La lenta discesa dei trent'anni - depressione
Buongiorno a tutti e grazie ancora una volta x il vostro servizio. Sono una ragazza giovane, ho sofferto d'ansia ma fortunatamente negli ultimi anni ho trovato il mio equilibrio e sto significativamente meglio. Il mio problema ora è un altro: sto per compiere trent'anni, ho fatto diverse scelte dell'ambito lavorativo che mi stanno portando ad aprire una mia attività, in un campo che mi piace molto anche se non rispecchia l'ambito dei miei studi universitari, ho un compagno con cui va tutto bene e una bella casa. Tiro sempre la cinghia per le enormi spese che mi si prospettano, ed è un anno che faccio "vita grama". Dovrei essere abbastanza felice, eppure sto scivolando in una lunga zona d'ombra di depressione. Sento che alla mia età non più tutte le scelte sono possibili, che il mio futuro comunque in parte è vincolato, che non potrò più diventare seguire i sogni che avevo da ragazzina, che tante mie aspettative sono andate perdute anche per colpa mia e per i miei timori. A tornare indietro studierei tutt'altro ad esempio! Mi sento un po' sprecata, non riesco più a divertirmi come una volta, la compagnia delle persone non mi rende più entusiasta… mi sento inferiore rispetto ai miei amici, che invidio, perché mi sembrano tutti più "riusciti" di me. Anche i buoni risultati che raggiungo mi dicono poco. Pian piano ho iniziato a sentirmi vecchia, come se la vita che mi rimane fosse solo una lunga discesa, che gli anni migliori siano andati. Mi ripeto quotidianamente la frase "Il meglio deve ancora venire" ma è come se nel profondo sapessi che non è vero, che "non ce l'ho fatta". So che è una fase che stanno attraversando anche tanti miei coetanei, ma non riesco a trovare uno spiraglio che mi metta il buon umore. Mi vedo poco attraente, ormai in declino. Credo che questa mia tristezza sia in parte dovuta al fatto che sia la mia famiglia che io stessa ci aspettavamo molto di più da me… Invece mi sono trasformata in una persona "ordinaria". Forse avevamo aspettative troppo alte, dovute anche al mio enorme talento scolastico. è stata l'ansia a impedirmi di spiccare il volo, a farmi lasciare lavori di responsabilità in altre città X accontentarmi di una vita più semplice, normale, in una cittadina di provincia. La notte sogno spesso e mi trovo a ripensare anche di giorno al mio periodo del liceo e ultimamente anche alla mia prima adolescenza, come a periodi stupendi che non torneranno più. Mi mancano i vecchi amici di quando ero bambina. Per questi motivi l'ansia volte riprende il sopravvento, soprattutto con gli affetti, con le persone che ho intorno, coi miei gatti. Temo sempre che possa succedere loro qualcosa di brutto, mi allarmo al minimo malessere, sono diventata ipocondriaca sulla salute degli altri. Penso troppo spesso ai miei nonni anziani, ai miei genitori che invecchiano. Non riesco a sopportare il tempo che passa. Quanto vorrei tornare indietro.Come posso uscire da questa bolla del passato ed essere entusiasta di quello che ho?
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Gentile Utente,
Posso chiederle prima di risponderle, come ha risolto la depressione, l'ansia ed anche la deflessione del desiderio per il quale ci ha scritto nel passato?
Se non è stata mai in cura, la sintomatologia che riferisce è sicuramente la conseguenza della non cura del passato
Posso chiederle prima di risponderle, come ha risolto la depressione, l'ansia ed anche la deflessione del desiderio per il quale ci ha scritto nel passato?
Se non è stata mai in cura, la sintomatologia che riferisce è sicuramente la conseguenza della non cura del passato
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Grazie dottoressa della veloce risposta. Sono stata in cura un anno da uno specialista di analisi transazionale, mi ha aiutato molto, ma il punto di svolta è stato proprio quando ho deciso di abbandonare la città stressante e il lavoro stressante che avevo per rientrare in questa vita più semplice, più tranquilla. Da una parte l'ansia è praticamente sparita, così come i disturbi ossessivi, il desiderio nel tempo è tornato diciamo normale, comunque non rappresenta più un problema. Però questo mio eterno conflitto tra l'ambizione e l'ansia mi ha portata ad essere sì più tranquilla ma anche a sentirmi una sorta di fallita.
[#3]
Ex utente
Aggiungo che, a differenza di tanti miei amici, mi sembra di non avere mai avuto le idee chiare… Ho poca resilienza, a detta del mio vecchio terapeuta, in pratica al primo fallimento rinuncio e cambio strada. Questo mi ha portata a rinunciare a tanti sogni che avevo… E a finire in questa situazione attuale.
[#4]
I sogni vanno innaffiati, bisogna dare loro l'acqua..
Ma per fare ciò bisogna capire, con l'aiuto di un clinico. Perché lei si paralizza..
Ansia da altitudine?
Paura del dopo?
Fragilità psichiche pregresse?
Mancanza di radici?
Più radici e meno ali?
