Una coppia oltre i limiti ?

Premetto che non sono molto a mio agio a scrivere la mia storia su internet, ma mi interessa ricevere il parere di un esperto e una amica mi ha consigliato questo sito perché ha avuto una esperienza ottima in passato.

Ho 39 anni e mi sono perdutamente innamorata di un uomo che ha 17 anni più di me.
L'ho incontrato durante un convegno (era uno dei relatori), sono rimasta molto affascinata dal suo intervento, dalla sua capacità di catturare l'attenzione della platea, entrare in sintonia con il pubblico, rendere semplice e coinvolgente un tema estremamente tecnico e di norma piuttosto noioso.
Per combinazione ci siamo trovati a lavorare insieme, ero molto contenta, anche se all'inizio non è stato facilissimo perché, sul lavoro è una persona estremamente precisa, meticolosa, quasi maniacale, che aspira alla perfezione...e spesso la ottiene!. Abbiamo cominciato a fare qualche cena, mentre eravamo in trasferta, poi qualche uscita e, una cosa tira l'altra... Abbiamo scoperto di avere una intesa sessuale profonda. La prima volta, avevo qualche timore perché era tesissimo, quasi panico, invece è stato un crescendo di piacere e di passione.
Ho scoperto un uomo con un cuore tenero e sensibile, capace di condividere le sue debolezze, che non ha paura di mostrare le sue lacrime, è sempre molto attento a tutto ciò che mi riguarda, mi riempie di attenzioni e di premure, parliamo molto e con leggerezza e semplicità, mi fa sentire amata, ascoltata, compresa, protetta, mi fa stare bene, mi sta insegnando molto, sia per quanto riguarda la libera professione sia per quanto riguarda la vita.

Perché non riesco a vivere questa storia con completa serenità e godere delle numerose gioie che mi offre?

Ho avuto un solo uomo prima di lui, avevo 25 anni quando il destino mi ha portato via tutto (prima mia madre, per un cancro che l'ha consumata lentamente, poi un aborto spontaneo e poi la morte improvvisa del mio compagno per una malformazione cardiaca). Ora ho paura che possa accadere di nuovo, lui ha già 56 anni, è in sovrappeso e fuma come due turchi.
Ho paura che si spaventi per il mio passato di disgrazie e i 14 anni di solitudine.
Ho paura perché so che non potrò più contare sul supporto di mio padre, che sta perdendo la memoria...
Ho paura che la differenza di età possa diventare un peso: lui dimostra una grande apertura mentale, è intelligente, arguto e brillante, sa sempre essere un passo avanti...e fisicamente?
Ho paura che non potremo avere figli, per questioni di età o perché a 59 anni si desiderano altre cose.
Mi ha parlato di disturbi di ansia e depressione, con cui convive da anni, temo di rovinare l'equilibrio che ha faticosamente costruito. Saprei essere forte abbastanza per tutti e due?

Lo amo, lo adoro, lo desidero, non ho nessuna intenzione di fare a meno di lui, ma ho il terrore che siamo una coppia oltre i limiti..
Come mi devo comportare? Come posso alleggerire il mio cuore da tutte queste ansie che mi attanagliano?

Grazie per il supporto
C.
[#1]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve,

il suo sentimento è prezioso e io credo che sarebbe un peccato non coltivarlo. Lo trasmette in modo intenso e comunicativo.

Inizialmente, leggendo il titolo del suo post e la prima parte del suo racconto, considerando la differenza di età, pensavo al fatto che magari cercasse un uomo soltanto carismatico.

Poi, proseguendo la lettura è arrivata la risposta al mio dubbio: "Ho scoperto un uomo con un cuore tenero e sensibile, capace di condividere le sue debolezze, che non ha paura di mostrare le sue lacrime". Questo mi ha fatto pensare che lei desidera anche conoscere l'uomo, mi ha fatto pensare che esprima un interesse e una forza che sono profondi.

Non dev'essere stato facile per lei vivere le perdite di cui ci parla sia per sua madre sia per suo figlio. E dev'essere stato lacerante sopportare la morte del suo compagno, una perdita terribile, in giovane età.
Anche la malattia di suo padre oggi immagino sia difficile, purtroppo fa i conti con il senso del tempo e della mortalità.

