Ansia, tristezza
Salve sono una ragazza di 23 anni e ultimamente non riesco ad essere serena. Sono iscritta all'università da 5 anni e nell'ultimo anno sono passata da una laurea magistrale a quella triennale per poter finire prima gli esami e chiudere il percorso di studi. Nonostante ciò non sono riuscita a dare nemmeno un esame nell'ultimo anno . Da settembre ho lavorato in un negozio di abbigliamento presente in tutto il mondo e nonostante lo facessi per mettere da parte qualche soldo mentre finivo gli studi, mi sono resa conto che invece mi piaceva davvero fare quel lavoro e che c'era possibilità di crescita. dopo qualche mese spinta anche dalla mia famiglia ho lasciato quel lavoro e ne ho accettato un altro più vicino alla mia città per studiare di più. A febbraio ho fatto un incidente in motorino e dopo qualche settimana mi hanno licenziata. Durante la sessione invernale non avevo fatto neanche un esame e così mi sono ritrovata senza lavoro e senza aver combinato nulla all'università. Con il mio fidanzato stavamo pensando di andare a convivere mentre avevo ancora un lavoro ma avendolo perso abbiamo rimandato la cosa. Ora mi ritrovo in una situazione di continua ansia e infelicita. Ho addirittura un calo di desiderio sessuale e ho paura che tutta questa situazione si ritorca contro la relazione con il mio fidanzato (stiamo insieme da 5anni). A casa contano tutti sulla mia Laurea sia per l'investimento sostenuto fino ad oggi e poi anche perché già la mia sorella maggiore ha lasciato l'università dopo qualche anno avendo trovato un lavoro che la soddisfaceva. Io non so cosa fare, non riesco più a dare esami e vorrei lasciare l'università ma allo stesso tempo non saprei cosa fare nella mia vita, non ho passioni, mi sento spesso in colpa per le mie scelte e ogni tanto arrivo a pensare di essere inutile. Cosa dovrei fare? Ho pensato spesso di andare da uno psicologo ma non saprei a chi rivolgermi e oltretutto sarebbe una spesa che non potrei permettermi a lungo andare. Vi chiedo un vostro parere. Grazie
[#1]
Salve,
immagino che debba essere per lei un momento difficile. Da quello che ci racconta sembra sentirsi disorientata.
Eppure, dalle sue parole, sembra darci indicazioni preziose rispetto a quello che sta succedendo.
A volte capita che facciamo nostre le voci degli altri, soprattutto se sono quelle di persone a noi particolarmente care e importanti, come possono essere i propri genitori. Quando questo succede, può capitare che facciamo nostre le voci degli altri e perdiamo di vista noi stessi, non riconoscendo più la nostra voce.
Se rilegge il suo racconto potrebbe accorgersi di una contraddizione molto preziosa. Dice di sé di non avere passioni, eppure trasmette con chiarezza il suo desiderio di crescere professionalmente nel "negozio di abbigliamento presente in tutto il mondo". Dice: "Mi piaceva davvero fare quel lavoro", e mi sento di dire che questo sembra essere emblema di una passione.
Questa contraddizione sembra indicarci che al momento non può riconoscere se stessa, nonostante lei abbia tutto il potenziale necessario per tracciare la sua strada.
Se le piaceva davvero fare quel lavoro, cosa sembra essere accaduto poi? "Spinta" dal desiderio degli altri, e non più dal suo, preoccupata di deludere, colpevole di essere se stessa, lascia quel progetto. Devo dire che è doloroso questo, se è significato annullare se stessa.
Come se avesse abbandonato quella passione e si fosse sentita alla deriva, facendo addirittura un incidente in motorino, avendo un calo del desiderio sessuale e, purtroppo, sentendosi "inutile", non potendo procedere come forse avrebbe voluto e potuto, ai suoi progetti.
A volte è necessario trasgredire le proprie matrici originarie, e questo significa fare fronte al senso di colpa, che lei prova, significa in qualche modo tradire le aspettative degli altri, rinunciare all'idea di essere conforme.
Questo può essere inevitabile, se lei vuole seguire la sua strada più autentica ed essere se stessa.
L'idea di consultare uno psicologo e valutare una psicoterapia, come dice, è importante. Sembra motivata in tal senso. La psicoterapia è un percorso attraverso il quale può riprendere la sua vita, sentendola nelle sue mani. Provi a chiedere agli specialisti l'onorario, non tutti applicano tariffe elevate.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
immagino che debba essere per lei un momento difficile. Da quello che ci racconta sembra sentirsi disorientata.
Eppure, dalle sue parole, sembra darci indicazioni preziose rispetto a quello che sta succedendo.
A volte capita che facciamo nostre le voci degli altri, soprattutto se sono quelle di persone a noi particolarmente care e importanti, come possono essere i propri genitori. Quando questo succede, può capitare che facciamo nostre le voci degli altri e perdiamo di vista noi stessi, non riconoscendo più la nostra voce.
