Ossessione suicida.

Buon pomeriggio.
Premetto che sto per iniziare una terapia psichiatrica ma nel frattempo non riesco più a gestire queste mie "ossessioni".
In particolare quella del suicidio.
È normale pensarci così tanto? Io credo che sia l'unica soluzione ma nel contempo la paura di morire mi stronca, essendo anche molto ipocondriaca.
Vivo questa mi vita come un paradosso vero e proprio.
Non so più cosa fare, inizialmente i fiori di Bach mi aiutavano ora invece non provo più benessere e sono contraria a qualsiasi tipo di psicofarmaco consigliatomi precedentemente.
Arrivo a chiedermi "ma sto vivendo" a vedere me stessa come se fossi il personaggio di un qualsiasi scherzo del destino.
Mi vergogno di parlarne ed in me instauro veri e propri dialoghi che non hanno né capo né coda, "e se mi successe ciò" "e se tentata lo facessi davvero".
Paura.
Paura di non tornare più a vivere serenamente.
[#1]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio a lei,

capisco che cosa intende quando dice che le sembra di vivere un paradosso. È una sensazione molto centrale che sottolinea in modo acuto, e mi appare coerente leggendo il suo racconto. Verrebbe infatti da dire che da una parte sottolinea un pensiero continuo rispetto al suicidio, dall'altra l'ipocondria.

Senz'altro è necessario che possa approfondire dal vivo i suoi vissuti e il suo malessere, attraverso un dialogo riflessivo ed emotivo.
È importante che possa comprendere il senso di una sua inquietudine e trovare la strada per vivere senza queste "ossessioni e ipocondrie".
Se si guarderà dentro, sono sicuro che riuscirà a trovare ciò che sta cercando, è molto giovane e ha ancora la vita davanti a sé.

Prima di salutarla, ne approfitto per lasciarle un mio pensiero evocato da una sua suggestione, quando dice: "Arrivo a chiedermi "ma sto vivendo" a vedere me stessa come se fossi il personaggio di un qualsiasi scherzo del destino".

Ho pensato che è stanca di vivere in modo sopravvivenziale e forse desidera esprimere se stessa in modo più autentico. Questo mi ha fatto riflettere sulla distinzione tra sopravvivenza ed esistenza.
Quando parla di "personaggio" e di "destino", penso che stia indicando la strada della sopravvivenza, una strada chiusa, in cui il suo posto è già stabilito, come se dovesse percorrere dei binari obbligati. Come se si sentisse in un'ingiusta trappola?

Allora un lavoro su di sé potrà portarla ad aprire il destino, in modo da poter trovare una nuova strada in cui ci potrà esserci anche qualche piacevole sorpresa.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
Utente
Utente
Spero che questo percorso possa aiutarmi perché l'unica cosa che vorrei ora è uscire da questo tunnel che mi porta ad avere attacchi di panico continui.
A volte ho paura di bere perché quell'acqua potrebbe essere avvelenata, non mi spiego come sia possibile, questo avere tutta la vita davanti mi spaventa ancor di più pensando che probabilmente dovrò vivere inutilmente, inutile è il modo in cui mi sento ora.
La ringrazio tanto per la sua risposta, è stato gentilissimo.
[#3]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Capisco come si sente e non è strano il suo carico emotivo oggi. Il senso di paura e di inutilità per la vita sono vissuti difficili che però vive ora. In futuro le cose potrebbero cambiare in un modo che potrebbe sorprenderla.

Accanto alla terapia farmacologica, penso che un percorso psicologico in cui potersi guardare dentro, soffermarsi a riflettere e fare una nuova esperienza di se stessa sia necessario valutarlo.

Un saluto,
Enrico de Sanctis
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