ipocondria o malattia reale?
Gentili dottori,
vi scrivo perché da due mesi a questa parte la mia vita è totalmente cambiata. Ero una persona in salute, tranquilla, sportiva, non fumatrice e studiosa. Anzi, nell’ultimo anno, la mia vita è addirittura migliorata, perché ho trovato l’amore. Tutto perfetto fino a quando, un giorno, dopo pranzo, sono stata poco bene con tachicardia e debolezza. Da lì, un calvario. Ho effettuato un controllo dal cardiologo (cuore sano), dall’endocrinologo, ho fatto esami del sangue, fino a quando gastroenterologo e otorino mi diagnosticarono una MRGE, con sintomi atipici, quali tachicardia, tosse stizzosa, dolore al braccio sinistro e torace, insomma, sintomi molto simili a quelli di un attacco di cuore. Tuttavia, avevo bisogno di misurare continuamente la pressione, perché era come se non mi fidassi del medico. Nonostante la cura avesse portato fin da subito i suoi benefici, continuavo a sospettare un possibile infarto, o un problema ai polmoni, per arrivare, ultimamente, ad associare ad un intorpidimento della gamba una trombosi, ad esempio. Somatizzo la qualunque e tremo spesso. Ho smesso di misurare la pressione, ma il senso di soffocamento provocato dalla MRGE non mi rasserena, così come le parole degli specialisti che mi hanno visitata. Il gastroenterologo ha deciso di sottopormi alle prove di intolleranza. Fatto il prelievo, già temo che la dottoressa (avendo avuto difficoltà a trovare la vena) mi abbia potuto recare qualche danno! Le mie autodiagnosi partono da internet, cerco i sintomi (la notte ho un disturbo, mi sveglio e lo cerco) e poi vado dritta alla causa. Nonostante fossi una persona sportiva, adesso ho paura di non poter fare alcun tipo di sforzo e anche nell’intimità provo un grande disagio. Vi lascio immaginare quanto questo stia esasperando le persone che mi vogliono bene, che costantemente mi consigliano di non cercare nulla su internet. Io però mi lascio prendere dallo sconforto e ho crisi di pianto, dicendo: “non voglio morire, non vi voglio lasciare”. Questa situazione mi pesa tanto, io non so se sia nata perché non abituata ai “medici”, o perché inizialmente si è faticato molto nel ricercare la causa. Sono arrivata ad un punto in cui ho paura di rimanere sola a casa, non so più riconoscere se sto bene, se è un momento in cui ho i sintomi o meno. Ho anche perso la concentrazione nello studio, ho paura di viaggiare in auto. Vorrei smetterla di chiedere rassicurazioni del tipo “non avrò un infarto, vero?”, “non morirò?”. Vorrei non dover ricorrere ad uno psicoterapeuta o a farmaci, perchè voglio svegliarmi da questo torpore. Adesso, io non so se abbia sbagliato a parlarne, perché forse, più ne parlo, più alimento le mie paure. Non è la prima volta che scrivo qui per ricevere rassicurazioni, infatti il mio ragazzo mi ha consigliato di non farlo. Vorrei riprendere in mano la mia vita e capire se, effettivamente, trattasi di disturbi amplificati dalla mia mente o di un male di cui realmente non si viene a capo.
Cordialmente
vi scrivo perché da due mesi a questa parte la mia vita è totalmente cambiata. Ero una persona in salute, tranquilla, sportiva, non fumatrice e studiosa. Anzi, nell’ultimo anno, la mia vita è addirittura migliorata, perché ho trovato l’amore. Tutto perfetto fino a quando, un giorno, dopo pranzo, sono stata poco bene con tachicardia e debolezza. Da lì, un calvario. Ho effettuato un controllo dal cardiologo (cuore sano), dall’endocrinologo, ho fatto esami del sangue, fino a quando gastroenterologo e otorino mi diagnosticarono una MRGE, con sintomi atipici, quali tachicardia, tosse stizzosa, dolore al braccio sinistro e torace, insomma, sintomi molto simili a quelli di un attacco di cuore. Tuttavia, avevo bisogno di misurare continuamente la pressione, perché era come se non mi fidassi del medico. Nonostante la cura avesse portato fin da subito i suoi benefici, continuavo a sospettare un possibile infarto, o un problema ai polmoni, per arrivare, ultimamente, ad associare ad un intorpidimento della gamba una trombosi, ad esempio. Somatizzo la qualunque e tremo spesso. Ho smesso di misurare la pressione, ma il senso di soffocamento provocato dalla MRGE non mi rasserena, così come le parole degli specialisti che mi hanno visitata. Il gastroenterologo ha deciso di sottopormi alle prove di intolleranza. Fatto il prelievo, già temo che la dottoressa (avendo avuto difficoltà a trovare la vena) mi abbia potuto recare qualche danno! Le mie autodiagnosi partono da internet, cerco i sintomi (la notte ho un disturbo, mi sveglio e lo cerco) e poi vado dritta alla causa. Nonostante fossi una persona sportiva, adesso ho paura di non poter fare alcun tipo di sforzo e anche nell’intimità provo un grande disagio. Vi lascio immaginare quanto questo stia esasperando le persone che mi vogliono bene, che costantemente mi consigliano di non cercare nulla su internet. Io però mi lascio prendere dallo sconforto e ho crisi di pianto, dicendo: “non voglio morire, non vi voglio lasciare”. Questa situazione mi pesa tanto, io non so se sia nata perché non abituata ai “medici”, o perché inizialmente si è faticato molto nel ricercare la causa. Sono arrivata ad un punto in cui ho paura di rimanere sola a casa, non so più riconoscere se sto bene, se è un momento in cui ho i sintomi o meno. Ho anche perso la concentrazione nello studio, ho paura di viaggiare in auto. Vorrei smetterla di chiedere rassicurazioni del tipo “non avrò un infarto, vero?”, “non morirò?”. Vorrei non dover ricorrere ad uno psicoterapeuta o a farmaci, perchè voglio svegliarmi da questo torpore. Adesso, io non so se abbia sbagliato a parlarne, perché forse, più ne parlo, più alimento le mie paure. Non è la prima volta che scrivo qui per ricevere rassicurazioni, infatti il mio ragazzo mi ha consigliato di non farlo. Vorrei riprendere in mano la mia vita e capire se, effettivamente, trattasi di disturbi amplificati dalla mia mente o di un male di cui realmente non si viene a capo.
