Solitudine sessuale , depressione, nervosismo etc.
Gentili Dottori
Non riesco a trovare un titolo adeguato a questo consulto, né a piazzarlo nella giusta categoria, perché si tratta di una serie di fenomeni in concomitanza tra loro.
Per fare una breve sinossi della mia situazione, sono uno studente universitario che ha appena concluso il terzo anno; dato il gap di esami che mi mancano per la laurea triennale, e dati i miei precedenti trascorsi in altri ambiti di vita, di cui ho anche parlato un po' in uno dei miei ultimi consulti dell'anno precedente, ho deciso da Settembre scorso di dedicarmi con zelo allo studio per recuperare questo divario, e dedicarmi a tutte quelle che sono le mie attività principali, tra le quali la palestra. Nel contempo ho avuto anche una buona vita sociale, avendo ricostruito una nuova rete di conoscenze e amicizie, visto che con alcune delle precedenti avevo rotto in seguito ad attriti vari. Ma i miei obbiettivi principali sono sempre rimasti lo studio e la mia persona. Ho infatti accantonato l'idea di volermi impegnare sul piano affettivo, anche perché non ne sentivo il desiderio nell'immediato, dopo la mia ultima relazione, e dopo aver fatto più chiarezza con me stesso. Tuttavia non ho escluso comunque rapporti più leggeri o di piacere carnale con le donne. E arrivo al punto, in quanto dopo un anno di solo sgobbare, e pur avendo ottenuto ottimi risultati con gli esami, sono piombato in una quasi apatia e senso di inappagamento. Avrei voluto di più, dal punto di vista sessuale. Durante l'anno sono stato anche corteggiato da diverse ragazze ( tra l'altro non granché appetibili) , che però vedevano in me un principe azzurro con cui sistemarsi, mentre io le rifiutavo perché cercavo solo piacere sessuale che non ho trovato . Complice di ciò il retaggio culturale del mio territorio (specificato nel profilo) dove la donna è anche meno incline a rapporti più leggeri. A tutto ciò si aggiungono frustrazioni varie, tra cui la mancanza di lavoro e di entrate fisse , il che mi impedisce anche di distrarmi in altre maniere (tipo fare una vacanza diversa). Percepisco varie sensazioni, dalla solitudine al nervosismo, a momenti di quasi depressione (?). Sento di voler ritirarmi in eremitaggio, in un posto isolato o lontano dalla città, con aria pulita per meditare e rifare il punto della situazione. . Paradosso di tutto ciò, è che nella norma sono un ragazzo estroverso e anche eccentrico, ma sto cominciando a non escludere l'ipotesi di un disturbo. Ho già preso la decisione di evitare uscite e comitive troppo dispersive, ma contare solo sul giusto numero di amici validi. Prima che vi basiate su qualche mio precedente consulto, vi dico che sono molto cambiato in questi anni e fortificato. Solo adesso sto cominciando ad accusare questi colpi. Oltre che uno sfogo, spero che dal confronto con voi possa nascere qualcosa di utile. Grazie in anticipo.
Non riesco a trovare un titolo adeguato a questo consulto, né a piazzarlo nella giusta categoria, perché si tratta di una serie di fenomeni in concomitanza tra loro.
