Nella seconda opzione il rischio di esposizione aumenta
Salve,
mi piacerebbe avere l'opinione di qualcuno che è neutrale rispetto ad un certa situazione che sto vivendo con il mio compagno, con il quale sto insieme da circa 15 anni. Ci siamo conosciuti quando io avevo 19 anni e lui 24. Da diversi anni conviviamo e le cose sono più o meno andate sempre bene. Da qualche anno, però, ci siamo "aperti" al mondo esterno allargando il giro di conoscenze/amicizie, anche se insieme. Poi ho deciso di ritagliarmi uno spazio soltanto mio per delle uscite settimanali con una cara amica diventata tale proprio in virtù di questa apertura. Lui, invece, non è riuscito a farsi delle amicizie, a parte una ragazza svedese, che ogni tanto vedeva. Quest'anno il mio compagno ha deciso di iniziare a ballare tango, ma senza di me. Sulle prime non l'ho presa bene, sono sincera, soprattutto per la tipologia di ballo e perché anch'io avevo desiderio di ballare, così ho fatto qualche prova e alla fine mi sono innamorata di un altro tipo di ballo, il lindy hop (swing). Con questo gruppo di ballo mi trovo benissimo e spesso si organizzano per andare a ballare tutti insieme con la maestra. Finora ho partecipato solo una volta per non creare malcontento nel mio compagno. Va detto che lui, invece, non è riuscito a legare con i suoi compagni di tango, anche per via del suo carattere poco "sociale". Ieri c'era una grande manifestazione in un parco di Milano dedicata a questo ballo, gente che s'incontra e balla insieme oppure guarda e si gode la bella musica, magari chiacchiera. Alcuni miei compagni ci andavano e io ho pensato di andare a vedere di cosa si trattasse perché mi incuriosiva. Così ho invitato il mio compagno a venire con me. Lui ha rifiutato in tronco dicendo: "Che vengo a fare, tanto non so ballare". Io gli ho spiegato che avremmo soltanto fatto un giro per andare a curiosare, gli presentavo qualche amico/a di corso, magari facevo due salti e poi saremmo andati via per fare una bella passeggiata. Mi sembrava un modo intelligente per conciliare interessi diversi, facendogli conoscere un po' più da vicino quello che mi piace e perché mi piace così tanto. Abbiamo discusso tanto senza arrivare a un bel niente, alla fine lui ha insistito dicendo che quella non era una forma di condivisione, mentre per me si. La discussione è stata anche l'occasione per intavolare uno strano discorso sui gradi di apertura al mondo esterno, tra chi balla solo in classe e chi pratica anche nelle ball room. Nella seconda opzione il rischio di esposizione aumenta. Personalmente non mi accontento di imparare qualcosa e di non praticarla, anche perché che senso avrebbe? Io gli ho spiegato che mi piacerebbe andare a ballare di più perché mi diverte, mi rilassa e quando torno a casa sono ancora più felice di prima. Lui invece va oltre e dice che così sarà inevitabile che qualcuno di noi troverà un nuovo compagno. Morale della favola, lui è uscito con no so chi e io sono andata all'evento da sola. Sono io quella sbagliata?
mi piacerebbe avere l'opinione di qualcuno che è neutrale rispetto ad un certa situazione che sto vivendo con il mio compagno, con il quale sto insieme da circa 15 anni. Ci siamo conosciuti quando io avevo 19 anni e lui 24. Da diversi anni conviviamo e le cose sono più o meno andate sempre bene. Da qualche anno, però, ci siamo "aperti" al mondo esterno allargando il giro di conoscenze/amicizie, anche se insieme. Poi ho deciso di ritagliarmi uno spazio soltanto mio per delle uscite settimanali con una cara amica diventata tale proprio in virtù di questa apertura. Lui, invece, non è riuscito a farsi delle amicizie, a parte una ragazza svedese, che ogni tanto vedeva. Quest'anno il mio compagno ha deciso di iniziare a ballare tango, ma senza di me. Sulle prime non l'ho presa bene, sono sincera, soprattutto per la tipologia di ballo e perché anch'io avevo desiderio di ballare, così ho fatto qualche prova e alla fine mi sono innamorata di un altro tipo di ballo, il lindy hop (swing). Con questo gruppo di ballo mi trovo benissimo e spesso si organizzano per andare a ballare tutti insieme con la maestra. Finora ho partecipato solo una volta per non creare malcontento nel mio