Mia figlia e' stata lasciata e io soffro indicibilmente
Buonasera,
mia figlia di 21 anni ha avuto una storia d'amore con un ragazzo molto piu grande di lei, ma non e' questo il problema.
Il problema sono io.
Praticamente la mia vita dipende da questa storia.
Loro sono lontani e comunicano tutti i giorni con messaggi. Poi si incontravano regolarmente non appena ne avessero la possibilita'.
Finche' tra loro andava tutto bene la mia vita era un idillio: felice in casa e fuori, piena di vita, di interessi.
Quando invece mi sono accorta che la storia stava per concludersi ho cominciato a soffrire di angoscia:
Paura che lei potesse soffrire credo....
Ora la storia e' finita e io vivo in uno stato di angoscia insopportabile.
Ma come e' possibile? Sono convinta di stare peggio io di lei.
E' una sensazione terribile, mi fa male il petto da quanto soffro.
La Vedo sola, disperata, molto piu di quanto non lo sia veramente eppure io sono completamente annullata, disperata, ma sopratutto questa angoscia....
non ce la faccio piu. Nulla ha piu importanza per me
Ripeto: ma come e' possibile? Aiutatemi per favore
mia figlia di 21 anni ha avuto una storia d'amore con un ragazzo molto piu grande di lei, ma non e' questo il problema.
Il problema sono io.
Praticamente la mia vita dipende da questa storia.
Loro sono lontani e comunicano tutti i giorni con messaggi. Poi si incontravano regolarmente non appena ne avessero la possibilita'.
Finche' tra loro andava tutto bene la mia vita era un idillio: felice in casa e fuori, piena di vita, di interessi.
Quando invece mi sono accorta che la storia stava per concludersi ho cominciato a soffrire di angoscia:
Paura che lei potesse soffrire credo....
Ora la storia e' finita e io vivo in uno stato di angoscia insopportabile.
Ma come e' possibile? Sono convinta di stare peggio io di lei.
E' una sensazione terribile, mi fa male il petto da quanto soffro.
La Vedo sola, disperata, molto piu di quanto non lo sia veramente eppure io sono completamente annullata, disperata, ma sopratutto questa angoscia....
non ce la faccio piu. Nulla ha piu importanza per me
Ripeto: ma come e' possibile? Aiutatemi per favore
[#1]
Genrile Utente,
Si chiama identificazione con il vissuto di sua figlia, con le sue emozioni, con la sua sofferenza.
Va bene da piccole, sentire quello che sentono loro, signifuca essere empatici ed attenti,ma dopo un po' bisogna prendere le distanze.
Il che non significa non a,raLe, non proteggerle, ma differenziare il suo sentire da quello di sua figlia...
Lei adesso ha fatto un pasticcio: le emozioni e le angosce di sua figlia sono diventate le sue; ma così non l'aiuta di certo.
Mi chiedo invece come sta la sua di coppia?
Ē felice?
Innamorata?
Appagata?
È possibile che si fosse nutrita della felicità di sua figlia, spostando altrove la sua , possibile, poca felicità ...
Si chiama identificazione con il vissuto di sua figlia, con le sue emozioni, con la sua sofferenza.
Va bene da piccole, sentire quello che sentono loro, signifuca essere empatici ed attenti,ma dopo un po' bisogna prendere le distanze.
Il che non significa non a,raLe, non proteggerle, ma differenziare il suo sentire da quello di sua figlia...
Lei adesso ha fatto un pasticcio: le emozioni e le angosce di sua figlia sono diventate le sue; ma così non l'aiuta di certo.
Mi chiedo invece come sta la sua di coppia?
Ē felice?
Innamorata?
Appagata?
È possibile che si fosse nutrita della felicità di sua figlia, spostando altrove la sua , possibile, poca felicità ...
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Grazie per la pronta risposta.
Sono innamorata, appagata sotto questo punto di vista. La vita con mio marito e' serena.
