Insoddisfazione vita
Gentile dottore, mi sento profondamente triste a dover vivere nella città dove risiede il mio compagno perché vorrei condividere la mia vita con lui, mio figlio e la nostra bimba in arrivo, nella mio paese di origine sul lago di Garda per una migliore qualità di vita e per lo stile di vita, più tranquillo. Sono ormai 10 anni che questo problema persiste ma il lavoro del mio compagno e anche la sua mancanza di volontà nel trasferirci( é molto legato alla sua famiglia), non ci permette di pensare ad un futuro qui da me, anche se ciò non é mai stato escluso completamente.Oltre tutto non abbiamo una nostra casa e in città viviamo nella casa prestata dai suoceri e sopra la loro, cosa che mi crea un profondo disagio impedendomi di sentirmi libera e indipendente al 100% ( e tutto ciò complicato dal nipotino che passa da una casa all altra con estrema facilità). Qui da me, nei periodi in cui riusciamo a venire (io luglio e agosto) addirittura condividiamo casa con mia madre, discutendo tutto il giorno. Nonostante tutto io evito di trovare lavori a lungo termine in città per esser sicura di poter tornare a casa d estate. Il mio compagno al contrario sta molto bene sopra la sua famiglia, con cui é molto legato, e nella sua città, pur raggiungendomi appena può. Io non so come agire per sentirmi più felice. Abbiamo il progetto di acquistare una casa ma dove?a lui andava bene anche qui ma io ho paura rimanga una casa vacanze e che per tutta la vita debba accettare di vivere sopra i suoi. E se la compriamo in città temo di vincolarmi per tutta la vita. A volte riesco addirittura a pensare di divider la famiglia provando a crearmi una vita qui per dargli una dimostrazione che può contare su di me (lui i rimprovera di non avere molto da offrirgli qui). Però anche questa soluzione non mi fa star bene perché lui è la mia famiglia ed entrambi amiamo alla follia il nostro bimbo di 2 anni e mezzo, che si merita di aver vicino sempre anche il suo eccezionale papà,e la nostra bimba che arriverà a fine novembre. Mi rendo conto sia una situazione complessa ma vorrei capire se lei mi può aiutare a focalizzarmi su la cosa prioritaria. Per essere ancora più chiara le dico che anche il mio compagno ha un lavoro precario (contratti di 10 mesi l'anno per massimo 3 anni) ma che ama essendo la sua passione. Io invece sono precaria nell scuola e collaboro con associazioni sportive da settembre a giugno.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
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<il nostro bimbo di 2 anni e mezzo, che si merita di aver vicino sempre anche il suo eccezionale papà,e la nostra bimba che arriverà a fine novembre.>
Gentile Signora,
credo che lei stessa abbia ben compreso quale sia la priorità, ma non a discapito della sua serenità.
L'acquisto della casa già vi consentirebbe di mettere confini più chiari intorno al vostro nucleo, forse finora diversi fattori (legame con la famiglia, situazione lavorativa, casa disponibile) hanno condizionato il trasferimento in un'altra abitazione.
Dove è una questione da decidere con suo marito, valutando i pro e contro, per ciascuno e per la coppia.
La decisione da prendere dovrebbe lasciare entrambi soddisfatti (anche se magari non completamente) senza che nessuno di voi due si senta sconfitto o sopraffatto dalle decisioni dell'altro, se subite.
Cosa le ha impedito di integrarsi in modo migliore nella città dove risiedete abitualmente?
La gravidanza in corso le fa sentire maggiormente la necessità di una scelta? Come la sta vivendo?
Il rapporto con i suoi suoceri com'é?
E quello di suo marito con i suoi?
E il suo rapporto con la sua famiglia? (di lei che scrive)
Cosa pensano del fatto che vive distante?
Gentile Signora,
credo che lei stessa abbia ben compreso quale sia la priorità, ma non a discapito della sua serenità.
L'acquisto della casa già vi consentirebbe di mettere confini più chiari intorno al vostro nucleo, forse finora diversi fattori (legame con la famiglia, situazione lavorativa, casa disponibile) hanno condizionato il trasferimento in un'altra abitazione.
Dove è una questione da decidere con suo marito, valutando i pro e contro, per ciascuno e per la coppia.
La decisione da prendere dovrebbe lasciare entrambi soddisfatti (anche se magari non completamente) senza che nessuno di voi due si senta sconfitto o sopraffatto dalle decisioni dell'altro, se subite.
Cosa le ha impedito di integrarsi in modo migliore nella città dove risiedete abitualmente?
La gravidanza in corso le fa sentire maggiormente la necessità di una scelta? Come la sta vivendo?
