Attacchi di panico e fobia sociale
Soffro di attacchi di panico con agorafobia (non assiduamente) e di fobia sociale. Ho una paura tremenda dei fermaci. Paura che possa causare dipendeza, aumento di peso e effetti collaterali. Ma dopo una visita pschiatra mi è stato prescritto Daparox. In alternativa a questo farmaco esistono altri rimedi per curarsi?! Tipo la terapia comportamentale?! O per guarire ho bisogno obbligatoriamente dei farmaci?!
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Salve,
per poterle rispondere è indispensabile approfondire il suo malessere. In linea generale i farmaci non sono obbligatori, ogni professionista segue un suo pensiero in proposito.
Personalmente, nel momento in cui valuto di poter effettuare un trattamento psicoterapeutico con una persona, non chiedo l'assunzione farmacologica.
Il mio orientamento è psicoanalitico, quindi lascio la parola a chi è più esperto di altri tipi di terapia, che non adotto, come quelle che lei cita.
Penso che lei debba orientarsi secondo il suo punto di vista e le sue aspettative, in modo da scegliere quale terapia sente più adatta per sé.
Quello che posso dirle riguarda il mio modo di lavorare. Ritengo che sia fondamentale affrontare il proprio disagio guardandosi dentro e cambiando a livello profondo, emotivamente.
Questo cambiamento è impegnativo per numerose ragioni, e per questo è necessario uno spazio di ascolto idoneo, e può servire il giusto tempo.
È un cambiamento che consente alla persona di emergere nella propria soggettività e libertà di espressione, aiutandola a superare quelle ansie e quei sentimenti di paura, che immagino condizionino la sua vita. In questo senso possiamo dire che lo spazio analitico è creativo e non si focalizza primariamente sulla modificazione dei suoi comportamenti. Essi si modificheranno secondariamente, come coerente conseguenza di questo cambiamento profondo di sé.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
per poterle rispondere è indispensabile approfondire il suo malessere. In linea generale i farmaci non sono obbligatori, ogni professionista segue un suo pensiero in proposito.
Personalmente, nel momento in cui valuto di poter effettuare un trattamento psicoterapeutico con una persona, non chiedo l'assunzione farmacologica.
Il mio orientamento è psicoanalitico, quindi lascio la parola a chi è più esperto di altri tipi di terapia, che non adotto, come quelle che lei cita.
Penso che lei debba orientarsi secondo il suo punto di vista e le sue aspettative, in modo da scegliere quale terapia sente più adatta per sé.
Quello che posso dirle riguarda il mio modo di lavorare. Ritengo che sia fondamentale affrontare il proprio disagio guardandosi dentro e cambiando a livello profondo, emotivamente.
Questo cambiamento è impegnativo per numerose ragioni, e per questo è necessario uno spazio di ascolto idoneo, e può servire il giusto tempo.
È un cambiamento che consente alla persona di emergere nella propria soggettività e libertà di espressione, aiutandola a superare quelle ansie e quei sentimenti di paura, che immagino condizionino la sua vita. In questo senso possiamo dire che lo spazio analitico è creativo e non si focalizza primariamente sulla modificazione dei suoi comportamenti. Essi si modificheranno secondariamente, come coerente conseguenza di questo cambiamento profondo di sé.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#3]
Sì certo, porta risultati relativamente alla fobia sociale e agli attacchi di panico con agorafobia, il percorso serve ad affrontare il suo malessere e a sviluppare un cambiamento.
Secondo il mio orientamento, la durata della terapia è soggettiva sì e non può essere stabilita in anticipo. È un percorso che può essere lungo, perché mira a un cambiamento profondo di sé e all'acquisizione di una stabilità duratura.
È come imparare una nuova lingua, non è possibile sapere con precisione quanto tempo ci vorrà per impararla né è verosimile acquisirla velocemente in modo radicato.
In realtà è anche di più di imparare una nuova lingua, poiché bisogna trasformare la vecchia in nuova.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Secondo il mio orientamento, la durata della terapia è soggettiva sì e non può essere stabilita in anticipo. È un percorso che può essere lungo, perché mira a un cambiamento profondo di sé e all'acquisizione di una stabilità duratura.
È come imparare una nuova lingua, non è possibile sapere con precisione quanto tempo ci vorrà per impararla né è verosimile acquisirla velocemente in modo radicato.
In realtà è anche di più di imparare una nuova lingua, poiché bisogna trasformare la vecchia in nuova.
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.4k visite dal 03/08/2016.
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