Il colpevole, è stata più forte
Prima di esporvi il problema, voglio farvi i miei più sinceri complimenti per il sito, davvero utilissimo e gestito con competenza ed estrema cordialità.
Ma veniamo a me: ho 25 anni e una cosiddetta vita normale: studio, esco con gli amici, faccio sport quotidianamente, alimentazione "da manuale" (niente dolci, tantissima verdura, pesce e poca carne), bevo alcoolici nei week end, fumo (ed anche parecchio, è l'unico vizio che non riesco a eliminare).
Esami del sangue e delle urine "perfetti" (parola di medico), ottima salute generale, se si eccettua una fastidiosissima esofagite da reflusso in stato avanzato curata ormai tanti mesi fa dopo anni di bruciori: gastroscopia, modifiche all'alimentazione e limpidex da 15 mg per qualche mese. ora, fisicamente, sto da re.
A parte un problema, l'unico, ma terribile: l'ansia da prestazione.
Mi spiego meglio: 4 anni fa incontro una ragazza, è la mia prima vera storia, ci fidanziamo, solito copione: petting in macchina, tante attenzioni, tutto bellissimo. finchè non arriva il momento fatidico, in cui commetto forse uno degli errori peggiori possibili: non le rivelo che, al contrario suo, ero vergine...la prima volta è un flop clamoroso (erezione perfetta, scomparsa al momento di infilare il preservativo) e così anche le seguenti. lei è molto comprensiva e dolce, veramente d'oro e la relazione si trascina, dal punto di vista sessuale, tra alti (non moltissimi) e bassi (tanti) per circa due anni: raggiungo l'erezione ma la perdo in maniera frequente nel momento clou, non vivendo il momento con la dovuta tranquillità e serenità.
durante questo periodo non parlo del mio problema con nessuno, non mi rivolgo a nessun medico, cerco di ignorarlo nella stupida convinzione che come è arrivato passerà...niente di più sbagliato.
la storia finisce e, dopo qualche esperienza "volante" di sesso orale, in cui tutto va a meraviglia, incontro una nuova ragazza qualche mese fa: mi sento bene, ignoro completamente il problema della relazione precedente, sono forte dell'esperienza fatta e deciso a non ripetere gli errori...cosa che, come avrete già capito, avviene.
finchè siamo in macchina, finchè sono nella convinzione mentale che "sarà impossibile fare sesso", raggiungo e mantengo senza il benchè minimo problema l'erezione e vivo in modo completo il momento.
quando invece so che l'occasione ci porterà ad avere un rapporto sessuale completo, ad esempio quando la invito a casa mia, "lui" non ne vuole proprio sapere oppure decide di rinunciare dopo una partenza incoraggiante. ne parlo col mio medico, utilizando il mio linguaggio, ironico e disaccrante (è il mio modo, forse, per esorcizzare i problemi) e mi prescrive Cialis da 5 mg, giusto perchè possa sbloccarmi e poi proseguire con le mie gambe. a malincuore, visto che non ho una grande simpatia per i medicinali, accetto e inizio ad assumere il farmaco: effetti positivi, mi sento come su una giostra....se non che, quando arriva la serata giusta, zac....niente di niente, non si muove una foglia....ecco, questo non me l'aspettavo, penso, ma, in fondo, è la tipica dimostrazione di una cosa di cui sono convinto da sempre: se la testa non c'è, il fisico non reagisce. la mia ansia da prestazione, ormai sono convinto sia lei il colpevole, è stata più forte.
ieri sera ennesima mazzata: ci ritroviamo in macchina, a fine serata, sesso orale "da oscar", restiamo a parlare mezz'oretta e poi, visto il ripresentarsi delle condizioni favorevoli (erezione e voglia comune) decidiamo di farlo lì..potete immaginarvi com'è finita: entrambi a fumare una sigaretta, senza il consueto amplesso precedente.
