doppia vita
Buongiorno,
Ho 40 anni, sono sposata da 11 e ho un figlio di 5 anni. La mia vita matrimoniale è stata serena ed appagante fino all’arrivo di nostro figlio, dopo è stato un susseguirsi di litigi, incomprensioni e sofferenze fondamentalmente per due motivi: in primis mio marito ha anteposto le esigenze del bambino a tutto, ignorando completamente che la coppia va preservata in quanto caposaldo dell’unione familiare e da ultimo mio marito mi ha detto di essere rimasto molto deluso da come svolgo il ruolo di madre perché si aspettava una figura capace di amare il bambino in modo “morboso e soffocante” (sue parole testuali).
Dopo due anni nel corso dei quali venivo ripresa da lui in tutto, da come cambiavo il pannolino a come gli davo da mangiare, da come lo vestivo a come lo addormentavo, ho proposto una terapia di coppia che lui ha accettato molto di malavoglia. L’abbiamo seguita per circa nove mesi e poi l’abbiamo interrotta a causa di un trasferimento di città. Ad ogni modo non ho constatato alcun miglioramento dalla terapia di coppia.
Passano tre anni, cambio lavoro e conosco un nuovo collega, nel giro di pochi mesi avverto una forte attrazione nei suoi confronti e iniziamo una relazione extramatrimoniale che dura ancora oggi (due anni). Per assurdo, nel momento in cui ho iniziato questa relazione e ho quindi distolto la mia attenzione da mio marito, lui ha cominciato a rivendicare il suo diritto di essere trattato come un marito e il mio dovere di continuare a fare la moglie. Onestamente, la sua reazione mi ha lasciata molto impreparata, infatti per come sono stata trattata nei tra anni successivi alla nascita di nostro figlio per me era chiaro che non tenesse più a me, e che quindi prima o poi ci saremmo lasciati senza grandi rimpianti da parte sua.
Da quando è iniziata questa relazione io mi sento letteralmente spaccata in due: da un lato mio marito, la famiglia e la sicurezza di un menage conosciuto dall’altro un’intesa e una comprensione reciproca molto profonde. In due anni non sono riuscita a prendere una posizione, non riesco a capire che cosa voglio fare, che cosa voglio dalla vita. Che cosa posso fare per non andare avanti così con una doppia vita ad oltranza?
Ho 40 anni, sono sposata da 11 e ho un figlio di 5 anni. La mia vita matrimoniale è stata serena ed appagante fino all’arrivo di nostro figlio, dopo è stato un susseguirsi di litigi, incomprensioni e sofferenze fondamentalmente per due motivi: in primis mio marito ha anteposto le esigenze del bambino a tutto, ignorando completamente che la coppia va preservata in quanto caposaldo dell’unione familiare e da ultimo mio marito mi ha detto di essere rimasto molto deluso da come svolgo il ruolo di madre perché si aspettava una figura capace di amare il bambino in modo “morboso e soffocante” (sue parole testuali).
Dopo due anni nel corso dei quali venivo ripresa da lui in tutto, da come cambiavo il pannolino a come gli davo da mangiare, da come lo vestivo a come lo addormentavo, ho proposto una terapia di coppia che lui ha accettato molto di malavoglia. L’abbiamo seguita per circa nove mesi e poi l’abbiamo interrotta a causa di un trasferimento di città. Ad ogni modo non ho constatato alcun miglioramento dalla terapia di coppia.
Passano tre anni, cambio lavoro e conosco un nuovo collega, nel giro di pochi mesi avverto una forte attrazione nei suoi confronti e iniziamo una relazione extramatrimoniale che dura ancora oggi (due anni). Per assurdo, nel momento in cui ho iniziato questa relazione e ho quindi distolto la mia attenzione da mio marito, lui ha cominciato a rivendicare il suo diritto di essere trattato come un marito e il mio dovere di continuare a fare la moglie. Onestamente, la sua reazione mi ha lasciata molto impreparata, infatti per come sono stata trattata nei tra anni successivi alla nascita di nostro figlio per me era chiaro che non tenesse più a me, e che quindi prima o poi ci saremmo lasciati senza grandi rimpianti da parte sua.
Da quando è iniziata questa relazione io mi sento letteralmente spaccata in due: da un lato mio marito, la famiglia e la sicurezza di un menage conosciuto dall’altro un’intesa e una comprensione reciproca molto profonde. In due anni non sono riuscita a prendere una posizione, non riesco a capire che cosa voglio fare, che cosa voglio dalla vita. Che cosa posso fare per non andare avanti così con una doppia vita ad oltranza?
