Relazione a distanza

Buongiorno,
vivo una relazione a distanza da 4 anni e mezzo, ci vediamo il sabato e la domenica e solo nell'ultimo anno trascorriamo insieme le vacanze, cioè una settimana di inverno e una settimana d'estate.
Questa distanza è vissuta con sofferenza da parte mia, mentre il mio compagno non ne risente particolarmente.
Sentimenti a parte (che non credo siano in discussione da parte di entrambi), la situazione sta diventanto decisamente frustrante per me: ho 43 anni, un figlio di 12 e per accordi di divorzio non mi posso trasferire. Il mio compagno non si vuole trasferire (non lo dice apertamente, ma nei fatti è evidente che sta bene dove sta).
Consapevole di aver avuto in passato relazioni da cui ero dipendente affettivamente, ora mi interrogo spesso se il mio disagio è frutto della dipendenza affettiva o se semplicemente è frutto del desiderio di potere costruire un rapporto nella quotidianità.
Io sono indipendente economicamente, ho l'auto e viaggio anche da sola con mio figlio.
Cerco di non appoggiarmi a nessuno o chiedo aiuto solo dopo aver provato ad arrangiarmi da sola.
So stare da sola, ma sto meglio in compagnia.
é problematico o è normale cercare di vivere un rapporto che non sia limitato solo al week end?
Il mio compagno dice che dovrei concentrarmi sugli aspetti positivi del rapporto, solo che ormai non so più se lo fa per giustificare il fatto che a lui va bene così, o se sono io che io che inizio a vedere solo gli aspetti negativi.
Grazie per l'aiuto,
Cinzia
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora Cinzia,
In un rapporto di coppia si e' in due. E perche' sia felice occorre essere d'accordo sui temi fondamentali che lo connotano.
Sembra proprio che invece non lo siate.
Lei cerca un uomo a cui appoggiarsi. Mentre il Suo partner non desidera essere quella *stampella* che Lei vorrebbe.
Forse questo e' un bene per Lei perche' la obbliga a sostenersi da se'. A cercare la forza per farlo.
Le condizioni smbrano favorevoli: la sua eta', avere un figlio, essere autonoma.
Non e' una persona *dipendente*, ma se taluni desideri di dipendenza possono affacciarsi in Lei sembra che questo rapporto non *colluda* con i Suoi desideri inconsci. E non e' un male!
Auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

<<So stare da sola, ma sto meglio in compagnia.<< L'affermazione sembra ovvia per chi sceglie di "essere" una coppia: il che vale sia per Lei che per lui.

Tuttavia Lei ci parla delle proprie difficoltà a trasferirsi; ma probabilmente che lui avrà le sue... oggettive o soggettive non lo so;
Lei non ce ne parla: forse perche non le prende in considerazione?

Ad ogni buon conto:
consideri la Sua vita senza quest'uomo e valuti se conviene lasciarlo;
oppure se - nonostante la presenza solo nel weekend - egli arricchisce la Sua vita in maniera significativa.

Ogni tiro alla fune alla lunga logora i due che vi si sottopongono. Ne vale la pena?
Noi non possiamo avere tutti gli elementi.

Solo una consulenza di persona permette, nell'interattività, di valutare insieme. Può prendere in considerazione la cosa, perchè no?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Utente
Utente
Ringrazio entrambe per gli spunti di riflessione.

[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Lieta di esserLe stata utile.

Ma... non ha alcuna riflessione da condividere con noi?
[#5]
Utente
Utente
Sì, sì, riflessioni ne ho.
La prima è che ovviamente tengo in considerazione le difficoltà di trasferimento del mio compagno: lasciare la città in cui è nato, la famiglia, gli amici e cambiare datore di lavoro.
Lo capisco.
Io mi sento impotente da questo punto di vista, perchè finchè mio figlio è minorenne io devo rispettare gli accordi legali presi con il mio ex marito, che non mi permetterebbe comunque di trasferire la residenza di mio figlio. E io non voglio allontanarmi da mio figlio.
La seconda riflessione riguarda il valore aggiunto che il mio compagno apporta alla nostra vita, mia e di mio figlio.
Lui è una parte importante della nostra vita.
La mia frustrazione spesso nasce dal fatto che io soffro di più del mio compagno dell'assenza fisica. Per lui il contatto telefonico sopperisce sufficientemente al fatto di non potere essere presente fisicamente.
Io invece mi sto lentamente spegnendo, forse perchè ho più bisogno di lui della presenza fisica, del contatto visivo...
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Provi a leggere questo articolo sulle coppie LAT, cioè a distanza, tra paure, dipendenza affettiva e meccanismi di difesa....e, se desidera, ne riparliamo

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6358-amore-pendolare-le-coppie-lat-costo-zero-o-impegno-infinito.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#7]
Utente
Utente
Grazie, lo leggo volentieri!
[#8]
Utente
Utente
Un'ultma precisazione: nei primi tre anni della nostra relazione, consapevole del fatto che ero io ad accusare maggiormente l'assenza fisica, mi sono data molto da fare per poterci vedere il più possibile.
Questo ha comportato un numero notevole di spostamenti in treno, stress per districarsi tra impegni familiari e lavorativi, che ora mi sento sfinita, come se non avessi più nulla da dare...
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