Ansia e ipocondria
Salve, sono una ragazza di 25 anni, da sempre molto ansiosa e piuttosto timida. All'età di tre anni, con il mio ingresso alla scuola materna, ho iniziato a soffrire di mutismo selettivo, che ho risolto da sola all'età di sette anni riuscendo a sbloccarmi gradualmente. Tuttavia, la mattina prima di andare a scuola molte volte rimettevo a causa dell'ansia, nonostante a scuola il mio unico problema fosse appunto la timidezza. Crescendo ho superato alcuni miei limiti, ho costruito le mie amicizie e sono felicemente fidanzata da sei anni; all'università va tutto bene e mi piace, anche se rimango sempre un pò emarginata, e non perché siano gli altri ad emarginarmi, ma perché sono proprio io che non riesco a inserirmi, a differenza degli altri miei colleghi che hanno velocemente stretto legami di amicizia tra loro. Sono molto ansiosa, e a volte per scacciare un brutto pensiero sento la necessità di compiere dei piccoli rituali (contare fino a un certo numero, allineare oggetti ecc.), per evitare che il brutto pensiero si avveri; il fatto è che razionalmente so che quei rituali non possono determinare il corso degli eventi, ma facendoli riesco comunque a diminuire l'ansia. I brutti pensieri sono tutti concentrati su malattie o tragedie che possono colpire me o le persone che amo. A dicembre ho avuto un brutto incidente in moto con il mio fidanzato, e per fortuna non ci siamo fatti niente di grave, ma questo ha accresciuto la mia ansia: è come se avessi toccato con mano la reale possibilità di morire o di perdere il mio fidanzato, e questo mi ha terrorizzata. Dopo qualche mese ho iniziato ad accusare problemi gastrointestinali (non so se causati proprio dallo stress o invece di natura organica), e il mio medico mi ha fatto fare alcune analisi (poche), ma fra un analisi e l'altra passa un'eternità, a causa dei lunghi tempi della sanità, e quindi sto ancora aspettando il risultato di un esame per sospetta intolleranza alimentare. Nel frattempo non faccio che pensare di avere qualche grave malattia (un tumore), e ogni mattina cerco i sintomi su internet nella speranza di trovare rassicurazione, nonostante i miei sintomi con il tempo si siano un pò alleviati. Ogni mattina mi sveglio con un primo pensiero: sono malata. E rimpiango i periodi in cui sono stata davvero bene. Vorrei tornare a sentirmi sana, ma non so da dove cominciare. Non so nemmeno se dire al medico tutti i miei sintomi, perché se fossero sintomi creati dalla mia ansia mi sentirei una stupida magari a sottopormi ad esami anche invasivi come gastroscopia e colonscopia (che mi terrorizzano) solo a causa della mia ansia. Il fatto è questo: non capisco se sono io a crearmi tutti i miei sintomi o se li ho realmente. Vorrei tanto un consiglio, e mi scuso per la lunghezza del messaggio. Non ce la faccio più, vorrei solo stare bene, solo questo, perché ho tante cose belle intorno a me e non riesco ad esserne felice, perché ormai la mia ipocondria e la mia ansia rovinano e coprono tutto.
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Gentile utente,
Lei ha fatto grandi progressi nella Sua vita per superare le difficolta' che aveva.
Ed e' possibile che gli enormi sforzi che ha compiuto e compie si siano riversati emozionalmente sul suo *soma*. Il Suo corpo. Con delle *somatizzazioni* intense.
I sintomi che riferisce infatti dovrebbero essere simbolizzati e analizzati con cura da uno specialista in grado di collocarli nella giusta luce e di permetterle di elaborarli compiutamente. Per essere da Lei affrontati a livello dell'Io. Senza che la assalgano *alle spalle* come accade ora.
Si tratta di un *lavoro* terapeutico delicato da effettuare con pazienza, cercando di evitare i blocchi inconsci che Lei pone. E con uno specialista in grado di guidarLa fra i meandri del Suo potente inconscio.
Ci rifletta quindi!
I miei auguri!
Lei ha fatto grandi progressi nella Sua vita per superare le difficolta' che aveva.
Ed e' possibile che gli enormi sforzi che ha compiuto e compie si siano riversati emozionalmente sul suo *soma*. Il Suo corpo. Con delle *somatizzazioni* intense.
