disturbo evitante di personalità
Salve a tutti,
inizio col ringraziare chiunque risponderà alla mia richiesta.
Sono sempre stata una persona piuttosto timida e per questo sono stata presa in giro sino alle medie. Fin da bambina ho avuto poca stima in me stessa e crescendo le cose sono peggiorate. Non ho alcuna fiducia in me stessa e non riesco ad accettarmi per quello che sono: so di non essere una cattiva persona, ma non mi piaccio nè esteticamente nè caratterialmente e questo mi ha portata ad isolarmi dal mondo. Ho ventitre anni, ma non ho alcun amico vero e passo le mie serate da sola. Ho provato negli anni ad uscire con qualche persona, ma mi sento terribilmente a disagio, resto letteralmente muta tutto il tempo e questo peggiora se mi trovo in presenza di altre ragazze: se preparandomi in casa mi sento carina, appena esco e vedo le altre mi sento un totale disastro. Vedo i miei coetanei uscire insieme e divertirsi e so che è quello che dovrei fare anche io, i miei genitori mi ripetono che se uscissi mi divertirei, ma purtroppo l'ho provato e so che non è così, resto tesa e a disagio e non vedo l'ora di tornare a casa. Amo la solitudine e ho così tanta paura di parlare anche con conoscenti che quando li incrocio per strada spesso li evito per paura di non saper cosa dire loro. Ho letto alcune informazioni sul Disturbo evitante di personalità, non so quanto internet possa essere affidabile, ma comunque sento mia ogni singola descrizione: mi sento inferiore agli altri, mi sono isolata ed ho persino un mondo di fantasia. Passo la maggior parte del tempo a sognare ad occhi aperti, a immaginare una me diversa, quella che vorrei essere ma che non sarò mai. Ultimamente sogno di trasferirmi negli Stati Uniti e ricominciare una nuova vita lì, perchè sento che questa è totalmente sbagliata. Ho dei genitori che amo e che so ricambiano il mio sentimento, ma non posso ugualmente fare a meno di sentirmi a due passi dal mondo, come se mi limitassi ad esistere e a guardare la vita scorrermi davanti. Non so con chi parlare perchè non ne sono in grado, non so esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni e tenermi tutto dentro è diventato una tortura. A tutto ciò si aggiunge il fatto che ho scelto un lavoro del tutto sbagliato e che sto odiando con tutta me stessa, ma vi assicuro che è troppo tardi per cambiarlo perchè non ho il coraggio di dire alla mia famiglia, che crede così tanto in me, che in realtà sono un totale fallimento. La conseguenza di tutto è che mi sento sempre giù di morale e spesso quando sono da sola piango.
Scusatemi per il lungo discorso.
Che cosa dovrei fare?
inizio col ringraziare chiunque risponderà alla mia richiesta.
Sono sempre stata una persona piuttosto timida e per questo sono stata presa in giro sino alle medie. Fin da bambina ho avuto poca stima in me stessa e crescendo le cose sono peggiorate. Non ho alcuna fiducia in me stessa e non riesco ad accettarmi per quello che sono: so di non essere una cattiva persona, ma non mi piaccio nè esteticamente nè caratterialmente e questo mi ha portata ad isolarmi dal mondo. Ho ventitre anni, ma non ho alcun amico vero e passo le mie serate da sola. Ho provato negli anni ad uscire con qualche persona, ma mi sento terribilmente a disagio, resto letteralmente muta tutto il tempo e questo peggiora se mi trovo in presenza di altre ragazze: se preparandomi in casa mi sento carina, appena esco e vedo le altre mi sento un totale disastro. Vedo i miei coetanei uscire insieme e divertirsi e so che è quello che dovrei fare anche io, i miei genitori mi ripetono che se uscissi mi divertirei, ma purtroppo l'ho provato e so che non è così, resto tesa e a disagio e non vedo l'ora di tornare a casa. Amo la solitudine e ho così tanta paura di parlare anche con conoscenti che quando li incrocio per strada spesso li evito per paura di non saper cosa dire loro. Ho letto alcune informazioni sul Disturbo evitante di personalità, non so quanto internet possa essere affidabile, ma comunque sento mia ogni singola descrizione: mi sento inferiore agli altri, mi sono isolata ed ho persino un mondo di fantasia. Passo la maggior parte del tempo a sognare ad occhi aperti, a immaginare una me diversa, quella che vorrei essere ma che non sarò mai. Ultimamente sogno di trasferirmi negli Stati Uniti e ricominciare una nuova vita lì, perchè sento che questa è totalmente sbagliata. Ho dei genitori che amo e che so ricambiano il mio sentimento, ma non posso ugualmente fare a meno di sentirmi a due passi dal mondo, come se mi limitassi ad esistere e a guardare la vita scorrermi davanti. Non so con chi parlare perchè non ne sono in grado, non so esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni e tenermi tutto dentro è diventato una tortura. A tutto ciò si aggiunge il fatto che ho scelto un lavoro del tutto sbagliato e che sto odiando con tutta me stessa, ma vi assicuro che è troppo tardi per cambiarlo perchè non ho il coraggio di dire alla mia famiglia, che crede così tanto in me, che in realtà sono un totale fallimento. La conseguenza di tutto è che mi sento sempre giù di morale e spesso quando sono da sola piango.
