono molti gli aspetti che si aprono in relazione ai vissuti personali di ognuno e devono essere approfonditi dal vivo.

Accanto a questo, il suo sentimento è molto vivo dentro di lei. Il fatto che non possa realizzarsi in una storia è un'esperienza inevitabilmente frustrante e terribile, come lei stesso ci testimonia con un'espressività e un'onomatopea a dir poco suggestiva: "Tutto deriva dal fatto che io provo qualcosa di grande per lei, che mi frantuma l'anima, che scardina ogni mio principio. Mi smarrisco e non riesco a vedere un futuro, non riesco a pensare positivo...".

Mi sembra di capire che per lei il fatto che sia sua cugina sia importante, ma secondario. La sofferenza in lei nasce dal fatto che sente da parte di sua cugina un rifiuto, se non ho capito male.
Questo è un capitolo importante, che potrebbe aiutarla: che esperienza ha del rifiuto nella sua vita?

Accettare il rifiuto è una sfida, scrive nel titolo del consulto. Possiamo dire di sì, anche se bisognerebbe fare dovute distinzioni. Diciamo che non essere ricambiati può essere un limite che purtroppo fa parte della vita. Accettarlo significa anche riconoscersi il proprio valore e il giusto desiderio di ricevere amore, di sapere intimamente di meritarlo. Ci vuole tempo, assieme al desiderio di prendersi cura delle proprie ferite, cosa che lei mi sembra voler fare.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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