Ho anche un'altra figlia, anche lei ha avuto le sue delusioni, ha combattuto le sue battaglie, ma nonostante la ami esattamente come l'altra non c'e' mai stata questa sensazione "malata, dolorosa, soffocante", questa empatia esagerata.
Provo comunque ad aiutarla, a spronarla a fare, a distrarla per quanto mi e' possibile, ma fingo una condizione che non e' reale.
La realta' e' che soffro terribilmente, a volte mi sembra di soffocare e ho la tachicardia.
Sono ben consapevole che e' sbagliato. A volte cerco con calma di analizzare questo assurdo malessere, di capirne i motivi, ma non ci riesco. Non c'e' una spiegazione logica, normale. Mi sembra di essere una pazza.
Cosa posso fare? Dove trovare un aiuto?
La mia famiglia ha bisogno di me.
Sono innamorata, appagata sotto questo punto di vista. La vita con mio marito e' serena.
Ho anche un'altra figlia, anche lei ha avuto le sue delusioni, ha combattuto le sue battaglie, ma nonostante la ami esattamente come l'altra non c'e' mai stata questa sensazione "malata, dolorosa, soffocante", questa empatia esagerata.
Provo comunque ad aiutarla, a spronarla a fare, a distrarla per quanto mi e' possibile, ma fingo una condizione che non e' reale.
La realta' e' che soffro terribilmente, a volte mi sembra di soffocare e ho la tachicardia.
Sono ben consapevole che e' sbagliato. A volte cerco con calma di analizzare questo assurdo malessere, di capirne i motivi, ma non ci riesco. Non c'e' una spiegazione logica, normale. Mi sembra di essere una pazza.
Cosa posso fare? Dove trovare un aiuto?
La mia famiglia ha bisogno di me.
[#3]
Anche lei ha bisogno di se stessa!
Dovrebbe, secondo me, cercare un professionista con cui capire di più.
Ci saranno altri amori, altre delusioni, una gravidanza, un parto.. Altro.
Se perdura questa identificazione così massiccia e lei non riesce a mantenere la giusta distanza dal mondo di sua figlia, starà malissimo lei e non sarà d'aiuto alla sua bambina.
Dovrebbe, secondo me, cercare un professionista con cui capire di più.
Ci saranno altri amori, altre delusioni, una gravidanza, un parto.. Altro.
Se perdura questa identificazione così massiccia e lei non riesce a mantenere la giusta distanza dal mondo di sua figlia, starà malissimo lei e non sarà d'aiuto alla sua bambina.
[#4]
Gentile signora,
Lei scrive che la Sua paura era relativa all'idea che Sua figlia potesse soffrire dalla rottura della storia con il suo ragazzo.
E la trovo comprensibile perché nessun genitore vorrebbe mai vedere i propri figli soffrire, per nessuna ragione e in nessuna circostanza.
Però mi permetta una considerazione: è vero che -soprattutto per gli adolescenti- queste sofferenze sembrano devastanti e i ragazzi soffrono molto, ma è anche vero che i ragazzi si riprendono velocemente da tali sofferenze. Inoltre, è anche giusto e sano fare anche esperienze di questo tipo. Se ci pensa la vita sentimentale di un nessun essere umano è immune da sofferenze. Sua figlia avrà sofferto anche quando da piccolina Lei era costretta a lasciarla con altre persone magari per andare al lavoro... anche quelle sono sofferenze sentimentali per un essere umano.
Ma l'aspetto più importante è che anche i genitori crescono insieme ai figli. So che può sembrarle difficile e paradossale, visto il ruolo di accuditore e di "guida" che ha un genitore, ma queste esperienze servono anche al genitore.
Posso chiederLe se si sentiva così invischiata anche per altre questioni (es se Sua figlia subiva un torto, se prendeva un brutto voto, se aveva un insuccesso, ecc...)?
Invece, dall'esterno, potrebbe aiutarla a sdrammatizzare, a vedere gli aspetti positivi (che sicuramente ci sono).
Posso chiederLe se per Lei questa storia sentimentale di Sua figlia era particolarmente importante e perché e che cosa significava per Lei?
