Inizio in breve a raccontarvi la mia vita sono nato con le orecchie a sventola, al età di 16 anni
Salve dottori mi rivolgo a voi per esporvi un problema che purtroppo mi fa stare male; inizio in breve a raccontarvi la mia vita sono nato con le orecchie a sventola, al età di 16 anni risolvo il problema con un intervento e a 22 scopro di avere una lesione al cervello. Vengo sotto posto a vari esami scoprendo che si tratta di un tumore buono, poi a 2 interventi chirurgici risolvendo il problema. Naturalmente continuo a fare esami di controllo, ma quello che mi affligge e che tra poco compio 30 anni e non ho mai avuto una ragazza neanche una breve esperienza ( solo a pagamento) e la cosa mi fa paura vorrei sapere se e normale. Nella società in cui viviamo dovrebbe essere normale avere le prime esperienze già da giovanissimi. Ebbene ho pensato fosse importante raccontare in breve la mia vita fin dal infanzia. Sicuramente il problema estetico delle orecchie è stato un trauma ma non credo neanche che posso attribuire tutta la colpa a questo. Voi che ne pensate?
Grazie e arrivederci
Grazie e arrivederci
[#1]
Gentile utente,
La disponibilita' ad accedere ad un rapporto con un'altra persona non e' cosi' automatico come Lei ipotizza.
In ogni individuo esiste un istinto (che Lei ipotizza autonomo rispetto alla Sua interiorita' ) e delle tematiche profonde e inconsapevoli, quali il percepire l'accettazione di se'. E forse qualcosa di piu' della semplice accettazione.
Questa percezione puo' essere ostacolata dalla presenza di problemi fisici. E soprattutto dalla percezione di essi.
Quindi io sarei titubante circa la Sua profonda disponibilita' ad avvicinarsi a un rapporto sentimentale e sessuale.
Forse dovrebbe affrontare queste Sue percezioni in una analisi o in una psicoterapia analitica che Le permetta di consapevolizzarle/ fronteggiarle.
La Sua eta' , con la maturita' che porta con se' e' idonea a iniziare tale analisi . Che ne pensa?
La disponibilita' ad accedere ad un rapporto con un'altra persona non e' cosi' automatico come Lei ipotizza.
In ogni individuo esiste un istinto (che Lei ipotizza autonomo rispetto alla Sua interiorita' ) e delle tematiche profonde e inconsapevoli, quali il percepire l'accettazione di se'. E forse qualcosa di piu' della semplice accettazione.
Questa percezione puo' essere ostacolata dalla presenza di problemi fisici. E soprattutto dalla percezione di essi.
Quindi io sarei titubante circa la Sua profonda disponibilita' ad avvicinarsi a un rapporto sentimentale e sessuale.
Forse dovrebbe affrontare queste Sue percezioni in una analisi o in una psicoterapia analitica che Le permetta di consapevolizzarle/ fronteggiarle.
La Sua eta' , con la maturita' che porta con se' e' idonea a iniziare tale analisi . Che ne pensa?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Utente,
è possibile che il suo difetto estetico - ormai corretto da tempo - abbia inciso sulla considerazione che lei aveva e ha di sè stesso, portandola a pensare che nessuna ragazza avrebbe potuto accorgersi di lei e interessarsi a lei. Magari è stato anche preso in giro per le sue orecchie, e se le cose stanno così significa che ha vissuto esperienze che minano l'autostima in età molto delicate, quando cioè ci si apre maggiormente al mondo al di fuori della famiglia.
Non tutto però può dipendere da questo, ma hanno un ruolo molto importante anche le sue relazioni con le figure genitoriali e in generale con gli adulti che avrebbero potuto contribuire alla costruzione in lei di una solida autostima e forse di maggiori abilità sociali.
Se lei avesse ad esempio ricevuto pieno sostegno e consenso in famiglia sarebbe stato probabilmente un bambino e un ragazzo più sicuro di sè, incurante di un difetto fisico correggibile e non così timido con le ragazze.
Le mie sono solo ipotesi, dal momento che non la conosco, ma un traguardo importante come il compimento dei 30 anni porta spesso a riflettere, a fare bilanci e anche a chiedersi cosa si può fare di più e di diverso nella propria vita e quindi è un bene che lei ora si stia ponendo seriamente il problema del rapporto con le donne.
Non posso che suggerirle di iniziare ad occuparsi delle sue relazioni con gli altri affidandosi ad uno psicologo che la possa assistere in questo lavoro di cambiamento e anche di comprensione delle cause delle sue difficoltà.
Le faccio tanti auguri,
è possibile che il suo difetto estetico - ormai corretto da tempo - abbia inciso sulla considerazione che lei aveva e ha di sè stesso, portandola a pensare che nessuna ragazza avrebbe potuto accorgersi di lei e interessarsi a lei. Magari è stato anche preso in giro per le sue orecchie, e se le cose stanno così significa che ha vissuto esperienze che minano l'autostima in età molto delicate, quando cioè ci si apre maggiormente al mondo al di fuori della famiglia.
