Rapporto quasi morboso con sua madre
Buongiorno a tutti!
Da più di 4 anni ho una storia a distanza con un ragazzo; non è stato facile, ma con impegno e sacrificio siamo riusciti a portarla avanti. Ora ho finalmente finito gli studi, e come è ovvio che sia vorremmo avvicinarci per poter vivere assieme.
Tra di noi ci troviamo molto bene, e credo che ciò che siamo riusciti a fare lo testimoni. C'è solo un piccolo problema: la sua famiglia. Nell'ultimo anno litighiamo spesso, e sempre per colpa loro. In seguito a dei problemi di lavoro, i suoi genitori sono attualmente a carico del mio ragazzo e ciò comporta già dei malumori da parte mia, poiché mi sento completamente bloccata nei progetti con lui. Intendiamoci: non ho mai voluto che lasciasse i suoi genitori per strada, ma ritengo che l'aiuto da parte di un figlio non possa e non debba superare un certo limite. Mi spiego: durante questo ultimo anno nonostante i problemi economici è stato consentito alla sorella di cambiare università dopo 3 anni passati a perdere tempo in un'altra che non le piaceva, e al fratello di frequentarne un'altra di privata in seguito al non superamento dei test di ingresso fatti in ben 3 facoltà. Di queste decisioni si è fatto carico il mio ragazzo che ha partecipato e approvato le scelte. Dopo innumerevoli discussioni è tuttavia emerso che nemmeno lui era molto d'accordo con la scelta di dare un'altra opportunità alla sorella, ma che l'ha fatto perché altrimenti i suoi si sarebbero sentiti "disonorati" nel non poter dare l'istruzione desiderata alla figlia, e comunque consapevole del fatto che senza il suo aiuto economico si sarebbero indebitati pur di giungere al loro obiettivo(cosa che lui voleva evitare).
Facendola breve: ho capito che il nostro problema è il rapporto quasi morboso che ha con la sua famiglia, in particolare con la madre, che a casa porta i pantaloni e gestisce le decisioni famigliari. Lui ora per motivi di lavoro vive per conto suo, nonostante ciò lei sembra non voglia "lasciarlo andare": anche quando sono io lì spesso insiste per farci portare a casa le cose che lei cucina, quando ci viene a trovare porta sempre frutta e verdura e quasi ci rimane male se sono io a fare qualcosa per lui... Che magari era abituata a fare lei! Lui, d'altra parte, è una persona intraprendente, che ha molta voglia di fare e imparare. Quando è dovuto andare a vivere per conto suo ha iniziato a fare tutto da sè , nonostante ciò è iper protettivo nei confronti della madre e giustifica tutti i suoi comportamenti. Mi dice sempre che farebbe di tutto per proteggerla, soprattutto in virtù dei problemi che lei in passato ha avuto. Ora chiedo: come posso fare per smussare il rapporto che lui ha con lei, e a fargli capire quando diventa invadente? Intervenire in un rapporto madre-figlio è sempre complicato, e non so quale sia il modo corretto per farlo (nè se ci sia).
Vi ringrazio in anticipo per le risposte.
Da più di 4 anni ho una storia a distanza con un ragazzo; non è stato facile, ma con impegno e sacrificio siamo riusciti a portarla avanti. Ora ho finalmente finito gli studi, e come è ovvio che sia vorremmo avvicinarci per poter vivere assieme.