Per fare una breve sinossi della mia situazione, sono uno studente universitario che ha appena concluso il terzo anno; dato il gap di esami che mi mancano per la laurea triennale, e dati i miei precedenti trascorsi in altri ambiti di vita, di cui ho anche parlato un po' in uno dei miei ultimi consulti dell'anno precedente, ho deciso da Settembre scorso di dedicarmi con zelo allo studio per recuperare questo divario, e dedicarmi a tutte quelle che sono le mie attività principali, tra le quali la palestra. Nel contempo ho avuto anche una buona vita sociale, avendo ricostruito una nuova rete di conoscenze e amicizie, visto che con alcune delle precedenti avevo rotto in seguito ad attriti vari. Ma i miei obbiettivi principali sono sempre rimasti lo studio e la mia persona. Ho infatti accantonato l'idea di volermi impegnare sul piano affettivo, anche perché non ne sentivo il desiderio nell'immediato, dopo la mia ultima relazione, e dopo aver fatto più chiarezza con me stesso. Tuttavia non ho escluso comunque rapporti più leggeri o di piacere carnale con le donne. E arrivo al punto, in quanto dopo un anno di solo sgobbare, e pur avendo ottenuto ottimi risultati con gli esami, sono piombato in una quasi apatia e senso di inappagamento. Avrei voluto di più, dal punto di vista sessuale. Durante l'anno sono stato anche corteggiato da diverse ragazze ( tra l'altro non granché appetibili) , che però vedevano in me un principe azzurro con cui sistemarsi, mentre io le rifiutavo perché cercavo solo piacere sessuale che non ho trovato . Complice di ciò il retaggio culturale del mio territorio (specificato nel profilo) dove la donna è anche meno incline a rapporti più leggeri. A tutto ciò si aggiungono frustrazioni varie, tra cui la mancanza di lavoro e di entrate fisse , il che mi impedisce anche di distrarmi in altre maniere (tipo fare una vacanza diversa). Percepisco varie sensazioni, dalla solitudine al nervosismo, a momenti di quasi depressione (?). Sento di voler ritirarmi in eremitaggio, in un posto isolato o lontano dalla città, con aria pulita per meditare e rifare il punto della situazione. . Paradosso di tutto ciò, è che nella norma sono un ragazzo estroverso e anche eccentrico, ma sto cominciando a non escludere l'ipotesi di un disturbo. Ho già preso la decisione di evitare uscite e comitive troppo dispersive, ma contare solo sul giusto numero di amici validi. Prima che vi basiate su qualche mio precedente consulto, vi dico che sono molto cambiato in questi anni e fortificato. Solo adesso sto cominciando ad accusare questi colpi. Oltre che uno sfogo, spero che dal confronto con voi possa nascere qualcosa di utile. Grazie in anticipo.
[#1]
Genrile Utente,
I suoi precedenti consulti, sono infatti davvero tanti, come dice lei.
Come ha fatto a cambiare?
È stato in terapia?
Se si per quanto tempo?
Che tipo di percorso?
Il disagio di oggi non può essere disgiunto da quallo degli scorsi anni, è una sua logica conseguenza.
Si il confronto è utile, ma a lei non serve il confronto serve una diagnosi chiara del suo malessere ed un percorso risolutivo che tratti tutte le tematiche che le creano sofferenza e disagio.
I suoi precedenti consulti, sono infatti davvero tanti, come dice lei.
Come ha fatto a cambiare?
È stato in terapia?
Se si per quanto tempo?
Che tipo di percorso?
Il disagio di oggi non può essere disgiunto da quallo degli scorsi anni, è una sua logica conseguenza.
Si il confronto è utile, ma a lei non serve il confronto serve una diagnosi chiara del suo malessere ed un percorso risolutivo che tratti tutte le tematiche che le creano sofferenza e disagio.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Gentilissima Dr.ssa Randone
I miei consulti sono tanti, e non solo quelle inerenti la Psicologia, perché spesso se accuso un malessere o un disturbo chiedo anche delucidazioni su questo portale (NB: l'ultimo mio consulto risale al 2015) .
Molti dei precedenti di tipo psicologico, li ho superati crescendo e vivendo. Non ho compiuto percorsi terapeutici particolari, eccetto durante gli anni del liceo, dove ero seguito da uno psicoterapeuta e una neuropsichiatra infantile. Ma da allora sono mutate tante cose, la mia personalità in primis. Sono passato da una generale chiusura verso l'esterno, a un'apertura molto più accentuata. Ho avuto diversi 'successi', anche se spesso guardandomi indietro non mi bastano. E ho sempre voglia di un quid in più dalla mia vita. Quelli che temo di più sono dei picchi d'ira e nervosismo, che a volte affiorano.
I miei consulti sono tanti, e non solo quelle inerenti la Psicologia, perché spesso se accuso un malessere o un disturbo chiedo anche delucidazioni su questo portale (NB: l'ultimo mio consulto risale al 2015) .
Molti dei precedenti di tipo psicologico, li ho superati crescendo e vivendo. Non ho compiuto percorsi terapeutici particolari, eccetto durante gli anni del liceo, dove ero seguito da uno psicoterapeuta e una neuropsichiatra infantile. Ma da allora sono mutate tante cose, la mia personalità in primis. Sono passato da una generale chiusura verso l'esterno, a un'apertura molto più accentuata. Ho avuto diversi 'successi', anche se spesso guardandomi indietro non mi bastano. E ho sempre voglia di un quid in più dalla mia vita. Quelli che temo di più sono dei picchi d'ira e nervosismo, che a volte affiorano.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 26/06/2016.
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