Se sente che lui si confida con lei e si esprime anche nella sua fragilità, se sente che è disponibile al dialogo, credo che sarà un arricchimento il fatto di aprirsi.
Se lui ha vissuto "ansia e depressione" potrebbe non avere paura del "suo passato di disgrazie", ma invece disporsi a capirlo. Potrebbe anche capire i suoi timori a parlarne. Potrebbero essere anche i suoi, relativi a se stesso nell'incontro con lei.

Forse tra voi potrebbero esserci delle risonanze emotive molto forti sui vostri vissuti più intimi e profondi. Come se vi foste riconosciuti in certe vulnerabilità umane, che vi appartengono e vi uniscono.

Quando capita, ed è raramente, l'amore è creativo ed è fatto di sostegno. Potete trovare la forza di curare alcune ferite che vi riguardano, e il vostro incontro potrebbe essere un'occasione in questo senso. Ognuno di voi potrebbe scoprire queste ferite personali, curarle con la propria forza, ma anche con la forza dell'altro, senza paura.

Potrebbero rompersi alcuni equilibri, sì.
Ma questo potrebbe significare anche ricostituirne di nuovi.

La vita non la possiamo controllare, e anche se lui avesse un'età più vicina alla sua, questa sarebbe una garanzia relativa.
A 56 anni si desiderano altre cose, lei dice, non un figlio. Tuttavia non può saperlo, finché non condivide con lui questo suo legittimo desiderio. E parlargliene può essere la strada autentica per esprimere se stessa, non restare nella paura, e lasciarsi stupire dall'amore.

Un saluto,
Enrico de Sanctis


Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. De Sanctis,

la ringrazio molto per la risposta tempestiva e per la sua conclusione che mi piace molto "non restare nella paura e lasciarsi stupire dall'amore", è proprio quello che mi sta sussurrando il mio istinto...non tentare per non correre rischi non è nella mia natura, non mi appartiene e non me lo perdonerei mai.

Quando lei scrive "come se vi foste riconosciuti in certe vulnerabilità umane, che vi appartengono e vi uniscono", in effetti mi riconosco.
Al momento la grande differenza tra di noi è che lui mi ha saputo mostrare sia l'uomo "forte" sia l'uomo "fragile", e mi sta aprendo completamente la sua anima, mentre io gli ho lasciato vedere solo la parte di me che credo lui stia cercando, di cui abbia bisogno, di cui si sia innamorato...
Nel consulto che ho inviato ieri ho elencato alcuni "punti di attenzione" che potrebbero recare sofferenza a me, a lui o a entrambi. Io sono sicura che se le cose dovessero andare male ne soffrirei moltissimo, ...io posso soffrire, ma non mi perdonerei mai di essere la causa di sofferenze altrui...
Se parlassi a lui di un figlio e gli creassi ansia e pressioni?
Io credo che lui si sia innamorato di una persona serena, solare con un'anima libera e leggera...se gli mostrassi il mio lato sofferente, non potrebbe esserne deluso? E se cercasse in me conferme per consolidare la fiducia in se stesso e non riuscisse a trovare la persona forte che pensava di avere trovato? Spesso mi dice che sono la sua luce e se scoprisse una stella spenta? La sua gioia di questi giorni e l'ottimismo per il futuro non potrebbero rischiare di sprofondare nel buio ed essere causa di una ricaduta nella depressione? Io sono un avvocato e non ho competenze in materia, non so che cosa voglia dire vivere con la depressione e come i problemi di ansia possano aggravare la situazione, ma so che in questo momento c'è un uomo al settimo cielo, innamorato di una donna che forse non è proprio come quella che si immagina...potrebbe essere una delusione pericolosa?
Ho sempre avuto una passione per gli eroi forti e temerari, che cadono, ma sanno rialzarsi, che sono animati da forti passioni e tormentati da umane debolezze.
Quando è molto stanco o è sotto pressione ha alcuni tic leggeri, che si intensificano in alcune giornate particolarmente negative. E' vero che i tic sono specchi di conflitti interiori, problematiche non risolte? Quando lo vedo così vorrei trovare un modo per aiutarlo, alleggerire la fatica e la sofferenza interiore, vorrei essere per lui passione, serenità e pace. (Come dice lei..."Il vostro incontro potrebbe essere una occasione per curare le ferite che vi riguardano"...). Mi riempiono di gioa le giornate che trascorriamo insieme in cui i tic non si manifestano, perché vuol dire che sono riuscita a farlo star bene...
Aprirmi completamente a lui e rischiare di ferirlo nella sua vulnerabilità non potrebbe essere un atto di egoismo?
Se sapessi che il rischio di soffrire riguardasse solo me lo correrei senza indugio...invece...parlargli e rischiare di rompere gli equilibri...e se non riuscissimo a costruirne di nuovi?
Questa sera, mentre le stavo scrivendo, mi ha telefonato per un saluto e mi ha detto che mi sentiva strana...mi legge nell'anima?
Tutti mi avete consigliato di parlargli apertamente..."la strada autentica per esprimere se stessa"...ho deciso che troverò il coraggio di farlo...spero di non pentirmene, per lui, per noi, per me...speriamo che l'amore che ci unisce ci aiuti...mi può dare ancora la sua benedizione?

