Sentirsi vecchia e malata a 40 anni
Gentili dottori,
premetto che sono in cura presso il CSM di competenza per ansia, attacchi di panico e agorafobia.
Ho 39 anni e mi trovo in un vicolo cieco pieno di mostri.
Sono in attesa di un importante intervento chirurgico per scoliosi grave che ho procrastinato in tutti i modi, ma è ormai inevitabile visto che mi procura forti dolori e difficoltà respiratorie.
Mi sembra che questi 40 anni siano passati in un secondo e mi sento come se fossi arrivata al capolinea.
Vivo per inerzia il mio quotidiano, senza vedere prospettive per il mio futuro.
Convivo con il mio compagno che non so come faccia a sopportare questa situazione. Non ho più alcun tipo di stimolo sessuale da molto tempo.
Non ho più il minimo interesse nel curarmi della mia persona dal punto di vista estetico.
Con enorme dolore ho rinunciato all'idea di avere figli. So che altre pazienti scoliotiche gravi ne hanno avuti, ma io non ho mai avuto il coraggio.
Non usciamo quasi mai di casa, se non per fare la passeggiata di un ora al giorno che mi è stata consigliata.
Per il resto, non posso mangiare praticamente nulla o meglio le solite 4 cose, perché sono a dieta visto che in seguito alla terapia farmacologica con un neurolettico sono ingrassata ben 20 kg e il mio metabolismo non vuol saperne di riprendersi.
Dimagrisco poco e lentamente. Anche una pizza è da escludersi. Andare in un pub non ha molto senso, perché non ho mai bevuto e ritrovarsi circondati da persone alticce non mi piace, mi fa sentire a disagio.
Amavo moltissimo viaggiare, ma ora come ora non mi sento più in grado.
Mi sento, insomma, come qualcuno che ha già dato quello che aveva da dare, e visto quello che aveva da vedere.
Da quando ho smesso di fumare poi (ero una forte fumatrice), dopo la prima fase durante la quale pensavo che avrebbero dovuto riaprire i manicomi per me, questa sensazione è definitiva, costante, inalienabile dal mio quotidiano.
Una persona anziana che aspetta la fine dei suoi giorni in una casa vuota.
Perché?
Praticamente l'unica fonte di piacere che mi è rimasta è la lettura. Se non fosse per quella la mia giornata sarebbe un enorme contenitore di ore vuote con sprazzi di intenso panico e sensazione di morte imminente. Leggendo invece mi astraggo dalla mia condizione e nella mia mente visito di nuovo paesi stranieri, conosco "persone" e punti di vista, vivo. Mi è rimasto solo quello, ma è solo nella mia mente.
premetto che sono in cura presso il CSM di competenza per ansia, attacchi di panico e agorafobia.
Ho 39 anni e mi trovo in un vicolo cieco pieno di mostri.
Sono in attesa di un importante intervento chirurgico per scoliosi grave che ho procrastinato in tutti i modi, ma è ormai inevitabile visto che mi procura forti dolori e difficoltà respiratorie.
Mi sembra che questi 40 anni siano passati in un secondo e mi sento come se fossi arrivata al capolinea.
Vivo per inerzia il mio quotidiano, senza vedere prospettive per il mio futuro.
Convivo con il mio compagno che non so come faccia a sopportare questa situazione. Non ho più alcun tipo di stimolo sessuale da molto tempo.
Non ho più il minimo interesse nel curarmi della mia persona dal punto di vista estetico.
Con enorme dolore ho rinunciato all'idea di avere figli. So che altre pazienti scoliotiche gravi ne hanno avuti, ma io non ho mai avuto il coraggio.
Non usciamo quasi mai di casa, se non per fare la passeggiata di un ora al giorno che mi è stata consigliata.
Per il resto, non posso mangiare praticamente nulla o meglio le solite 4 cose, perché sono a dieta visto che in seguito alla terapia farmacologica con un neurolettico sono ingrassata ben 20 kg e il mio metabolismo non vuol saperne di riprendersi.
Dimagrisco poco e lentamente. Anche una pizza è da escludersi. Andare in un pub non ha molto senso, perché non ho mai bevuto e ritrovarsi circondati da persone alticce non mi piace, mi fa sentire a disagio.
Amavo moltissimo viaggiare, ma ora come ora non mi sento più in grado.
Mi sento, insomma, come qualcuno che ha già dato quello che aveva da dare, e visto quello che aveva da vedere.
Da quando ho smesso di fumare poi (ero una forte fumatrice), dopo la prima fase durante la quale pensavo che avrebbero dovuto riaprire i manicomi per me, questa sensazione è definitiva, costante, inalienabile dal mio quotidiano.
Una persona anziana che aspetta la fine dei suoi giorni in una casa vuota.
Perché?
Praticamente l'unica fonte di piacere che mi è rimasta è la lettura. Se non fosse per quella la mia giornata sarebbe un enorme contenitore di ore vuote con sprazzi di intenso panico e sensazione di morte imminente. Leggendo invece mi astraggo dalla mia condizione e nella mia mente visito di nuovo paesi stranieri, conosco "persone" e punti di vista, vivo. Mi è rimasto solo quello, ma è solo nella mia mente.
[#1]
Gentile utente,
Da quanto tempo è in cura? Sta facendo delle sedute di psicoterapia? Oppure solo terapia farmacologica?
In relazione alla problematica esposta andrebbero indagati anche gli effetti collaterali dei farmaci che prende, se li prende e da quanto tempo.
DaI sintomi che ci descrive si potrebbe pensare a un problema depressivo (umore depresso, mancanza di desiderio sessuale, disinteresse per la cura della propria persona, assenza di una vita sociale ecc).
