Ansia, paura, ipocondria e quant'altro!

Gentile Dott,
dopo circa 10 anni di pseudo-equilibrio ho ricominciato a soffrire di sensazione diffusa e penetrante di ansia associata a continui "brutti" pensieri legati alle condizioni fisiche (ipocondria galoppante!), paura, stanchezza, e quant'altro renda difficile lo svolgimento delle attività legate alla vita quotidiana. Ho sempre creduto nel fatto che la mia forza di volontà fosse sufficiente a gestire l'ansia e i suoi sintomi, ed in effetti (associata alla psicoterapia) in passato ho avuto buoni risultati. Oggi però, rispetto al passato, mi sento in una condizione più difficile da controllare o risolvere probabilmente dovuta anche all'età e agli impegni lavorativi, alle situazioni più "da adulta" che mi trovo a dover affrontare. Come ho detto prima credo nella psicoterapia ma non credo affatto nell'uso di psicofarmaci che anzi mi spaventano e mi ricordano momenti molto difficili della mia vita familiare ( i miei genitori hanno sofferto per anni di disturbi legati al comportamento e hanno assunto/assumono ogni sorta di psicofarmaco), tuttavia mi sento così fragile ed impaurita adesso che comincio a ipotizzare di dovermi curare con farmaci piuttosto che con i soliti rimedi blandi (fiori di bach, camomille ecc ecc). Forse è il momento di superare il rifiuto degli psicofarmaci? Forse ha ragione mia madre quando mi dice che sono come loro e quindi necessariamente dovrei assumere dei medicinali come da prassi nella famiglia??? Un ultimo dubbio: le malattie nervose sono ereditabili, cioè esiste una componente genetica oppure i fattori per così dire ambientali sono comunque determinanti nella trasmissione di queste patologie dai genitori ai figli?
Grazie
Valentina
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Valentina,
purtroppo sembra lei abbia ereditato la predisposizione a sviluppare problemi d'ansia, e comunque psicologici in generale

Ma a differenza di alcune persone, lei mi sembra che riponga fiducia nelle cure psicologiche e psichiatriche. Nel trattamento dei disturbi da lei lamentati con la psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale si ottengono ottimi risultati, soprattutto a lungo termine.

Gli effetti migliorano ulteriormente se associati a farmacoterapia (che presuppone consulenza psichiatrica ovviamente)

Può trovare maggiori informazioni su questo articolo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

Ora: ci sono molte strade per arrivare a Roma, alcune più semplici e altre più complicate. C'è l'autostrada, ma ci si può arrivare anche attraverso stradine di campagna. Spetta a lei la scelta
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Utente
Utente
Gentile Dott.Bulla,
grazie per aver risposto e per i consigli. In effetti fino ad ora ho sempre optato per il percorso mulo+strada di campagna ma forse è arrivato il momento di dotarmi di nuovi mezzi...E' la fatica di intraprendere di nuovo la terapia che mi spaventa e mi preoccupa ma del resto anche la fatica quotidiana di combattere con i sintomi dell'ansia mi spaventa e mi preoccupa!Dalle sue parole mi sembra di capire che secondo lei la psicoterapia associata ad una cura farmacologica aumenta la probabilità di risolvere in un tempo abbastanza veloce i problemi di ansia ecc, la mia paura invece è che gli psicofarmaci possano regalare delle meravigliose ed illusorie sensazioni di benessere tamponando il disagio legato ai sintomi e che questo possa in qualche modo far dimenticare che la risoluzione vera e stabile (ma poi per quanto?) dei problemi debba seguire strade più complesse di conoscenza di sè stessi.
Grazie e buon lavoro
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Attenzione però: la psicoterapia cognitivo comportamentale dell'ansia non si riduce ad una maggiore "conoscenza di sé", ma si basa sull'utilizzo di tecniche che aiutano il paziente a gestire l'ansia quotidiana, insomma è un approccio molto pratico

Per sapere se si è o meno sulla strada giusta bisogna incamminarsi.

Buon lavoro (e buon viaggio a questo punto)
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23

Certamente, colpisce i sintomi, ed anche bene a volte.
E quindi starà meglio.

Una maggiore conoscenza di sé potrà farla interrogando se stessa, o ponendo al suo terapeuta tante stimolanti domande a cui lui non risponderà direttamente, ma la condurrà verso vie impervie per scoprire insieme come è fatta la sua meravigliosa anima. Senza alcun riferimento religioso o fideistico. Anima come psiche, come sfera complessa di sensazioni, sentimenti, emozioni, e pensieri. Consci o inconsci.
Ed è un percorso lungo ma inebriante, nel senso che scoprirà molte cose su di sé, a volte con grande soddisfazioone ed entusiasmo, a volte con dolore e con preoccupazione, inquietudine, apprensione, turbamento, sofferenza.
Ma sarà sempre un ampliare la sfera di conoscenza del proprio SE'.
Le pare poco?
Ne vale la pena, mi creda.

Cordialità