Soffrire anche quando si lascia?
Sto con un ragazzo da più di quattro anni e da oltre un anno siamo in crisi (ho già effettuato un altro consulto mesi fa).
Abbiamo preso una pausa di riflessione da una settimana, soprattutto a causa dei miei continui dubbi sui miei sentimenti. Ho un legame profondo con questa persona, fatto di stima, enorme affetto e sostegno reciproco. Negli ultimi 6 mesi, quando lui cercava di baciarmi o avere contatto fisico di un certo tipo, io lo schivavo quasi inconsciamente. Questo pesa tantissimo a me e a lui. Per lui e per i miei amici, io non sono più innamorata. Ma allora per quale motivo questa pausa mi sta logorando?
Odio il fatto che stia soffrendo, ma mi darebbe anche fastidio rivederlo con un'altra. Eppure in questo periodo mi è capitato di essere attratta da un collega, senza ovviamente mai concretizzare nulla se non qualche semplice chiaccherata. Però mi sembra di non riuscire ad immaginare come potrà essere la mia vita senza coinvolgere il mio "ragazzo" nelle scelte importanti della mia vita, nei momenti belli e brutti, senza sapere cosa pensa e senza gli abbracci. I ricordi di quattro anni mi fanno tanto tanto tanto male. Perché è così difficile se quella a non essere innamorata dovrei essere io? Ha senso chiudere una storia come questa o ha senso continuarla?
Abbiamo preso una pausa di riflessione da una settimana, soprattutto a causa dei miei continui dubbi sui miei sentimenti. Ho un legame profondo con questa persona, fatto di stima, enorme affetto e sostegno reciproco. Negli ultimi 6 mesi, quando lui cercava di baciarmi o avere contatto fisico di un certo tipo, io lo schivavo quasi inconsciamente. Questo pesa tantissimo a me e a lui. Per lui e per i miei amici, io non sono più innamorata. Ma allora per quale motivo questa pausa mi sta logorando?
Odio il fatto che stia soffrendo, ma mi darebbe anche fastidio rivederlo con un'altra. Eppure in questo periodo mi è capitato di essere attratta da un collega, senza ovviamente mai concretizzare nulla se non qualche semplice chiaccherata. Però mi sembra di non riuscire ad immaginare come potrà essere la mia vita senza coinvolgere il mio "ragazzo" nelle scelte importanti della mia vita, nei momenti belli e brutti, senza sapere cosa pensa e senza gli abbracci. I ricordi di quattro anni mi fanno tanto tanto tanto male. Perché è così difficile se quella a non essere innamorata dovrei essere io? Ha senso chiudere una storia come questa o ha senso continuarla?
[#1]
Genrile Ragazza,
Sembra dilaniata tra il bisogno di rassicurazioni e l'eccitazione da novità..
Tra la stabilità del rapporto solito e solido e la necessità di emozionarsi ancora ...
Tra le rassicuranti abitidini ed il nuovo..
Tra il passato ed il futuro...
Ed ancora tra il silenzio dei sensi e la possibilità di desiderare ancora ...
Dovrebbe chiedersi cosa non va più, quando e perché avete iniziato a perdere le prime foglie.
Succede agli amori giovanili di sbiadirsi crescendo.
Provi a consultare questo materiale su amore e separazione, su ex e sul "dopo" e poi ne riparliamo.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6464-quando-si-perde-in-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5407-coppia-separazione-o-perseverazione.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6389-divorzio-breve-il-ricordo-dell-ex-sara-breve-anch-esso.html
Sembra dilaniata tra il bisogno di rassicurazioni e l'eccitazione da novità..
Tra la stabilità del rapporto solito e solido e la necessità di emozionarsi ancora ...
Tra le rassicuranti abitidini ed il nuovo..
Tra il passato ed il futuro...
Ed ancora tra il silenzio dei sensi e la possibilità di desiderare ancora ...
Dovrebbe chiedersi cosa non va più, quando e perché avete iniziato a perdere le prime foglie.
Succede agli amori giovanili di sbiadirsi crescendo.
Provi a consultare questo materiale su amore e separazione, su ex e sul "dopo" e poi ne riparliamo.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6464-quando-si-perde-in-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5407-coppia-separazione-o-perseverazione.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6389-divorzio-breve-il-ricordo-dell-ex-sara-breve-anch-esso.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa Randone,
Ho letto con attenzione i suoi articoli e la ringrazio molto per sia per la sua risposta che per avermeli suggeriti.
" Non posso vivere senza di lui, ne posso vivere con lui..."
