Parafilia sessuale, farmaci
premetto: il profilo e' vecchio e riporta quello con i dati non miei (ho usato l'email di famiglia).
sono un ragazzo di 22 anni, con parafilie sessuali, purtroppo neppure troppo leggere.
non parlo ovviamente di qualcosa come la pedofilia che comporti reati penali, ma di parafilie acute.
non è facile parlar di queste cose con uno psicologo, soprattutto perche' sono cose estremamente private.
quindi ammetto di non aver mai seguito nessun consulto psicologico, non servirebbe; non mi fiderei.
ho letto in rete (sono un bodybuilder, tra le altre cose) che alcuni farmaci usati anche nei cicli steroidei come recupero, possono essere utilizzati per le parafilie.
Il depo-provera ne è un esempio, antiandrogeno reperibile ovviamente per chi fa bodybuilding, anche se bisognerebbe valutare la qualità effettiva del prodotto.
Comunque, so che sarete contrari a questa soluzione e lo capisco (d'altronde, voi siete coloro che per primi danno consigli più saggi) però vi chiedo di immaginare anche l'enorme disagio che puo' provocare una situazione del genere.
Per non farla troppo lunga, volevo chiedere,
per chi e' informato, facciamo sia soltanto per amor di scienza, si sa l'esito della diagnosi con farmaci antiandrogeni per la cura di parafilie?
ovvero, è confermata la loro efficacia? io so di sì, ho letto studi anche in inglese, pero' l'unico problema che si viene a creare...
la cura sarebbe ''definitiva'' o soltanto temporanea sotto assunzione di anti androgeni (che in realtà, inibiscono completamente)
ringrazio in anticipo a chi vorra' risponder e anche a chi mi strigliera' la testa, sono conscio di essere un po'.... radicale.
e ringrazio ancor di piu' se qualcuno rispondera' alla mia domanda.
sono un ragazzo di 22 anni, con parafilie sessuali, purtroppo neppure troppo leggere.
non parlo ovviamente di qualcosa come la pedofilia che comporti reati penali, ma di parafilie acute.
non è facile parlar di queste cose con uno psicologo, soprattutto perche' sono cose estremamente private.
quindi ammetto di non aver mai seguito nessun consulto psicologico, non servirebbe; non mi fiderei.
ho letto in rete (sono un bodybuilder, tra le altre cose) che alcuni farmaci usati anche nei cicli steroidei come recupero, possono essere utilizzati per le parafilie.
Il depo-provera ne è un esempio, antiandrogeno reperibile ovviamente per chi fa bodybuilding, anche se bisognerebbe valutare la qualità effettiva del prodotto.
Comunque, so che sarete contrari a questa soluzione e lo capisco (d'altronde, voi siete coloro che per primi danno consigli più saggi) però vi chiedo di immaginare anche l'enorme disagio che puo' provocare una situazione del genere.
Per non farla troppo lunga, volevo chiedere,
per chi e' informato, facciamo sia soltanto per amor di scienza, si sa l'esito della diagnosi con farmaci antiandrogeni per la cura di parafilie?
ovvero, è confermata la loro efficacia? io so di sì, ho letto studi anche in inglese, pero' l'unico problema che si viene a creare...
la cura sarebbe ''definitiva'' o soltanto temporanea sotto assunzione di anti androgeni (che in realtà, inibiscono completamente)
ringrazio in anticipo a chi vorra' risponder e anche a chi mi strigliera' la testa, sono conscio di essere un po'.... radicale.
e ringrazio ancor di piu' se qualcuno rispondera' alla mia domanda.
[#1]
Genrile Utente,
Pur occupandomi di parafilie, mi creda che questa notizia mi è assolutamente nuova, ma dovrebbe parlarne cin uno psichiatra.
Sarebbe inoltre, davvero riduttivo, pensare che le parafilie possano essere guarite così semplicemente ...
Partono da lontano e da lontano vanno analizzate e conosciute.
Detto ciò, la cura che, spesso non corrisponde alla guarigione ma al l'accettazione ed all'integrazione di parti psichiche, è psicoterapica.
