Frustrazione causata dall'università
Salve! Sono una ragazza di 21 anni, ho finito il secondo anno della triennale in Lettere moderne alla quale mi sono iscritta subito dopo il diploma, pur essendo molto indecisa con altre facoltà, tra cui psicologia e scienze della formazione primaria. Il primo anno mi sono data tempo per capire se avessi fatto la scelta giusta, pensavo di sì dal momento che sono riuscita a dare quattro esami su sei senza troppa fatica. Quest'anno invece dopo aver dato in ritardo (a febbraio) l'ultimo esame arretrato, il più difficile del primo anno, ho iniziato a vivere una situazione di profonda crisi che sta proseguendo tuttora. La mia facoltà non mi appassiona né sento del tutto adatto alla mia personalità lo sbocco lavorativo che mi consentirebbe. Giunta a questa conclusione, ho iniziato ad avere problemi con gli esami rimanendo parecchio indietro ed alimentando così un circolo vizioso di frustrazione. Non ho il coraggio nonostante ciò di buttare questi due anni di studio interrompendo quanto iniziato per iniziare una nuova vita. Psicologia mi interessa moltissimo, in particolare mi piacerebbe poter aiutare persone che soffrono, ma il percorso è lungo e complesso e le prospettive lavorative scarsissime. Mi sono documentata, ho chiesto pareri a ragazze che la frequentano, tutti mi dicono di lasciare perdere che è una facoltà impraticabile e io ci rimango male perché penso che non sia giusto che esistano tutti questi problemi nel mondo del lavoro. A proposito di lavoro, ho cercato un impiego per l'estate in modo da potermi permettere senza pesare sulla mia famiglia di vedere una psicologa, ma è stato un buco nell'acqua. L'ho vissuto come l'ennesimo fallimento e ho iniziato a domandarmi se davvero non ci sia in me qualcosa che non va. La mia autostima non è mai stata alta, ora però si sta del tutto annullando. Mi impegno nelle cose e non riesco ad ottenere mai quello che voglio. Anche dal punto di vista relazionale ho tante difficoltà, sia con gli amici che con i ragazzi. Insomma non va proprio niente bene da gennaio a questa parte! Non so cosa fare con l' università e nonostante tutti mi dicono di stare tranquilla, che non dovrei soffrirci così tanto io non penso ad altro perché lo studio è un investimento importante per la mia vita che come dicevo è molto povera sotto altri punti di vista. Ho avuto solamente una relazione di coppia durata 3 mesi. Non è stata una storia serena, mi ha fatto soffrire e ho impiegato mesi e fatica per riprendermi. Ora sta di nuovo traballando tutto. Questo rischia di logorare le poche relazioni che ho con i miei famigliari che mi vedono sempre più demotivata e angosciata e non sanno cosa fare per migliorare la situazione. Chiedo scusa se sono stata sconclusionata in questa richiesta di aiuto, ma non è facile riassumere in poche o tante righe la propria vita e le proprie emozioni. Spero di ricevere da voi dei consigli che mi facciano intravedere la luce oltre questo tunnel.
Vi ringrazio anticipatamente,
Veronica
Vi ringrazio anticipatamente,
Veronica
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Gentile Sig.a Veronica,
Anzitutto non guardi i Suoi problemi tutti insieme o Le sembreranno una montagna insormontabile!
Li suddivida in ordine di importanza e attualita'.
Da quale vuole iniziare?
Come cappello di tutto vorrei suggerirLe di essere piu` tollerante con se` stessa.
A 21 anni le idee confuse sono molto comuni. C'e` un mondo intero davanti e la scelta non e` sempre cosi` scontata.
Cominciamo dagli studi:
Le posso dare il mio parere, ma Le servira' a poco. Solo un parere, abbastanza fondato dall'esperienza, ma l'esperienza e' un fatto individuale. Non generalizzabile.
Allora: gli studi si possono fare per passione o interesse o per prepararsi al lavoro.
Ovviamente quelli piu' *spendibili* a livello lavorativo sono ingegneria, informatica, economia. Non *umanistici* insomma. E sa perche'? Perche` quelli *umanistici* servono a sviluppare se` stessi piu` che a fornire una occupazione lavorativa. E sono frequentati da tantissimi studenti. Quindi c'e tantissima *offerta* di ragazzi che vogliono lavorare e poca *domanda*. Tenga sempre a mente la *legge della domanda e dell`offerta* quando si tratta di lavoro o di regole economiche.
Quindi è Lei a dovere scegliere se desidera valorizzare se` stessa a livello umano o desidera essere piu` *spendibile* come futura lavoratrice.
Parli di questo con persone piu` esperte di Lei del mondo del lavoro e poi ci pensi da *se`*. Perche` si tratta di una scelta molto importante e personale.
L'ambito relazionale e` un *universo* a se`.
Non se ne puo` parlare se non in colloqui molto seri che sappiano cogliere la Sua maniera di percepire se` stessa. Come e` stata amata e se Lei pensa di essere *amabile*.
Ecco, come inquadramento generale, penso possa essere sufficiente.
Poi se vuole potra` proseguire!
Auguri!
Anzitutto non guardi i Suoi problemi tutti insieme o Le sembreranno una montagna insormontabile!
Li suddivida in ordine di importanza e attualita'.
Da quale vuole iniziare?
Come cappello di tutto vorrei suggerirLe di essere piu` tollerante con se` stessa.
A 21 anni le idee confuse sono molto comuni. C'e` un mondo intero davanti e la scelta non e` sempre cosi` scontata.
Cominciamo dagli studi:
Le posso dare il mio parere, ma Le servira' a poco. Solo un parere, abbastanza fondato dall'esperienza, ma l'esperienza e' un fatto individuale. Non generalizzabile.
Allora: gli studi si possono fare per passione o interesse o per prepararsi al lavoro.
Ovviamente quelli piu' *spendibili* a livello lavorativo sono ingegneria, informatica, economia. Non *umanistici* insomma. E sa perche'? Perche` quelli *umanistici* servono a sviluppare se` stessi piu` che a fornire una occupazione lavorativa. E sono frequentati da tantissimi studenti. Quindi c'e tantissima *offerta* di ragazzi che vogliono lavorare e poca *domanda*. Tenga sempre a mente la *legge della domanda e dell`offerta* quando si tratta di lavoro o di regole economiche.
Quindi è Lei a dovere scegliere se desidera valorizzare se` stessa a livello umano o desidera essere piu` *spendibile* come futura lavoratrice.
Parli di questo con persone piu` esperte di Lei del mondo del lavoro e poi ci pensi da *se`*. Perche` si tratta di una scelta molto importante e personale.
L'ambito relazionale e` un *universo* a se`.
Non se ne puo` parlare se non in colloqui molto seri che sappiano cogliere la Sua maniera di percepire se` stessa. Come e` stata amata e se Lei pensa di essere *amabile*.
Ecco, come inquadramento generale, penso possa essere sufficiente.
Poi se vuole potra` proseguire!
Auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 29/07/2016.
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