Il rapporto con i suoi suoceri com'é?
E quello di suo marito con i suoi?
E il suo rapporto con la sua famiglia? (di lei che scrive)
Cosa pensano del fatto che vive distante?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Signora,
Lei ha evidenziato molto la *precarieta`* che caratterizza la Vostra coppia.
Ci ha parlato di *precarieta'*i lavoro ma forse tale condizione si potrebbe trasferire ad una *situazione esistenziale* che vi coinvolge.
Non sembrate rappresentarvi come una *coppia* (nel senso di una unita`formata da due ex-individualita` che si sono unite). Ma ognuno di Voi sembra percorrere una propria strada.
E questo certamente puo' creare dei problemi. Non solo per la *sede* ove stabilire la Vostra *casa*, ma per una *sede* ove stabilire la Vostra *coppia*.
Questo pretesto della casa potrebbe essere uno sprone per guardarvi negli occhi e chiedervi conto di Voi!
Se non riuscirete a *trovarvi* davvero potreste chiedere un aiuto ad uno psicoterapeuta dinamico che possa farvi riflettere sulle Vostre esigenze *duali* e *individuali*.
Pensateci! E parlatene a fondo fra Voi!
I miei saluti!
Lei ha evidenziato molto la *precarieta`* che caratterizza la Vostra coppia.
Ci ha parlato di *precarieta'*i lavoro ma forse tale condizione si potrebbe trasferire ad una *situazione esistenziale* che vi coinvolge.
Non sembrate rappresentarvi come una *coppia* (nel senso di una unita`formata da due ex-individualita` che si sono unite). Ma ognuno di Voi sembra percorrere una propria strada.
E questo certamente puo' creare dei problemi. Non solo per la *sede* ove stabilire la Vostra *casa*, ma per una *sede* ove stabilire la Vostra *coppia*.
Questo pretesto della casa potrebbe essere uno sprone per guardarvi negli occhi e chiedervi conto di Voi!
Se non riuscirete a *trovarvi* davvero potreste chiedere un aiuto ad uno psicoterapeuta dinamico che possa farvi riflettere sulle Vostre esigenze *duali* e *individuali*.
Pensateci! E parlatene a fondo fra Voi!
I miei saluti!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Utente
Gentile dottoressa Rinella, la ringrazio molto per il tempo dedicatomi.
Io in città sono integrata da un punto di vista sociale. Semplicemente mi manca la tranquillità del mio paese, così come le mie montagne e il mio lago, l aria più pulita. Nel corso degli anni ho capito cosa avevo lasciato a casa (mi sono trasferita in città spontaneamente per studiare all Universita) e ho iniziato ad apprezzarlo ancora di più e ad averne nostalgia.
Per quanto riguarda la gravidanza, cercata , si mi fa sentire maggiormente la necessità di una scelta. Mi ero già data l ultimatum 3 anni fa con la prima gravidanza ma poi soprattutto per questioni economiche mi sono lasciata convincere,ma non serenamente, a mantenere ancora un po' la situazione così com era. La vivo alternando momenti sereni ad altri di forti dubbi e paure. Un po' come sono io, mi logoro cercando di trovare e darmi delle risposte o provando a progettare il futuro, ma alla fine rimango una persona molto indecisa e insicura.
Con i miei suoceri il rapporto é di rispetto reciproco ma da un punto di vista affettivo é freddo. Purtroppo mi rendo conto, vivendo lì e condividendo con loro momenti quotidiani, di trovare solo i difetti. Con mio suocero non ho grossi problemi mentre io e mia suocera siamo molto diverse. Quello che non sopporto è la sua totale dipendenza dalla sua casa, è in pensione e ama stare lì,non guida, è sempre a disposizione per i figli (il figlio più piccolo vive con i genitori). Molto possessiva, pronta a minacciare o mettere il muso se un figlio si allontana un po più di quello che lei sopporta. Mio marito è un ottimo mediatore e si è occupato sempre lui di mettere i confini richiesti da me (si sta a casa propria, si mangia a casa propria). Lui è molto legato alla sua famiglia e farebbe fatica a staccarsi (secondo me in parte perché teme le reazioni della madre) infatti credo che in realtà il distacco dal suo nucleo non ci sia mai stato. Appena non ci sono, lui per comodità ritorna a casa dei suoi a pranzo e a cena ad esempio. C è da dire che li prima vivevano i nonni materni (ora mancati) condividendo tutto. La nonna si occupava di casa, nipoti e vitto.
