Voglio star meglio - doc, emetofobia, problemi d' umore.

Buongiorno,
Sono una ragazza di 24 anni e scrivo perché non so come riuscire a star meglio. Mi scuso già adesso per la mia prolissita', sono un po' in ansia. Allora, fin da piccola avevo problemi di socializzazione, a 10 anni ho iniziato a soffrire di emetofobia e a 11 di doc. Per 10 anni non ho detto niente per vergogna, ma a 20 anni ho avuto un crollo e non ho più potuto nascondere i miei problemi. Il doc era diventato fortissimo e il mio umore è crollato, per due mesi i miei hanno dovuto prendersi cura di me come se avessi 3 anni, non riuscivo nemmeno ad allacciarmi un paio di scarpe a causa dei rituali lunghissimi. Sono andata da uno psicologo, ma non riuscivo a star meglio e poi ho mollato. Da allora il mio doc è tornato a livelli medi, circa 250 compulsioni al giorno, ma l' umore non è tornato ottimale. Alcune settimane sto decentemente, in altre ricomincio a star male con apatia, confusione per il futuro, ho paura di non riuscire a recuperare il tempo che ho perso stando male, mi viene l' ansia di non riuscire a raggiungere i miei obiettivi e di avere rimorsi. Allora mi deprimo, mi isolo e mi consolo mangiando dolci. Fino ai 20 anni non avevo problemi con gli impegni scolastici, ma ora ho continui blocchi. Ho costanti problemi di autostima, ad esempio non indosso pantaloni corti da 5-6 anni perché odio il mio fisico e non voglio che altri mi vedano, faccio fatica anche ad indossare magliette a maniche corte. Negli ultimissimi mesi sono stata un po' meglio e mi manca poco per finire la triennale, ma qui arriva il problema. Mia mamma insiste affinché continui con la specialistica, ma io odio il percorso che ho fatto, ho sbagliato a sceglierlo. In più sono fuori sede, in una città in cui non mi sono mai ambientata, lontana dai miei vecchi amici e ciò mi rattrista. I miei hanno sempre fatto il massimo per me economicamente parlando e ciò mi fa sentire in colpa, ma mia madre è un po' invadente e molto irascibile, fino a diventare anche molto offensiva e denigratoria per cose che altra gente non noterebbe nemmeno. Insomma, lei insiste e insiste affinché io continui questo percorso e io sto male. Mi vengono pensieri di autodistruzione in cui immagino di lasciarmi quasi morire di fame o di iniziare a drogarmi, anche se ci tengo a precisare che non fumo nemmeno sigarette. Il fatto è che penso che se non riesco a vivere la mia vita, tanto vale mandare tutto a puttane. So che è sbagliato, ma a volte mi fisso su questi pensieri perché detesto essere influenzata dagli altri, è una cosa che mi fa paura e mi rattrista. Vorrei quindi chiedere due cose:
- questi pensieri sono delle ossessioni, delle rimuginazioni depressive o cos' altro?
- qualcuno conosce qualche lettura o esercizio da fare per alleviare l' ansia dovuta all' emetofobia?
Ringrazio già tutti quelli che leggeranno e risponderanno.
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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Cara utente,
Non ci sono purtroppo soluzioni fruibili online né letture che possano sostituirsi ad un percorso psicologico dal vivo.
I pensieri di cui ci parla non sembrano avere caratteri ossessivi. Però vorrei chiederle una cosa: a cosa le serve sapere che tipo di pensieri sono, a cosa le serve etichettarli? Sarebbe invece adeguato affrontarli, non crede?
A mio avviso è necessario che lei si rivolga ad uno psicoterapeuta. Nonostante la sfiducia che immagino lei provi verso la nostra professione, per il fallimento del primo percorso che ha tentato anni fa, le posso assicurare che se si rivolge alla persona giusta con cui intraprendere una buona alleanza terapeutica potrà sin da subito iniziare a stare un pò meglio. Ma si ricordi che quando ci sono problematiche strutturate ci vuole del tempo per risolverle, con l'ansia non si cura nulla. Si fidi e si affidi ad uno specialista. La terapia cognitivo comportamentale agendo primariamente sulla sintomatologia potrebbe aiutarla soprattutto per il problema relativo all'emetofobia.
Cordialmente

Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it

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Utente
Utente
Grazie per la risposta.
A dire la verità la scorsa psicoterapia era naufragata anche per colpa mia, faccio fatica a fidarmi delle persone e a parlare dei miei problemi. Non escludo la possibilità di tornare in terapia, ma vorrei prima risolvere delle cose per non avere una situazione simile a quella dell' altra volta.
Quello di volere etichettare i vari pensieri credo sia una mia caratteristica, vorrei riuscire a capire quello che mi passa per la testa.
La tcc so che è utile anche per il doc, quando mi deciderò a tornare da uno psicologo credo seguirò proprio questa strada.
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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Le faccio tanti auguri!
Se trova una persona che le ispira fiducia e che sia anche empatica magari potrà risolverle insieme a lei le cose di cui parla.
Provi a fidarsi, piano piano gradualmente.
Quanto all'etichettare non aiuta perché spesso le persone si suggestionano ed i sintomi sono proprio un effetto.
Un caro saluto.
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