Tra di noi ci troviamo molto bene, e credo che ciò che siamo riusciti a fare lo testimoni. C'è solo un piccolo problema: la sua famiglia. Nell'ultimo anno litighiamo spesso, e sempre per colpa loro. In seguito a dei problemi di lavoro, i suoi genitori sono attualmente a carico del mio ragazzo e ciò comporta già dei malumori da parte mia, poiché mi sento completamente bloccata nei progetti con lui. Intendiamoci: non ho mai voluto che lasciasse i suoi genitori per strada, ma ritengo che l'aiuto da parte di un figlio non possa e non debba superare un certo limite. Mi spiego: durante questo ultimo anno nonostante i problemi economici è stato consentito alla sorella di cambiare università dopo 3 anni passati a perdere tempo in un'altra che non le piaceva, e al fratello di frequentarne un'altra di privata in seguito al non superamento dei test di ingresso fatti in ben 3 facoltà. Di queste decisioni si è fatto carico il mio ragazzo che ha partecipato e approvato le scelte. Dopo innumerevoli discussioni è tuttavia emerso che nemmeno lui era molto d'accordo con la scelta di dare un'altra opportunità alla sorella, ma che l'ha fatto perché altrimenti i suoi si sarebbero sentiti "disonorati" nel non poter dare l'istruzione desiderata alla figlia, e comunque consapevole del fatto che senza il suo aiuto economico si sarebbero indebitati pur di giungere al loro obiettivo(cosa che lui voleva evitare).
Facendola breve: ho capito che il nostro problema è il rapporto quasi morboso che ha con la sua famiglia, in particolare con la madre, che a casa porta i pantaloni e gestisce le decisioni famigliari. Lui ora per motivi di lavoro vive per conto suo, nonostante ciò lei sembra non voglia "lasciarlo andare": anche quando sono io lì spesso insiste per farci portare a casa le cose che lei cucina, quando ci viene a trovare porta sempre frutta e verdura e quasi ci rimane male se sono io a fare qualcosa per lui... Che magari era abituata a fare lei! Lui, d'altra parte, è una persona intraprendente, che ha molta voglia di fare e imparare. Quando è dovuto andare a vivere per conto suo ha iniziato a fare tutto da sè , nonostante ciò è iper protettivo nei confronti della madre e giustifica tutti i suoi comportamenti. Mi dice sempre che farebbe di tutto per proteggerla, soprattutto in virtù dei problemi che lei in passato ha avuto. Ora chiedo: come posso fare per smussare il rapporto che lui ha con lei, e a fargli capire quando diventa invadente? Intervenire in un rapporto madre-figlio è sempre complicato, e non so quale sia il modo corretto per farlo (nè se ci sia).
Vi ringrazio in anticipo per le risposte.
[#1]
Cara Utente,
il quadro che dipinge non è sicuramente semplice e sembra proprio che il Suo ragazzo sia piuttosto invischiato in dinamiche familiari non sane, se davvero si è fatto carico di quasi tutto mentre genitori e fratelli si appoggiano su di lui come se fosse l'unico adulto della situazione.
E' apprezzabile il suo senso di responsabilità e il fatto che abbia preso in mano la situazione, con lo scopo di evitare che peggiorasse a causa di eventuali debiti, ma concordo con Lei sul fatto che l'aiuto che "deve" alla famiglia d'origine non possa essere illimitato, anche considerando il fatto che sono presenti due fratelli e che i genitori non sono anziani e/o malati (almeno così mi sembra di capire da ciò che ha scritto).
Il primo passo per il distacco è già stato compiuto, dal momento che lui vive da solo, e ne seguiranno sicuramente altri, anche grazie allo viluppo futuro della vostra relazione.
Il vostro progetto è che Lei si trasferisca a casa sua?
Quanti anni ha il ragazzo? E' il primogenito?
I genitori stanno facendo qualcosa per risollevare la situazione economica della famiglia?
La madre che atteggiamento ha nei Suoi confronti in generale?
il quadro che dipinge non è sicuramente semplice e sembra proprio che il Suo ragazzo sia piuttosto invischiato in dinamiche familiari non sane, se davvero si è fatto carico di quasi tutto mentre genitori e fratelli si appoggiano su di lui come se fosse l'unico adulto della situazione.
E' apprezzabile il suo senso di responsabilità e il fatto che abbia preso in mano la situazione, con lo scopo di evitare che peggiorasse a causa di eventuali debiti, ma concordo con Lei sul fatto che l'aiuto che "deve" alla famiglia d'origine non possa essere illimitato, anche considerando il fatto che sono presenti due fratelli e che i genitori non sono anziani e/o malati (almeno così mi sembra di capire da ciò che ha scritto).
Il primo passo per il distacco è già stato compiuto, dal momento che lui vive da solo, e ne seguiranno sicuramente altri, anche grazie allo viluppo futuro della vostra relazione.
