suicidio

Sono figlia unica, dopo di me i miei due fratelli non sono riusciti a nascere. Mia madre è sempre stata attenta e ha cercato di non farmi mai mancare niente..purtroppo però il suo essere troppo mamma apprensiva mi ha resa incapace di essere autonoma, è come se cercassi sempre il suo consenso per tutto. Mio padre dal punto di vista legale ha cercato di non farmi mancare niente ma dal punto di vista affettivo mi ritengo orfana. Per tutta la vita, anche da piccolissima, ad ogni mio sbaglio mi ha sempre definita cretina o inutile o fallita. Ha sempre ammirato le figlie degli altri e non mi ha mai chiesto come stessi nei miei momenti bui. Ogni volta che ho litigato pesantemente con loro ad ogni sua brutta parola ho pensato al suicidio. Oggi mi ritrovo a pensarmi come essere inutile e che non valgo niente, mi chiedo perché sia nata io, sono una stupida. Da sempre pensando al suicidio non ho mai agito per paura del dolore. Se esistesse un modo indolore mi sarei suicidata da anni. È brutto vivere sentendosi sempre sotto giudizio di qualcuno che vorresti solo che ti considerare una brava figlia. Oggi credo di sentirmi un essere inutile a causa sua. Non so come fare. Non posso pagarmi un medico e ho provato ad andare in sedi gratuite ma sono sempre pieni. Ho bisogno forse anche solo di una parola gentile o di un consiglio su come togliermi di mezzo senza provare dolore.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Il suo desiderio di sfuggire il dolore esistenziale attraverso il suicidio e' un desiderio estremamente "popolare" diciamo!
Diffusisimo. In tutte le eta'.
Sfortunatamente o fortunatamente suicidarsi e' una cosa molto difficile.
C'e chi abitando ad un piano alto ha tentato di "defenestrarsi" ma e' rimasto aggrappato alle sbarre del balcone urlando fino a che non abbia ricevuto aiuto per risalire.
C'e anche da dire che questi tentativi di suicidio devono essere denunciati alla Polizia e quindi ad essi segue un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) con ricovero in un ambito psichiatrico di alcuni mesi e la "tenuta d"occhio" successiva.
Se invece si scelgono altri metodi (veleni) il rischio e' ancora di non morire ma rovinarsi la salute in modo perenne!
Tutto questa premessa e' per farle accettare che non si puo' "sfuggire" all'angoscia di vivere.
La vita e' piu' forte di tutto e occorre adeguarsi!
Che ne dice?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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