Cambiare psichiatra
Gentili dottori, ho scritto più volte nell'area psicologia e mi rendo conto che forse l'argomento non è troppo attinente, tuttavia quelle che mi spingono a richiedere questo consulto sono dinamiche soprattutto psicologiche. Ho intrapreso da oltre un anno, quasi un anno e mezzo, un trattamento psichiatrico per un disturbo bipolare con uno psichiatra che umanamente si e' dimostrato disponibilissimo ma con cui tuttavia non si stanno raggiungendo risultati degni di nota. Ultimamente il mio pensiero è quello di cambiare soprattutto in virtù del fatto che purtroppo continuo ad alternare periodi di benessere più o meno pieno a periodi di completa apatia, sono giunto addirittura allo stadio in cui una volta raggiunto il benessere già so che ricadrò nel baratro..inoltre in questi momenti sono vittima di pensieri particolarmente malinconici svalutanti ed osservo semplicemente il mondo che va avanti la gente che si diverte ed io che a ferragosto sono qui a chiedere un consulto struggendomi nei miei pensieri. Dicevo ché il rapporto con il mio psichiatra non è deteriorato, ma che tuttavia non sta neanche portando ad alcun risultato di rilievo, mi sembra un girare a vuoto già da molti mesi..so che la fiducia e' fondamentale nel rapporto che si sviluppa e mi rendo conto che sta venendo a mancare, non dal punto di vista umano, ma quello pratico dal momento che sono talmente sfiduciato che come detto dai momenti che sto bene già mi aspetto di star di nuovo male. Avevo quindi pensato di chiedere inizialmente un consulto ad un altro psichiatra nell'ottica di continuare un trattamento con lui. Sto affrontando anche un trattamento psicoterapico che sinceramente penso mi stia giovando però non so quanto possa giovarmi del tutto se non sostenuto da una base farmacologica decente. Le mie paure sono queste. Chi mi assicura di non finire peggio di come sto adesso? Ho brutte esperienze di trattamenti psichiatrici condotti sulla mia pelle che mi hanno fatto star veramente male... tutto sommato il mio curante mi tiene in un eterno vuoto..ma non sperimento la disperazione di anni precedenti..il mio terapeuta stesso si e' espresso dicendo che probabilmente la cura farmacologica che seguo non mi compensa soprattutto dal punto di vista depressivo, essendo inoltre convinto che io abbia un assetto depressivo conclamato, aspetto su cui, come dice lui, non ci piove..ha quindi rimarcato più volte la necessità di operare un cambiamento in virtù tra l'altro del fatto che secondo lui non sarei neanche bipolare ma semplicemente depresso con aspetti ossessivi. Insomma quello che chiedo e' se vale la pena cambiare...aspettare degli eventuali risultati e sperare nella psicoterapia o se proprio vale la pena cambiare io ho comunque molta paura che si sbagli e che quei sbagli li subisca io patendo quello che ho già sofferto un passato. Vi ringrazio per l'attenzione, cordialmente.
[#1]
Gentile Utente,
Se si trova bene non dovrebbe cambiare.
Ci ha scritto davvero tantissime volte:
cambiare e scrivere online è il modo migliore per non curarsi mai.
Nessuno le assicura che non starà peggio, dia al clinico che si sta occupando di lei tempo e fiducia; se cambia dovrà ricominciare.
Spesso il cambiare e dato dalla malattia che si difende..
Consideri che guarire non è un percorso facile.
Se si trova bene non dovrebbe cambiare.
Ci ha scritto davvero tantissime volte:
cambiare e scrivere online è il modo migliore per non curarsi mai.
Nessuno le assicura che non starà peggio, dia al clinico che si sta occupando di lei tempo e fiducia; se cambia dovrà ricominciare.
Spesso il cambiare e dato dalla malattia che si difende..
Consideri che guarire non è un percorso facile.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile utente,
Forse l'errore che Lei compie nel valutare i risultati della Sua terapia e' giustificato.
Lei vorrebbe avere un miglioramento definitivo e non pensarci piu' . Ma un *disturbo bipolare* non e' una indigestione. Si tratta di qualcosa che Lei è il Suo psichiatra state fronteggiando insieme. Cosi' come Lei potrebbe fare con una persona alleata.
Gli strumenti che usa lo psichiatra sono i farmaci. E lei deve usare la pazienza e l`accettazione.
Senza essere tentato da cio` che noi psicologi sappiamo essere un meccanismo di difesa inconscio e potentissimo: la negazione.
Ecco, forse e' sulla presenza di tale meccanismo che il Suo psichiatra dovrebbe indurLa a riflettere se ha capacita' di farlo. Chi ha un problema talvolta lo nega e lo fa in modo inconsapevole. Ma in questo caso lo rafforza perche' non lo affronta con la forza dell'Io.
Spero di averLe fornito degli spunti su cui riflettere!
Auguri!
Forse l'errore che Lei compie nel valutare i risultati della Sua terapia e' giustificato.
Lei vorrebbe avere un miglioramento definitivo e non pensarci piu' . Ma un *disturbo bipolare* non e' una indigestione. Si tratta di qualcosa che Lei è il Suo psichiatra state fronteggiando insieme. Cosi' come Lei potrebbe fare con una persona alleata.
Gli strumenti che usa lo psichiatra sono i farmaci. E lei deve usare la pazienza e l`accettazione.
Senza essere tentato da cio` che noi psicologi sappiamo essere un meccanismo di difesa inconscio e potentissimo: la negazione.
Ecco, forse e' sulla presenza di tale meccanismo che il Suo psichiatra dovrebbe indurLa a riflettere se ha capacita' di farlo. Chi ha un problema talvolta lo nega e lo fa in modo inconsapevole. Ma in questo caso lo rafforza perche' non lo affronta con la forza dell'Io.
Spero di averLe fornito degli spunti su cui riflettere!
Auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.6k visite dal 15/08/2016.
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