Il vostro progetto è che Lei si trasferisca a casa sua?
Quanti anni ha il ragazzo? E' il primogenito?
I genitori stanno facendo qualcosa per risollevare la situazione economica della famiglia?
La madre che atteggiamento ha nei Suoi confronti in generale?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dr.ssa Massaro,
La ringrazio per la risposta.
Lui ha 31 anni ed è il primogenito della famiglia. I suoi genitori sono ancora giovani e, per fortuna, in salute. L'idea sarebbe che io mi trasferissi da lui in virtù del fatto che per il momento ha un contratto a tempo indeterminato; diciamo però che per ora la situazione è parecchio intricata, e tutto dipenderà dall'offerta lavorativa (se non trovo un lavoro non mi sarà possibile trasferirmi, soprattutto avendo 5 persone a carico).
Lei mi chiede se i genitori stanno facendo qualcosa per risollevare la situazione; mi è difficile dirlo e spiegarle con precisione cosa stia accadendo: in breve le posso dirle che la madre lavora in nero da un medico, percependo uno stipendio minimo, il padre invece ha perso il lavoro (anch'esso in nero) e attualmente svolge dei piccoli lavoretti saltuari (quel che riesce a trovare), e sta cercando di immettersi nel mercato ortofrutticolo coltivando un piccolo terreno che già possedevano. A mio avviso nulla che porterà a qualcosa di concreto. Al momento possiedono due appartamenti all'interno di uno stesso stabile e dicono di voler vendere il secondo (in cui comunque vivono), al fine di racimolare un po' di denaro per potersi auto sostentare senza pesare sul mio ragazzo. Dicono che è giusto che lui si faccia la sua vita, ma nei fatti fanno fatica a togliere i vizi ai figli più piccoli (e qui ritorna il problema della madre, sempre iperprotettiva). Il mio ragazzo gli ha comunque detto che non vuole che arrivino a vendersi la casa, e che questa per loro deve essere "l'ultima spiaggia".
Quando mi chiede com'è l'atteggiamento della madre in generale non capisco se si riferisca a me o al mio ragazzo. Le rispondo per entrambe le questioni: con me è sempre stata abbastanza disponibile, ma a volte ho come la sensazione che la sua disponibilità e accoglienza sia un po' forzata. Nell'ultimo periodo ci siamo un po' allontanate, diciamo pure da quando il figlio vive per conto suo. Può essere comunque che le siano arrivate all'orecchio le mie critiche. Nei confronti del figlio invece come ho detto è iperprotettiva e spesso lo tratta come se fosse un bambino di 10 anni (cosa che non sopporto). Le faccio un esempio: di recente il mio ragazzo di è ustionato un polso al lavoro. Per fortuna non è successo nulla di grave e che non si possa curare con una normale crema per le ustioni (almeno a mio avviso); lei invece ne ha fatto subito una questione di stato: dopo averlo tenuto ore al telefono, ha chiamato il dottore e il giorno dopo si è presentata davanti la casa del figlio senza nemmeno dirgli nulla (le dico solo che la casa dista100 km circa). Spontaneamente ho detto al mio ragazzo che mi è sembrata un'esagerazione, e lui si è arrabbiato con me; dice che critico sempre la sua famiglia, e a suo avviso le critiche sono segno di mancanza di rispetto. Non capisce che tutto ciò ha delle ripercussioni anche su di me.
La ringrazio per la risposta.
Lui ha 31 anni ed è il primogenito della famiglia. I suoi genitori sono ancora giovani e, per fortuna, in salute. L'idea sarebbe che io mi trasferissi da lui in virtù del fatto che per il momento ha un contratto a tempo indeterminato; diciamo però che per ora la situazione è parecchio intricata, e tutto dipenderà dall'offerta lavorativa (se non trovo un lavoro non mi sarà possibile trasferirmi, soprattutto avendo 5 persone a carico).