ho prenotato un consulto da uno psicoterapeuta sessuolo per questa settimana, ho bisogno di qualcuno che con competenza e umanità mi sappia aiutare. di resistenze non ne ho, come forse potrete capire ne parlo in maniera "abbastanza" libera ed ironica, ma la cosa che mi angoscia è il non sapere da dove questa sensazione, questo problema derivi: sono sereno, ho voglia di lei, ho voglia di fare l'amore (e, senza Cialis, la situazione era esattamente identica), non ho ansie a livello conscio particolari, non sento l'esigenza pressante di fare bella figura...eppure, tutto si ripete.
ho detto al mio medico: "secondo me la mia ansia si origina da qualcosa di inconscio, di cui non sono consapevole"..."vedrai, prendi due pastiglie di Cialis e l'inconscio va a farsi benedire"...s'è visto...
concludo con una informazione che penso sia importante: nella quotidianità tutto va bene, ho erezioni diurne e notturne regolari, riesco a masturbarmi con successo e ad infilare un preservativo senza grossi problemi. non penso sia qualcosa di organico, in sostanza, e non è questa la paura che mi blocca. so di stare bene, so di essere a posto, da questo punto di vista.
spero di riuscire a superare questa cosa, per non rischiare di perdere un'altra ragazza (sebbene infatti non lo ammetterò mai a nessuno, men che meno a me stesso, forse una delle cause della fine della prima relazione è stato proprio il sesso).
Vi chiedo un consiglio, una parola, un supporto, qualsiasi cosa.
Grazie, un saluto.
Ma veniamo a me: ho 25 anni e una cosiddetta vita normale: studio, esco con gli amici, faccio sport quotidianamente, alimentazione "da manuale" (niente dolci, tantissima verdura, pesce e poca carne), bevo alcoolici nei week end, fumo (ed anche parecchio, è l'unico vizio che non riesco a eliminare).
Esami del sangue e delle urine "perfetti" (parola di medico), ottima salute generale, se si eccettua una fastidiosissima esofagite da reflusso in stato avanzato curata ormai tanti mesi fa dopo anni di bruciori: gastroscopia, modifiche all'alimentazione e limpidex da 15 mg per qualche mese. ora, fisicamente, sto da re.
A parte un problema, l'unico, ma terribile: l'ansia da prestazione.
Mi spiego meglio: 4 anni fa incontro una ragazza, è la mia prima vera storia, ci fidanziamo, solito copione: petting in macchina, tante attenzioni, tutto bellissimo. finchè non arriva il momento fatidico, in cui commetto forse uno degli errori peggiori possibili: non le rivelo che, al contrario suo, ero vergine...la prima volta è un flop clamoroso (erezione perfetta, scomparsa al momento di infilare il preservativo) e così anche le seguenti. lei è molto comprensiva e dolce, veramente d'oro e la relazione si trascina, dal punto di vista sessuale, tra alti (non moltissimi) e bassi (tanti) per circa due anni: raggiungo l'erezione ma la perdo in maniera frequente nel momento clou, non vivendo il momento con la dovuta tranquillità e serenità.
durante questo periodo non parlo del mio problema con nessuno, non mi rivolgo a nessun medico, cerco di ignorarlo nella stupida convinzione che come è arrivato passerà...niente di più sbagliato.
la storia finisce e, dopo qualche esperienza "volante" di sesso orale, in cui tutto va a meraviglia, incontro una nuova ragazza qualche mese fa: mi sento bene, ignoro completamente il problema della relazione precedente, sono forte dell'esperienza fatta e deciso a non ripetere gli errori...cosa che, come avrete già capito, avviene.
finchè siamo in macchina, finchè sono nella convinzione mentale che "sarà impossibile fare sesso", raggiungo e mantengo senza il benchè minimo problema l'erezione e vivo in modo completo il momento.
