Ci siamo lasciati: spegnimento del sentimento o crisi interiore?

Gentilissimi dottori, grazie prima di tutto per il servizio che offrite. Ho vent'anni e frequento medicina. Forse sono troppo giovane per stare così male per una relazione amorosa, ma provo comunque a chiedere aiuto per cercare di metabolizzare il prima possibile il dolore. Sono stata per poco più di un anno con un mio coetaneo, avevo capito che lui era un mio pari, una persona profonda, acuta, sensibile come me. Non è mai stato, comunque, un ragazzo "facile": ha sempre avuto forti problemi di insoddisfazione e ansia, che manifesta con dimagrimenti e continue nausee. Abbiamo passato dei momenti profondissimi insieme, i più belli della mia vita, con lui era un confronto costruttivo continuo. Avevamo mille problemi, io familiari e d'ansia tra maturità e test di medicina, lui per l'insicurezza sul suo futuro (studia, attualmente, pianoforte e filosofia, vuole fare il musicista ma è molto insicuro data la difficoltà del percorso scelto); nonostante ciò abbiamo sempre trovato la maniera per essere felici, insieme. I problemi sorgono trasferendoci nella stessa città universitaria: tra di essi, c'è la monotonia, ma soprattutto il peso che lui credeva di darmi per le sue continue sofferenze fisiche e psicologiche. Mi lascia a gennaio, e da qui il martirio: ci sono stati tre riavvicinamenti, molto sinceri e passionali, e nonostante sia io che lui abbiamo provato ad avere altre relazioni, siamo sempre tornati perché si realizzava che l'uno amava l'altro. Durante l'ultimo riavvicinamento, lui mi ha detto che non sa più cosa sia l'amore, ma voleva scoprirlo con me. Abbiamo passato dei giorni bellissimi, poi il solito copione: lui si incupisce, si chiude in sé stesso, sta male fisicamente e mi rifiuta. "Sono stanco di vedere te aspettarmi", "ho problemi con l'esterno", "il tuo amore è assoluto e tradizionale, il mio no", "tu sei esattamente ciò che voglio, non voglio perderti, ma forse sono ingordo di altro" e soprattutto: "ci siamo consumati fino all'ultima goccia, abbiamo ancora tanta sete, ma non c'è più niente da bere". Io non riesco a capire come si possa essere incapaci di amare, anche con tutti questi problemi. Del resto, in questa crisi, mi ha anche detto che se avesse perso me avrebbe perso tutto: non ha amicizie solide e ha problemi col pianoforte e familiari; mi ha anche detto di essere stato incuriosito da altre ma che ha sempre scelto me. Lo stesso per me: incuriosita da altri, ma amo lui, e ho provato a spiegarglielo. "Come puoi amarmi se guardo altre, se penso addirittura che l'amore possa essere poligamo?", e poi: "non ci provo con nessuna, voglio stare solo, tanto so che tornerei da te o cercherei una come te, ma non sono pronto per una relazione". Io sono confusa. Ho paura siano tutte scuse, e sono distrutta e stanca. Lo amo veramente tanto, ho un dolore al cuore continuo e non riesco a studiare, a guardare altro. Si può davvero amare, ma essere incapaci di coltivare un amore, come sostiene? Vale la pena aspettarlo?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
La sofferenza per amore non ha età, si soffre - e per di più con la stessa virulenza - a tutte le età, quando si ama davvero.

Questo giovane ragazzo però mi sembra che abbia davvero tanti problemi che, forse, gli impediscono di amarsi e lasciarsi amare.

Eviti di cadere nella trappola della crocerossina, un amore dovrebbe fondarsi sulla dimensione del piacere, nin del bisogno.

Richieda una consulenza psicologica potrebbe aiutarla nel fare chiarezza nel suo sentire.