Altro?
Ma per fare ciò bisogna capire, con l'aiuto di un clinico. Perché lei si paralizza..
Ansia da altitudine?
Paura del dopo?
Fragilità psichiche pregresse?
Mancanza di radici?
Più radici e meno ali?
Altro?
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Buongiorno! Volevo farle la medesima domanda della collega appena sopra. Lei ancora è giovane da riuscire a beneficiare al massimo dei risultati di una psicoterapia bene fatta. Non perda altro tempo a cronicizzare (chiedendo pareri o leggendo libri che spostano soltanto temporaneamente l'attenzione dal problema, perché effettivamente la depressione è una malattia) e si metta a cercare il o la terapeuta che tratti nello specifico i disturbi dell'umore (ansia e depressione). Può provare a contattarne alcuni prima di sceglierne e affidarsi ad un unico professionista: chi le garantirà la miglior serietà ed esperienza, sarà colui o colei che l'aiuterà a riprendere in mano la sua vita. E' ancora in tempo per realizzare i suoi obbiettivi e con serenità.
Auguri!
Auguri!
Dott.ssa Maria Vittoria Sorci
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
[#6]
Ex utente
Gentilissima dott.ssa Randone, io direi praticamente tutte le ipotesi che lei ha elencato. Sicuramente troppi radici da cui faccio veramente fatica a staccarmi. Il fatto è che, per quanto io potrei migliorare il mio atteggiamento con una nuova terapia, ormai le scelte sono fatte, ho trent'anni! Non posso più tornare indietro. Ed è questo che mi provoca tutta questa tristezza, nonostante io comunque dei risultati li abbia raggiunti E tuttora stia lavorando su un progetto che mi appassiona... Se anche riuscissi a spezzare o ad allentare queste radici ora, che cosa cambierebbe? Ormai più nulla, è questa la mia idea.
Rispondendo ad entrambe, ho abbandonato la terapia dopo un anno perché purtroppo non riuscivo più a permettermela. Le enormi spese per far fronte alla mia attività e al mantenermi da sola senza aiuti dai genitori non mi lasciano fondi per fare nulla, non potrei mai permettermi un percorso. Ero già andata al consultorio, ma la specialista che mi aveva preso in carico non mi era piaciuta, mi aveva parlato immediatamente di farmaci e io non ne voglio sapere. Inoltre, dico onestamente, rispetto al passato faccio molta fatica ad affidarmi a uno specialista, avevo provato un primo colloquio con un'altra psicologa veramente brava ma sento sempre una punta di giudizio nelle loro domande, so che non è quello l'intento , ma è come se io partissi sulla difensiva e a qualsiasi loro domanda - che io colgo come insinuazione -, mi innervosisco, mi ritiro e smetto di andarci. Del resto faccio sempre così.
Rispondendo ad entrambe, ho abbandonato la terapia dopo un anno perché purtroppo non riuscivo più a permettermela. Le enormi spese per far fronte alla mia attività e al mantenermi da sola senza aiuti dai genitori non mi lasciano fondi per fare nulla, non potrei mai permettermi un percorso. Ero già andata al consultorio, ma la specialista che mi aveva preso in carico non mi era piaciuta, mi aveva parlato immediatamente di farmaci e io non ne voglio sapere. Inoltre, dico onestamente, rispetto al passato faccio molta fatica ad affidarmi a uno specialista, avevo provato un primo colloquio con un'altra psicologa veramente brava ma sento sempre una punta di giudizio nelle loro domande, so che non è quello l'intento , ma è come se io partissi sulla difensiva e a qualsiasi loro domanda - che io colgo come insinuazione -, mi innervosisco, mi ritiro e smetto di andarci. Del resto faccio sempre così.
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Mi permetto di rettificare la sua affermazione:
Ha soltanto 30 anni.
Per cambiare e vivere davvero, a pieni polmoni, non è mai troppo tardi.
Le radici servono anche e soprattutto per avere le ali...si faccia aiutare da un collega che sia bravo, simpatico, empatico e, soprattutto, che non la faccia sentire valutata ed inquisita
Si ricordi che chi fa il nostro lavoro lo fa sempre in assenza di giudizio con anima e cuore "con e per" il paziente.
Cerchi ancora in convenzione, quando lo/la troverà lo capirà subito!
Si sentirà a casa.
Auguri di cuore e, se le fa piacere, ci dia sue notizie.
Ha soltanto 30 anni.
Per cambiare e vivere davvero, a pieni polmoni, non è mai troppo tardi.
Le radici servono anche e soprattutto per avere le ali...si faccia aiutare da un collega che sia bravo, simpatico, empatico e, soprattutto, che non la faccia sentire valutata ed inquisita
Si ricordi che chi fa il nostro lavoro lo fa sempre in assenza di giudizio con anima e cuore "con e per" il paziente.
Cerchi ancora in convenzione, quando lo/la troverà lo capirà subito!
Si sentirà a casa.
Auguri di cuore e, se le fa piacere, ci dia sue notizie.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 13.6k visite dal 04/08/2016.
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