[#1]
Gentile Utente,
Una "doppia vita ad oltranza" non è da augurare nemmeno al proprio peggior nemico.
Equivale al viver nel limbo, nella menzogna, nella sofferenza atroce e straziante e, prima o poi, nei disturbi psicosomatici.
"Da quando è iniziata questa relazione io mi sento letteralmente spaccata in due: da un lato mio marito, la famiglia e la sicurezza di un menage conosciuto dall’altro un’intesa e una comprensione reciproca molto profonde.
Da un lato l'emozione ed il riconoscimento, dall'altro le rassicuranti abitidini.
Da un lato sessualità ed empatia, dall'altro marito e figlio.....
Provi a consultare queste letture, ma se volesse approfondire nel mio sito personale www.valeriarandone.it , e nel mio blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre.
Ed anche un frequentatissimo blog sull'argomento
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2231/Amo-un-uomo-sposato-
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2321/Tradimento-e-sessual
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2287/Insieme-per-i-figli-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6020-e-se-la-vera-punizione-fosse-sposare-l-amante-gli-amori-bugiardi.html
Si è chiesta inoltre, se il suo amante desiera davvero diventare il suo compagno di vita?
Solitamente questo non accade.
Un nostro collega potrà aiutarla di certo a fare chiarezza dentro di lei e le sue coppie.
Una "doppia vita ad oltranza" non è da augurare nemmeno al proprio peggior nemico.
Equivale al viver nel limbo, nella menzogna, nella sofferenza atroce e straziante e, prima o poi, nei disturbi psicosomatici.
"Da quando è iniziata questa relazione io mi sento letteralmente spaccata in due: da un lato mio marito, la famiglia e la sicurezza di un menage conosciuto dall’altro un’intesa e una comprensione reciproca molto profonde.
Da un lato l'emozione ed il riconoscimento, dall'altro le rassicuranti abitidini.
Da un lato sessualità ed empatia, dall'altro marito e figlio.....
Provi a consultare queste letture, ma se volesse approfondire nel mio sito personale www.valeriarandone.it , e nel mio blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre.
Ed anche un frequentatissimo blog sull'argomento
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2231/Amo-un-uomo-sposato-
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2321/Tradimento-e-sessual
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2287/Insieme-per-i-figli-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6020-e-se-la-vera-punizione-fosse-sposare-l-amante-gli-amori-bugiardi.html
Si è chiesta inoltre, se il suo amante desiera davvero diventare il suo compagno di vita?
Solitamente questo non accade.
Un nostro collega potrà aiutarla di certo a fare chiarezza dentro di lei e le sue coppie.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per la sua rapida risposta e per le letture consigliate.
I disturbi psicosomatici di cui lei parla li sto già accusando da un po’ di tempo, soprattutto vertigini e crisi di ansia.
Tra me e il mio “amante” sono io quella che in due anni ha fatto più volte dei passi indietro e che si è dimostrata meno sicura nel voler intraprendere una storia insieme. Lui sinora è sempre stato costante e generoso nella dimostrazione dei suoi sentimenti nei miei confronti. Ma per quanto mi riguarda non è questa la cosa che mi interessa. Io vorrei prendere una decisione sulla mia vita focalizzando i miei desideri e i miei sentimenti e non solo ed esclusivamente ciò che offrono gli altri. Il problema è che non riesco più a individuare ciò che voglio e mi sento un elastico che si sposta da uno all’altro e probabilmente se uno dei due sparisse da un lato mi farebbe quasi un favore, della serie fate vobis.
Come è possibile che una persona come me che è stata sempre lucida e con le idee chiare si sia impantanata in un modo così infantile e anche ignobile?
La ringrazio per la sua rapida risposta e per le letture consigliate.
I disturbi psicosomatici di cui lei parla li sto già accusando da un po’ di tempo, soprattutto vertigini e crisi di ansia.
Tra me e il mio “amante” sono io quella che in due anni ha fatto più volte dei passi indietro e che si è dimostrata meno sicura nel voler intraprendere una storia insieme. Lui sinora è sempre stato costante e generoso nella dimostrazione dei suoi sentimenti nei miei confronti. Ma per quanto mi riguarda non è questa la cosa che mi interessa. Io vorrei prendere una decisione sulla mia vita focalizzando i miei desideri e i miei sentimenti e non solo ed esclusivamente ciò che offrono gli altri. Il problema è che non riesco più a individuare ciò che voglio e mi sento un elastico che si sposta da uno all’altro e probabilmente se uno dei due sparisse da un lato mi farebbe quasi un favore, della serie fate vobis.