Provi a consultare queste letture troverà parecchi spunti di riflessione
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5585-schiavo-d-amore-padroni-e-schiavi-il-sadomasochismo-e-le-sue-regole.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html
Pur occupandomi di parafilie, mi creda che questa notizia mi è assolutamente nuova, ma dovrebbe parlarne cin uno psichiatra.
Sarebbe inoltre, davvero riduttivo, pensare che le parafilie possano essere guarite così semplicemente ...
Partono da lontano e da lontano vanno analizzate e conosciute.
Detto ciò, la cura che, spesso non corrisponde alla guarigione ma al l'accettazione ed all'integrazione di parti psichiche, è psicoterapica.
Provi a consultare queste letture troverà parecchi spunti di riflessione
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5585-schiavo-d-amore-padroni-e-schiavi-il-sadomasochismo-e-le-sue-regole.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Salve, condivido le riflessioni della collega, comprendiamo che può vivere un disagio e voglia superarlo.
Vorrei dirle che sono stato colpito quando ha detto: "Ringrazio in anticipo a chi vorra' risponder e anche a chi mi strigliera' la testa". Queste parole mi sembrano importanti: ci scrive con l'idea che siamo "contrari" alla sua soluzione. Allora, mi è parsa stimolante una domanda: come mai sta scegliendo di scriverci?
In queste sede, voglio lasciarle una riflessione evocata dal suo racconto, che sento importante. Mi sembra cioè che una parte di lei sappia qual è la strada. È la parte di lei che ci scrive forse, che dice che avrebbe difficoltà ad affidarsi al di là del monitor, a condividere il suo mondo privato dal vivo.
E se questa difficoltà fosse parte del problema?
Accanto a questo, vorrei dirle che per fare una diagnosi di Disturbo parafiliaco ci sono dei criteri selettivi e una distinzione puntuale, per cui sarebbe importante capire in che area ci muoviamo e poter approfondire le sue preoccupazioni.
Mi chiedo, infine, se ha voglia di concludere una sua affermazione rimasta in sospeso, quando scrive dei farmaci: "È confermata la loro efficacia? io so di sì, ho letto studi anche in inglese, pero' l'unico problema che si viene a creare..."
Se se la sente di parlarne, qual è questo problema evidenziato negli studi che ha letto e, nella teoria, lei sarebbe disposto a tollerarlo?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Vorrei dirle che sono stato colpito quando ha detto: "Ringrazio in anticipo a chi vorra' risponder e anche a chi mi strigliera' la testa". Queste parole mi sembrano importanti: ci scrive con l'idea che siamo "contrari" alla sua soluzione. Allora, mi è parsa stimolante una domanda: come mai sta scegliendo di scriverci?
In queste sede, voglio lasciarle una riflessione evocata dal suo racconto, che sento importante. Mi sembra cioè che una parte di lei sappia qual è la strada. È la parte di lei che ci scrive forse, che dice che avrebbe difficoltà ad affidarsi al di là del monitor, a condividere il suo mondo privato dal vivo.
E se questa difficoltà fosse parte del problema?
Accanto a questo, vorrei dirle che per fare una diagnosi di Disturbo parafiliaco ci sono dei criteri selettivi e una distinzione puntuale, per cui sarebbe importante capire in che area ci muoviamo e poter approfondire le sue preoccupazioni.
Mi chiedo, infine, se ha voglia di concludere una sua affermazione rimasta in sospeso, quando scrive dei farmaci: "È confermata la loro efficacia? io so di sì, ho letto studi anche in inglese, pero' l'unico problema che si viene a creare..."
Se se la sente di parlarne, qual è questo problema evidenziato negli studi che ha letto e, nella teoria, lei sarebbe disposto a tollerarlo?
Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#3]
Utente
Gent. Dr. Randone,
ho letto tutti gli articoli che trovo davvero benfatti e rispecchianti la realtà per una persona parafiliaca.