E' una delle frasi che mi ha rappresentato gli ultimi mesi di relazione. Sono una persona insicura, anche se ambiziosa, e avere le sue rassicurazioni ed il suo supporto sono stati un enorme fonte di benessere (abbiamo una relazione a distanza da un anno, non condividiamo piccole abitudini quotidiane quindi quelle pesano meno). Eravamo completamente a nostro agio l'uno con l'altra. Per un periodo io mi sono isolata abbastanza dagli amici (un errore grave) dopo essermi trasferita in una città diversa assieme a lui, e li abbiamo fatto l'enorme errore di adagiarci l'uno sull'altro, isolarci. E da lì in poi, ho confidato solo ed esclusivamente a lui tutto ciò che mi riguardava, non confidandomi più con gli amici. Lui era il mio solo ed unico confidente. Mi sentivo dipendente dalla nostra "esclusività" e spesso mi sentivo quasi in colpa a non raccontargli qualcosa, a volte quasi faticavo a distinguermi da lui come persona.
Ma questo temo abbia lentamente ucciso l'eros, e forse una parte di me vuole "ritrovarsi" dopo essersi fusa con lui.
Nell'ultimo anno (a distanza) mi rendevo conto che non potevo nemmeno vivere con lui, perché quando stavamo insieme non riuscivo spontaneamente a baciarlo, non riuscivo a lasciarmi andare, mi dovevo sforzare un pochetto, quasi per ricordarmi che essendo la sua ragazza avrei dovuto andare anche oltre agli abbracci.
Sto riprendendo a parlare con i miei amici, anche della mia crisi con lui (ovviamente sentendomi sempre in dovere di chiedere a lui se lo trova giusto, se gli dà fastidio, ecc), ma per molto tempo non ho mai fatto parola ad anima viva di quello che vivevo. E' stato lui a rassicurarmi di parlarne liberamente, altrimenti non l'avrei fatto.
Mi sento completamente bloccata ed incapace di capire quale sia la scelta giusta.
Ho letto con attenzione i suoi articoli e la ringrazio molto per sia per la sua risposta che per avermeli suggeriti.
" Non posso vivere senza di lui, ne posso vivere con lui..."
E' una delle frasi che mi ha rappresentato gli ultimi mesi di relazione. Sono una persona insicura, anche se ambiziosa, e avere le sue rassicurazioni ed il suo supporto sono stati un enorme fonte di benessere (abbiamo una relazione a distanza da un anno, non condividiamo piccole abitudini quotidiane quindi quelle pesano meno). Eravamo completamente a nostro agio l'uno con l'altra. Per un periodo io mi sono isolata abbastanza dagli amici (un errore grave) dopo essermi trasferita in una città diversa assieme a lui, e li abbiamo fatto l'enorme errore di adagiarci l'uno sull'altro, isolarci. E da lì in poi, ho confidato solo ed esclusivamente a lui tutto ciò che mi riguardava, non confidandomi più con gli amici. Lui era il mio solo ed unico confidente. Mi sentivo dipendente dalla nostra "esclusività" e spesso mi sentivo quasi in colpa a non raccontargli qualcosa, a volte quasi faticavo a distinguermi da lui come persona.
Ma questo temo abbia lentamente ucciso l'eros, e forse una parte di me vuole "ritrovarsi" dopo essersi fusa con lui.
Nell'ultimo anno (a distanza) mi rendevo conto che non potevo nemmeno vivere con lui, perché quando stavamo insieme non riuscivo spontaneamente a baciarlo, non riuscivo a lasciarmi andare, mi dovevo sforzare un pochetto, quasi per ricordarmi che essendo la sua ragazza avrei dovuto andare anche oltre agli abbracci.
Sto riprendendo a parlare con i miei amici, anche della mia crisi con lui (ovviamente sentendomi sempre in dovere di chiedere a lui se lo trova giusto, se gli dà fastidio, ecc), ma per molto tempo non ho mai fatto parola ad anima viva di quello che vivevo. E' stato lui a rassicurarmi di parlarne liberamente, altrimenti non l'avrei fatto.
Mi sento completamente bloccata ed incapace di capire quale sia la scelta giusta.
[#3]
Gentile ragazza,
"nè con lui, nè senza di lui"
è la classica situazione paralizzante.
<<quasi faticavo a distinguermi da lui come persona.<<
Perdere la propria identità per "fondersi" con l'altra persona, in una coppia simbiotica, porta a non darsi/ricevere più nulla dall'altro.
Ora rimane tra Voi un grande affetto.
Ma perchè dare in pasto agli amici la Vostra storia?
Cosa si aspetta da questo svuotarsi in loro?
Siamo in un'altra - ulteriore - forma di simbiosi?