Grazie per la sua pazienza e il suo tempo. Confesso che ieri ero un poco prevenuta, temevo una risposta sbrigativa e con i soliti luoghi comuni, invece ho trovato una analisi attenta e partecipata. Grazie ancora!!
C.
[#3]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

quando scrive: "Al momento la grande differenza tra di noi è che lui mi ha saputo mostrare sia l'uomo "forte" sia l'uomo "fragile", e mi sta aprendo completamente la sua anima, mentre io gli ho lasciato vedere solo la parte di me che credo lui stia cercando, di cui abbia bisogno, di cui si sia innamorato...", è importante riconoscere cosa appartiene a lui e cosa, invece, appartiene a lei.

Questo discorso vale sempre, e la coppia in particolar modo lo solleva. Non sempre è facile distinguere ciò che è del nostro mondo interiore da ciò che è dell'altro.
Quello che lei dice può essere del tutto vero, ma dobbiamo anche soffermarci a comprendere se, invece o comunque in parte, siano delle sue convinzioni, magari legate a certi timori o paure.

Voglio dire che il fatto di pensare che lui si sia innamorato solo della parte di lei che gli mostra, potrebbe non essere proprio così. Ci sono forti risonanze che passano tra le persone, che non sono dette, ma riconosciute.
Lei è umana e, quindi, come lui, è una donna sia "forte" sia "fragile".

Può provare ad esporsi piano piano, per vedere come reagisce lui. Ma non c'è bisogno che sia io a dirglielo, lei saprà come fare.

L'unica cosa che in questa sede mi preme dirle è capire se, per certi versi, potrebbe essere lei per prima a non accettare le sua fragilità, a temere il giudizio e, con esso, la reazione dell'altro. L'altro che, deluso, la rifiuta.

Glielo sto sottolineando, perché leggendo le sue parole mi sono chiesto se alla fine non si muova a volte con un apriori nel mondo. Come dire: se non ha verificato con lui, come può dirlo cosa accadrà?
Quindi, in questo senso, potrebbero esserci vissuti emotivi che le appartengono, di cui tenere massimo conto. Vissuti che potrebbero affondare le radici in un passato antico.

"Se parlassi a lui di un figlio e gli creassi ansia e pressioni?", ha ragione, non è possibile saperlo, anche se può intuire di lui cosa pensa e sente in proposito. E come lei stessa dice, i rischi bisogna correrli se si vogliono autenticità e intimità, come il vostro sentimento, credo di poter dire, meriti.

I suoi stati d'animo più profondi non sono "stelle spente", anzi. Forse possono essere ferite vive, di cui magari potrà occuparsi lei prima, anche con la mano di lui.

Quanto ai tic, possono essere il segno di una sofferenza interiore sì. Io credo che lei sappia già come muoversi con lui, dalle sue parole non sento di dovere aggiungere niente di più.
Non dipendono da lei, se lui li ha potrebbe esserci un malessere che porta con sé da tanto tempo. Sarà solo lui a potersene occupare, anche con la sua mano, se lei lo vorrà, come già mostra di fare.

I suoi dubbi e i suoi timori sono comprensibili. Sente di vivere un incontro prezioso e ci tiene enormemente.
Di nuovo però, ponga attenzione al fatto che questi timori non riflettano un suo personale timore di esprimersi nella sua complessità umana.

La mia benedizione ce l'ha certo, ce l'avete. Ora tocca a lei darsela, e proseguire questo vostro straordinario viaggio.