compagno. Va detto che lui, invece, non è riuscito a legare con i suoi compagni di tango, anche per via del suo carattere poco "sociale". Ieri c'era una grande manifestazione in un parco di Milano dedicata a questo ballo, gente che s'incontra e balla insieme oppure guarda e si gode la bella musica, magari chiacchiera. Alcuni miei compagni ci andavano e io ho pensato di andare a vedere di cosa si trattasse perché mi incuriosiva. Così ho invitato il mio compagno a venire con me. Lui ha rifiutato in tronco dicendo: "Che vengo a fare, tanto non so ballare". Io gli ho spiegato che avremmo soltanto fatto un giro per andare a curiosare, gli presentavo qualche amico/a di corso, magari facevo due salti e poi saremmo andati via per fare una bella passeggiata. Mi sembrava un modo intelligente per conciliare interessi diversi, facendogli conoscere un po' più da vicino quello che mi piace e perché mi piace così tanto. Abbiamo discusso tanto senza arrivare a un bel niente, alla fine lui ha insistito dicendo che quella non era una forma di condivisione, mentre per me si. La discussione è stata anche l'occasione per intavolare uno strano discorso sui gradi di apertura al mondo esterno, tra chi balla solo in classe e chi pratica anche nelle ball room. Nella seconda opzione il rischio di esposizione aumenta. Personalmente non mi accontento di imparare qualcosa e di non praticarla, anche perché che senso avrebbe? Io gli ho spiegato che mi piacerebbe andare a ballare di più perché mi diverte, mi rilassa e quando torno a casa sono ancora più felice di prima. Lui invece va oltre e dice che così sarà inevitabile che qualcuno di noi troverà un nuovo compagno. Morale della favola, lui è uscito con no so chi e io sono andata all'evento da sola. Sono io quella sbagliata?
[#1]
Gentile Signorina,
le offro alcune riflessioni
Cosa dà come risultato una coppia?
Un IO + un TU = NOI
Il NOI è l'incontro, è un altro spazio, il terzo spazio, importantissimo che si costruisce e si crea grazie all'interazione di due "sé".
Il NOI si mantiene nel tempo in merito al fatto che i due "sé" si mantengano differenziati, o meglio dire INDIVIDUATI nella CONDIVISIONE RECIPROCA D'AMORE.
Ma che cosa vuol dire custodire il proprio SPAZIO PERSONALE, che cos'è tale spazio?
Lo spazio personale è tutto il proprio mondo percettivo, di desideri, volizioni, aspirazioni, idee, valori, bisogni, interessi, hobby, amicizie...
Tutto questo mondo va protetto, necessita delle proprie cure e attenzioni, e rappresenta il polo della DISTANZA dall'altro, di ciò che mi rende unico e diverso e grazie a questa diversità che può generare attrattiva, è possibile andare VERSO L'ALTRO, verso il polo della VICINANZA per generare il NOI.
Se non si mantiene questa danza, della giusta distanza e della giusta vicinanza, si vivono tutte quelle situazioni che portano alla collisione e alle naturali crisi che se affrontate in modo maturo e adeguato, aumentano la consapevolezza di sé e la possibilità di scegliersi ogni volta senza dare nulla per scontato.
Ognuno dei partner deve mantenere nel giusto equilibrio i propri interessi e amicizie personali, in una percentuale tale che non uccida il NOI, e che si respiri un clima di rispetto reciprocamente condiviso. Mantenere tale spazio implica piacevolmente la possibilità di ricaricarsi, di accudirsi e assumersi la responsabilità di ciò che si vive, come quando ad esempio si avverte il bisogno di starsene per conto proprio nell'elaborare un'emozione, nel riflettere su una questione per poi magari condividerla.
Nel Vostro caso la scelta dello SPAZIO PERSONALE deve forse essere rinegoziata?
le offro alcune riflessioni
Cosa dà come risultato una coppia?
Un IO + un TU = NOI
Il NOI è l'incontro, è un altro spazio, il terzo spazio, importantissimo che si costruisce e si crea grazie all'interazione di due "sé".
Il NOI si mantiene nel tempo in merito al fatto che i due "sé" si mantengano differenziati, o meglio dire INDIVIDUATI nella CONDIVISIONE RECIPROCA D'AMORE.
Ma che cosa vuol dire custodire il proprio SPAZIO PERSONALE, che cos'è tale spazio?
Lo spazio personale è tutto il proprio mondo percettivo, di desideri, volizioni, aspirazioni, idee, valori, bisogni, interessi, hobby, amicizie...