Se rilegge il suo racconto potrebbe accorgersi di una contraddizione molto preziosa. Dice di sé di non avere passioni, eppure trasmette con chiarezza il suo desiderio di crescere professionalmente nel "negozio di abbigliamento presente in tutto il mondo". Dice: "Mi piaceva davvero fare quel lavoro", e mi sento di dire che questo sembra essere emblema di una passione.
Questa contraddizione sembra indicarci che al momento non può riconoscere se stessa, nonostante lei abbia tutto il potenziale necessario per tracciare la sua strada.
Se le piaceva davvero fare quel lavoro, cosa sembra essere accaduto poi? "Spinta" dal desiderio degli altri, e non più dal suo, preoccupata di deludere, colpevole di essere se stessa, lascia quel progetto. Devo dire che è doloroso questo, se è significato annullare se stessa.
Come se avesse abbandonato quella passione e si fosse sentita alla deriva, facendo addirittura un incidente in motorino, avendo un calo del desiderio sessuale e, purtroppo, sentendosi "inutile", non potendo procedere come forse avrebbe voluto e potuto, ai suoi progetti.
A volte è necessario trasgredire le proprie matrici originarie, e questo significa fare fronte al senso di colpa, che lei prova, significa in qualche modo tradire le aspettative degli altri, rinunciare all'idea di essere conforme.
Questo può essere inevitabile, se lei vuole seguire la sua strada più autentica ed essere se stessa.
L'idea di consultare uno psicologo e valutare una psicoterapia, come dice, è importante. Sembra motivata in tal senso. La psicoterapia è un percorso attraverso il quale può riprendere la sua vita, sentendola nelle sue mani. Provi a chiedere agli specialisti l'onorario, non tutti applicano tariffe elevate.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Gentile Ragazza,
se i suoi genitori non avessero aspettative sui suoi studi lei cosa farebbe?
Ha scelto liberamente l'università?
Il tempo che preme, le aspettative altrui,dover prendere la laurea per sopperire a quella mancata di sua sorella, non la aiutano ad uscire dall'impasse che sta sperimentando ma anzi contribuiscono ad alimentare l' insoddisfazione, il malessere e il blocco che sta sperimentando.
Sarebbe opportuno facesse chiarezza in lei, sui suoi personali progetti di vita, sui suoi bisogni ed esigenze per poi decidere cosa fare, quale strada perseguire al di là delle altrui aspettative, di eventuali sensi di colpa che potrebbero trattenerla dal decidere in modo maggiormente autonomo.
Certamente un nostro collega la potrebbe accompagnare in questo, a fare il punto della situazione per poi riprendere in mano la sua vita, camminando leggera sulla strada che più le corrisponde.
Tal
Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture ASL del suo territorio.
Cordialità
A casa contano tutti sulla mia Laurea sia per l'investimento sostenuto fino ad oggi e poi anche perché già la mia sorella maggiore ha lasciato l'università dopo qualche anno avendo trovato un lavoro che la soddisfaceva.
se i suoi genitori non avessero aspettative sui suoi studi lei cosa farebbe?
Ha scelto liberamente l'università?
Il tempo che preme, le aspettative altrui,dover prendere la laurea per sopperire a quella mancata di sua sorella, non la aiutano ad uscire dall'impasse che sta sperimentando ma anzi contribuiscono ad alimentare l' insoddisfazione, il malessere e il blocco che sta sperimentando.
Sarebbe opportuno facesse chiarezza in lei, sui suoi personali progetti di vita, sui suoi bisogni ed esigenze per poi decidere cosa fare, quale strada perseguire al di là delle altrui aspettative, di eventuali sensi di colpa che potrebbero trattenerla dal decidere in modo maggiormente autonomo.
Certamente un nostro collega la potrebbe accompagnare in questo, a fare il punto della situazione per poi riprendere in mano la sua vita, camminando leggera sulla strada che più le corrisponde.
Tal
Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture ASL del suo territorio.
Cordialità
A casa contano tutti sulla mia Laurea sia per l'investimento sostenuto fino ad oggi e poi anche perché già la mia sorella maggiore ha lasciato l'università dopo qualche anno avendo trovato un lavoro che la soddisfaceva.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Utente
Grazie dott.ssa Rinella e dott. De sanctis per la risposta.
Se i miei genitori fossero più comprensivi (o più che altro se riuscissi a fargli capire quanto questo mi faccia stare male) lascerei l'università, sicuramente a malincuore, ma mi sono resa conto che ormai passo le giornate a rattristarmi e a pensare a ciò che avrei potuto fare in tutto questo tempo invece di "perdere" tempo a provare a sbattere la testa su qualcosa che non amo e che non riesco a fare (erché poi i risultati non ci sono). La scelta della facoltà è stata mia, ma già alla fine del primo anno avrei voluto cambiare facoltà, ma i miei genitori mi hanno convinta a proseguire e provare un altro anno. (Ad oggi non vorrei fare un cambio di facoltà, ma cercare un lavoro che possa sostenermi). Il secondo anno ero più positiva perché sono riuscita a fare gli esami con buoni risultati, ma di nuovo al terzo mi sono buttata giù (ho avuto anche un intervento a luglio del terzo anno che mi ha "fatto saltare"i programmi per la sessione estiva) e così anche al quarto tant'è che ho iniziato a cercare un lavoro che mi permettesse un po di indipendenza (premetto che ho sempre lavorato anche quando ero più piccola,ma in maniera più "soft" facendo baby sitter, lavorando in gelateria) e anche in vista di una futura convivenza con il mio fidanzato (non da subito, ma volevamo iniziare a crearci le basi).
