Tristezza ed ansia
Salve
Sono un ragazzo adolescente, ed è da anni che convivo con tanti problemi che soltanto io e la mia testa conosciamo nella loro interessa.
Non ho mai avuto la presunzione di dire che soffra di qualche disturbo mentale prima di avere qualche consultazione o parere da qualcuno che ne sa più di me.
Ho vissuto con una costante tristezza, ansia e solitudine per molti lunghi anni e continua a soffrirne tutt'ora seppur con lieve frequenza, complice il fatto che ormai ho preso piena consapevolezza dei miei problemi e di ciò che sono.
Negli anni delle superiori, ho sviluppato una forma d'ansia che mi ha precluso la possibilità di fare nuove amicizie e conoscere altra gente facendomi sfociare in un inesorabile baratro di tristezza e vuoto interiore.
Sono sempre stato alla ricerca di quel qualcuno che potesse davvero colmare quel vuoto, quasi come se fosse un'ossessione, fallendo miseramente. Provo invidia, verso coloro che hanno vissuto un'adolescenza normale, facendo tante esperienze e conoscendo gente sempre nuova.
La mia ansia, negli anni precedenti, non riuscivo a capirla, e ancora tutt'ora non riesco a capirne la reale causa. Sta di fatto, che nel momento in cui mi trovavo con persone che non conosco, mi ammutolivo, sudavo, iperventilavo, il cuore mi batteva talmente forte da sentire la vena del collo farmi male.
Ci sono giornate in cui non riesco proprio a fare nulla, complice un vuoto che mi divora facendomi fare mille viaggi mentali su quanto io sia realmente solo, e su quanto io non riesca a mantere delle relazioni stabili con gli unici amici che ho
Ho passato estati a piangere ogni giorno, a chiudermi in casa, a non parlare con nessuno, e ad odiare il prossimo. Non riuscivo ad uscire di casa, perché la mia ansia consisteva anche nel fatto che non riuscivo a camminare in mezzo alla gente, perché avevo l'ansia che mi facessero del male, o che mi prendessero in giro e non sapevo avrei dovuto rispondere.
Non ho una ragazza e non ho mai avuto esperienze sessuali di alcun tipo, e tutto ciò non può fare altro che farmi soffrire
Penso spesso al suicidio, ma so con certezza che non riuscirò mai a compiere un gesto tanto stupido. Eppure mi piacerebbe
Parlo sempre da solo, cammino ore ed ore per la stanza facendo finta di parlare con qualcuno/qualcuna del più e del meno... ciò ha addirittura ostacolato il mio percorso di studi, visto che perdevo tanti pomeriggi a parlare da solo.
Ho paura di essere abbandonato dagli unici amici che ho, ed ho spesso dei comportamenti autolesionistici ( ma nulla che lasci segni )
Da quando ho compiuto 18 anni, mi sono prefissato di superare tutto. Ho iniziato a pormi domande, a pensare se in certe situazioni fosse davvero il caso di provare ansia o no. E ciò ha contribuito a diminuirla drasticamente. Ma c'è ancora. La solitudine c'è ancora, e quel vuoto non è ancora stato colmato da nessuno.
Non voglio che tutto ciò duri a vita, ma ho seriamente paura che non potrò fare davvero nulla e che sarò solo a vita
Grazie in anticipo a chi leggerà fino a qui
Sono un ragazzo adolescente, ed è da anni che convivo con tanti problemi che soltanto io e la mia testa conosciamo nella loro interessa.
Non ho mai avuto la presunzione di dire che soffra di qualche disturbo mentale prima di avere qualche consultazione o parere da qualcuno che ne sa più di me.
Ho vissuto con una costante tristezza, ansia e solitudine per molti lunghi anni e continua a soffrirne tutt'ora seppur con lieve frequenza, complice il fatto che ormai ho preso piena consapevolezza dei miei problemi e di ciò che sono.
Negli anni delle superiori, ho sviluppato una forma d'ansia che mi ha precluso la possibilità di fare nuove amicizie e conoscere altra gente facendomi sfociare in un inesorabile baratro di tristezza e vuoto interiore.
