Svogliata.
Salve a tutti, premetto che questo post sarà un pó lunghetto perché vorrei togliermi dei sassolini dalla scarpa, quindi mi scuso con voi per questo infausto calvario. Sono una ragazza di 23 anni vi scrivo per avere qualche consiglio da delle persone esperte. Ho, purtroppo, alcuni problemi, uno tra questi é il fatto che sono perennemente svogliata. Premesso che io sono una studentessa universitaria e il fatto di essere svogliata incide moltissimo sia sulla mia carriera scolastica che su quella extrascolastica. Mi spiego meglio. Ad esempio: pur essendo consapevole del fatto che tra 4 giorni ho un esame, non mi degno minimamente di aprire un libro, mi manca totalmente la motivazione e al tempo stesso mi sento malissimo perché 1) vedo alcune mie amiche che fanno passi avanti ed automaticamente io resto indietro e 2) quello più importante, mi sento male nei confronti dei miei genitori che mi pagano l'università facendo sacrifici a causa mia. Tendo a rimandare le cose e passo le mie giornate, soprattutto negli ultimi tempi, a letto a vedere telefilm o a perder tempo sui social network.
In tutto ció non ho quasi mai voglia di uscire il fine settimana, se magari accetto di uscire alcune volte dico alle mie amiche all'ultimo momento che non ho piú voglia di uscire, e se magari mi vien voglia di uscire mi "vergogno" a chiedere alla mia amica se magari lei vuole uscire perché ho timore che lei mi dica di no.
Inoltre Spesso sono nervosa, scontrosa e negativa. Ho una bassa autostima di me stessa, tendo sempre a giudicare gli altri o a criticare anche le mie amiche e nei rapporti col sesso opposto sono un totale disastro perché tendo a crearmi una corazza e a non essere dolce e carina ma bensì scontrosa e acida. Negli ultimi due anni tendo a provare invidia anche verso le persone a me vicine, sperando anche che queste ultime possano fallire nei loro obiettivi e tutto questo perché non potendo o non volendo raggiungere io determinati obiettivi o poter realizzare i miei sogni spero e, nel peggiore dei casi, godo nei loro fallimenti e magari se fallisco nel fare qualcosa tendo a scaricare, consciamente o inconsciamente la colpa sugli altri. Un altro problema che ho riscontrato é il fatto che non riesco a fare determinate cose da sola. Ovvero: se devo andare a studiare in biblioteca ho bisogno di qualcuno che stia con me, più che altro che mi tenga d'occhio per non distrarmi dallo studio oppure quando devo allenarmi. Tendo a lasciare le cose a metà senza finirle. Ho paura di dire ai miei genitori ció che più mi piace, quali sono le mie passioni, cosa vorrei fare (anche perché durante gli anni non mi hanno mai appoggiata nelle mie scelte), ho paura di non essere mai capace di far nulla da sola. Quando mi piace un ragazzo ho il terrore di dirgli cosa provo per paura di un rifiuto e di non essere alla sua altezza, ho paura di avere rapporti sessuali sempre per via del fatto di non sentirmi all'altezza.
Cosa posso fare? Datemi un consiglio. Grazie mille e scusate ancora
In tutto ció non ho quasi mai voglia di uscire il fine settimana, se magari accetto di uscire alcune volte dico alle mie amiche all'ultimo momento che non ho piú voglia di uscire, e se magari mi vien voglia di uscire mi "vergogno" a chiedere alla mia amica se magari lei vuole uscire perché ho timore che lei mi dica di no.
Inoltre Spesso sono nervosa, scontrosa e negativa. Ho una bassa autostima di me stessa, tendo sempre a giudicare gli altri o a criticare anche le mie amiche e nei rapporti col sesso opposto sono un totale disastro perché tendo a crearmi una corazza e a non essere dolce e carina ma bensì scontrosa e acida. Negli ultimi due anni tendo a provare invidia anche verso le persone a me vicine, sperando anche che queste ultime possano fallire nei loro obiettivi e tutto questo perché non potendo o non volendo raggiungere io determinati obiettivi o poter realizzare i miei sogni spero e, nel peggiore dei casi, godo nei loro fallimenti e magari se fallisco nel fare qualcosa tendo a scaricare, consciamente o inconsciamente la colpa sugli altri. Un altro problema che ho riscontrato é il fatto che non riesco a fare determinate cose da sola. Ovvero: se devo andare a studiare in biblioteca ho bisogno di qualcuno che stia con me, più che altro che mi tenga d'occhio per non distrarmi dallo studio oppure quando devo allenarmi. Tendo a lasciare le cose a metà senza finirle. Ho paura di dire ai miei genitori ció che più mi piace, quali sono le mie passioni, cosa vorrei fare (anche perché durante gli anni non mi hanno mai appoggiata nelle mie scelte), ho paura di non essere mai capace di far nulla da sola. Quando mi piace un ragazzo ho il terrore di dirgli cosa provo per paura di un rifiuto e di non essere alla sua altezza, ho paura di avere rapporti sessuali sempre per via del fatto di non sentirmi all'altezza.