Mi volevo infatti complimentare per l'esperienza ferrata in maniera che ha portato alla stesura di ottimi articoli.
mi sono stati d'aiuto e sempre più convinto che una cura sia necessaria (poiché per sopprimere gli impulsi, bisogna trovar un modo).
Aggiungo, per completezza d'informazione, che il disturbo di sadismo è lo stesso disturbo che affligge il sottoscritto.
Il che non è grave, perché non ho attrazione per esibizioni o minorenni, tuttavia il contesto sociale e' difficile.
Non e' facile, anzi, per me mai accaduto, trovare una partner dalla mentalità aperta, perché comunque il sadismo implica che io commetta l'azione, quindi la mia partner deve accettarlo in modo consenziente. E il fatto è che non trovando chi è disposta, la mia paura (come sta avvenendo) è che le fantasie portino ad azioni scellerate, e non voglio diventar notizia di cronaca.
Aggiungo anche, che essendo spesso sotto uso di testosterone ed anabolizzanti, il carattere sadico viene accentuato durante i cicli steroidei.
@Dr. De Sanctis,
che bel cognome che ha!
Scherzi a parte,
in merito alla prima domanda, lo so è una contraddizione; ho scritto a medicitalia, nella speranza di avere eventuali informazioni su trattamenti farmacologici della parafilie a base di farmaci anti androgeni (Depa, ecc)
Non tanto per i dosaggi (e qui rispondo alla 2 domanda) ma per l'efficacia del trattamento.
Completo; il problema del trattamento con gli anti androgeni (che si usano anche durante i cicli steroidei) e' la loro efficacia soltanto temporanea.
Dottore, mi dispiace se non sono chiaro, e chiedo scusa, per cercare di spiegare con una metafora;
è come se a Lei ogni giorno le facesse male la gamba, e quindi ogni giorno lei prendesse una tachipirina.
Soltanto che poi, se smette di prenderle, il dolore alla gamba ritorna come prima.
La limitatezza di questi trattamenti è infatti data, almeno nella maggior parte dei casi, dall'effetto positivo e voluto soltanto sottocura di anti androgeni.
Le persone che hanno perso in parte gli impulsi parafiliaci sono limitati, e parziali.
Quanto più è stato riscontrato la fine di fantasie parafiliache soltanto sotto la cura di anti androgeni.
Con la presente risposta, volevo ringraziare entrambi i gentilissimi dottori; per la velocità nella risposta, per l'efficienza e la disponibilita'.
In particolare la risposta del Dr. De Sanctis, dal punto di vista etico, mi è piaciuta davvero molto.
ho letto tutti gli articoli che trovo davvero benfatti e rispecchianti la realtà per una persona parafiliaca.
Mi volevo infatti complimentare per l'esperienza ferrata in maniera che ha portato alla stesura di ottimi articoli.
mi sono stati d'aiuto e sempre più convinto che una cura sia necessaria (poiché per sopprimere gli impulsi, bisogna trovar un modo).
Aggiungo, per completezza d'informazione, che il disturbo di sadismo è lo stesso disturbo che affligge il sottoscritto.
Il che non è grave, perché non ho attrazione per esibizioni o minorenni, tuttavia il contesto sociale e' difficile.
Non e' facile, anzi, per me mai accaduto, trovare una partner dalla mentalità aperta, perché comunque il sadismo implica che io commetta l'azione, quindi la mia partner deve accettarlo in modo consenziente. E il fatto è che non trovando chi è disposta, la mia paura (come sta avvenendo) è che le fantasie portino ad azioni scellerate, e non voglio diventar notizia di cronaca.
Aggiungo anche, che essendo spesso sotto uso di testosterone ed anabolizzanti, il carattere sadico viene accentuato durante i cicli steroidei.
@Dr. De Sanctis,
che bel cognome che ha!
Scherzi a parte,
in merito alla prima domanda, lo so è una contraddizione; ho scritto a medicitalia, nella speranza di avere eventuali informazioni su trattamenti farmacologici della parafilie a base di farmaci anti androgeni (Depa, ecc)
Non tanto per i dosaggi (e qui rispondo alla 2 domanda) ma per l'efficacia del trattamento.
