Crisi post-laurea
Gentili Dottori
Ho 26 anni e meno di dieci giorni fa ho discusso la mia tesi di laurea portando a compimento il mio percorso di studi dopo anni di sacrifici e rinunce. Dovrei essere felice e godermi il meritato riposo, ma non ci riesco. Sono in balia di un fortissimo stato ansioso che mi sta togliendo la gioia di vivere.
La mia storia con l'ansia inizia molti anni fa, forse a causa dei miei problemi di autostima e, sebbene abbia già fatto una lunga psicoterapia, sono molto lontano dalla risoluzione del mio problema; di fatti, già durante il mio percorso di studio, avevo chiaro di aver commesso un grave errore a scegliere il mio attuale percorso. I miei anni di studio sono lastricati da forti stati ansiosi che molto spesso si sono intrecciati con altre vicende della mia vita, ciononostante ho continuato indefesso per la mia strada deciso a conseguire la laurea. Ero convinto che una volta conseguito il titolo mi sarei rasserenato ed avrei potuto concentrarmi su quelli che sono i miei sogni e le mie aspettative di vita. All'indomani della laurea però mi sento perso, la consapevolezza di aver sprecato gli anni più belli della mia vita a studiare per qualcosa che non mi rappresenta mi getta nella disperazione, più leggo gli annunci di lavoro e più mi rendo conto di quanto questo titolo non mi rappresenti in nessun modo. La consapevolezza di aver impiegato tutto me stesso in questo percorso e non in qualcosa che mi avrebbe davvero appagato e gratificato mi attanaglia. Tutto ciò è aggravato dal fatto che tra qualche settimana farò ritorno a casa mia, nel mio paese di provincia e questo non fa che aumentare il mio senso di impotenza. Sapevo bene che questi cambiamenti mi avrebbero portato ad una crisi, ma non mi aspettavo fosse così forte. Per aiutarvi nella comprensione aggiungo che nessuno mi ha mai obbligato a fare nulla, ho scelto tutto da solo; dalla facoltà alla città dove frequentare l'università. Sono consapevole del fatto che si tratti di un momento ed in quanto tale passerà. Ho comunque deciso di contattare nuovamente uno psicologo una volta tornato a casa e chiedo a voi quale tipo di andamento sarebbe consigliato per questo tipo di problema. Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la lungaggine del messaggio.
Saluti
Ho 26 anni e meno di dieci giorni fa ho discusso la mia tesi di laurea portando a compimento il mio percorso di studi dopo anni di sacrifici e rinunce. Dovrei essere felice e godermi il meritato riposo, ma non ci riesco. Sono in balia di un fortissimo stato ansioso che mi sta togliendo la gioia di vivere.
La mia storia con l'ansia inizia molti anni fa, forse a causa dei miei problemi di autostima e, sebbene abbia già fatto una lunga psicoterapia, sono molto lontano dalla risoluzione del mio problema; di fatti, già durante il mio percorso di studio, avevo chiaro di aver commesso un grave errore a scegliere il mio attuale percorso. I miei anni di studio sono lastricati da forti stati ansiosi che molto spesso si sono intrecciati con altre vicende della mia vita, ciononostante ho continuato indefesso per la mia strada deciso a conseguire la laurea. Ero convinto che una volta conseguito il titolo mi sarei rasserenato ed avrei potuto concentrarmi su quelli che sono i miei sogni e le mie aspettative di vita. All'indomani della laurea però mi sento perso, la consapevolezza di aver sprecato gli anni più belli della mia vita a studiare per qualcosa che non mi rappresenta mi getta nella disperazione, più leggo gli annunci di lavoro e più mi rendo conto di quanto questo titolo non mi rappresenti in nessun modo. La consapevolezza di aver impiegato tutto me stesso in questo percorso e non in qualcosa che mi avrebbe davvero appagato e gratificato mi attanaglia. Tutto ciò è aggravato dal fatto che tra qualche settimana farò ritorno a casa mia, nel mio paese di provincia e questo non fa che aumentare il mio senso di impotenza. Sapevo bene che questi cambiamenti mi avrebbero portato ad una crisi, ma non mi aspettavo fosse così forte. Per aiutarvi nella comprensione aggiungo che nessuno mi ha mai obbligato a fare nulla, ho scelto tutto da solo; dalla facoltà alla città dove frequentare l'università. Sono consapevole del fatto che si tratti di un momento ed in quanto tale passerà. Ho comunque deciso di contattare nuovamente uno psicologo una volta tornato a casa e chiedo a voi quale tipo di andamento sarebbe consigliato per questo tipo di problema. Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la lungaggine del messaggio.