Lei mi chiede se i genitori stanno facendo qualcosa per risollevare la situazione; mi è difficile dirlo e spiegarle con precisione cosa stia accadendo: in breve le posso dirle che la madre lavora in nero da un medico, percependo uno stipendio minimo, il padre invece ha perso il lavoro (anch'esso in nero) e attualmente svolge dei piccoli lavoretti saltuari (quel che riesce a trovare), e sta cercando di immettersi nel mercato ortofrutticolo coltivando un piccolo terreno che già possedevano. A mio avviso nulla che porterà a qualcosa di concreto. Al momento possiedono due appartamenti all'interno di uno stesso stabile e dicono di voler vendere il secondo (in cui comunque vivono), al fine di racimolare un po' di denaro per potersi auto sostentare senza pesare sul mio ragazzo. Dicono che è giusto che lui si faccia la sua vita, ma nei fatti fanno fatica a togliere i vizi ai figli più piccoli (e qui ritorna il problema della madre, sempre iperprotettiva). Il mio ragazzo gli ha comunque detto che non vuole che arrivino a vendersi la casa, e che questa per loro deve essere "l'ultima spiaggia".
Quando mi chiede com'è l'atteggiamento della madre in generale non capisco se si riferisca a me o al mio ragazzo. Le rispondo per entrambe le questioni: con me è sempre stata abbastanza disponibile, ma a volte ho come la sensazione che la sua disponibilità e accoglienza sia un po' forzata. Nell'ultimo periodo ci siamo un po' allontanate, diciamo pure da quando il figlio vive per conto suo. Può essere comunque che le siano arrivate all'orecchio le mie critiche. Nei confronti del figlio invece come ho detto è iperprotettiva e spesso lo tratta come se fosse un bambino di 10 anni (cosa che non sopporto). Le faccio un esempio: di recente il mio ragazzo di è ustionato un polso al lavoro. Per fortuna non è successo nulla di grave e che non si possa curare con una normale crema per le ustioni (almeno a mio avviso); lei invece ne ha fatto subito una questione di stato: dopo averlo tenuto ore al telefono, ha chiamato il dottore e il giorno dopo si è presentata davanti la casa del figlio senza nemmeno dirgli nulla (le dico solo che la casa dista100 km circa). Spontaneamente ho detto al mio ragazzo che mi è sembrata un'esagerazione, e lui si è arrabbiato con me; dice che critico sempre la sua famiglia, e a suo avviso le critiche sono segno di mancanza di rispetto. Non capisce che tutto ciò ha delle ripercussioni anche su di me.
[#3]
Sembra quindi una situazione in cui ai Suoi occhi lui e la madre sono reciprocamente "iperprotettivi", ma se lui si è allontanato di ben 100km dalla madre significa che il rapporto non è forse poi così morboso - altrimenti non l'avrebbe mai fatto e avrebbe anzi cercato in ogni modo di rimanere vicino a casa o direttamente in casa dei genitori.
Ovviamente la lontananza alimenta le preoccupazioni quando succede qualcosa di inaspettato (come il piccolo incidente sul lavoro del quale Lei parla) e può portare la madre ad allarmarsi più del necessario, così come può portare lui a essere più preoccupato del dovuto per i suoi.
In tutto questo però non sottovaluterei il ruolo che può avere la Sua gelosia nei confronti del rapporto fra il ragazzo e la madre, che potrebbe farLe percepire le cose come più "preoccupanti" del dovuto.
Lei che rapporto ha con i Suoi genitori? E' figlia unica?
In generale si ritiene una persona gelosa? Soffre quando vede che qualcun altro viene messo al primo posto o comunque avanti a Lei?
Cosa pensa il Suo ragazzo del futuro che volete costruire?
Ritiene che potrete farcela anche se lui continuasse ad aiutare economicamente i familiari?
Ovviamente la lontananza alimenta le preoccupazioni quando succede qualcosa di inaspettato (come il piccolo incidente sul lavoro del quale Lei parla) e può portare la madre ad allarmarsi più del necessario, così come può portare lui a essere più preoccupato del dovuto per i suoi.
In tutto questo però non sottovaluterei il ruolo che può avere la Sua gelosia nei confronti del rapporto fra il ragazzo e la madre, che potrebbe farLe percepire le cose come più "preoccupanti" del dovuto.