Un augurio sincero,
Enrico de Sanctis
[#4]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. De Sanctis,

le scrivo per dirle che ho finalmente trovato il coraggio di aprirmi e ho cominciato a raccontare alcuni dei miei vissuti più intimi.
Siamo stati alcuni giorni in trasferta per lavoro insieme e abbiamo avuto occasione di condividere giorno e notte...
Ho scelto di aprirmi in intimità, prima di addormentarci, ho cominciato parlando di noi e poi, piano piano sono tornata indietro nel tempo...
Mi è sembrato che lui stesse aspettando questo momento e mi ha ascoltata con tenerezza, sensibilità e partecipazione, in alcuni momenti ci siamo stretti in un abbraccio caloroso e poi siamo tornati a parlare...mi ha molto aiutata e confortata.
Quando gli ho parlato del desiderio di provare ancora ad avere un figlio si è quasi commosso...all'inizio mi ha parlato di quante volte avesse avuto questo desiderio e di come soffrisse per non avere trovato una donna con cui si sentisse pronto per farlo, poi mi ha parlato della gioia che stava provando perché io stavo pensando di farlo con lui...poi è venuto il tempo dei timori...l'età (non sarà troppo tardi?...non sarò troppo vecchio? avrò le forze per offrirgli il supporto che merita durante la crescita?) e il fatto di fare un mestiere che ci porta sempre fuori e non avere persone in famiglia che ci possano essere di supporto (entrambi siamo figli unici, io ho solo più mio padre che ha bisogno di assistenza e lui ha entrambi i genitori che hanno superato gli 85 anni...).
Mi ha detto che gli sembrava di essere un vulcano di passione, gioia, ansia e timore, mi ha detto che pensava che ormai fosse un treno perso per lui, mi ha detto che per tutta la vita era stato figlio e credeva di non avere più occasioni di essere padre...mi ha detto che ci proverà con tutte le sue forze e che insieme potremo farcela...

Mi sentivo felice, leggera e piena di speranza, mi pareva quasi di lievitare...poi, ieri sera, è successo qualcosa...

Ieri è stata una giornata pesante e stressante per lavoro, siamo arrivati a casa mia tardissimo e abbiamo fatto uno spuntino veloce. Lui si è fermato a dormire da me perché oggi avremmo dovuto lavorare insieme prima che lui dovesse partire di nuovo...
Quando ci siamo trovati in intimità e abbiamo cominciato a baciarci mi sono accorta che aveva difficoltà ad avere l'erezione...in quasi sette mesi non abbiamo mai avuto problemi, (anzi!!) ho subito pensato che ogni tanto potesse succedere...faceva molto caldo...io ero stanchissima e, immagino anche lui...ho cercato di minimizzare e non dare troppo peso all'accaduto.
Lui invece ha preso la cosa malissimo...era timoroso, imbarazzato, deluso, infastidito, cupo, nervoso...non saprei descriverlo...non lo avevo mai visto così...si è chiuso in se stesso e non ha voluto parlarne...

Questa mattina , avevamo tempi molto stretti per via della sua partenza, abbiamo lavorato insieme, ma mi sembrava distante...

Ora sono confusa e un poco in ansia...
E' così importante per un uomo un evento di questo tipo?
La sua reazione non è eccessiva? In fondo, la nostra intesa è sempre stata perfetta...
Il discorso figli può avere inciso sulla sua serenità?
Non so se tornare io sull'argomento, aspettare che lo faccia lui, aspettare che passi...come mi devo comportare?
Mi è anche venuto il dubbio che, a parole, si sia detto aperto e disponibile ad avere figli, ma che il suo inconscio e il suo fisico non la pensino allo stesso modo...è un timore sensato o è solo una mia paranoia?

Non so come aiutarlo...
C.
[#5]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

dalle sue parole mi sembra di capire che il suo aprirsi è stato per voi un momento di profonda intimità.
L'impatto emotivo che descrive di lui, di "essere un vulcano di passione, gioia, ansia e timore", mi sembra estremamente vitale e umano.
Anche la sensazione di "lievitare", che ci comunica relativamente alla sua esperienza vissuta, è straordinariamente feconda.

Entrambi, dalle sue parole, sembrate vivere quell'esperienza prodigiosa e promettente, fondativa del noi, che è l'innamoramento.

Poi, succede qualcosa, come ci dice. Lui ha un depotenziamento erettile e, poi, diventa distante.
Bisogna innanzitutto capire se l'episodio legato alla difficoltà ad avere la potenza erettile è unico, se si è verificato nel suo passato e in quali occasioni e, dato che non sembrerebbe esserci un problema organico come la vostra esperienza manifesta, quale potrebbe essere per lui il senso.

