Fallimento esistenziale

Buongiorno,
da poco ho compiuto 46 anni e mi trovo a prendere atto del mio fallimento esistenziale, con la fatica di gestirne le conseguenze. Sono stata una figlia non programmata, cresciuta dai miei nonni, sono sempre stata saggia, studiosa e obbediente. Nonostante ciò, mia madre è sempre stata anaffettiva, egoista e non ha mai perso occasione per trattarmi male e sminuirmi, mio padre, un uomo debole, non mi ha mai difesa e io non mi sono mai ribellata convinta che sarebbero arrivati tempi migliori. Sono cresciuta come figlia unica in un ambiente molto rigido e ben poco permissivo, quindi in solitudine e con pochissime relazioni sociali, la mia via di fuga sono stati i libri, la musica, la cultura, tutte cose che avrei amato comunque perché fin da piccola ero molto curiosa e desiderosa di imparare. Dopo la laurea e diversi, infruttuosi tentativi di trovare un lavoro nell'ambito "culturale", mi sono messa a insegnare, da allora sono sempre stata un'insegnante apprezzata e amata, ma di certo non è il lavoro che fa per me: troppo ripetitivo, privo di stimoli intellettuali e di crescita professionale. In ambito affettivo ho avuto relazioni fallimentari e deludenti che sono state più che altro tentativi di uscire dalla solitudine. A 37 anni ho deciso di sposare un uomo che non amavo, ma col quale mi sentivo serena, purtroppo non siamo riusciti ad avere figli e a distanza di qualche anno dal matrimonio mi è stato diagnosticato un tumore che ho sempre considerato la "ciliegina sulla torta". E così mi ritrovo a 47 anni a contemplare le rovine: mio marito è un uomo equilibrato e intelligente, ma piuttosto indolente, non abbiamo vita sociale e sono sempre io che devo proporre e organizzare eventuali uscite, mia madre è sempre più egoista e il lavoro mi pesa ogni anno di più. Io sono ormai completamente demotivata e faccio (a fatica) solo ciò che i doveri familiari e lavorativi rendono indispensabile. Sono stata una persona intellettualmente brillante, ho desiderato, sperato e sognato una vita piena, una realizzazione professionale e personale che non sono mai arrivate e ora non ho più voglia di niente, non leggo nemmeno più, non sono più in grado di portare a termine la lettura di un libro, sono afflitta da una sorta di pigrizia accidiosa che mi porta a procastinare tutto, non ho nemmeno voglia di andare in vacanza. Mi rendo conto di avere la mia parte di colpa, però penso anche che la vita non sia stata generosa con me e mi chiedo ... ha senso per me continuare a vivere, visto che quello che ho è così lontano da quello che avrei voluto? E soprattutto, dopo una vita di frustrazioni e delusioni ha senso pensare di poter essere, non dico felici, ma almeno sereni e in pace con se stessi e con la vita?
Grazie
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile signora,
lei ci fa una domanda particolare. Compito dello psicologo psicoterapeuta è favorire il massimo benessere ottenibile per le persone, qualunque età abbiano e qualunque passato abbiano.

La speranza di vita dovrebbe essere molto superiore alla sua età e perciò lei dovrebbe poter avere l'occasione di fare ancora tante cose si spera interessanti.
Dovrebbe a mio avviso consultare uno psicologo psicoterapeuta, se non lo ha già fatto in occasione della malattia, considerando anche che mente e corpo sono strettamente collegati e perciò un migliore stato psicologico, che a mio avviso è probabilmente ottenibile, si ripercuoterebbe anche sulla sua salute generale.

Tenga presente che con le terapie brevi si ottengono risultati spesso molto velocemente.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Psicologo attivo dal 2016 al 2022
Psicologo
Carissima signora,
La sua storia mi ha molto colpita, per questo motivo ho deciso di ragionarci sopra per un pó prima di risponderle.
Mi sembra di capire che lei abbia perso definitivamente la speranza, ha avuto di certo una vita difficile e diciamolo, è stata anche sfortunata, del resto non nasciamo tutti con la camicia.
Non le diró che sarà facile perchè probabilmente non lo sarà e noi psicologi non abbiamo di certo la bacchetta magica.
Il mio consiglio è forse un pó poco ortodosso ma quello che le dico è questo: sperimenti l'ironia, il sarcasmo. Impari a ridere delle cose che accadono, si prenda un pó in giro.
Gandhi diceva che "la vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia", deve fare proprio questo, ballare sotto la pioggia, non si perda d'animo, combatta, ritrovi dentro di se un pizzico di gioia per la vita.
Le consiglio poi un buon percorso di psicoterapia con il quale potrà magari migliorare e rendere più sereno il suo rapporto con sua madre e suo marito.
In bocca al lupo e buona giornata.
Dr.ssa Vanessa Cazzulani
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Purtroppo la psicoanalisi con particolare attenzione alla psicosomatica e` spesso la sola psicoterapia per casi come il Suo.
Persone che sono state *rifiutate* da bambine e *si sono rifiutate* per ottemperare all`ingiunzione familiare ricevita.
La Distruttivita` patita diventa la loro meta.
Lei ha purtroppo avuto un tumore e questa patologia psicosomatica e` la peggiore delle prove.
Posso chiederle in che zona del corpo e' stata colpita?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#4]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Esposito,
sono stata colpita al seno.

Gentile Dott.ssa Cazzulani,
l'ironia e il sarcasmo non mi sono mai mancati e forse hanno in parte contribuito a tenermi a galla. Tuttavia non bastano a far fronte all'amarezza e alla mancanza di senso che riempiono la mia vita. Non ho obiettivi, né progetti perché non credo più nella possibilità di realizzare qualcosa. Ogni mattina, di fronte a una giornata che inizia, so che dovrò fare qualcosa per riempire le ore che ho davanti e lo faccio, ma non c'è una progettualità né un senso in quello che faccio, è un tirare a campare giorno per giorno.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Il seno e' un organo ad altissimo contenuto simbolico. Rappresenta *la madre* e il nutrimento. Il rapporto fusionale e vitale con lei.
Quindi forse dovrebbe approfondire tali temi antichi per comprendere le cause del Suo malessere.
Ci rifetta su!
I migliori auguri!
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Psicologo attivo dal 2016 al 2022
Psicologo
Gentile signora,
Purtroppo ho poche informazioni riguardo la sua persona e la sua vita per esprimere un parere adeguato.
Credo sia il caso si rivolga ad uno psicoterapeuta per approfondire la sua situazione. Sarebbe per esempio importante capire da quando, e da quanto tempo si senta così, quando ha perso interesse verso le piccole belle cose delle vita? Da quando ha scoperto di essere malata? O è stato graduale? Ad oggi è ancora malata?
Forse dovrebbe accettare di essere stanca, il suo potrebbe essere un momento, oppure qualcosa di più profondo, purtroppo visto la scarsità di informazioni non posso dirlo.
Penso comunque che sia finita solo quando decidiamo di arrenderci, forse lei si è arresa solo per un pó.
Saluti
Dr.ssa Vanessa Cazzulani