Disturbi d'Ansia e inappetenza
Salve a tutti, vi scrivo per chiedere un consulto... mi presento: sono una studentessa di 22 anni, studia beni culturali (un domani specializzandomi in storia dell'arte); ho una famiglia meravigliosa, che mi vuole bene e mi sostiene in qualsiasi scelte che io faccia. Ho molti amici, viaggio quando posso... praticamente una vita normale. il mio problema qual è: da un paio d'anni, quando ho iniziato l'università, ho cominciato a "soffrire" di tensione, ansia, agitazione, stress e dall'anno scorso sono peggiorata. o meglio dire, che questi sintomi non riesco più a controllarli, tanto da avere una forte tachicardia ed essere soccorsa dal pronto soccorso. mi fecero molti analisi come: ecocardiogramma, elettrocardiogramma (più volte), analisi del sangue e poi il mio medico curante mi fece fare analisi per la tiroide. Non risultò niente di preoccupante, solo una lieve carenza di ferro (visto che mi successe in periodo estivo). iniziai la cura per questa carenza e poi fu colpita da una forte gastrite e da quel momento i sintomi descritti prima erano più evidenti e in più con inappetenza. Ritornai dal mio medico, dicendogli che il fastidio allo stomaco non passava e la fame non ne voleva sapere niente. Mi disse che non era più gastrite, bensì sintomi di troppo stress/ansia accumulatosi dentro di me e cercare di rilassarmi con tisane, fare più passeggiate all'aperto, sport ecc ecc. Ecco, questo lo faccio, ma è arrivato il momento di non riuscire più a gestire tutto questo, anzi più rilassata sono e peggio mi sento. Nel momento di rilassarmi (guardare la tv, leggere) oppure, come oggi, avevo l'appuntamento dal dentista e visitandomi mi dava "fastidio", come se non volessi che mi toccasse, e no per la paura che mi facesse male, ma il sentire le mani toccandomi, mi dava fastidio. Iniziai ad avere forte dolore alla bocca dello stomaco e il cuore battere sempre più veloce, come se fosse la prima volta che mi visitasse eppure sono 7 anni che sono sotto cure ortodontiche. E' vero che ho passato un periodo studiando molto, ma ora che vorrei godermi un pò di vacanze , ricomincio a star male e a non godermi queste settimane. sono una ragazza che vuol star serena, vive in un ambiente sereno ma questo modo di sentirmi prende il sopravvento... Dopo tutto questo, cosa mi consigliate di fare? continuare ad ascoltare il mio medico, attraverso tisane e passeggiate?! oppure iniziare a consultare uno specialista e approfondire? voglio uscirne, voglio ricominciare a mangiare con piacere e sconfiggere qualsiasi cosa che mi turba dentro. Vi ringrazio dell'attenzione.
[#1]
Gentile ragazza,
I consigli di igiene di vita offerti dal Suo medico andranno ottimamente una volta superata la fase di stress in cui si trova. E che va analizzata con cura. Ed eaborata badando ai significati che riveste per Lei, coscienti e inconsci.
Lo stress e' un fenomeno psico-fisiologico che va gestito in ambito specifico.
Le consiglierei di contattare uno psicoterapeuta che utilizzi metodologie psicosomatiche per una diagnosi e una terapia idonea.
Coraggio! E auguri!
I consigli di igiene di vita offerti dal Suo medico andranno ottimamente una volta superata la fase di stress in cui si trova. E che va analizzata con cura. Ed eaborata badando ai significati che riveste per Lei, coscienti e inconsci.
Lo stress e' un fenomeno psico-fisiologico che va gestito in ambito specifico.
Le consiglierei di contattare uno psicoterapeuta che utilizzi metodologie psicosomatiche per una diagnosi e una terapia idonea.
Coraggio! E auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Cara Utente,
il consiglio del suo medico relativo a tisane e passeggiate mi sembra un po' ingenuo e adatto probabilmente a casi di scarsissima rilevanza, che possono trarre beneficio da questo genere di soluzioni senza dover fare altro.
Le consiglio sicuramente di non attendere oltre e di affidarsi ad uno psicologo, se il malessere non accenna ad attenuarsi e ultimamente è anzi peggiorato.
Si è chiesta come mai ha cominciato a sentirsi così in ansia proprio in quel periodo, iniziando cioè l'università?
In precedenza non ha mai avuto episodi di forte ansia?
