La mia storia in breve e dubbi sulla terapia

Magari se c'è qualche esperto della materia, come i dr. Santonocito o de Vincentis, ne sarei felice.

In breve: ho un problema di natura ossessiva. Personalità tendente al perfezionismo, moderatamente ansiosa, tendenza ai sensi di colpa e all'evitamento (di quelli che rimuginano troppo.. finendo per procrastinare).

STORIA: Secondo anno di università: un pomeriggio, durante lo studio per un esame che ripetevo per la seconda volta (rischiavo il fuoricorso), mi ritrovai incartato su un pensiero che volevo annientare: dovevo studiare e non riuscivo a concentrarmi! Da lì una serie di associazioni mentali "sbagliate" che in breve mi portarono alla prostrazione: non avevo più il controllo della mia mente.

Un po'grazie al "fare", un po' grazie ad alcune letture sulla vostra terapia mi liberai di quella orribile fase iniziale dopo alcuni mesi, riprendendo quasi completamente la mia vita.. ma qualche cicatrice era rimasta: le solite ossessioni scattavano non appena cercavo di studiare (!) ed inoltre, se mi prendeva uno spavento importante, soprattutto sul mio stato di salute, c'era il rischio che diventasse ossessione.. e così fu quando un pomeriggio per motivi stupidissimi che evito di spiegare ebbi una defaillance con la mia donna.. spavento.. e dopo qualche giorno, ecco una nuova ossessione che stravolse la mia vita sessuale.

A seguito di uno stage all'estero, per via di questo nuovo problema, finii per condurre una vita da recluso: al mio ritorno ero diventato ancora più schivo e vergognoso con le persone, tendevo a dimenticare - assurdo - "come ci si guarda mentre si parla".. finendo per fissare dritto negli occhi, in modo innaturale e aggressivo.. Anche qui, solita associazione.. nuova ossessione.

INIZIO TERAPIA: Dopo circa tre mesi e la mia vita di relazione ridotta allo stremo, decisi finalmente di rivolgermi a uno psicologo della vostra scuola: ma dopo un inizio entusiastico e sfolgorante sono iniziati i problemi: sempre gli stessi esercizi, spesso spiegati in modo approssimativo e facilone, senza una motivazione che me ne facesse capire l'utilità: poi una serie di episodi per i quali ho iniziato a perdere la fiducia e a dubitare della sua esperienza.. e così andiamo avanti da troppo tempo, tra minimi progressi e troppe ricadute..ma i problemi sono sempre lì, dietro l'angolo.

Sarò io che pretendo troppo, ma il terapeuta - che pure ha una grande sensibilità - non mi dimostra mai una piena sicurezza, a volte mi è sembrato pasticcione ed indeciso e col tempo ho finito col perdere la fiducia.. troppe volte finisco per non seguirlo.

DOMANDA: sarebbe possibile cambiare terapeuta MA rivolgendomi a qualcuno della stessa scuola, che ritengo sia l'unica adatta alle mie esigenze?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"DOMANDA: sarebbe possibile cambiare terapeuta MA rivolgendomi a qualcuno della stessa scuola, che ritengo sia l'unica adatta alle mie esigenze?"

Certo che può cambiare terapeuta se non le piace, non lo stima e non si sente a suo agio.
Può anche cambiare orientamento, non esiste uno migliore dell'altro, o un orientamento per ogni problematica psichica.

L'importante è che lei si senta a suo agio, che si senta capito e che non controlli ossssivamente il terapeuta.

Anche una terapia combinata potrebbe andar bene: farmacologica e psicoterapica sarebbe indicata, l'aiuterà e ad allentare il controllo

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it