Cordialmente
[#1]
Gentile Signorina,
Temo che Lei debba prendere in esame la necessita' di ricorrere ad uno psicoterapeuta dinamico / analitico che operi con metodologie psicosomatiche.
Infatti da quando e' capitato il primo disturbo Lei e' stata sempre peggio e allucina addirittura di dovere morire!
Esisteranno dei motivi inconsci molto grossi per tutto cio' e nel Suo interesse penso che debba fronteggiarli al piu' presto.
Le formulo i migliori auguri!
Temo che Lei debba prendere in esame la necessita' di ricorrere ad uno psicoterapeuta dinamico / analitico che operi con metodologie psicosomatiche.
Infatti da quando e' capitato il primo disturbo Lei e' stata sempre peggio e allucina addirittura di dovere morire!
Esisteranno dei motivi inconsci molto grossi per tutto cio' e nel Suo interesse penso che debba fronteggiarli al piu' presto.
Le formulo i migliori auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile ragazza,
uno psicologo psicoterapeuta non solo potrebbe esserle di grande aiuto nel combattere l'ansia e i sintomi di ipocondria, ma anche per neutralizzare eventuali fattori psicologici che possono aver contribuito al MRGE. Tale disturbo infatti risente spesso dello stress e di fattori emotivi.
Cordiali saluti
uno psicologo psicoterapeuta non solo potrebbe esserle di grande aiuto nel combattere l'ansia e i sintomi di ipocondria, ma anche per neutralizzare eventuali fattori psicologici che possono aver contribuito al MRGE. Tale disturbo infatti risente spesso dello stress e di fattori emotivi.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#3]
Utente
Gentili dottoresse,
vi ringrazio dei preziosi consigli. Ieri sono stata bene tutta la giornata, non ho cercato rassicurazioni e non ho accusato i sintomi fastidiosi di sempre. Tutto questo fino a quando non ho appreso della morte di una vicina di casa, morta per tumore al fegato. Era una persona molto giovane. Dopo la notizia sono scattate tristezza e paura e durante la cena, mia madre ha pronunciato una frase "non mi piace questa tosse". Ho riposato stanotte, ma questa mattina mi sono svegliata con sensi di vuoto al petto, mancanza di respiro, tosse e mani sudate. Ho chiesto a mia madre di portarmi da uno pneumologo (l'unico specialista da cui non sono stata), ma lei non vuole, perché sostiene che poi vorrò essere visitata da altri medici, ancora e ancora. Se ieri magari pensavo ad un problema circolatorio, oggi penso ad uno polmonare. La mia domanda è: l'ansia di questa mattina può essersi manifestata a causa degli eventi di ieri, a scoppio ritardato? Può essere che, trovandomi in questa condizione precaria, alla minima frase o accadimento, io possa accusarne?
Ho notato inoltre che sto diventando aggressiva, rispondo stizzita alle persone a me più vicine. Sono diventata intollerante verso situazioni "banali", come se mi stessero facendo un gran torto. Addirittura, quando litigo o mi innervosisco col mio ragazzo, iniziano a comparirmi moltissime chiazze rosse sul petto, cosa che prima mi accadeva, ma non così.
Grazie, cordialmente
vi ringrazio dei preziosi consigli. Ieri sono stata bene tutta la giornata, non ho cercato rassicurazioni e non ho accusato i sintomi fastidiosi di sempre. Tutto questo fino a quando non ho appreso della morte di una vicina di casa, morta per tumore al fegato. Era una persona molto giovane. Dopo la notizia sono scattate tristezza e paura e durante la cena, mia madre ha pronunciato una frase "non mi piace questa tosse". Ho riposato stanotte, ma questa mattina mi sono svegliata con sensi di vuoto al petto, mancanza di respiro, tosse e mani sudate. Ho chiesto a mia madre di portarmi da uno pneumologo (l'unico specialista da cui non sono stata), ma lei non vuole, perché sostiene che poi vorrò essere visitata da altri medici, ancora e ancora. Se ieri magari pensavo ad un problema circolatorio, oggi penso ad uno polmonare. La mia domanda è: l'ansia di questa mattina può essersi manifestata a causa degli eventi di ieri, a scoppio ritardato? Può essere che, trovandomi in questa condizione precaria, alla minima frase o accadimento, io possa accusarne?
Ho notato inoltre che sto diventando aggressiva, rispondo stizzita alle persone a me più vicine. Sono diventata intollerante verso situazioni "banali", come se mi stessero facendo un gran torto. Addirittura, quando litigo o mi innervosisco col mio ragazzo, iniziano a comparirmi moltissime chiazze rosse sul petto, cosa che prima mi accadeva, ma non così.
Grazie, cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 27/06/2016.
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