In famiglia c'è qualcuno che le appare ansioso o eccessivamente apprensivo riguardo alla propria o altrui salute?
il consiglio del suo medico relativo a tisane e passeggiate mi sembra un po' ingenuo e adatto probabilmente a casi di scarsissima rilevanza, che possono trarre beneficio da questo genere di soluzioni senza dover fare altro.
Le consiglio sicuramente di non attendere oltre e di affidarsi ad uno psicologo, se il malessere non accenna ad attenuarsi e ultimamente è anzi peggiorato.
Si è chiesta come mai ha cominciato a sentirsi così in ansia proprio in quel periodo, iniziando cioè l'università?
In precedenza non ha mai avuto episodi di forte ansia?
In famiglia c'è qualcuno che le appare ansioso o eccessivamente apprensivo riguardo alla propria o altrui salute?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Ex utente
Vi Ringrazio per le risposte.
Dr.ssa Flavia Massaro: prima un po' meno, ma da quando sono successe un po' di cose (la morte della madre della mia migliore amica; "deceduta" anche la mia situazione sentimentale; il viaggiare tutti i giorni per andare a lezione e tornare tardi a casa). Sono momenti che cercai di tenere tutto sotto controllo e far sembrare di essere forte e poter sopportare tutto, ma ultimamente "crollo" ogni volta. La mia famiglia è un po' apprensiva, ma non lo sono per farmi del male, anzi cercano sempre di aiutarmi (anche se io no non amo mai chiedere aiuto). Forse è arrivato il momento di aprirsi un po'di più...
Dr.ssa Flavia Massaro: prima un po' meno, ma da quando sono successe un po' di cose (la morte della madre della mia migliore amica; "deceduta" anche la mia situazione sentimentale; il viaggiare tutti i giorni per andare a lezione e tornare tardi a casa). Sono momenti che cercai di tenere tutto sotto controllo e far sembrare di essere forte e poter sopportare tutto, ma ultimamente "crollo" ogni volta. La mia famiglia è un po' apprensiva, ma non lo sono per farmi del male, anzi cercano sempre di aiutarmi (anche se io no non amo mai chiedere aiuto). Forse è arrivato il momento di aprirsi un po'di più...
[#4]
Gentile Ragazza,
aggiungo una riflessione.
La difficoltà a chiedere aiuto e il cercare di tenere tutto sotto controllo spesso vanno insieme e, come giustamente lei dice, per sembrare più forte, rimandere di sè un'immagine di ragazza appunto forte, che non chiede mai, che ce la fa sempre e comunque nonostante tutto; a lungo andare però tutto questo "ingoiare" fa sentire il suo peso, anche a livello del corpo, come nel suo caso è ipotizzabile (visti gli esiti negativi degli esami a cui si è sottoposta).
Mi colpisce quando dice
"è arrivato il momento di non riuscire più a gestire tutto questo, anzi più rilassata sono e peggio mi sento"
Strano vero?
Proprio quando cerca di dedicarsi ad attività piacevoli e distraenti sta peggio o comunque non meglio.
Il fatto di potersi rilassare implica un certo grado a lasciarsi andare nel senso di allentare un po' tutti quei "vincoli doveristici" (mi passi il termine) che abbiamo quotidianamente (studio, lavoro, ...); tuttavia sembra che lei non ci riesca, ho l'impressione (limitatamente al consulto on-line) che lei abbia un forte senso del dovere unito a un bisogno di avere tutto sotto controllo, quindi anche quando potrebbe è come se non si permettesse di rilassarsi, di lasciarsi andare, di viversi serenamente, ma fosse invece sempre all'erta, in tensione.
Concordo con lei sul fatto che sia giunto il momento di aprirsi un po', di parlarne, di dire come si sente, di chiedere aiuto
Un cordiale saluto
aggiungo una riflessione.
La difficoltà a chiedere aiuto e il cercare di tenere tutto sotto controllo spesso vanno insieme e, come giustamente lei dice, per sembrare più forte, rimandere di sè un'immagine di ragazza appunto forte, che non chiede mai, che ce la fa sempre e comunque nonostante tutto; a lungo andare però tutto questo "ingoiare" fa sentire il suo peso, anche a livello del corpo, come nel suo caso è ipotizzabile (visti gli esiti negativi degli esami a cui si è sottoposta).
Mi colpisce quando dice
"è arrivato il momento di non riuscire più a gestire tutto questo, anzi più rilassata sono e peggio mi sento"
Strano vero?
Proprio quando cerca di dedicarsi ad attività piacevoli e distraenti sta peggio o comunque non meglio.
