Vi ringrazio per l'attenzione

Gentili dottori,
sono un ragazzo di 24 anni e ormai da 4 convivo con una prostatite cronica. i disturbi vanno e vengono e, mi sembra, sono collegati soprattutto a momenti di stress forte.
la malattia mi è stata diagnosticata da uno specialista dopo circa un anno dai primi sintomi, quando mi sono deciso a fare una visita nonostante tutti (famiglia e amici) mi dicessero che qualche fastidio è assolutamente normale.
da quel momento ho sviluppato piano piano un forte paura di ammalarmi. Questa paura, che in generale risulta gestibile e ancora razionalizzabile mi provoca comunque piccoli attacchi di ansia ed ha un impatto piuttosto forte sulla mia qualità della vita (meno voglia di uscire oer eventi sociali, di viaggiare, etc.).
Il mio cervello sembra essere diventato un grande orecchio ipersensibile che ascolta ogni minimo tremolio e fastidio corporeo associadondolo subito a possibili malattia (molte volte influenzato anche da beceri show televisivi, films, libri.)
Insomma, ogni tipo di pratica e relazione che "mi metta minimamente in discussione" che scalfisca la mia routine (che tra l'atro, come vi dicevo , non è che sia proprio tranquilla) diventa una fonte di ansia, rapporti amorosi e sociali compresi.

secondo voi, cosa dovrei fare?
ho pensato di rivolgermi ad uno psicologo. come sceglierlo? vi sembra il caso? qual'è il tipo di approccio che si adotta in questi casi?

vi ringrazio per l'attenzione
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
È suggestiva l'immagine del "grande orecchio ipersensibile" che descrivi. In realtà non è la tua sensibilità ad essere aumentata, ma è la tua attenzione che ora si concentra in modo allarmistico sempre sugli stessi segnali.

In fondo, i problemi d'ansia sono anche un problema d'attenzione troppo ristretta.

Ti confermo che potrebbe esserti utile sentire il parere di uno psicologo. Due approcci indicati nel tuo caso sono quello breve strategico e quello cognitivo-comportamentale.

Entrambi questi orientamenti sono attivi e prescrittivi, ossia comportano l'esecuzione di precisi e determinati compiti fra una seduta e l'altra.

Ovviamente, se la tua è una prostatite cronica, continua a seguire anche le prescrizioni e le indicazioni che il medico ti ha dato.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
il "grande orecchio" che ci descrivi simboleggia senza dubbio un fenomeno assai noto a chi si occupa di disturbi d'ansia, ovvero quello dell'attenzione selettivamente orientata alla ricerca di segnali "pericolosi"

Senza dubbio il fatto di avere "qualcosa che non va" nel tuo corpo influisce notevolmente sulla predisposizione ad utilizzare questo meccanismo

Per cui ti consiglio di rivolgerti ad uno psicoterapeuta di tipo cognitivo comportamentale della tua zona (prova a vedere il sito www.aiamc.it)

Puoi anche leggerti questo articolo se vuoi

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
[#3]
Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1

Gentile utente,
la situzione che descrivi è ben esemplificativa dei casi in cui ad una patologia medica conclamata ( almeno così descrivi) si associa una problematica di origine psicologica.
Al fine però di evitare che l'aumentata attenzione, di franca origine ansiosa, ai segnali corporei si strutturi come un vero e proprio disturbo ipocondriaco una consultazione psicologica che valuti la condizione in atto e un possibile percorso psicoterapeutico può risultare quanto mai utile.
Adeguati gli indirizzi terapeutici indicati dai colleghi a cui aggiungo quello di psicoterapia ipnotica.

Con i migliori auguri


F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

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