Saluti
[#1]
Gentile Utente,
nel suo racconto afferma di aver scelto tutto da solo e che nessuno lo ha costretto, ma credo che il fulcro stia proprio qui: è proprio certo di aver scelto? Che cosa significa per lei scegliere? E soprattutto perchè ha scelto, se ritiene di averlo fatto, un percorso di studi che non le interessava e perchè sta scegliendo di ritornare nella sua città natale? In tutto questo lei dove sta? Che cosa prova, che cosa pensa, che cosa desidera, che cosa immagina per il suo futuro? Nel suo racconto lo nomina, il senso di impotenza, e sembra proprio questo il vissuto prevalente, quel vissuto che le impedisce di diventare soggetto attivo e protagonista della sua vita. A mio avviso, nell'eventualità di richiedere un nuovo consulto psicologico, sarebbe utile partire proprio da qui, per capire meglio quali dimensioni emozionali sostengono queste dinamiche. Per qualsiasi informazione rimango a sua disposizione.
Cari saluti,
nel suo racconto afferma di aver scelto tutto da solo e che nessuno lo ha costretto, ma credo che il fulcro stia proprio qui: è proprio certo di aver scelto? Che cosa significa per lei scegliere? E soprattutto perchè ha scelto, se ritiene di averlo fatto, un percorso di studi che non le interessava e perchè sta scegliendo di ritornare nella sua città natale? In tutto questo lei dove sta? Che cosa prova, che cosa pensa, che cosa desidera, che cosa immagina per il suo futuro? Nel suo racconto lo nomina, il senso di impotenza, e sembra proprio questo il vissuto prevalente, quel vissuto che le impedisce di diventare soggetto attivo e protagonista della sua vita. A mio avviso, nell'eventualità di richiedere un nuovo consulto psicologico, sarebbe utile partire proprio da qui, per capire meglio quali dimensioni emozionali sostengono queste dinamiche. Per qualsiasi informazione rimango a sua disposizione.
Cari saluti,
Dr.ssa Valentina Bua
Psicologa-Roma
[#2]
Utente
La ringrazio per la celere risposta. Quando parlo di scelta intendo proprio la libertà di intraprendere un cammino, non solo inteso come corso di studi. E' stata mia la scelta di iscrivermi a Biologia, è stata mia la scelta di continuare dopo la laurea triennale, è stata mia la scelta di vivere a Roma. I miei mi hanno sostenuto in tutti questi anni dandomi sempre e comunque carta bianca, pensando e sperando fossi convinto delle mie scelte. Ho deciso di lasciare Roma alla luce di questo, non posso pretendere che mi mantengano ancora, al momento non saprei cosa fare a livello lavorativo. Mi piacerebbe molto scrivere, comunicare e veicolare tutte le mie emozioni traslandole in un lavoro che mi gratifichi e mi renda indipendente, ora che ho quasi 27 anni.
Sento che con quello che faccio non sarà possibile e, credo e spero, che tornare a casa per qualche periodo possa schiarirmi le idee prima di buttarmi in qualche altra cosa. La ringrazio per il supporto.
Sento che con quello che faccio non sarà possibile e, credo e spero, che tornare a casa per qualche periodo possa schiarirmi le idee prima di buttarmi in qualche altra cosa. La ringrazio per il supporto.
[#3]
Gentile Utente,
credo che poter parlarne con uno psicologo di quello che sta vivendo in questo momento sia una buona idea, ora che dopo tanta fatica ha raggiunto un importante traguardo che però forse non le ha permesso di dare spazio a se stesso in quanto più concentrato al "dover fare", dover finire un percorso già avviato, tutto sulla prestazione, ma poco alla sua interiorità, al suo sentire autentico.
In quest'ottica credo quindi che possa davvero esserle d'aiuto un percorso psicologico per dipanare questo stato di ansia e insoddisfazione e, in questo, prendersi cura di sè, dar voce a quello che prova e sente.
Un cordiale saluto
credo che poter parlarne con uno psicologo di quello che sta vivendo in questo momento sia una buona idea, ora che dopo tanta fatica ha raggiunto un importante traguardo che però forse non le ha permesso di dare spazio a se stesso in quanto più concentrato al "dover fare", dover finire un percorso già avviato, tutto sulla prestazione, ma poco alla sua interiorità, al suo sentire autentico.
In quest'ottica credo quindi che possa davvero esserle d'aiuto un percorso psicologico per dipanare questo stato di ansia e insoddisfazione e, in questo, prendersi cura di sè, dar voce a quello che prova e sente.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.8k visite dal 04/06/2016.
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