Tutto questo mondo va protetto, necessita delle proprie cure e attenzioni, e rappresenta il polo della DISTANZA dall'altro, di ciò che mi rende unico e diverso e grazie a questa diversità che può generare attrattiva, è possibile andare VERSO L'ALTRO, verso il polo della VICINANZA per generare il NOI.
Se non si mantiene questa danza, della giusta distanza e della giusta vicinanza, si vivono tutte quelle situazioni che portano alla collisione e alle naturali crisi che se affrontate in modo maturo e adeguato, aumentano la consapevolezza di sé e la possibilità di scegliersi ogni volta senza dare nulla per scontato.
Ognuno dei partner deve mantenere nel giusto equilibrio i propri interessi e amicizie personali, in una percentuale tale che non uccida il NOI, e che si respiri un clima di rispetto reciprocamente condiviso. Mantenere tale spazio implica piacevolmente la possibilità di ricaricarsi, di accudirsi e assumersi la responsabilità di ciò che si vive, come quando ad esempio si avverte il bisogno di starsene per conto proprio nell'elaborare un'emozione, nel riflettere su una questione per poi magari condividerla.
Nel Vostro caso la scelta dello SPAZIO PERSONALE deve forse essere rinegoziata?
Dr. Monica Zoni, Psicologa clinica, Milano sud e Skype
zoni.monica@gmail.com cell. 3394939556
[#2]
Utente
Salve dottoressa, grazie per la rapida risposta. Probabilmente lei ha ragione, la scelta dello spazio personale forse dovrebbe essere rinegoziata, anche se in questo momento non riesco nemmeno a immaginare in che modo. A me non sembra di uccidere il Noi se qualche volta vado a ballare lindy hop con gli amici di corso e la maestra, così come non ho quest'impressione se lo invito a venire ad un evento che a me interessa, ma trovando il giusto compromesso. Se lui mi avesse invitata a vedere un evento sul tango, avrei detto di si, senza remore, anche se non so ballarlo. Questo può dipendere anche dal mio carattere, sono praticamente curiosa di tutto e comunque lo farei anche solo per il desiderio di essere con l'altro. Potrebbe essere un'idea vivere in case separate o secondo lei è una follia, che rischierebbe di allontanarci ancora di più?
[#3]
Gentile Signorina,
la scelta di vivere in case separate, al di là di fatiche economiche e d'altro genere, presuppone delle motivazioni importanti. E' il Vostro caso?
Oppure si può provare a parlarsi sinceramente mettendo sul piatto ognuno i propri desideri, le proprie aspettative, le proprie delusioni, le proprie paure, le proprie resistenze, e Ri-cercare una dimensione di benessere per entrambi.
la scelta di vivere in case separate, al di là di fatiche economiche e d'altro genere, presuppone delle motivazioni importanti. E' il Vostro caso?
Oppure si può provare a parlarsi sinceramente mettendo sul piatto ognuno i propri desideri, le proprie aspettative, le proprie delusioni, le proprie paure, le proprie resistenze, e Ri-cercare una dimensione di benessere per entrambi.
[#5]
Utente
Ho provato a parlare, spiegando quanto sia importante custodire uno spazio personale nella misura in cui non "uccida" il noi. Lui ha detto che io volevo obbligarlo a venire a questa manifestazione a tutti i costi perché m'interessava, dandomi dell'egoista. Io gli ho detto che la mia era una proposta, non un obbligo, che poteva accettare o meno, ma non nascondendosi dietro a un "che ci vengo a fare, tanto non so ballare, poi mi lasci in mezzo alla folla e pensi ai cazzi tuoi", cosa che non avrei mai fatto, saremmo andati solo a curiosare. Piuttosto avrebbe potuto dire non mi va e proporre qualcos'altro e poi avremmo deciso insieme. Non so che dirle, o io non mi so esprimere o lui tende a distorcere le cose. Mi sento con il morale sotto i piedi.
[#7]
Utente
Il punto è che di episodi così è costellata la nostra storia, in cui io devo sempre archiviare e lui invece se lo lega al dito, non assumendosi la responsabilità del suo comportamento e credendo che io sia quella sbagliata, che agisce male. Io non credo di aver agito male e non mi prendo la colpa per qualcosa che non ho fatto. Forse è davvero il caso di separarsi per un po', non dico di lasciarsi, ma provare a vivere in case separate per provare a ristabilire un po' di ordine tra spazi personali e quelli della coppia. Non vedo altre soluzioni. Grazie Dr.ssa per la disponibilità e per l'ascolto.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.5k visite dal 25/07/2016.
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