Provi a consultare queste letture, ma se volesse approfondire nel mio sito personale www.valeriarandone.it , e nel mio blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6464-quando-si-perde-in-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5407-coppia-separazione-o-perseverazione.html
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/2175/Quando-finisce-un-A

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Grazie mille per la celere risposta. Ho commesso nei primi tempi della nostra relazione l'errore della "sindrome della crocerossina", ma dopo i successivi tentativi sono evoluta, ho abbandonato le mie insicurezze, mi sono resa forte e l'ho trattato come meritava: lasciando che lavorasse da solo sui suoi problemi. Purtroppo, se io ho sempre fatto sforzi, lui non ne ha fatti, tranne paradossalmente durante l'ultimo ritorno in cui mi ha riempito di attenzioni e premure. Per non star male, voglio credere che non sia stato sincero, che abbia un'altra e che non mi ama più. Ammetto che anche il solo fatto di essermi sfogata con una specialista mi abbia sollevata. Spero solo che questi sforzi e questa forza che sto acquisendo non sia solo l'ennesimo autoinganno. Abbiamo amici in comune, e volente o nolente dovrò rivederlo. In ogni caso, grazie mille ancora, fate un lavoro fantastico. A risentirci, spero con notizie positive!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Si dia tempo, si rispetti e si coccoli.. può farlo solo lei.

Il tempo farà il resto.

La lascio con una bella citazione che io amo molto.

La morte di un amore è come la morte d’una persona amata.
Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto.
Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva, ti senti invalido.
Mutilato.
(Oriana Fallaci)
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Utente
Utente
Amo Oriana Fallaci, mi ha fatto un grandissimo regalo. Grazie ancora, dottoressa! :)
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Sono davvero felice di averla aiutata, almeno un po.


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Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, volevo aggiornarla sulla mia situazione, in quanto ho avuto una nuova crisi di dolore dopo due giorni in cui ho creduto di star quasi bene. Ieri ho incominciato a ripensare alla separazione. Presa dallo sconforto ho controllato il profilo Facebook di lui... dove ho trovato degli scambi scherzosi con la ragazza per cui mi aveva confessato la sua curiosità. Non sono riuscita a mantenere la calma, perché era la stessa ragazza con cui ha detto che non ci avrebbe mai provato, perché in cuor suo sapeva che voleva me. Pianti, nausea, capogiri... ho passato un brutto momento. Purtroppo, anche io come lui non ho persone con cui sfogarmi; i miei due migliori amici studiano in città diverse dalla mia e non si trova mai il modo di affrontare una chiacchierata più approfondita. L'unica amica che si trova nella mia città è anche la sua migliore amica, quindi non si sbilancia troppo con me, e pare quasi non voglia più ascoltarmi da quando ha saputo dell'ultimo riavvicinamento tra me e lui. Gli altri con cui cerco di sfogarmi, sono persone che si limitano a dire "mi dispiace" o che mi ascoltano superficialmente per poi focalizzarsi subito sui propri problemi. Credo che purtroppo questo sia il prezzo da pagare per una come me che ha sempre preteso di essere il maschio alfa, la roccia inscalfibile di ogni relazione. Ho paura di aver idealizzato il rapporto col mio ex, un rapporto che in realtà mi faceva stare più male che bene, ma le ultime sue parole non facevano pensare ad un crollo del sentimento, quanto ad un crollo interiore, magari risolvibile. Questo mi turba, mi fa rimuginare, anche se cerco di non pensare. Il problema è che anche se penso, rimane un dolore, nel senso fisico della parola, al centro del petto che non mi fa fare nulla serenamente. Mi sono comprata un vestito, un libro, sto cercando di curarmi, perché io sono l'unica cosa che conto. Quello che soffro di più, è la solitudine quasi totale... e la ferita nell'orgoglio da parte della persona che più amo al mondo, ma che non amandosi non ama gli altri, e uccide me, trascurandomi, rifiutandomi, magari anche tradendomi, dato che il sentimento che ha sempre giurato di provare è profondo, ma non assoluto.