Come ho detto da febbraio sono cambiate molte cose, l'anno scorso ero riuscita a perdere 15 kg essendo in sovrappeso ma ne ho ripresi 5 e ho smesso di fare attività fisica. Anche questo mi abbatte molto, vorrei fare di meglio, ma sono proprio in un periodo in cui vedo solo nero. L'unico spiraglio sono le mie amicizie più strette e il mio fidanzato che mi da certezze giorno dopo giorno nonostante io sia spesso negativa è ultimamente appunto ho meno desiderio rispetto a prima.
Vorrei aggiungere che molto spesso ho tenuto i miei problemi per me e questa mia situazione di malessere attuale legata alla mia situazione universitaria è forse legata anche a problemi derivanti dalla mia famiglia (cose che ho scoperto durante gli anni, ma che ogni volta ho tenuto per me) argomento sul quale faccio fatica ad aprirmi.
Non so se è possibile trovare una motivazione, se avete dei suggerimenti io lo apprezzerei molto...non riuscirei ad andare fisicamente da uno psicologo perché so che non riuscirei ad aprirmi. Grazie mille per la disponibilità
Se i miei genitori fossero più comprensivi (o più che altro se riuscissi a fargli capire quanto questo mi faccia stare male) lascerei l'università, sicuramente a malincuore, ma mi sono resa conto che ormai passo le giornate a rattristarmi e a pensare a ciò che avrei potuto fare in tutto questo tempo invece di "perdere" tempo a provare a sbattere la testa su qualcosa che non amo e che non riesco a fare (erché poi i risultati non ci sono). La scelta della facoltà è stata mia, ma già alla fine del primo anno avrei voluto cambiare facoltà, ma i miei genitori mi hanno convinta a proseguire e provare un altro anno. (Ad oggi non vorrei fare un cambio di facoltà, ma cercare un lavoro che possa sostenermi). Il secondo anno ero più positiva perché sono riuscita a fare gli esami con buoni risultati, ma di nuovo al terzo mi sono buttata giù (ho avuto anche un intervento a luglio del terzo anno che mi ha "fatto saltare"i programmi per la sessione estiva) e così anche al quarto tant'è che ho iniziato a cercare un lavoro che mi permettesse un po di indipendenza (premetto che ho sempre lavorato anche quando ero più piccola,ma in maniera più "soft" facendo baby sitter, lavorando in gelateria) e anche in vista di una futura convivenza con il mio fidanzato (non da subito, ma volevamo iniziare a crearci le basi).
Come ho detto da febbraio sono cambiate molte cose, l'anno scorso ero riuscita a perdere 15 kg essendo in sovrappeso ma ne ho ripresi 5 e ho smesso di fare attività fisica. Anche questo mi abbatte molto, vorrei fare di meglio, ma sono proprio in un periodo in cui vedo solo nero. L'unico spiraglio sono le mie amicizie più strette e il mio fidanzato che mi da certezze giorno dopo giorno nonostante io sia spesso negativa è ultimamente appunto ho meno desiderio rispetto a prima.
Vorrei aggiungere che molto spesso ho tenuto i miei problemi per me e questa mia situazione di malessere attuale legata alla mia situazione universitaria è forse legata anche a problemi derivanti dalla mia famiglia (cose che ho scoperto durante gli anni, ma che ogni volta ho tenuto per me) argomento sul quale faccio fatica ad aprirmi.
Non so se è possibile trovare una motivazione, se avete dei suggerimenti io lo apprezzerei molto...non riuscirei ad andare fisicamente da uno psicologo perché so che non riuscirei ad aprirmi. Grazie mille per la disponibilità
[#4]
È importante che lei possa autorizzare se stessa a seguire la sua strada, nonostante i desideri dei suoi genitori siano diversi.
La motivazione dovrà trovarla dentro di sé, ha tutte le carte in regola per farcela e per aprirsi.
Il percorso da seguire è questo, se noi le dessimo dei suggerimenti e lei non andasse da uno specialista dal vivo le faremmo un torto, perché non la spingeremmo ad aprirsi. Invece questo è importante, affinché lei ritrovi se stessa e non si annulli più.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
La motivazione dovrà trovarla dentro di sé, ha tutte le carte in regola per farcela e per aprirsi.
Il percorso da seguire è questo, se noi le dessimo dei suggerimenti e lei non andasse da uno specialista dal vivo le faremmo un torto, perché non la spingeremmo ad aprirsi. Invece questo è importante, affinché lei ritrovi se stessa e non si annulli più.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 21/06/2016.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.