Come è possibile che una persona come me che è stata sempre lucida e con le idee chiare si sia impantanata in un modo così infantile e anche ignobile?
[#3]
Gentile signora,
per prima cosa dovrebbe evitare di giudicarsi così pesantemente, tanto non serve a risolvere il problema.
Potrebbe partire da qui: " Io vorrei prendere una decisione sulla mia vita focalizzando i miei desideri e i miei sentimenti e non solo ed esclusivamente ciò che offrono gli altri. Il problema è che non riesco più a individuare ciò che voglio e mi sento un elastico che si sposta da uno all’altro..."
Questi potrebbero essere obiettivi da declinare in modo più accurato con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, anche all'interno di una terapia INDIVIDUALE.
Non sto dicendo che la terapia di coppia non sia utile, ma in questo caso mi sembra che Lei abbia bisogno di capire che cosa sta succedendo, a che cosa serve questa relazione e in che modo sembra risolvere alcune problematiche di coppia e di focalizzarsi maggiormente su se stessa.
Anche le "critiche" di Suo marito sulla gestione del figlio hanno avuto un peso notevole perché probabilmente Lei è molto sensibile alla critica e alle opinioni altrui. Invece, potrebbe imparare ad ascoltare con maggior distacco ciò che gli altri pensano di Lei e ad attribuire il giusto peso.
Non ultimo, pare che Lei si sia sentita trascurata da Suo marito dopo la nascita del bimbo: di solito, quando le persone si sentono trascurate e sole sono più sensibili ed aperte agli altri (il collega) e quindi si genera confusione sugli affetti.
Chiarisca individualmente il problema con uno psicologo psicoterapeuta, poi non è da escludere che si potrà coinvolgere anche Suo marito, ma per il momento la priorità sembra essere Lei.
Cordiali saluti,
per prima cosa dovrebbe evitare di giudicarsi così pesantemente, tanto non serve a risolvere il problema.
Potrebbe partire da qui: " Io vorrei prendere una decisione sulla mia vita focalizzando i miei desideri e i miei sentimenti e non solo ed esclusivamente ciò che offrono gli altri. Il problema è che non riesco più a individuare ciò che voglio e mi sento un elastico che si sposta da uno all’altro..."
Questi potrebbero essere obiettivi da declinare in modo più accurato con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, anche all'interno di una terapia INDIVIDUALE.
Non sto dicendo che la terapia di coppia non sia utile, ma in questo caso mi sembra che Lei abbia bisogno di capire che cosa sta succedendo, a che cosa serve questa relazione e in che modo sembra risolvere alcune problematiche di coppia e di focalizzarsi maggiormente su se stessa.
Anche le "critiche" di Suo marito sulla gestione del figlio hanno avuto un peso notevole perché probabilmente Lei è molto sensibile alla critica e alle opinioni altrui. Invece, potrebbe imparare ad ascoltare con maggior distacco ciò che gli altri pensano di Lei e ad attribuire il giusto peso.
Non ultimo, pare che Lei si sia sentita trascurata da Suo marito dopo la nascita del bimbo: di solito, quando le persone si sentono trascurate e sole sono più sensibili ed aperte agli altri (il collega) e quindi si genera confusione sugli affetti.
Chiarisca individualmente il problema con uno psicologo psicoterapeuta, poi non è da escludere che si potrà coinvolgere anche Suo marito, ma per il momento la priorità sembra essere Lei.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
Gentile dottoressa, ringrazio anche lei per l'attenzione dedicatami. Io ho sofferto tantissimo per il trattamento riservato mi da mio marito e ho sempre esternato la mia sofferenza perché speravo che capisse che mi stava facendo del male. La mia non è ipersensibilità alle critiche ma la reazione naturale ad un martellamento sistematico e snervante nei miei confronti tanto da rendermi insicura anche nelle azioni più semplici al punto di chiedere sempre prima il benestare di mio marito per tutto (anche x scaldare il latte!).