quando invece so che l'occasione ci porterà ad avere un rapporto sessuale completo, ad esempio quando la invito a casa mia, "lui" non ne vuole proprio sapere oppure decide di rinunciare dopo una partenza incoraggiante. ne parlo col mio medico, utilizando il mio linguaggio, ironico e disaccrante (è il mio modo, forse, per esorcizzare i problemi) e mi prescrive Cialis da 5 mg, giusto perchè possa sbloccarmi e poi proseguire con le mie gambe. a malincuore, visto che non ho una grande simpatia per i medicinali, accetto e inizio ad assumere il farmaco: effetti positivi, mi sento come su una giostra....se non che, quando arriva la serata giusta, zac....niente di niente, non si muove una foglia....ecco, questo non me l'aspettavo, penso, ma, in fondo, è la tipica dimostrazione di una cosa di cui sono convinto da sempre: se la testa non c'è, il fisico non reagisce. la mia ansia da prestazione, ormai sono convinto sia lei il colpevole, è stata più forte.
ieri sera ennesima mazzata: ci ritroviamo in macchina, a fine serata, sesso orale "da oscar", restiamo a parlare mezz'oretta e poi, visto il ripresentarsi delle condizioni favorevoli (erezione e voglia comune) decidiamo di farlo lì..potete immaginarvi com'è finita: entrambi a fumare una sigaretta, senza il consueto amplesso precedente.
ho prenotato un consulto da uno psicoterapeuta sessuolo per questa settimana, ho bisogno di qualcuno che con competenza e umanità mi sappia aiutare. di resistenze non ne ho, come forse potrete capire ne parlo in maniera "abbastanza" libera ed ironica, ma la cosa che mi angoscia è il non sapere da dove questa sensazione, questo problema derivi: sono sereno, ho voglia di lei, ho voglia di fare l'amore (e, senza Cialis, la situazione era esattamente identica), non ho ansie a livello conscio particolari, non sento l'esigenza pressante di fare bella figura...eppure, tutto si ripete.
ho detto al mio medico: "secondo me la mia ansia si origina da qualcosa di inconscio, di cui non sono consapevole"..."vedrai, prendi due pastiglie di Cialis e l'inconscio va a farsi benedire"...s'è visto...
concludo con una informazione che penso sia importante: nella quotidianità tutto va bene, ho erezioni diurne e notturne regolari, riesco a masturbarmi con successo e ad infilare un preservativo senza grossi problemi. non penso sia qualcosa di organico, in sostanza, e non è questa la paura che mi blocca. so di stare bene, so di essere a posto, da questo punto di vista.
spero di riuscire a superare questa cosa, per non rischiare di perdere un'altra ragazza (sebbene infatti non lo ammetterò mai a nessuno, men che meno a me stesso, forse una delle cause della fine della prima relazione è stato proprio il sesso).
Vi chiedo un consiglio, una parola, un supporto, qualsiasi cosa.
Grazie, un saluto.
[#1]
Psicologo
Caro utente, devo dire che il grosso lo hai già fatto: sei consapevole che il tuo problema sia di origine psicologica e sei finalmente corso ai ripari. Partire in una terapia psicologica con la consapevolezza di averne bisogno e con l'obiettivo ben chiaro di voler risolve il problema a tutti i costi è già un buon inizio e ti favorisce nel processo terapeutico. Dal canto mio posso solo farti un grosso "in bocca al lupo" e null'altro. Affidati nelle mani del terapoeuta che hai contattato e non preoccuparti.
[#2]
Ex utente
Gent.ma Dott.ssa Magno, nel ringraziarla per la risposta, approfitto ancora della sua disponibilità e le chiedo, in linea di massima, se può spiegarmi a grandissime linee quali sono i trattamenti e le tempistiche curative di tale disturbo. non pretendo che scenda nel dettaglio, anche perchè so che è impossibile data la lontananza e l'assoluta estraneità fisica del contesto tramite cui comunichiamo...soltanto una panoramica generale della materia. mi sarebbe molto utile.
grazie infinite
un saluto
grazie infinite
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2k visite dal 26/10/2008.
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