Crisi di pianto
Buongiorno,
premetto che qualche tempo fa avevo già inserito un consulto 'disturbo ossessivo compulsivo', ne apro uno nuovo per non rendere troppo prolisso il precedente, dato che le tematiche sono leggermente diverse.
Vorrei chiedere un parere a voi sulla mia situazione: non riesco a d essere sereno, ne nel complesso ne nelle piccole cose. Quando penso alla serenità o a fare delle cose che a me piacciono (per esempio andare in palestra, uscire con gli amici, ecc...) sento un peso allo stomaco, con annesso senso di rifiuto (anche se poi le cose forzandomi le faccio).
Da un pò di tempo a questa parte ho continue crisi di pianto, le quali però non riesco a capire da cosa siano scaturite, cioè il pensiero che me le fa partire.
A volte penso a qualcosa e piango, e mentre piango mi rendo conto che non sto piangendo per quel pensiero ma per altro, anche se non riesco a capire cosa. L'altro giorno dallo psicoterapeuta (ne sono già in cura) pensando\parlando di me da bambino (solo un breve accenno) ho sentito una tristezza molto forte venirmi da dentro, con uno stimolo di piangere molto amplificato rispetto al solito, come se avessimo toccato un tasto molto dolente, anche se non si è detto niente di particolare (ora non ricordo la frase precisa che è stata detta).
Come dovrei interpretarlo questo episodio?
Riporto altri sintomi (o presunti tali):
-tanta confusione in testa
-non mi riconosco allo specchio o mentre parlo
-i miei pensieri sono confusi e sento la necessità di ripetermeli in testa
-non ho stimoli dal quotidiano e neanche pensando al futuro (nonostante so che cosa vorrei dalla mia vita se stessi bene)
-senso di peso sullo sterno\bocca dello stomaco abbastanza frequente
- non mi sento idoneo ad essere sereno
Grazie
premetto che qualche tempo fa avevo già inserito un consulto 'disturbo ossessivo compulsivo', ne apro uno nuovo per non rendere troppo prolisso il precedente, dato che le tematiche sono leggermente diverse.
Vorrei chiedere un parere a voi sulla mia situazione: non riesco a d essere sereno, ne nel complesso ne nelle piccole cose. Quando penso alla serenità o a fare delle cose che a me piacciono (per esempio andare in palestra, uscire con gli amici, ecc...) sento un peso allo stomaco, con annesso senso di rifiuto (anche se poi le cose forzandomi le faccio).
Da un pò di tempo a questa parte ho continue crisi di pianto, le quali però non riesco a capire da cosa siano scaturite, cioè il pensiero che me le fa partire.
A volte penso a qualcosa e piango, e mentre piango mi rendo conto che non sto piangendo per quel pensiero ma per altro, anche se non riesco a capire cosa. L'altro giorno dallo psicoterapeuta (ne sono già in cura) pensando\parlando di me da bambino (solo un breve accenno) ho sentito una tristezza molto forte venirmi da dentro, con uno stimolo di piangere molto amplificato rispetto al solito, come se avessimo toccato un tasto molto dolente, anche se non si è detto niente di particolare (ora non ricordo la frase precisa che è stata detta).
Come dovrei interpretarlo questo episodio?
Riporto altri sintomi (o presunti tali):
-tanta confusione in testa
-non mi riconosco allo specchio o mentre parlo
-i miei pensieri sono confusi e sento la necessità di ripetermeli in testa
-non ho stimoli dal quotidiano e neanche pensando al futuro (nonostante so che cosa vorrei dalla mia vita se stessi bene)
-senso di peso sullo sterno\bocca dello stomaco abbastanza frequente
- non mi sento idoneo ad essere sereno
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
proprio come sostenuto dai colleghi nel precedente consulto, essendo già seguito da uno psicoterapeuta, sarebbe opportuno che con lui affrontasse queste questioni.
Per proseguire nel cammino di cura è importante che Lei esprima in quella sede i suoi dubbi, le sue perplessità e i suoi timori.
Eventualmente, si può confrontare anche in merito ad una consulenza psichiatrica atta a valutare la necessità di un supporto farmacologico.
Saluti.
proprio come sostenuto dai colleghi nel precedente consulto, essendo già seguito da uno psicoterapeuta, sarebbe opportuno che con lui affrontasse queste questioni.
Per proseguire nel cammino di cura è importante che Lei esprima in quella sede i suoi dubbi, le sue perplessità e i suoi timori.
Eventualmente, si può confrontare anche in merito ad una consulenza psichiatrica atta a valutare la necessità di un supporto farmacologico.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Gentile utente,
per rispondere alla sua domanda, consideri che il pianto è una funzione fisiologica indotta il più delle volte da stati stressanti (positivi o negativi), i quali sono considerati una precondizione necessaria allo stesso.
Ciò significa che "piangere senza motivo" non è una definizione corretta; si può certamente piangere per un motivo che al momento non ci è noto ma che è invece "relegato" nella parte più inconscia di noi.
Nel suo caso quindi, il pianto è l'espressione di uno stato di malessere generale che si manifesta in momenti e situazioni aspecifici.
Continui il percorso di terapia già intrapreso e, come correttamente suggerito dalla collega, esponga al terapeuta tutti i suoi dubbi e/o preoccupazioni.
Un saluto,
per rispondere alla sua domanda, consideri che il pianto è una funzione fisiologica indotta il più delle volte da stati stressanti (positivi o negativi), i quali sono considerati una precondizione necessaria allo stesso.
Ciò significa che "piangere senza motivo" non è una definizione corretta; si può certamente piangere per un motivo che al momento non ci è noto ma che è invece "relegato" nella parte più inconscia di noi.
Nel suo caso quindi, il pianto è l'espressione di uno stato di malessere generale che si manifesta in momenti e situazioni aspecifici.
Continui il percorso di terapia già intrapreso e, come correttamente suggerito dalla collega, esponga al terapeuta tutti i suoi dubbi e/o preoccupazioni.
Un saluto,
Dr.ssa Michela De Simone
Psicologa
Nardò - Cutrofiano (Le)
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.2k visite dal 28/06/2016.
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