Completo; il problema del trattamento con gli anti androgeni (che si usano anche durante i cicli steroidei) e' la loro efficacia soltanto temporanea.
Dottore, mi dispiace se non sono chiaro, e chiedo scusa, per cercare di spiegare con una metafora;
è come se a Lei ogni giorno le facesse male la gamba, e quindi ogni giorno lei prendesse una tachipirina.
Soltanto che poi, se smette di prenderle, il dolore alla gamba ritorna come prima.
La limitatezza di questi trattamenti è infatti data, almeno nella maggior parte dei casi, dall'effetto positivo e voluto soltanto sottocura di anti androgeni.
Le persone che hanno perso in parte gli impulsi parafiliaci sono limitati, e parziali.
Quanto più è stato riscontrato la fine di fantasie parafiliache soltanto sotto la cura di anti androgeni.
Con la presente risposta, volevo ringraziare entrambi i gentilissimi dottori; per la velocità nella risposta, per l'efficienza e la disponibilita'.
In particolare la risposta del Dr. De Sanctis, dal punto di vista etico, mi è piaciuta davvero molto.
[#4]
Gentile utente,
Lei ci scrive in quanto "schiavo" di parafilie pesanti che Le fanno ipotizzare un pesante "fai da te" con i farmaci su cui vorrebbe un nostro parere.
Premesso che il "fai da te" è sempre pericolosissimo,
che in questo caso si avvicina forse ad una sorta di castrazione chimica,
perchè non pensare ad un percorso psicologico o psicoterapico per andare a fondo della questione?
E perchè non porre il quesito
<<diagnosi con farmaci antiandrogeni per la cura di parafilie?<<
anche agli andrologi presenti sul portale?
Saluti cordiali.
Lei ci scrive in quanto "schiavo" di parafilie pesanti che Le fanno ipotizzare un pesante "fai da te" con i farmaci su cui vorrebbe un nostro parere.
Premesso che il "fai da te" è sempre pericolosissimo,
che in questo caso si avvicina forse ad una sorta di castrazione chimica,
perchè non pensare ad un percorso psicologico o psicoterapico per andare a fondo della questione?
E perchè non porre il quesito
<<diagnosi con farmaci antiandrogeni per la cura di parafilie?<<
anche agli andrologi presenti sul portale?
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Mi fa piacere che abbia trovato utili e ben fatto i miei articoli.
Pensi come si troverebbe bene in sede di consulenza, se decidesse di andare a fondo.
Cerchi un collega nella sua città, vedrà che troverete strategie consone alla sua sofferenza.
Pensi come si troverebbe bene in sede di consulenza, se decidesse di andare a fondo.
Cerchi un collega nella sua città, vedrà che troverete strategie consone alla sua sofferenza.
[#6]
Trovo che si sia spiegato in modo del tutto chiaro relativamente alle riflessioni sui farmaci, utilizzando una metafora calzante.
Quello che cercavo di dirle è che da una parte lei ci parla dei farmaci, dall'altra sente che non è questa la strada, come se è prima di tutto lei quello "contrario" alla sua stessa soluzione.
Forse per questo ci ha scritto, desideroso lei stesso di seguire una strada che voglio chiamare interiore.
Quando dice che è necessario sopprimere gli impulsi, ci tengo a sottolineare che la sua affermazione merita attenzione. L'obiettivo non dev'essere a mio parere sopprimere o cancellare ciò che sente, ma comprenderlo e farci i conti, in modo da poterlo trasformare.
È esattamente la stessa cosa che lei dice relativamente al male alla gamba. Se il dolore è provocato principalmente dal fatto che sto in piedi a lavoro ore e ore, ad esempio, non basterà sopprimere il dolore.
Oppure immagini chi si fa uno strappo muscolare in palestra. Se prende un antinfiammatorio, lo fa per sopprimere il dolore, non per risanare il muscolo e riprendere immediatamente gli allenamenti, cosa che in realtà vorrebbe. Se prende gli antinfiammatori non riuscirebbe a cogliere quanto può caricare, poiché non può sentire il segnale del dolore. E rischierebbe di oltrepassare la soglia, facendosi ancora più male.