È ovvio che trovata una persona che mi faceva ridere, che mi ascoltava, che mi dava attenzione io sono crollata come un frutto maturo. La cosa che mi ha fatto molto male è stata la mancanza di empatia da parte di mio marito per cui la mia sofferenza lui non l'ha mai capita nonostante la manifestassi in ogni modo, anche con pianti convulsi. Adesso lui mi dice basta torna a fare la moglie e allarga le gambe che sei chiusa come una vongola (parole testuali).
Non so più cosa sia l'amore e se sono esagerata io o se non capisco gli altri.
È ovvio che trovata una persona che mi faceva ridere, che mi ascoltava, che mi dava attenzione io sono crollata come un frutto maturo. La cosa che mi ha fatto molto male è stata la mancanza di empatia da parte di mio marito per cui la mia sofferenza lui non l'ha mai capita nonostante la manifestassi in ogni modo, anche con pianti convulsi. Adesso lui mi dice basta torna a fare la moglie e allarga le gambe che sei chiusa come una vongola (parole testuali).
Non so più cosa sia l'amore e se sono esagerata io o se non capisco gli altri.
[#5]
"La mia non è ipersensibilità alle critiche ma la reazione naturale ad un martellamento sistematico e snervante nei miei confronti tanto da rendermi insicura anche nelle azioni più semplici al punto di chiedere sempre prima il benestare di mio marito per tutto (anche x scaldare il latte!)."
Capita nelle coppie, si chiama gaslighting, la manipolazione del partner al fine di renderlo fragile, insicuro e dipendente dal coniuge, oltre che farlo dubitare di se e delle sue stesse capacità.
Sto scrivendo un articolo sull'argomento che troverà a breve nel mio blog.
Si faccia aiutare da un nostro collega, troppe emozioni ambivalenti e destruenti abitano in lei.
Fare ordine é il modo per soffrire di meno ed andare avanti, in qualunque direzione
Capita nelle coppie, si chiama gaslighting, la manipolazione del partner al fine di renderlo fragile, insicuro e dipendente dal coniuge, oltre che farlo dubitare di se e delle sue stesse capacità.
Sto scrivendo un articolo sull'argomento che troverà a breve nel mio blog.
Si faccia aiutare da un nostro collega, troppe emozioni ambivalenti e destruenti abitano in lei.
Fare ordine é il modo per soffrire di meno ed andare avanti, in qualunque direzione
[#6]
Carissima,
veramente un marito che prima ti dice di desiderare per suo figlio una madre.. " morbosa e soffocante"
ed ora " basta che fai la moglie e apri le gambe, che sei chiusa come una vongola"
fa disperare e riflettere.. riflettere sulla sua , di lui visione del mondo e su molto molto altro.. faccia una terapia individuale e non si sente molto in colpa , la prego..e rifletta bene sulle aspettative che ha nella vita..
Molti auguri di lucidità e coraggio..
veramente un marito che prima ti dice di desiderare per suo figlio una madre.. " morbosa e soffocante"
ed ora " basta che fai la moglie e apri le gambe, che sei chiusa come una vongola"
fa disperare e riflettere.. riflettere sulla sua , di lui visione del mondo e su molto molto altro.. faccia una terapia individuale e non si sente molto in colpa , la prego..e rifletta bene sulle aspettative che ha nella vita..
Molti auguri di lucidità e coraggio..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#7]
Utente
Gentile Dr.ssa Randone,
in effetti mi ritrovo in quanto viene definito come gaslighting. Nel mio caso il martellamento sistematico di osservazioni negative da parte di mio marito nei miei confronti è avvenuto fino a quando non ho cominciato a riacquistare, molto lentamente, fiducia in me stessa. Da allora ho preso a reagire alle sue osservazioni fuori luogo in maniera anche molto energica perchè cominciavo a sentirmi più sicura di me mentre prima davo per scontato che comunque lui aveva ragione e io torto.
Il fatto che lui abbia smesso di martellarmi come lo devo interpretare? Che ha capito che non sono più la persona di prima e che quindi le sue osservazioni non hanno più la stessa presa su di me oppure altro?
La ringrazio.
in effetti mi ritrovo in quanto viene definito come gaslighting. Nel mio caso il martellamento sistematico di osservazioni negative da parte di mio marito nei miei confronti è avvenuto fino a quando non ho cominciato a riacquistare, molto lentamente, fiducia in me stessa. Da allora ho preso a reagire alle sue osservazioni fuori luogo in maniera anche molto energica perchè cominciavo a sentirmi più sicura di me mentre prima davo per scontato che comunque lui aveva ragione e io torto.