Io son cresciuta in una famiglia completamente diversa. I miei si sono separati quando facevo il secondo anno di università e mio papà ora ha una nuova famiglia. Con lui ci sentiamo per telefono ogni tanto ma non ci vediamo molto spesso. Un po perché non amo la sua nuova compagna, un po perché lui è un padre e un nonno anafettivo che ha fatto veramente tanti errori. Con mia mamma non vado d'accordo, lei è una tipa che vive alla giornata ma che quando torno a casa passa tutto il tempo a commentare il modo in cui educo mio figlio senza però darmi mai una mano nella sua gestione. Facciamo veramente fatica a convivere e discutiamo più o meno animatamente ogni giorno. Mio marito anche con loro è un ottimo mediatore, mia mamma lo stima molto e lo sottolinea spessa di quanto sia meglio di me, io e mio padre siamo in rapporto grazie a lui.
Del fatto che vivo distante (circa 200km) non sembra interessare molto i miei. Mia madre sta meglio quando non ci sono (anche se poi viene a trovare il nipote 1 o 2 volte a l mese), a mio padre interessa solo che abbia un lavoro credo per paura di dovermi aiutare economicamente (lui mantiene la nuova famiglia e anche mia mamma). A volte non comprendo se ciò che vivo male è l abitare sopra i suoceri oppure la città, per questo un'altra proposta che ho fatto a mio marito è quella di cercare un affitto per ora, per capire. Ma lui non è d accordo per questioni economiche. Va detto che da quando è nato il nostro bimbo tollero meno i suoceri perché sono costretta ad interagirci molto di più. Trattandosi di due appartamenti di una casa famigliare non sono divisi per bene e quindi il mio bimbo è libero e contento di passare da casa nostra a quella dei nonni.
Io in città sono integrata da un punto di vista sociale. Semplicemente mi manca la tranquillità del mio paese, così come le mie montagne e il mio lago, l aria più pulita. Nel corso degli anni ho capito cosa avevo lasciato a casa (mi sono trasferita in città spontaneamente per studiare all Universita) e ho iniziato ad apprezzarlo ancora di più e ad averne nostalgia.
Per quanto riguarda la gravidanza, cercata , si mi fa sentire maggiormente la necessità di una scelta. Mi ero già data l ultimatum 3 anni fa con la prima gravidanza ma poi soprattutto per questioni economiche mi sono lasciata convincere,ma non serenamente, a mantenere ancora un po' la situazione così com era. La vivo alternando momenti sereni ad altri di forti dubbi e paure. Un po' come sono io, mi logoro cercando di trovare e darmi delle risposte o provando a progettare il futuro, ma alla fine rimango una persona molto indecisa e insicura.
Con i miei suoceri il rapporto é di rispetto reciproco ma da un punto di vista affettivo é freddo. Purtroppo mi rendo conto, vivendo lì e condividendo con loro momenti quotidiani, di trovare solo i difetti. Con mio suocero non ho grossi problemi mentre io e mia suocera siamo molto diverse. Quello che non sopporto è la sua totale dipendenza dalla sua casa, è in pensione e ama stare lì,non guida, è sempre a disposizione per i figli (il figlio più piccolo vive con i genitori). Molto possessiva, pronta a minacciare o mettere il muso se un figlio si allontana un po più di quello che lei sopporta. Mio marito è un ottimo mediatore e si è occupato sempre lui di mettere i confini richiesti da me (si sta a casa propria, si mangia a casa propria). Lui è molto legato alla sua famiglia e farebbe fatica a staccarsi (secondo me in parte perché teme le reazioni della madre) infatti credo che in realtà il distacco dal suo nucleo non ci sia mai stato. Appena non ci sono, lui per comodità ritorna a casa dei suoi a pranzo e a cena ad esempio. C è da dire che li prima vivevano i nonni materni (ora mancati) condividendo tutto. La nonna si occupava di casa, nipoti e vitto.
Io son cresciuta in una famiglia completamente diversa. I miei si sono separati quando facevo il secondo anno di università e mio papà ora ha una nuova famiglia. Con lui ci sentiamo per telefono ogni tanto ma non ci vediamo molto spesso. Un po perché non amo la sua nuova compagna, un po perché lui è un padre e un nonno anafettivo che ha fatto veramente tanti errori. Con mia mamma non vado d'accordo, lei è una tipa che vive alla giornata ma che quando torno a casa passa tutto il tempo a commentare il modo in cui educo mio figlio senza però darmi mai una mano nella sua gestione. Facciamo veramente fatica a convivere e discutiamo più o meno animatamente ogni giorno. Mio marito anche con loro è un ottimo mediatore, mia mamma lo stima molto e lo sottolinea spessa di quanto sia meglio di me, io e mio padre siamo in rapporto grazie a lui.