Inoltre non starebbe centrando il problema, la modalità che le provoca lo strappo, rischiando di provocarla nuovamente in futuro.
Forse ha mangiato meno o dormito male, forse la postura non era stabile durante l'esercizio incriminato, forse doveva fortificare altre aree muscolari oppure caricare più gradualmente? Non basta sopprimere il dolore, è necessario farsi delle domande per capire come mai si sviluppa. Questo l'aiuterà a scegliere come meglio muoversi, a partire dalla sua esperienza.
Un'ultima annotazione che vorrei lasciarle prima di salutarci, è legata alla sua battuta sul mio cognome, che mi è parsa significativa e ci torna utile per fare una riflessione. Se ci pensiamo in latino il mio cognome significa "I santi" ed è singolare che lei parli di un Disturbo parafilico quale il sadismo.
Questo può portarci a un discorso che può toccare alcune corde profonde che possono riguardare la sua persona e la possono affliggere. Da una parte l'impulso di provocare dolore, dall'altra parte il desiderio di sentire amore, magari di non essere giudicato quando esprime se stesso. Due parti di sé forse strettamente connesse, che possono riguardare un complesso spettro emotivo ed esperienziale.
Se deciderà di andare a fondo e di ascoltare quella parte di lei che ci scrive, che a me sembra motivata, potrà toccare queste corde e aprire nuovi discorsi profondi e intimi, che riguardano il suo mondo interiore.
Grazie per le sue parole e un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
Quello che cercavo di dirle è che da una parte lei ci parla dei farmaci, dall'altra sente che non è questa la strada, come se è prima di tutto lei quello "contrario" alla sua stessa soluzione.
Forse per questo ci ha scritto, desideroso lei stesso di seguire una strada che voglio chiamare interiore.
Quando dice che è necessario sopprimere gli impulsi, ci tengo a sottolineare che la sua affermazione merita attenzione. L'obiettivo non dev'essere a mio parere sopprimere o cancellare ciò che sente, ma comprenderlo e farci i conti, in modo da poterlo trasformare.
È esattamente la stessa cosa che lei dice relativamente al male alla gamba. Se il dolore è provocato principalmente dal fatto che sto in piedi a lavoro ore e ore, ad esempio, non basterà sopprimere il dolore.
Oppure immagini chi si fa uno strappo muscolare in palestra. Se prende un antinfiammatorio, lo fa per sopprimere il dolore, non per risanare il muscolo e riprendere immediatamente gli allenamenti, cosa che in realtà vorrebbe. Se prende gli antinfiammatori non riuscirebbe a cogliere quanto può caricare, poiché non può sentire il segnale del dolore. E rischierebbe di oltrepassare la soglia, facendosi ancora più male.
Inoltre non starebbe centrando il problema, la modalità che le provoca lo strappo, rischiando di provocarla nuovamente in futuro.
Forse ha mangiato meno o dormito male, forse la postura non era stabile durante l'esercizio incriminato, forse doveva fortificare altre aree muscolari oppure caricare più gradualmente? Non basta sopprimere il dolore, è necessario farsi delle domande per capire come mai si sviluppa. Questo l'aiuterà a scegliere come meglio muoversi, a partire dalla sua esperienza.
Un'ultima annotazione che vorrei lasciarle prima di salutarci, è legata alla sua battuta sul mio cognome, che mi è parsa significativa e ci torna utile per fare una riflessione. Se ci pensiamo in latino il mio cognome significa "I santi" ed è singolare che lei parli di un Disturbo parafilico quale il sadismo.
Questo può portarci a un discorso che può toccare alcune corde profonde che possono riguardare la sua persona e la possono affliggere. Da una parte l'impulso di provocare dolore, dall'altra parte il desiderio di sentire amore, magari di non essere giudicato quando esprime se stesso. Due parti di sé forse strettamente connesse, che possono riguardare un complesso spettro emotivo ed esperienziale.