I sintomi che riferisce infatti dovrebbero essere simbolizzati e analizzati con cura da uno specialista in grado di collocarli nella giusta luce e di permetterle di elaborarli compiutamente. Per essere da Lei affrontati a livello dell'Io. Senza che la assalgano *alle spalle* come accade ora.
Si tratta di un *lavoro* terapeutico delicato da effettuare con pazienza, cercando di evitare i blocchi inconsci che Lei pone. E con uno specialista in grado di guidarLa fra i meandri del Suo potente inconscio.
Ci rifletta quindi!
I miei auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
La ringrazio tanto. Non so perchè, ma alcune frasi della sua risposta mi hanno fatto piangere, in particolare questa: "Lei ha fatto grandi progressi nella Sua vita per superare le difficolta' che aveva", e la ringrazio perchè almeno mi sono un pò sfogata. In effetti faccio sempre fatica a relazionarmi ed aprirmi con gli altri, e alle volte dopo che riesco a parlare apertamente con qualcuno dei miei problemi mi sento come se mi fossi tolta un peso, peso che però puntualmente torna nel giro di qualche settimana. E' come se sapessi qual'è la strada giusta da percorrere, ovvero aprirmi di più e non lasciarmi abbattere dalle preoccupazioni che in fondo abbiamo tutti nella vita, ed è così che vorrei essere, ma non ne sono capace; non riesco ad imboccare questa strada e, quando a volte ci riesco, non riesco tuttavia a mantenerla. Se non approfitto troppo della sua disponibilità, vorrei chiederle alcune cose.
Ma è davvero possibile che delle difficoltà emozionali riescano a procurarmi realmente dolori fisici? Non riesco a capire come sia possibile che dei problemi a livello psicologico riescano a creare dolori fisici reali (nonostante io non accusi dolori importanti, ma solo leggere fitte fra stomaco e intestino, che oltretutto si stanno presentando con minor frequenza rispetto a qualche mese fa). Vorrei inoltre chiederle se l'incidente di cui le ho parlato nel primo messaggio potrebbe aver influito nella mia situazione, e se si in che modo. Infine, lei parla di blocchi inconsci che io pongo, e vorrei capire meglio a cosa si riferisce. Mi rendo conto che un consulto online ha i suoi limiti, ma sarebbe importante per me se lei potesse almeno in parte chiarire questi miei dubbi. La ringrazio.
Ma è davvero possibile che delle difficoltà emozionali riescano a procurarmi realmente dolori fisici? Non riesco a capire come sia possibile che dei problemi a livello psicologico riescano a creare dolori fisici reali (nonostante io non accusi dolori importanti, ma solo leggere fitte fra stomaco e intestino, che oltretutto si stanno presentando con minor frequenza rispetto a qualche mese fa). Vorrei inoltre chiederle se l'incidente di cui le ho parlato nel primo messaggio potrebbe aver influito nella mia situazione, e se si in che modo. Infine, lei parla di blocchi inconsci che io pongo, e vorrei capire meglio a cosa si riferisce. Mi rendo conto che un consulto online ha i suoi limiti, ma sarebbe importante per me se lei potesse almeno in parte chiarire questi miei dubbi. La ringrazio.
[#3]
Il livello psicologico agisce sul soma attraverso vari meccanismi: il Sistema Nervoso Autonomo e' uno dei veicoli, ma anche il Sistema Endocrino, il Sistema Immunitario, il Sistema Cutaneo etc.
Per cui si', ci sono dei collegamenti molto evidenti e che si determinano per cause inconsce. E solo decodificando le problematiche sottese si possono risolvere.
Se questo e' il Suo problema dovra' affrontarlo attraverso uno psicoterapeuta dinamico che operi attraverso la psicosomatica.
Ci pensi!
Le formulo i migliori auguri!
Per cui si', ci sono dei collegamenti molto evidenti e che si determinano per cause inconsce. E solo decodificando le problematiche sottese si possono risolvere.
Se questo e' il Suo problema dovra' affrontarlo attraverso uno psicoterapeuta dinamico che operi attraverso la psicosomatica.
Ci pensi!
Le formulo i migliori auguri!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.3k visite dal 09/08/2016.
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