Certo non aiuta la comunicazione tra Voi ex coppia...
"nè con lui, nè senza di lui"
è la classica situazione paralizzante.
<<quasi faticavo a distinguermi da lui come persona.<<
Perdere la propria identità per "fondersi" con l'altra persona, in una coppia simbiotica, porta a non darsi/ricevere più nulla dall'altro.
Ora rimane tra Voi un grande affetto.
Ma perchè dare in pasto agli amici la Vostra storia?
Cosa si aspetta da questo svuotarsi in loro?
Siamo in un'altra - ulteriore - forma di simbiosi?
Certo non aiuta la comunicazione tra Voi ex coppia...
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Gentile dottoressa Brunialti,
Prima della nostra crisi, lui era l'unica persona a cui confidavo pensieri belli e brutti, che consultavo prima di prendere ogni decisione. Ad un certo punto, quando il problema è diventata la nostra relazione ed avendo anche il consenso e spinta da parte del mio ragazzo,, mi sono confidata con alcune persone.
Anche a me inizialmente non piaceva l'idea di dare in pasto ai miei amici la mia storia con lui. Ammetto che definirlo "dare in pasto" mi mette a disagio, perché più che confidarmi a volte sento proprio una disperata esigenza di parlarne con qualcuno, una spinta seguita poi da un enorme senso di colpa. Non capisco, sono una ragazza che ha studiato, ho un buon curriculum, sono ambiziosa e credo fortemente nei miei ideali, eppure mi sento così insicura su quello che faccio, mi sento incapace di distinguere il giusto dallo sbagliato. Se il mio ragazzo dice "è giusto che ti confidi con i tuoi amici stretti" penso che abbia ragione e lo faccio; se lei mi dice che sto dando in pasto la mia storia alla gente allora mi sento una persona orribile e indegna per tutto quello che quel ragazzo fantastico ha fatto per me.
Prima della nostra crisi, lui era l'unica persona a cui confidavo pensieri belli e brutti, che consultavo prima di prendere ogni decisione. Ad un certo punto, quando il problema è diventata la nostra relazione ed avendo anche il consenso e spinta da parte del mio ragazzo,, mi sono confidata con alcune persone.
Anche a me inizialmente non piaceva l'idea di dare in pasto ai miei amici la mia storia con lui. Ammetto che definirlo "dare in pasto" mi mette a disagio, perché più che confidarmi a volte sento proprio una disperata esigenza di parlarne con qualcuno, una spinta seguita poi da un enorme senso di colpa. Non capisco, sono una ragazza che ha studiato, ho un buon curriculum, sono ambiziosa e credo fortemente nei miei ideali, eppure mi sento così insicura su quello che faccio, mi sento incapace di distinguere il giusto dallo sbagliato. Se il mio ragazzo dice "è giusto che ti confidi con i tuoi amici stretti" penso che abbia ragione e lo faccio; se lei mi dice che sto dando in pasto la mia storia alla gente allora mi sento una persona orribile e indegna per tutto quello che quel ragazzo fantastico ha fatto per me.
[#6]
Direi di riflettere su questo:
<<- disperata esigenza di parlarne con qualcuno,
- una spinta seguita poi da un enorme senso di colpa.<<
Forse trovare nostra Collega che La ascolti professionalmente... sarebbe più indicato.
Privatamente.
oppure presso il Consultorio, dove non c'è spesa;
il segreto professionale - ovviamente - è garantito;
potrebbe essere anche il luogo nel quale poter apprendere a decidere in autonomia senza necessariamente consultarsi con l'uno o con l'altro.
Un'ultima notazione.
<<sono una ragazza che ha studiato<<
Non con-fonda aspetto cognitivo e impegno con l'aspetto affettivo: non vanno di pari passo, non sono quasi mai allo stesso livello.
Qui è il secondo ad essere in questione.
<<- disperata esigenza di parlarne con qualcuno,
- una spinta seguita poi da un enorme senso di colpa.<<
Forse trovare nostra Collega che La ascolti professionalmente... sarebbe più indicato.
Privatamente.
oppure presso il Consultorio, dove non c'è spesa;
il segreto professionale - ovviamente - è garantito;
potrebbe essere anche il luogo nel quale poter apprendere a decidere in autonomia senza necessariamente consultarsi con l'uno o con l'altro.
Un'ultima notazione.
<<sono una ragazza che ha studiato<<
Non con-fonda aspetto cognitivo e impegno con l'aspetto affettivo: non vanno di pari passo, non sono quasi mai allo stesso livello.
Qui è il secondo ad essere in questione.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.6k visite dal 19/07/2016.
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