Scusatemi per il lungo discorso.
Che cosa dovrei fare?
[#1]
Gentile ragazza,
come può vedere, non le manca la capacità di esprimersi, almeno per iscritto.
La sua situazione mi sembra assolutamente da non sottovalutare ed anzi direi preoccupante per quanto riguarda la sfera lavorativa.
Dice che ha un lavoro che sta odiando con tutta se stessa e alla sua giovane età pensa sia troppo tardi per cambiarlo? Ha delle remore per via dei suoi familiari?
Ha idea di cosa significhi avere un lavoro che si odia per tutta la vita?
Tenga presente che l'autodanneggiarsi inevitabilmente danneggia anche gli altri, tanto più quanto più sono prossimi.
La sua timidezza, insicurezza, con relativi sintomi, possono essere curati da una opportuna psicoterapia. Perciò non esiterei un attimo a consultare uno psicologo psicoterapeuta, anche se probabilmente la cosa migliore sarebbe recarvisi assieme ai suoi genitori per una terapia familiare.
cordiali saluti
come può vedere, non le manca la capacità di esprimersi, almeno per iscritto.
La sua situazione mi sembra assolutamente da non sottovalutare ed anzi direi preoccupante per quanto riguarda la sfera lavorativa.
Dice che ha un lavoro che sta odiando con tutta se stessa e alla sua giovane età pensa sia troppo tardi per cambiarlo? Ha delle remore per via dei suoi familiari?
Ha idea di cosa significhi avere un lavoro che si odia per tutta la vita?
Tenga presente che l'autodanneggiarsi inevitabilmente danneggia anche gli altri, tanto più quanto più sono prossimi.
La sua timidezza, insicurezza, con relativi sintomi, possono essere curati da una opportuna psicoterapia. Perciò non esiterei un attimo a consultare uno psicologo psicoterapeuta, anche se probabilmente la cosa migliore sarebbe recarvisi assieme ai suoi genitori per una terapia familiare.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Gentile ragazza,
sei molto giovane e potresti imparare nuove modalità di stare insieme agli altri. Innanzitutto, premetto che tutti impariamo, fin da piccoli, a stare con gli altri, non si tratta di una dote innata.
Quindi, se fino ad ora non hai imparato a stare con gli altri, è ovvio che ti senti a disagio e che pensi di amare (preferire) la solitudine. E' anche vero che potresti preferire stare da sola o fare alcune cose da sola, ma essere anche capace di stare con gli altri serenamente.
Il fatto di preferire la solitudine potrebbe essere legato al fatto che da sola sei a tuo agio, non hai le ansie legate allo stare con gli altri e al non sapere che cosa dire, che fare, ecc...
Ma questo è un comportamento di evitamento, che mantiene vivo il problema. Quindi, anche secondo me una consulenza psicologica sarebbe indicata per capire poi come impostare un trattamento per spezzare questa modalità comportamentale.
Inoltre, va bene uscire, ma con un atteggiamento diverso.
