Sofferenza perenne
Gentili dottori. Ho un problema che vorrei quanto meno capire è razionalizzare. Sono single da 4 anni. Dopo questa unica mia relazione la mia vita sentimentale è stata un susseguirsi di relazioni a breve termine è superficiali (qualcuna più qualcuna meno). La cosa non mi preoccupa, se non per quanto riguarda il mio modo di affrontare il discorso. Io sto bene da sola, ma la mia mente e il mio cuore soffrono in continuazione, perennemente. Non importa se l'uomo di turno sia importante o meno, semplicemente soffro. Soffro e basta. Mi ritrovo sempre in situazioni nelle quali vengono respinta e non voluta. Perché la mia mente sente il costante bisogno di sentirsi rifiutata? Non cè stato un periodo nel quale io non abbia pensato a qualcuno con sconforto (ovviamente, una volta finita la relazione... Non durante). Spesso mi sveglio nel cuore della notte con la sensazione di tristezza e di vuoto. Di abbandono. È un'emozione strana, che non riesco a capire. La mia mente prova questa sensazione di rifiuto in modo molto forte.... Ma la cosa strana è che spesso sono persone che non fanno particolarmente parte della mia vita. A volte, non sono proprio nessuno. Quindi mi chiedo, perché la mia mente lavora in questo modo? Forse è una mia sofferenza che viene a galla in certi momenti? Quando trova riscontro nella realtà? Ma non vorrei fuorviare nessuno con le risposte. Vorrei capire. Da un parere professionista... Perché mi affeziono a loro e loro non mi vogliono? Perché mi affeziono in modo incondizionato?
[#1]
Gentile utente,
Anzitutto mi complimento con Lei per la Sua capacita' di autoanalisi.
Essendo profana ha fatto una acuta osservazione: Che sia Lei stessa a produrre il desiderio di soffrire.
La causa di cio' non puo' essere dedotta ma va cercata, e per far questo occorre analizzare tutta la Sua esistenza ':
Potrebbe essere senso di colpa o al contrario desiderio di potenza: e' Lei a prodursi dolore e a sopportarlo con forza.
C'e da inquadrare il modo in cui Lei sia stata allevata, se i Suoi subordinavano il *piacere* che Le concedevano alla Sua *sofferenza*, ad esempio tramite sacrifici, obbedienza, etc.
Come vede e' una ricerca molto interessante su di se' e sulle strade che per Lei collegano il piacere al dolore.
Se desiderera' e soprattutto se la sentira' di *rinunciare* a tale emozione di dolore e piacere che Lei si soministra autonomamente, e vorra' cambiare *i copioni* potra' rivolgersi ad uno psicoterapeuta dinamico che bypassando le Sue inconsce *resistenze* potra' traghettarla verso una esistenza piu' serena.
I miei auguri.
Anzitutto mi complimento con Lei per la Sua capacita' di autoanalisi.
Essendo profana ha fatto una acuta osservazione: Che sia Lei stessa a produrre il desiderio di soffrire.
La causa di cio' non puo' essere dedotta ma va cercata, e per far questo occorre analizzare tutta la Sua esistenza ':
Potrebbe essere senso di colpa o al contrario desiderio di potenza: e' Lei a prodursi dolore e a sopportarlo con forza.
C'e da inquadrare il modo in cui Lei sia stata allevata, se i Suoi subordinavano il *piacere* che Le concedevano alla Sua *sofferenza*, ad esempio tramite sacrifici, obbedienza, etc.
Come vede e' una ricerca molto interessante su di se' e sulle strade che per Lei collegano il piacere al dolore.
Se desiderera' e soprattutto se la sentira' di *rinunciare* a tale emozione di dolore e piacere che Lei si soministra autonomamente, e vorra' cambiare *i copioni* potra' rivolgersi ad uno psicoterapeuta dinamico che bypassando le Sue inconsce *resistenze* potra' traghettarla verso una esistenza piu' serena.
I miei auguri.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Ex utente
Senso di colpa? Può spiegarsi meglio per favore?
Non ho avuto un'infanzia e un'adolescenza molto felice. Tutt'ora ho brutti rapporti con la mia famiglia che ho preferito tagliaredalla mia vita.
Lo so che dovrei rivolgermi ad uno specialista, ma purtroppo ho uno stile di vita che non mi permette di stare ferma in un unico posto. Come devo fare?
Non ho avuto un'infanzia e un'adolescenza molto felice. Tutt'ora ho brutti rapporti con la mia famiglia che ho preferito tagliaredalla mia vita.
Lo so che dovrei rivolgermi ad uno specialista, ma purtroppo ho uno stile di vita che non mi permette di stare ferma in un unico posto. Come devo fare?
[#3]
Gentile utente,
I rapporti con la Sua famiglia andrebbero posti come oggetto di analisi accurata.
Quando avra' la possibilita' emozionale e materiale di effettuare una psicoterapia e soprattutto *intendera`* farla il modo lo trovera'.
Per ora rivolga a tale possibilita' il pensiero. L'intenzione se lo desidera seguira'!
I miei auguri
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 04/09/2016.
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