Il fatto che lui abbia smesso di martellarmi come lo devo interpretare? Che ha capito che non sono più la persona di prima e che quindi le sue osservazioni non hanno più la stessa presa su di me oppure altro?
La ringrazio.
[#9]
Utente
Resto in attesa di leggere il suo articolo nella speranza di comprendere meglio le ragioni che stanno alla base di questo questo fenomeno. Trovo assurdo che una persona si sposi per rendere difficile la vita del proprio compagno/a e visto e considerato che, nel mio specifico caso, mio marito non vuole assolutamente prendere in considerazione l'idea della separazione. Al punto che, quando tiro in ballo l'argomento mi insulta pesantemente. Mi domando: ma se io non ti vado bene in nulla, dovresti fare i salti di gioia che ci lasciamo e invece vuoi che ti resti comunque accanto. Perchè?
[#11]
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6531-il-gaslighting-in-amore-la-manipolazione-della-mente-altrui-ansia-e-depressione.html
L'articolo che le avevo promesso.
L'articolo che le avevo promesso.
[#12]
Utente
Gentile dottoressa, grazie per avermi linkato l'articolo che ho letto e riletto con interesse. Mi sono ritrovata in tutte le parole e mi ha fatto venire in mente un recente episodio al quale oggi ho dato un'interpretazione diversa. Dopo essermi convinta di essere matta perché mio marito a parte dirmelo direttamente era arrivato a farmelo credere rigirando abilmente la realtà a suo favore, sono sprofondata in un periodo di depressione che è stato utile per farmi capire che da depressa non volevo vivere. Rialzata la testa lui mi ha detto "non ti riconosco più, non sei più quella di prima, sto perdendo fiducia in me stesso e la mia autostima ".
Evidentemente quando ero apatica è depressa lui stava meglio.
Grazie ancora.
Evidentemente quando ero apatica è depressa lui stava meglio.
Grazie ancora.
[#14]
D'accordo del tutto con la Collega, veda Lei cara signora , se e quanto questa .. dinamica di potere può placarsi..lui che azzera Lei su ogni cosa a suon di squalifiche, lui che dice perfino .. ora sei cambiata e .."sto perdendo fiducia in me stesso e la mia autostima".. che tradotto vuol dire che la di lui autostima stava in piedi sul suo dolore, carissima ??
Urgente una psicoterapia individuale per lui.. e molte riflessioni lucide per Lei..
Auguri per tutto, ci riscriva se le fa piacere..!!
Urgente una psicoterapia individuale per lui.. e molte riflessioni lucide per Lei..
Auguri per tutto, ci riscriva se le fa piacere..!!
[#15]
Gentile utente,
Lei si chiede ripetutamente come mai lui prima la umiliava ed ora - che è più distaccata e sicura di sè - lui la cerchi.
E' uno tra i tanti meccanismi che nella coppia "confondono le acque", confondono la persona bersaglio. Si potrebbe definire un "meccanismo di potere": "ti schiaccio e ti umilio per essere io a brillare".
Nel momento in cui l'umiliato ri-alza la testa, il meccanismo si rompe e la "falsa sicurezza" si annulla: il forte diventa piccino, quasi si umilia a chiedere amore; oppure "pretende" dall'altra quei comportamenti che sa non gli giungerebbero spontaneamente.
Lei ha ri-alzato la testa.
Ma ora il problema è diventato Suo:
ha due uomini; che fare?
Una terapia individuale è il luogo/tempo più adatto a capire e a capirsi.
"Poi" deciderà cosa fare con loro.
Lei si chiede ripetutamente come mai lui prima la umiliava ed ora - che è più distaccata e sicura di sè - lui la cerchi.
E' uno tra i tanti meccanismi che nella coppia "confondono le acque", confondono la persona bersaglio. Si potrebbe definire un "meccanismo di potere": "ti schiaccio e ti umilio per essere io a brillare".
Nel momento in cui l'umiliato ri-alza la testa, il meccanismo si rompe e la "falsa sicurezza" si annulla: il forte diventa piccino, quasi si umilia a chiedere amore; oppure "pretende" dall'altra quei comportamenti che sa non gli giungerebbero spontaneamente.
Lei ha ri-alzato la testa.
Ma ora il problema è diventato Suo:
ha due uomini; che fare?
Una terapia individuale è il luogo/tempo più adatto a capire e a capirsi.
"Poi" deciderà cosa fare con loro.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 22.6k visite dal 17/05/2016.
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