Sono sempre stato alla ricerca di quel qualcuno che potesse davvero colmare quel vuoto, quasi come se fosse un'ossessione, fallendo miseramente. Provo invidia, verso coloro che hanno vissuto un'adolescenza normale, facendo tante esperienze e conoscendo gente sempre nuova.
La mia ansia, negli anni precedenti, non riuscivo a capirla, e ancora tutt'ora non riesco a capirne la reale causa. Sta di fatto, che nel momento in cui mi trovavo con persone che non conosco, mi ammutolivo, sudavo, iperventilavo, il cuore mi batteva talmente forte da sentire la vena del collo farmi male.
Ci sono giornate in cui non riesco proprio a fare nulla, complice un vuoto che mi divora facendomi fare mille viaggi mentali su quanto io sia realmente solo, e su quanto io non riesca a mantere delle relazioni stabili con gli unici amici che ho
Ho passato estati a piangere ogni giorno, a chiudermi in casa, a non parlare con nessuno, e ad odiare il prossimo. Non riuscivo ad uscire di casa, perché la mia ansia consisteva anche nel fatto che non riuscivo a camminare in mezzo alla gente, perché avevo l'ansia che mi facessero del male, o che mi prendessero in giro e non sapevo avrei dovuto rispondere.
Non ho una ragazza e non ho mai avuto esperienze sessuali di alcun tipo, e tutto ciò non può fare altro che farmi soffrire
Penso spesso al suicidio, ma so con certezza che non riuscirò mai a compiere un gesto tanto stupido. Eppure mi piacerebbe
Parlo sempre da solo, cammino ore ed ore per la stanza facendo finta di parlare con qualcuno/qualcuna del più e del meno... ciò ha addirittura ostacolato il mio percorso di studi, visto che perdevo tanti pomeriggi a parlare da solo.
Ho paura di essere abbandonato dagli unici amici che ho, ed ho spesso dei comportamenti autolesionistici ( ma nulla che lasci segni )
Da quando ho compiuto 18 anni, mi sono prefissato di superare tutto. Ho iniziato a pormi domande, a pensare se in certe situazioni fosse davvero il caso di provare ansia o no. E ciò ha contribuito a diminuirla drasticamente. Ma c'è ancora. La solitudine c'è ancora, e quel vuoto non è ancora stato colmato da nessuno.
Non voglio che tutto ciò duri a vita, ma ho seriamente paura che non potrò fare davvero nulla e che sarò solo a vita
Grazie in anticipo a chi leggerà fino a qui
[#1]
Gentile ragazzo,
Penso che quella che Lei definisce *ansia* sia qualcosa di piu' complesso, e di cui dovrebbe parlare con uno psichiatra.
Esistono oggi, per fortuna, molti psicofarmaci che possono ridarLe serenita', ma vanno somministrati con la competenza ed esperienza di uno psichiatra.
Da qui e in quanto psicologa (noi non maneggiamo farmaci) non posso fare altro che darLe questa indicazione.
Chieda a un medico di Sua fiducia il nominativo di uno psichiatra e chieda un consulto di persona.
Si tratta di uno specialista con cui e' opportuno riuscire a stabiire un rapporto basato molto intensamente sulla fiducia!
Mi faccia sapere! Auguri!
Penso che quella che Lei definisce *ansia* sia qualcosa di piu' complesso, e di cui dovrebbe parlare con uno psichiatra.
Esistono oggi, per fortuna, molti psicofarmaci che possono ridarLe serenita', ma vanno somministrati con la competenza ed esperienza di uno psichiatra.
Da qui e in quanto psicologa (noi non maneggiamo farmaci) non posso fare altro che darLe questa indicazione.
Chieda a un medico di Sua fiducia il nominativo di uno psichiatra e chieda un consulto di persona.
Si tratta di uno specialista con cui e' opportuno riuscire a stabiire un rapporto basato molto intensamente sulla fiducia!
Mi faccia sapere! Auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 942 visite dal 24/07/2016.
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Approfondimento su Ansia
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