Cosa posso fare? Datemi un consiglio. Grazie mille e scusate ancora
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<Ho una bassa autostima di me stessa, tendo sempre a giudicare gli altri o a criticare anche le mie amiche e nei rapporti col sesso opposto sono un totale disastro>
Gentile Ragazza,
la carenza di autostima non aiuta a vivere relazioni appaganti con gli altri poiché la paura del giudizio, del rifiuto, di non valere abbastanza si riflette sul comportamento e sul modo difeso di porsi con gli altri. D'altra parte criticare gli altri o godere dei loro eventuali insuccessi non aiuta a sentirsi meglio con se stessi o piacersi di più come credo abbia già constatato.
<Ho paura di dire ai miei genitori ció che più mi piace, quali sono le mie passioni, cosa vorrei fare> questo sembra un punto importante, dal quale probabilmente è anche derivata la scelta dei suoi studi che sembra non soddisfarla e l'impasse descritta nel portarli avanti, la probabile demotivazione, il rimandare che credo accresca la condizione di malessere descritta.
E' probabile che il rapporto con i suoi non si sia evoluto in relazione alla sua età... non figlia giovane adulta, autonoma, ma figlia-bambina ubbidiente.
,Maturare una corretta distanza emotiva dai suoi genitori, consona alla sua età, sarebbe opportuno per conquistare una maggiore autonomia, passo passo e fare scelte personali e consapevoli , sue, stare meglio con se stessa.
Prendersi un po' alla volta in mano la sua vita , sperimentarsi come persona in grado di stare in piedi sulle proprie gambe e conquistare una migliore autostima riscoprendo risorse e potenzialità smarrite o sopite. Ascoltare se stessa e i suoi bisogni.
Non è necessario scontrarsi o litigare, ma cercare di modulare diversamente in modo più maturo il rapporto con loro, data la sua età.
Ha mai provato a farlo?
Se non ce la fa da sola un nostro collega la potrebbe accompagnare anche per superare il momento difficile che sta vivendo.
Che ne pensa?
Gentile Ragazza,
la carenza di autostima non aiuta a vivere relazioni appaganti con gli altri poiché la paura del giudizio, del rifiuto, di non valere abbastanza si riflette sul comportamento e sul modo difeso di porsi con gli altri. D'altra parte criticare gli altri o godere dei loro eventuali insuccessi non aiuta a sentirsi meglio con se stessi o piacersi di più come credo abbia già constatato.
<Ho paura di dire ai miei genitori ció che più mi piace, quali sono le mie passioni, cosa vorrei fare> questo sembra un punto importante, dal quale probabilmente è anche derivata la scelta dei suoi studi che sembra non soddisfarla e l'impasse descritta nel portarli avanti, la probabile demotivazione, il rimandare che credo accresca la condizione di malessere descritta.
E' probabile che il rapporto con i suoi non si sia evoluto in relazione alla sua età... non figlia giovane adulta, autonoma, ma figlia-bambina ubbidiente.
,Maturare una corretta distanza emotiva dai suoi genitori, consona alla sua età, sarebbe opportuno per conquistare una maggiore autonomia, passo passo e fare scelte personali e consapevoli , sue, stare meglio con se stessa.
Prendersi un po' alla volta in mano la sua vita , sperimentarsi come persona in grado di stare in piedi sulle proprie gambe e conquistare una migliore autostima riscoprendo risorse e potenzialità smarrite o sopite. Ascoltare se stessa e i suoi bisogni.
Non è necessario scontrarsi o litigare, ma cercare di modulare diversamente in modo più maturo il rapporto con loro, data la sua età.
Ha mai provato a farlo?
Se non ce la fa da sola un nostro collega la potrebbe accompagnare anche per superare il momento difficile che sta vivendo.
Che ne pensa?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 13/05/2016.
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