Mi perdoni per lo sfogo, buona giornata...
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Utente
Utente
Eccomi qui, di nuovo a scrivere. Non ho ritenuto opportuno aprire un nuovo consulto. Mi rivolgo di nuovo a voi per cercare di comprendere meglio i suoi comportamenti. Al momento della separazione, mi ha dato un addio che presupponeva una totale sparizione di lui nella mia vita; nonostante ciò, ci siamo rivisti per il saggio di un'amica in comune, ci siamo salutati civilmente e mi ha anche domandato se avessi bisogno di in passaggio. Ovviamente, ho rifiutato. Il giorno dopo, ho condiviso su un mio blog personale (nonostante la medicina, coltivo la passione per la scrittura) un articolo in cui finalmente sono riuscita a sfogarmi, a trovare le parole per delineare il dolore dovuto alla sua perdita. Avevo scritto che non avrei voluto perderlo, nonostante ai miei occhi ormai sia una persona che provo addirittura a disprezzare per dimenticarla. La notte dopo la pubblicazione, trovo un suo messaggio. Ero stupita e anche arrabbiata, perché aveva infranto il comune accordo fra noi di una separazione netta, già per la seconda volta. Il messaggio aveva toni risentiti, e in questo lui mi diceva che non era confuso, né insincero con me, ma che ormai non concepisce e non vuole più un amore tradizionale, "stabile", direi anche "esclusivo", perché non rispecchia la sua filosofia di vita. Dice che c'è amore, che potremmo anche avere un futuro insieme, ma che non è quello che vuole. Dice che è incapace di amarmi in maniera assoluta, che guarda altre per poi pensare a me ogni notte. Inoltre, usa espressioni come "al momento", "per ora", presupponendo la possibilità di un cambiamento, di un ritorno che io vorrei, ma non posso volere. Quando l'ho congedato, lui mi ha pregato di continuare a scrivere sul blog, perché voleva leggermi ancora. Come mai vuole mantenere questa continuità con me, senza compiere il salto nel vuoto della relazione?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Lei fatica ad accettare che l'altro sia diverso da Lei e che, forse, la sua (di lui) idea dell'amore non coincida con la Sua.
<<ormai non concepisce e non vuole più un amore tradizionale, "stabile", direi anche "esclusivo", perché non rispecchia la sua filosofia di vita.

Lo capisco, una persona innamorata nella gran parte dei casi offre e chiede l'esclusività.
Ma non è sempre così; ci sono più modi di intendere l'amore, e questo al di là delle patologie e dell'immaturità.

Ritengo che un ritorno a se stessa sia opportuno; gli sforzi che sta facendo sono centrati.
ma occorre del tempo, forse questa lettura Le aiuterà a capire il perchè:

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html

Saluti cordiali.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
La ringrazio per la celere risposta. Sì, evidentemente devo ancora accettare appieno questa divergenza di interessi. Tra l'altro, ieri ha condiviso su un social network, riferendosi a me, "verranno a chiederti del nostro amore" di De Andrè, che parla proprio di diversità, di un rapporto di coppia con evidenti discrepanze e ipocrisie. "Continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai?"
Ecco, io sono nelle condizioni di volerlo ancora amare, anche seguendo la sua filosofia. Non so, però, se è giusto aspettarlo. So che c'è stima reciproca, e farà di tutto per recuperare il rapporto. Non voglio però, uccidermi nell'attesa.

Ancora grazie mille.
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Utente
Utente
Buonasera dottoresse, volevo aggiornarVi sulla situazione. Circa due settimane fa ho commesso il grave errore di ricontattarlo: credevo di aver metabolizzato la separazione e di essere in grado di chiedergli scusa per i miei errori commessi nella nostra relazione e i giorni poco dopo la rottura. Lui mi ha risposto cortesemente, fornendomi spiegazioni razionali e pacate. Ho preferito chiudere la conversazione, perché ho realizzato che il mio è stato solo un inconsapevole tentativo di riavvicinamento. Da qui una ricaduta: ansia, depressione, stanchezza, profonda gelosia. Facebook non mi aiuta mettendo in evidenza i suoi post (tra l'altro ambigui e con riferimenti alla nostra storia), ma non me la sento di eliminare lui dagli amici perché un gesto del genere potrebbe significare rabbia, e io e lui ci siamo lasciati senza cattiveria. vi riscrivo per focalizzarmi su di me: credo di essere vittima di una forte dipendenza emotiva. Ho degli amici che mi danno tutto, e in famiglia ora va tutto bene, scrivo, studio, esco, suono, mi curo... eppure ancora sono infelice perché manca il mio ex. Vi volevo chiedere se a distanza di un mese sia ancora normale rimuginarci così tanto, e se posso fare altro per migliorare. Sembra che voglia ancora mantenere una linea di continuità con lui, come se lo aspettassi, ma so anche che va recisa il più in fretta possibile.

Grazie mille per l'attenzione
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

<<se a distanza di un mese sia ancora normale rimuginarci così tanto,<<

alla Sua domanda rispondo:

Sì certo, un mese è poco.
Come aveva già letto in
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html

Ma vietate le illusioni.