Relativamente a lei, se penso ai suoi interrogativi, uno in particolare mi colpisce, quando si chiede se intimamente lui non desideri avere dei figli. Come se, tutta l'esperienza vissuta nei giorni in trasferta, e anche in precedenza da come ho capito, fosse vanificata. E lei non potesse valorizzarla né crederci.

Se pone attenzione a questo, potremmo forse chiederci se dentro di sé vive delle paure, che lei con onestà, sembra definire "paranoia". Questo è un punto importante, che è necessario poter approfondire.

Se, inoltre, ci soffermiamo ulteriormente - spero di riuscire a spiegarmi in questa sede -, potremmo dire che anche lei, come lui, sta dando peso alla sua difficoltà di erezione e alla sua distanza. Senza ricordarsi della compattezza di quel "noi", che vi riguarda.

Allora lo stesso potrebbe essere per lui. Non la mancanza di desiderio di avere dei figli, ma un carico emotivo che interferisce e pone un veto a quel desiderio. Un carico, magari fatto di ansie e paure, che si fa sentire attraverso un depotenziamento di sé, una rinuncia magari.

È un discorso molto complesso, sarebbe necessario approfondirlo con lui o con voi insieme, dal vivo.
Il suo carico emotivo potrebbe affondare le radici nel suo passato. Lui forse ce lo dice: essere padre significa rivoluzionare la sua vita in quanto vuol dire, in qualche modo, fare i conti con il suo essere figlio e con le difficoltà di crescere, forse di poter credere in se stesso, con tutto quello che comporta. Questo apre un mondo, il suo, fatto di una complessità umana, come quella di ciascuno di noi.

Dal mio punto di vista, avete l'occasione di crescere insieme, con la spinta vitale che il vostro incontro crea. Questo crescere però non viene da sé né può essere semplice o veloce. È un percorso che può essere accidentato, in divenire, e fonte di disagio e difficoltà, poiché rompe gli equilibri consolidati nel tempo, il miglior compromesso che si è trovato per poter vivere.

Questa rottura è creativa, perché spesso certi equilibri sono terribilmente sopravvivenziali e mortiferi. Allo stesso tempo però può generare forti angosce, di cui bisogna potersi occupare con il generoso aiuto reciproco, senza fretta né imposizioni, ma anche per conto proprio, credendoci con tutte le proprie forze.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#6]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dr. de Sanctis,

la ringrazio molto per il suo messaggio.
Questa mattina, quando ho accompagnato il mio amore in stazione per prendere il treno, non avrei voluto separarmi da lui, non era il momento giusto, avrei avuto bisogno di parlare, confrontarmi, ero confusa e in ansia...
Ho sentito il bisogno di scriverle e le sue parole mi hanno aiutata a riflettere, a guardare la situazione con più serenità, a ripensare ai miei timori e a desiderare di cogliere quell'occasione di crescere insieme che lei ben descrive.

Ha perfettamente ragione quando scrive che stiamo vivendo quella esperienza prodigiosa che è l'innamoramento, e questo pomeriggio ne ho avuto la riprova.

Dopo aver letto il suo messaggio mi sono messa a lavorare. Ero a casa da sola, immersa nelle mie carte, quando improvvisamente suona il campanello...era lui, era tornato. All'inizio mi sono preoccupata, lo avevo messo sul treno e sapevo che doveva essere da un cliente a molti km di distanza e invece era lì...temevo che non si fosse sentito bene e che avesse dovuto rientrare...
Preciso, scientifico, meticoloso e quasi maniacale aveva riamandato tutto e preso il primo treno per poter tornare da me...mi ha detto che aveva un discorso in sospeso che non lo lasciava lavorare...
Mi ha baciata, abbracciata, stretta e ha decisamente recuperato tutto ciò che la sera prima non era riuscito bene...era un fiume di passione!
Poi abbiamo parlato a lungo, io gli ho confidato le mie ansie e la sensazione che avevo avuto di sentirlo distante e lui ha cercato di spiegarmi il suo stato d'animo con una lettera che ha scritto per me mentre tornava in treno...per completezza la trascivo qui.