Il fatto di potersi rilassare implica un certo grado a lasciarsi andare nel senso di allentare un po' tutti quei "vincoli doveristici" (mi passi il termine) che abbiamo quotidianamente (studio, lavoro, ...); tuttavia sembra che lei non ci riesca, ho l'impressione (limitatamente al consulto on-line) che lei abbia un forte senso del dovere unito a un bisogno di avere tutto sotto controllo, quindi anche quando potrebbe è come se non si permettesse di rilassarsi, di lasciarsi andare, di viversi serenamente, ma fosse invece sempre all'erta, in tensione.
Concordo con lei sul fatto che sia giunto il momento di aprirsi un po', di parlarne, di dire come si sente, di chiedere aiuto
Un cordiale saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#5]
Ex utente
La ringrazio per la risposta,
Diciamo che vorrei tenere tutto sotto controllo; far tutto bene senza chiedere niente a nessuno. La cosa che più mi disturba è proprio di non riuscire ad "alleggerire" il tutto nel momento di rilassarmi. Stasera è successo di nuovo... Prima di uscire mi è salita una vampata di fuoco in testa e ho iniziato ad avere una tachicardia ( ovviamente l'appetito se n'è andato). Ne parlo con i miei, ma non sanno come comportarsi. Chiudo gli occhi, cerco tranquillità attraverso una respirazione lenta. I sintomi diminuiscono ma non vanno via.
Diciamo che vorrei tenere tutto sotto controllo; far tutto bene senza chiedere niente a nessuno. La cosa che più mi disturba è proprio di non riuscire ad "alleggerire" il tutto nel momento di rilassarmi. Stasera è successo di nuovo... Prima di uscire mi è salita una vampata di fuoco in testa e ho iniziato ad avere una tachicardia ( ovviamente l'appetito se n'è andato). Ne parlo con i miei, ma non sanno come comportarsi. Chiudo gli occhi, cerco tranquillità attraverso una respirazione lenta. I sintomi diminuiscono ma non vanno via.
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Il tentativo di mantenere il controllo è una forma di reazione fisiologica e positiva, ma a volte, quando le fonti di stress sono molteplici e consistenti, "controllarsi" significa solo reprimere le emozioni e accumulare una carica emotiva che prima o poi deve trovare una via di sfogo e spesso lo fa tramite sintomi corporei di attivazione (tachicardia) o di blocco (stomaco contratto con inappetenza).
Probabilmente lei ha accumulato più di quanto la sua mente potesse tollerare e da qui nascono le somatizzazioni e l'ansia.
Tisane e passeggiate, ovviamente, possono poco o nulla in questa situazione: è necessario piuttosto che si avvalga di un aiuto psicologico per elaborare le emozioni che ha represso e per imparare a recuperare la calma.
Potrebbe contattare uno psicologo che utilizzi tecniche di rilassamento come il Training Autogeno e che glielo possa insegnare in modo tale che lei impari a tranquillizzarsi e a recuperare serenità e sicurezza.
Qui trova alcune informazioni al riguardo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/652-il-training-autogeno-nel-trattamento-dei-sintomi-psicologici-e-psicosomatici.html
Probabilmente lei ha accumulato più di quanto la sua mente potesse tollerare e da qui nascono le somatizzazioni e l'ansia.
Tisane e passeggiate, ovviamente, possono poco o nulla in questa situazione: è necessario piuttosto che si avvalga di un aiuto psicologico per elaborare le emozioni che ha represso e per imparare a recuperare la calma.
Potrebbe contattare uno psicologo che utilizzi tecniche di rilassamento come il Training Autogeno e che glielo possa insegnare in modo tale che lei impari a tranquillizzarsi e a recuperare serenità e sicurezza.
Qui trova alcune informazioni al riguardo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/652-il-training-autogeno-nel-trattamento-dei-sintomi-psicologici-e-psicosomatici.html
[#7]
Si può cercare di far bene anche se ogni tanto si chiede aiuto, si conceda questa possibilità.
Parlarne con i suoi genitori è già un primo passo importante, forse però avrebbe bisogno di un ascolto da parte di un professionista che possa capire cosa le succede in quei momenti e che l'aiuti a gestirli al meglio.
Un cordiale saluto
Parlarne con i suoi genitori è già un primo passo importante, forse però avrebbe bisogno di un ascolto da parte di un professionista che possa capire cosa le succede in quei momenti e che l'aiuti a gestirli al meglio.
Un cordiale saluto
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 27.9k visite dal 27/07/2016.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.