Lei che rapporto ha con i Suoi genitori? E' figlia unica?
In generale si ritiene una persona gelosa? Soffre quando vede che qualcun altro viene messo al primo posto o comunque avanti a Lei?
Cosa pensa il Suo ragazzo del futuro che volete costruire?
Ritiene che potrete farcela anche se lui continuasse ad aiutare economicamente i familiari?
[#4]
Ex utente
Sì, lui si è allontanato di 100 km da casa... Ma solo perché fare 100 km ogni giorno, soprattutto dopo il turno di notte stava diventando pesante (ha comunque fatto un anno viaggiando). Torna comunque spesso a casa e ha esplicitamente detto che se quest'anno non mi trasferisco lì tornerà dai suoi.
Comprendo cosa mi vuole dire riguardo la lontananza e la preoccupazione della madre; in questa situazione potrebbe anche essere comprensibile, ma la mia reazione non è il risultato di un singolo atteggiamento. Tutto ciò che fa sua madre è fatto con le migliori intenzioni, e non metto assolutamente in dubbio questo. Credo però che sia giusto limitare i suoi interventi, almeno su certe cose. Mi spiego meglio: a volte è come se non volesse accettare il fatto che ora ci sia un'altra persona a prendersi cura del figlio; quando viene a casa nostra si mette a sistemare e riordinare, si comporta come se fosse casa sua, porta la spesa, lava i piatti. Questo purtroppo da quando il mio ragazzo ha cambiato appartamento (mentre lui era al lavoro lei è stata alcuni giorni a casa sua per dargli una mano a trovare casa), e da quando il fratello vive con noi perché frequenta un'università lì vicino. Effettivamente è come se la percepisse come casa sua, e non come casa nostra (mia e del mio ragazzo). Ad ogni modo...ho cercato di lasciarle i suoi spazi perché ho pensato che questo la potesse aiutare ad appagare i suoi bisogni di mamma, ma in più occasioni ho avuto la sensazione di aver sbagliato. Le faccio un esempio: il giorno del compleanno del mio ragazzo sono venuti tutti a mangiare da noi; essendo loro invitati avevo dato per scontato il fatto di preparare la cena. La madre invece chiama il mio ragazzo per chiedergli che piatti avrebbe voluto mangiare; capisco che aveva piacere a preparare qualcosa per lui e quindi le propongo di dividerci i compiti (mi pareva un buon compromesso). Nonostante ciò qualche giorno dopo ricevo una critica dal mio ragazzo che mi dice che quando si invitano persone a cena non gli si fa portare da mangiare. Lei inoltre una volta a tavola per ogni cosa che mangia avanza una critica (lo fa in modo sottile, tanto che il mio ragazzo sembra non cogliere); io l'ho ignorata, ma l'ho trovato piuttosto maleducato da parte sua. È chiaro che in questo caso i sentimenti del mio ragazzo nei confronti della madre ha portato a giudicare negativamente la mia decisione, mentre la madre a quanto pare si è comunque sentita messa da parte.