Lei scrive che la Sua paura era relativa all'idea che Sua figlia potesse soffrire dalla rottura della storia con il suo ragazzo.
E la trovo comprensibile perché nessun genitore vorrebbe mai vedere i propri figli soffrire, per nessuna ragione e in nessuna circostanza.
Però mi permetta una considerazione: è vero che -soprattutto per gli adolescenti- queste sofferenze sembrano devastanti e i ragazzi soffrono molto, ma è anche vero che i ragazzi si riprendono velocemente da tali sofferenze. Inoltre, è anche giusto e sano fare anche esperienze di questo tipo. Se ci pensa la vita sentimentale di un nessun essere umano è immune da sofferenze. Sua figlia avrà sofferto anche quando da piccolina Lei era costretta a lasciarla con altre persone magari per andare al lavoro... anche quelle sono sofferenze sentimentali per un essere umano.
Ma l'aspetto più importante è che anche i genitori crescono insieme ai figli. So che può sembrarle difficile e paradossale, visto il ruolo di accuditore e di "guida" che ha un genitore, ma queste esperienze servono anche al genitore.
Posso chiederLe se si sentiva così invischiata anche per altre questioni (es se Sua figlia subiva un torto, se prendeva un brutto voto, se aveva un insuccesso, ecc...)?
Invece, dall'esterno, potrebbe aiutarla a sdrammatizzare, a vedere gli aspetti positivi (che sicuramente ci sono).
Posso chiederLe se per Lei questa storia sentimentale di Sua figlia era particolarmente importante e perché e che cosa significava per Lei?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Provi a consultare questa lettura potrebbe essere indicata
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6686-quando-i-figli-si-innamorano.html
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[#6]
Utente
Beh, non e' che si tratti proprio di un'adolescente, ha quasi 22 anni.
Si dr.ssa Pileci, ho sempre sofferto insieme alle mie figlie quando soffrivano, lottato con loro, sdrammatizzato con loro, reagito con loro, ma l'entita' del dolore in questo caso non e' paragonabile per lei, di conseguenza anche per me.
Si era una storia importante, ma perche' lo era per lei.
Lui le aveva proposto di andare a vivere nella sua citta' (lui abita a tre ore da noi), e cercare lavoro la'....
insomma, oltre a volerle bene, le aveva aperto la strada a tante nuove opportunita' che l'avevano trasformata dalla ragazza annoiata che era, in una splendida persona piena di energia, di voglia di fare, di gioia.
Quello che vorrei chiarire e' che mi rendo perfettamente conto che in amore succede di soffrire, che prima o poi ne uscira' piu forte e matura di prima e mi rendo anche conto che il problema sono IO con questo mattone sullo stomaco che mi fa soffrire e non mi permette di essere la donna e mamma che sono sempre stata.
Credo che la Dr.ssa Randone abbia ragione.
Dovrei rivolgermi ad un professionista prima che sia troppo tardi
Si dr.ssa Pileci, ho sempre sofferto insieme alle mie figlie quando soffrivano, lottato con loro, sdrammatizzato con loro, reagito con loro, ma l'entita' del dolore in questo caso non e' paragonabile per lei, di conseguenza anche per me.
Si era una storia importante, ma perche' lo era per lei.
Lui le aveva proposto di andare a vivere nella sua citta' (lui abita a tre ore da noi), e cercare lavoro la'....
insomma, oltre a volerle bene, le aveva aperto la strada a tante nuove opportunita' che l'avevano trasformata dalla ragazza annoiata che era, in una splendida persona piena di energia, di voglia di fare, di gioia.
Quello che vorrei chiarire e' che mi rendo perfettamente conto che in amore succede di soffrire, che prima o poi ne uscira' piu forte e matura di prima e mi rendo anche conto che il problema sono IO con questo mattone sullo stomaco che mi fa soffrire e non mi permette di essere la donna e mamma che sono sempre stata.
Credo che la Dr.ssa Randone abbia ragione.
Dovrei rivolgermi ad un professionista prima che sia troppo tardi
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 27.4k visite dal 28/08/2016.
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