Se tu stai zitta per tutto il tempo, non ti diverti, non condividi nulla della tua vita, aumenta il tuo disagio, e ti passa la voglia di uscire in futuro. Ma se tu riuscissi a modificare, con l'aiuto di uno psicologo, la modalità di stare con gli altri, più serena, più libera, ecc... allora non solo riusciresti a cambiare e a divertirti, ma anche a desiderare di stare con gli altri, apprezzando il tempo trascorso insieme.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Psicologa Psicoterapeuta
sei molto giovane e potresti imparare nuove modalità di stare insieme agli altri. Innanzitutto, premetto che tutti impariamo, fin da piccoli, a stare con gli altri, non si tratta di una dote innata.
Quindi, se fino ad ora non hai imparato a stare con gli altri, è ovvio che ti senti a disagio e che pensi di amare (preferire) la solitudine. E' anche vero che potresti preferire stare da sola o fare alcune cose da sola, ma essere anche capace di stare con gli altri serenamente.
Il fatto di preferire la solitudine potrebbe essere legato al fatto che da sola sei a tuo agio, non hai le ansie legate allo stare con gli altri e al non sapere che cosa dire, che fare, ecc...
Ma questo è un comportamento di evitamento, che mantiene vivo il problema. Quindi, anche secondo me una consulenza psicologica sarebbe indicata per capire poi come impostare un trattamento per spezzare questa modalità comportamentale.
Inoltre, va bene uscire, ma con un atteggiamento diverso.
Se tu stai zitta per tutto il tempo, non ti diverti, non condividi nulla della tua vita, aumenta il tuo disagio, e ti passa la voglia di uscire in futuro. Ma se tu riuscissi a modificare, con l'aiuto di uno psicologo, la modalità di stare con gli altri, più serena, più libera, ecc... allora non solo riusciresti a cambiare e a divertirti, ma anche a desiderare di stare con gli altri, apprezzando il tempo trascorso insieme.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Gentili Dottoresse,
Ringrazio davvero entrambe per il vostro supporto. Vorrei solo aggiungere che con la mia famiglia ho sempre avuto un bel rapporto, il problema è che sono incapace di aprirmi con loro. So che è inconcepibile avere per tutta la vita un lavoro che si odia, ma ho paura di deludere i miei genitori. Loro non mi hanno mai fatto alcun tipo di pressione, semplicemente credono in me ed io ho paura a rivelargli di aver sbagliato tutto. Inoltre è vero, ho espresso chiaramente a voi la mia situazione, ma se vi avessi davanti non ne sarei mai in grado, tengo dentro tutti i miei pensieri e sentimenti, siano essi positivi o negativi, e questo non fa bene.
Per quanto riguarda le uscite con coetanei, non riesco a parlare perchè ho come una sorta di blocco: saprei benissimo come intervenire nei discorsi, ma per qualche motivo non ci riesco, mi blocco e sto zitta. Non so stare insieme agli altri, non so esprimere le mie emozioni al punto che detesto gli abbracci perchè mi mettono a disagio, l'unica persona da cui li accetto senza disagio e a cui li dò spontaneamente è mia madre.
Comunque seguirò il vostro consiglio e richiederò una consulenza psicologica. Vi ringrazio ancora infinitamente.
Ringrazio davvero entrambe per il vostro supporto. Vorrei solo aggiungere che con la mia famiglia ho sempre avuto un bel rapporto, il problema è che sono incapace di aprirmi con loro. So che è inconcepibile avere per tutta la vita un lavoro che si odia, ma ho paura di deludere i miei genitori. Loro non mi hanno mai fatto alcun tipo di pressione, semplicemente credono in me ed io ho paura a rivelargli di aver sbagliato tutto. Inoltre è vero, ho espresso chiaramente a voi la mia situazione, ma se vi avessi davanti non ne sarei mai in grado, tengo dentro tutti i miei pensieri e sentimenti, siano essi positivi o negativi, e questo non fa bene.
Per quanto riguarda le uscite con coetanei, non riesco a parlare perchè ho come una sorta di blocco: saprei benissimo come intervenire nei discorsi, ma per qualche motivo non ci riesco, mi blocco e sto zitta. Non so stare insieme agli altri, non so esprimere le mie emozioni al punto che detesto gli abbracci perchè mi mettono a disagio, l'unica persona da cui li accetto senza disagio e a cui li dò spontaneamente è mia madre.
Comunque seguirò il vostro consiglio e richiederò una consulenza psicologica. Vi ringrazio ancora infinitamente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.3k visite dal 07/07/2016.
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