Per quanto riguarda le sue domande: ho una sorella, con i miei genitori ho un rapporto abbastanza complesso, ma tutto sommato buono. Sì, mi ritengo una persona abbastanza gelosa; so che questo è un mio difetto e cerco di mitigarlo e concordo con ciò che dice. Il mio ragazzo sa che non possiamo fare nulla assieme finché avremo la sua famiglia a carico, ma pensa che in un paio di anni la situazione si sistemerà poiché il padre andrà in pensione e i fratelli dovrebbero finire gli studi
Comprendo cosa mi vuole dire riguardo la lontananza e la preoccupazione della madre; in questa situazione potrebbe anche essere comprensibile, ma la mia reazione non è il risultato di un singolo atteggiamento. Tutto ciò che fa sua madre è fatto con le migliori intenzioni, e non metto assolutamente in dubbio questo. Credo però che sia giusto limitare i suoi interventi, almeno su certe cose. Mi spiego meglio: a volte è come se non volesse accettare il fatto che ora ci sia un'altra persona a prendersi cura del figlio; quando viene a casa nostra si mette a sistemare e riordinare, si comporta come se fosse casa sua, porta la spesa, lava i piatti. Questo purtroppo da quando il mio ragazzo ha cambiato appartamento (mentre lui era al lavoro lei è stata alcuni giorni a casa sua per dargli una mano a trovare casa), e da quando il fratello vive con noi perché frequenta un'università lì vicino. Effettivamente è come se la percepisse come casa sua, e non come casa nostra (mia e del mio ragazzo). Ad ogni modo...ho cercato di lasciarle i suoi spazi perché ho pensato che questo la potesse aiutare ad appagare i suoi bisogni di mamma, ma in più occasioni ho avuto la sensazione di aver sbagliato. Le faccio un esempio: il giorno del compleanno del mio ragazzo sono venuti tutti a mangiare da noi; essendo loro invitati avevo dato per scontato il fatto di preparare la cena. La madre invece chiama il mio ragazzo per chiedergli che piatti avrebbe voluto mangiare; capisco che aveva piacere a preparare qualcosa per lui e quindi le propongo di dividerci i compiti (mi pareva un buon compromesso). Nonostante ciò qualche giorno dopo ricevo una critica dal mio ragazzo che mi dice che quando si invitano persone a cena non gli si fa portare da mangiare. Lei inoltre una volta a tavola per ogni cosa che mangia avanza una critica (lo fa in modo sottile, tanto che il mio ragazzo sembra non cogliere); io l'ho ignorata, ma l'ho trovato piuttosto maleducato da parte sua. È chiaro che in questo caso i sentimenti del mio ragazzo nei confronti della madre ha portato a giudicare negativamente la mia decisione, mentre la madre a quanto pare si è comunque sentita messa da parte.
Per quanto riguarda le sue domande: ho una sorella, con i miei genitori ho un rapporto abbastanza complesso, ma tutto sommato buono. Sì, mi ritengo una persona abbastanza gelosa; so che questo è un mio difetto e cerco di mitigarlo e concordo con ciò che dice. Il mio ragazzo sa che non possiamo fare nulla assieme finché avremo la sua famiglia a carico, ma pensa che in un paio di anni la situazione si sistemerà poiché il padre andrà in pensione e i fratelli dovrebbero finire gli studi
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La Sua gelosia influenza di sicuro la percezione di quello che sta accadendo, ma vorrei farLa riflettere sul fatto che al momento - se non ho capito male - voi due non vivete ancora stabilmente assieme, tanto che il Suo ragazzo ha detto che o Lei si trasferirà da lui, o lui tornerà a vivere dai suoi (il che oltretutto rende chiaro il fatto che ha deciso di allontanarsi, e che non è stata quindi una scelta obbligata).
Se non convivete ancora stabilmente è comprensibile che la madre di lui non vi percepisca come nucleo familiare a sè stante e che quindi si comporti come se nulla fosse cambiato, cioè come se lui fosse ancora il figlio che dipende da lei e del quale lei si deve prendere cura.
Il ragazzo stesso, che si è allontanato da poco da casa, ha bisogno di tempo per percepirsi separato dalla famiglia d'origine e quindi Le suggerirei di avere pazienza e attendere che la situazione evolva prima di trarre qualsiasi conclusione.
Le consiglio anche di non lasciare nulla di non detto, in modo tale da prevenire fraintendimenti a qualsiasi livello.
Se non convivete ancora stabilmente è comprensibile che la madre di lui non vi percepisca come nucleo familiare a sè stante e che quindi si comporti come se nulla fosse cambiato, cioè come se lui fosse ancora il figlio che dipende da lei e del quale lei si deve prendere cura.
Il ragazzo stesso, che si è allontanato da poco da casa, ha bisogno di tempo per percepirsi separato dalla famiglia d'origine e quindi Le suggerirei di avere pazienza e attendere che la situazione evolva prima di trarre qualsiasi conclusione.
Le consiglio anche di non lasciare nulla di non detto, in modo tale da prevenire fraintendimenti a qualsiasi livello.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.5k visite dal 19/06/2016.
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