Se deciderà di andare a fondo e di ascoltare quella parte di lei che ci scrive, che a me sembra motivata, potrà toccare queste corde e aprire nuovi discorsi profondi e intimi, che riguardano il suo mondo interiore.
Grazie per le sue parole e un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#7]
Utente
Ringrazio tutti i medici intervenuti.
Ringrazio la dr. Brunialti, che ha giustamente ipotizzato di dover chiedere anche il consulto agli andrologi di qui; beh è saggia, forse dovrei proprio farlo, ma ammetto che sarebbe possibile più la mera curiosità, che l'effettivo seguire questa strada.
Mi conosco, forse lo farò, forse no. Forse sarà l'ennesimo errore o forse per una volta sarò saggio.
Ringrazio la Dr. Randone, i suoi articoli dimostrano chiaramente la preparazione sul discorso parafilie e sessuologia in generale, complimenti, è un'onore averla letta.
Spero che se qualcun'altro leggesse il mio consulto, saprebbe che gli anti androgeni sono estremi e neppure risolutivi.
Infine, volevo rispondere al Dr. De Sanctis, così evito di ringraziarlo privatamente senza disturbarlo.
Dottore, mi dispiace solo che lei non è di Caserta, altrimenti la soluzione sarebbe già attuata.
Non so cosa faro', forse perche' son anche giovane ed è mio destino sbagliare, soprattutto con i farmaci.
Io so solo che le sue parole, lo dico senza alcun'interesse, sono state davvero riflessive e mi hanno decisamente dato modo di pensare.
Io non m'aspettavo, che fosse possibile, attraverso un semplice consulto di monitor, senza neppure voci, sguardi e quant'altro.
Dr. De Sanctis, grazie.
E grazie a tutti quanti voi intervenuti.
Che, scrivete qui e aiutate gli altri.
-Ale
Ringrazio la dr. Brunialti, che ha giustamente ipotizzato di dover chiedere anche il consulto agli andrologi di qui; beh è saggia, forse dovrei proprio farlo, ma ammetto che sarebbe possibile più la mera curiosità, che l'effettivo seguire questa strada.
Mi conosco, forse lo farò, forse no. Forse sarà l'ennesimo errore o forse per una volta sarò saggio.
Ringrazio la Dr. Randone, i suoi articoli dimostrano chiaramente la preparazione sul discorso parafilie e sessuologia in generale, complimenti, è un'onore averla letta.
Spero che se qualcun'altro leggesse il mio consulto, saprebbe che gli anti androgeni sono estremi e neppure risolutivi.
Infine, volevo rispondere al Dr. De Sanctis, così evito di ringraziarlo privatamente senza disturbarlo.
Dottore, mi dispiace solo che lei non è di Caserta, altrimenti la soluzione sarebbe già attuata.
Non so cosa faro', forse perche' son anche giovane ed è mio destino sbagliare, soprattutto con i farmaci.
Io so solo che le sue parole, lo dico senza alcun'interesse, sono state davvero riflessive e mi hanno decisamente dato modo di pensare.
Io non m'aspettavo, che fosse possibile, attraverso un semplice consulto di monitor, senza neppure voci, sguardi e quant'altro.
Dr. De Sanctis, grazie.
E grazie a tutti quanti voi intervenuti.
Che, scrivete qui e aiutate gli altri.
-Ale
[#8]
È vero che è giovane e so che può essere difficile, ma il suo destino è aperto, non lo dimentichi. E con la sua creatività e la sua forza troverà la sua strada.
Grazie a lei per averci reso partecipi della sua esperienza e per il nostro scambio.
Un caro augurio,
Enrico de Sanctis
Grazie a lei per averci reso partecipi della sua esperienza e per il nostro scambio.
Un caro augurio,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 8.6k visite dal 20/07/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Allergia ai farmaci
Allergia ai farmaci: quali sono le reazioni avverse in seguito alla somministrazione di un farmaco? Tipologie di medicinali a rischio, prevenzione e diagnosi.