Psicologia e fede

Salve. Volevo sapere come il fatto di esercitare la professione di psicologo si coniuga con il proprio credo religioso (se c'è). Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Genrile Utente,
il portale eroga consulti, non disquisisce su tematiche varie.

Provi a riformulare la domanda parlando di se stessa.

Lo psicologo a lavoro - anzi le mente dello psicologo a lavoro - non valuta e non giudica, ma lavora in assenza di giudizio, con empatia ed alleanza, che sia ebreo, musulmano, cattolico , o altro..

Così per il colore della pelle e per l'orientamento sessuale.

Nel nostro codice deontologico può trovare parecchi punti in merito.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Gentile Dottoressa,
Da circa un mese e mezzo vado da una psicoterapeuta e sono piuttosto sicura che sia cattolica, visto che ha collaborato e collabora tuttora con un’associazione laica ma di stampo cattolico. Questa cosa mi crea parecchio disagio, oltre a darmi fastidio, soprattutto perché credo che alla base dei miei problemi ci sia l’educazione rigida ricevuta (sia religiosa che non). Oltretutto, a volte provo avversione verso la mia psicoterapeuta. E' normale questo? Può essere utile al fine della terapia? Sinceramente non so più se ha senso che prosegua la terapia con questa professionista o che vada da un altro psicoterapeuta, visto che la maggior parte degli psicoterapeuti della mia zona collaborano con università cattoliche e che ormai ho un pregiudizio nei loro confronti. Purtroppo so che questo va anche a mio discapito. Come si fa a modificare un pregiudizio?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile ragazza il pregiudizio è un elemento che di sicuro pregiudica il rapporto con il suo terapeuta e , quindi, su un esito favorevole della terapia. Tuttavia il pregiudizio può essere una parte integrante del suo "problema" per il quale, paradossalmente, deve parlarne con il suo terapeuta.
Se proprio non riesce ad uscirne è ovvio che si dovrà cambiare.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Io sono veramente sconfortata. Prima di rivolgermi a questa psicoterapeuta, avevo fatto quattro/cinque sedute con uno psicoterapeuta, anziano, con il quale mi trovavo davvero a mio agio e riuscivo a parlare di tutto. Durante una di queste sedute gli ho confidato quali erano i miei dubbi (non c'entravano nulla con la fede) verso di lui. Lui non me l'ha “perdonata” e ha deciso di interrompere le sedute. L’ho presa malissimo, ho fatto di tutto affinché mi riprendesse in cura. Qualche giorno fa l’ho anche ricontattato ma ancora non ha risposto e non credo che lo farà. (Domanda retorica, la risposta la so già) Ma davvero uno psicoterapeuta può rifiutarsi di seguire una persona che gli chiede aiuto? Sono quattro mesi che vado alla ricerca di uno/una psicoterapeuta con il/la quale riesca ad aprirmi e mi senta a mio agio. Avevo fatto un paio di sedute con altri psicoterapeuti. Il primo psicoterapeuta l'ho abbandonato dopo il primo incontro perché aveva espresso giudizi sul mio aspetto fisico e sulla mia famiglia, oltre a darmi consigli. La seconda invece ha un blog e a volte nei post utilizzava dei termini volgari nei confronti di persone che hanno un disagio e non ritengo una persona del genere possa aiutare l'altro se si esprime così nei confronti di chi sta male. Forse dovrei soltanto continuare a patire in silenzio e in solitudine e concentrarmi sulle cose pratiche della vita finché non mi passa, visto che ormai nutro una forte avversione verso il genere umano e la vita (non la mia, la vita in generale).
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Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Stamattina ho chiamato il mio vecchio psicoterapeuta per chiedergli di riprendermi in cura e, mentre piangevo, mi ha chiuso il telefono in faccia. Ho mandato un messaggio di sfogo alla mia attuale psicoterapeuta e nemmeno mi ha risposto. Mi sento veramente inutile. Nessuno mi vuole, nemmeno come paziente. Non so più cosa fare. Anzi, una cosa che potrei fare sarebbe buttarmi di sotto, ma non ho ancora trovato il coraggio. Forse è quello che tutti vogliono veramente, visto che nessuno mi vuole aiutare.