Non tutto però può dipendere da questo, ma hanno un ruolo molto importante anche le sue relazioni con le figure genitoriali e in generale con gli adulti che avrebbero potuto contribuire alla costruzione in lei di una solida autostima e forse di maggiori abilità sociali.
Se lei avesse ad esempio ricevuto pieno sostegno e consenso in famiglia sarebbe stato probabilmente un bambino e un ragazzo più sicuro di sè, incurante di un difetto fisico correggibile e non così timido con le ragazze.
Le mie sono solo ipotesi, dal momento che non la conosco, ma un traguardo importante come il compimento dei 30 anni porta spesso a riflettere, a fare bilanci e anche a chiedersi cosa si può fare di più e di diverso nella propria vita e quindi è un bene che lei ora si stia ponendo seriamente il problema del rapporto con le donne.
Non posso che suggerirle di iniziare ad occuparsi delle sue relazioni con gli altri affidandosi ad uno psicologo che la possa assistere in questo lavoro di cambiamento e anche di comprensione delle cause delle sue difficoltà.
Le faccio tanti auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte, è quello che ho sempre pensato che dunque ho scarsa autostima e non sono riuscito ad accettarmi. Sono stato anni fa da una psicologa svolgendo poche sedute e la dottoressa ha ritenuto fosse il caso di iniziare una terapia farmacologica. Lo psichiatra mi ha diagnosticato un disturbo ossessivo compulsivo, ho iniziato nel 2009 a prendere elopram 20 mg, dopo un anno ho cambiato con eutimil 20 mg e adesso prendo cipralex 20 mg.
[#5]
Gentile Signore,
Questo *fatto* che potremmo definire *sintomo* va compreso. A fondo.
Cosa l'ha condotta ad isolarsi? A non ritenere che fosse possibile o desiderabile per Lei una qualche relazione? Paura? Disagio? Si difende? Da cosa? E come? Diventa indifferente? Scostante?
Sono tutti temi che vanno analizzati e in modo approfondito perche' probabilmente Lei non si rende conto di quali meccanismi adotti inconsapevolmente per schermarsi. E soprattutto si dovrebbe lavorare per evitare che Lei continui a farlo.
Come puo' comprendere occorre una sua disponibilita' e desiderio di modificare certe situazioni perche' il meccanismo si metta in moto.
Che ne dice?
Questo *fatto* che potremmo definire *sintomo* va compreso. A fondo.
Cosa l'ha condotta ad isolarsi? A non ritenere che fosse possibile o desiderabile per Lei una qualche relazione? Paura? Disagio? Si difende? Da cosa? E come? Diventa indifferente? Scostante?
Sono tutti temi che vanno analizzati e in modo approfondito perche' probabilmente Lei non si rende conto di quali meccanismi adotti inconsapevolmente per schermarsi. E soprattutto si dovrebbe lavorare per evitare che Lei continui a farlo.
Come puo' comprendere occorre una sua disponibilita' e desiderio di modificare certe situazioni perche' il meccanismo si metta in moto.
Che ne dice?
[#6]
Utente
Si penso che lei abbia ragione sul fatto che devo modificare certe situazioni ma e per forza necessario una psicoterapia non crede che magari il fatto che sono consapevole di questa situazione già mi aiuta.
Proprio non so cosa mi abbia condotto ad isolarmi forse paura, ma di cosa non lo so.
Sono sempre stato per conto mio con pochi amici, nel adolescenza avevo un amico stretto a scuola; nella vita di tutti i giorni un altro amico con cui uscivo pochissimo. Poi questi rapporti si sono interrotti. Posso definirmi introverso
Proprio non so cosa mi abbia condotto ad isolarmi forse paura, ma di cosa non lo so.
Sono sempre stato per conto mio con pochi amici, nel adolescenza avevo un amico stretto a scuola; nella vita di tutti i giorni un altro amico con cui uscivo pochissimo. Poi questi rapporti si sono interrotti. Posso definirmi introverso
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Purtroppo da soli non si fa nulla.!
Ci si chiude nella propria maniera di rappresentare l'esterno , e li' si resta.
Occorre una persona esterna, verso cui si abbia fiducia, che possa mediare il passaggio fra l'esterno e l'interno e viceversa !
I migliori saluti! E mi faccia sapere!
Ci si chiude nella propria maniera di rappresentare l'esterno , e li' si resta.
Occorre una persona esterna, verso cui si abbia fiducia, che possa mediare il passaggio fra l'esterno e l'interno e viceversa !
I migliori saluti! E mi faccia sapere!
[#9]
Non parlerei di gravita'.
Diciamo che indica che qualcosa dentro di Lei lo ha impedito.
Possiamo dire che e' indicativo, un sintomo.
Quanto sia grave non si puo' dire in tale sede. Occorre capire l'elaborazione che Lei ne fa e il significato che questo ha per Lei.
Buona serata
Diciamo che indica che qualcosa dentro di Lei lo ha impedito.
Possiamo dire che e' indicativo, un sintomo.
Quanto sia grave non si puo' dire in tale sede. Occorre capire l'elaborazione che Lei ne fa e il significato che questo ha per Lei.
Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.9k visite dal 10/07/2016.
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