Cara C.
da quando sei entrata nella mia vita hai portato luce e colore in una esistenza stanca.
In tante occasioni avevo cercato l'amore, ma la timidezza, la mia insicurezza, il timore di soffrire, il timore di non essere all'altezza, una donna che non era quella giusta per me, avevano sempre fatto naufragare il progetto.
Oggi, insieme, stiamo costruendo un legame che si fortifica di giorno in giorno e si arricchisce di sfumature e di passione.
Abbiamo entrambi alle spalle un vissuto doloroso che ci ha duramente messi alla prova, ma che ci ha anche permesso di essere le persone che siamo oggi.
La tua sensibilità nell'accogliere le mie fragilità e il privilegio che mi hai concesso nell'affidarmi i tuoi sentimenti più intimi mi riempiono di gioia.
Il tuo desiderio di provare ad avere un figlio mi appassiona e mi spaventa. Ho con i miei genitori un legame molto forte, sono stato un figlio per tutta la vita e ancora oggi ricerco il loro consenso e il loro supporto, ma riconosco nel loro modello educativo un "falla" che per me è stato un fardello da portare, soprattutto in giovane età: non abbiamo mai parlato di sentimenti, emozioni, paure. Le domande di mia madre erano: "hai mangiato?" e non "come stai, come ti senti..."oppure mi chiedeva dei risultati che avevo ottenuto e non delle ansie, paure, timori o emozioni che avevo dovuto superare per ottenerli. In molte occasioni avrei avuto bisogno di un supporto emotivo che non ho ricevuto e non sapevo ricercare...molti dei miei problemi di ansia e depressione, di cui ti ho parlato, affondano le radici in questa mia incapacità di manifestare il mio vissuto interiore.
Oggi ho trovato una donna che riesce a farmi esprimere le mie paure più profonde e che vorrebbe provare a rendermi padre. Oggi ho pensato molto a che padre potrei essere, a quanti errori potrei commettere, a quanti problemi, ansie e delusioni potrei andare incontro, ma ho anche capito che che la gioia di un figlio possa valere il rischio, ho anche capito che questo significa vivere e voglio farlo insieme a te.
Credo che ieri l'emotività mi abbia giocato un brutto scherzo... Per imbarazzo e timore non ti ho mai parlato di problemi di erezione che già avevo avuto in passato e ieri ho avuto il timore di ritornare a quei tempi bui e dolorosi. Oggi ho capito che adesso il problema è diverso, è un'emotività sconvolgente, che probabilmente cambierà la mia vita per sempre, ma è una emotività positiva. In passato era ansia, un qualcosa da cui sfuggire per non essere sopraffatti...
Ti chiedo scusa se non ho saputo parlare, spiegare, aprirmi...quando il treno è partito mi sono sentito vuoto dentro, mi sembrava di scappare e non ho saputo resistere al desiderio di tornare da te...
Ti amo con tutto il mio cuore e desidero essere una parte importante della tua felicità.
S.

Creo che l'esperienza di oggi sia un esempio tangibile di quella "rottura creativa" di cui lei parla e credo che la lettera sia la conferma della volontà di crescere insieme, "con la spinta vitale che il nostro incontro crea".

La ringrazio molto per il suo supporto, che è arrivato nel momento in cui più ne avevo bisogno.
Ora lui è ripartito, ma questa volta il mio cuore è di nuovo leggero.

Grazie ancora per la pazienza, la generosità e la ricchezza della sua analisi, che ha saputo comprendere, argomentare e anticipare gli eventi...
Mi piacerebbe molto poterle scrivere ogni tanto...
C.
[#7]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Il suo racconto è toccante e credo non sia necessario aggiungere altro di fronte al vostro scambio, che mi sembra esemplare.

Se ci fosse bisogno di dirlo, non fatevi sconfiggere dalle difficoltà che potranno presentarsi e ripresentarsi. So che possono spaventare, e questo è comprensibile, ma è inevitabile che si verifichino se il rapporto è autentico e realmente intimo.

Vi state a poco a poco aprendo l'un l'altra, state consegnando con reciproca fiducia i vostri vissuti più intimi e delicati, vi state conoscendo sempre di più.

Questo processo non è facile, attiva ansie e paure, il timore di essere giudicati e di deludere. Non è scontato riuscire a vedere la confidenza dell'altro come un regalo di grande valore.
E a volte il "cuore" diviene "pesante" per tornare "leggero".

La ringrazio per le sue parole e per avere condiviso la sua e la vostra esperienza così ricca, che è una preziosa testimonianza per tutti noi.

Per questo vostro inizio promettente, il mio più sincero augurio,
Enrico de Sanctis
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