Del fatto che vivo distante (circa 200km) non sembra interessare molto i miei. Mia madre sta meglio quando non ci sono (anche se poi viene a trovare il nipote 1 o 2 volte a l mese), a mio padre interessa solo che abbia un lavoro credo per paura di dovermi aiutare economicamente (lui mantiene la nuova famiglia e anche mia mamma). A volte non comprendo se ciò che vivo male è l abitare sopra i suoceri oppure la città, per questo un'altra proposta che ho fatto a mio marito è quella di cercare un affitto per ora, per capire. Ma lui non è d accordo per questioni economiche. Va detto che da quando è nato il nostro bimbo tollero meno i suoceri perché sono costretta ad interagirci molto di più. Trattandosi di due appartamenti di una casa famigliare non sono divisi per bene e quindi il mio bimbo è libero e contento di passare da casa nostra a quella dei nonni.
[#4]
Utente
Gentile dottoressa Esposito, grazie per la risposta. Non le nego che mi fa un po paura ma che sicuramente è un ottimo spunto di riflessione e probabilmente è anche lo specchio della realtà.
Proverò ancora una volta a parlare col mio compagno, anche se lui è uno più da azioni che parole.
Cordiali saluti
Proverò ancora una volta a parlare col mio compagno, anche se lui è uno più da azioni che parole.
Cordiali saluti
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<Lui è molto legato alla sua famiglia e farebbe fatica a staccarsi (secondo me in parte perché teme le reazioni della madre) infatti credo che in realtà il distacco dal suo nucleo non ci sia mai stato.>
Potrebbe benissimo essere, tuttavia se suo marito è un abile mediatore riesce a mantenere un certo equilibrio, ma a lei sembra mancare forse, più che un luogo geografico, un luogo per la vostra coppia, qualcosa di solo "vostro".
La gravidanza le fa sentire probabilmente ancora più forte la necessità di mettere confini e forse di vivere una vita in un ambiente più tranquillo, più a misura o ancora, di mettere distanza dai suoceri. Solo ipotesi da qui naturalmente.
Logorarsi dentro di sé in cerca di soluzioni non la aiuta a risolvere né a stare meglio, soprattutto in questo periodo in cui la serenità è davvero importante per accogliere nel modo migliore il vostro nuovo nato.
Con calma e tranquillità si confronti con suo marito e insieme cercate di progettare quale soluzione possa essere la migliore, senza fretta, che veda entrambi soddisfatti.
Parli a suo marito con franchezza, del suo sentire, dei suoi bisogni, un confronto sereno e costruttivo vi può aiutare a scegliere per il meglio.
Se davvero, come dice, il motivo preponderante per suo marito fosse quello di staccarsi dalla propria famiglia e il timore di deludere la madre, sentire il parere di un nostro collega sarebbe utile. Data la problematica di natura relazionale e quanto finora esposto è suggerito l'approccio sistemico-relazionale.
Intanto le formulo i miei migliori auguri per la sua futura maternità e se crede ci faccia sapere.
Cordialità
Potrebbe benissimo essere, tuttavia se suo marito è un abile mediatore riesce a mantenere un certo equilibrio, ma a lei sembra mancare forse, più che un luogo geografico, un luogo per la vostra coppia, qualcosa di solo "vostro".
La gravidanza le fa sentire probabilmente ancora più forte la necessità di mettere confini e forse di vivere una vita in un ambiente più tranquillo, più a misura o ancora, di mettere distanza dai suoceri. Solo ipotesi da qui naturalmente.
Logorarsi dentro di sé in cerca di soluzioni non la aiuta a risolvere né a stare meglio, soprattutto in questo periodo in cui la serenità è davvero importante per accogliere nel modo migliore il vostro nuovo nato.
Con calma e tranquillità si confronti con suo marito e insieme cercate di progettare quale soluzione possa essere la migliore, senza fretta, che veda entrambi soddisfatti.
Parli a suo marito con franchezza, del suo sentire, dei suoi bisogni, un confronto sereno e costruttivo vi può aiutare a scegliere per il meglio.
Se davvero, come dice, il motivo preponderante per suo marito fosse quello di staccarsi dalla propria famiglia e il timore di deludere la madre, sentire il parere di un nostro collega sarebbe utile. Data la problematica di natura relazionale e quanto finora esposto è suggerito l'approccio sistemico-relazionale.
Intanto le formulo i miei migliori auguri per la sua futura maternità e se crede ci faccia sapere.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.5k visite dal 28/08/2016.
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