Forse presso il servizio che la tiene in cura dovrebbero rivalutare la sua condizione in funzione dei sintomi nuovi sopraggiunti. Ma comunque in associazione alla terapia farmacologica sarebbe estremamente funzionale, nel suo caso, una psicoterapia.
Volevo chiederle se ha delle amiche e qualche informazione sulla sua vita lavorativa: se ha mai lavorato, se non lavora per scelta o a causa delle sue condizioni di salute.
Cordialmente
Da quanto tempo è in cura? Sta facendo delle sedute di psicoterapia? Oppure solo terapia farmacologica?
In relazione alla problematica esposta andrebbero indagati anche gli effetti collaterali dei farmaci che prende, se li prende e da quanto tempo.
DaI sintomi che ci descrive si potrebbe pensare a un problema depressivo (umore depresso, mancanza di desiderio sessuale, disinteresse per la cura della propria persona, assenza di una vita sociale ecc).
Forse presso il servizio che la tiene in cura dovrebbero rivalutare la sua condizione in funzione dei sintomi nuovi sopraggiunti. Ma comunque in associazione alla terapia farmacologica sarebbe estremamente funzionale, nel suo caso, una psicoterapia.
Volevo chiederle se ha delle amiche e qualche informazione sulla sua vita lavorativa: se ha mai lavorato, se non lavora per scelta o a causa delle sue condizioni di salute.
Cordialmente
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#2]
Utente
Grazie Dott. per avermi risposto, e così celermente!
Guardi, sono in cura per ansia, attacchi di panico e agorafobia presso il CSM da molti anni ormai (7 per la precisione) ed abbiamo ottenuto solo una remissione molto parziale dei sintomi, cambiando innumerevoli terapie.
Suppongo che questi sintomi siano solo la punta dell'iceberg, senza dubbio, ma farmacologicamente ormai dubito che si possa ottenere molto di più di quel che si è ottenuto.
Da una parte i farmaci mi hanno forse aiutato, ma sul piano fisico sono stati devastanti. Pensi che io sono stata una bella ragazza magra e spigliata per gran parte della mia vita.
Se lo penso adesso mi viene da ridere, sa?
Comunque a seguito del trattamento farmacologico sono ingrassata ben 20 kg, in pochi mesi e dopo aver provato a variare la dieta si è visto che non perdevo peso e finalmente adesso mi hanno dato una molecola a minor impatto metabolico. Sembra che ne sto uscendo.
Riguardo al lavoro, ho fatto per 10 anni l'accompagnatrice turistica, a 30 anni in seguito alla morte di mio padre ho avuto una crisi molto forte ed ho deciso di cambiare lavoro ed ho lavorato come commessa in un negozio fino ad 1 anno e mezzo fa. In seguito ho dovuto smettere perché la situazione della mia scoliosi inevitabilmente si è aggravata fino a diventare grave ed incompatibile con un lavoro che mi obblighi a stare in piedi molte ore, alzare scatole e via discorrendo. Parlandone con il mio compagno siamo arrivati alla conclusione che forse era meglio che rimanessi a casa, piuttosto che diventare schiava degli antidolorifici.
Il deficit respiratorio causato dalla cassa toracica deforme, inoltre innesca una trappola che porta facilmente all'attacco di panico, perché non avendo una risposta respiratoria e cardiaca normale, essendo ansiosa, spesso penso al peggio.
Per quanto riguarda le amiche, prima ne avevo tantissime, pensi un po'!!!! Poi, il tempo passa, e arrivati i figli ci siamo trovate catapultate in due mondi diversi....logicamente hanno gioie, preoccupazioni e aspirazioni che io non ho, e meno tempo da dedicare al mondo esterno alla famiglia.
La mia migliore amica comunque, con cui mi sento ogni tanto,
nonostante anche lei sia in una situazione di salute precaria (in dialisi, a 40 anni), cerca di tirarsi su e non ha abbandonato l'hobbie della musica, ama cantare e questo l'aiuta ad andare avanti.
In fine, per quanto riguarda la psicoterapia...brancolo nel buio!
Il CSM non ne dispone, ci sono un'infinità di metodi e di scuole ed io non conosco nessuno. Ho domandato alla mia psichiatra che concorda sul fatto che mi sarebbe utile, ma non può suggerirmi alcun nome,e nemmeno il tipo di terapia perché non le compete...quindi sono persa.
Guardi, sono in cura per ansia, attacchi di panico e agorafobia presso il CSM da molti anni ormai (7 per la precisione) ed abbiamo ottenuto solo una remissione molto parziale dei sintomi, cambiando innumerevoli terapie.
Suppongo che questi sintomi siano solo la punta dell'iceberg, senza dubbio, ma farmacologicamente ormai dubito che si possa ottenere molto di più di quel che si è ottenuto.
Da una parte i farmaci mi hanno forse aiutato, ma sul piano fisico sono stati devastanti. Pensi che io sono stata una bella ragazza magra e spigliata per gran parte della mia vita.
Se lo penso adesso mi viene da ridere, sa?
Comunque a seguito del trattamento farmacologico sono ingrassata ben 20 kg, in pochi mesi e dopo aver provato a variare la dieta si è visto che non perdevo peso e finalmente adesso mi hanno dato una molecola a minor impatto metabolico. Sembra che ne sto uscendo.
Riguardo al lavoro, ho fatto per 10 anni l'accompagnatrice turistica, a 30 anni in seguito alla morte di mio padre ho avuto una crisi molto forte ed ho deciso di cambiare lavoro ed ho lavorato come commessa in un negozio fino ad 1 anno e mezzo fa. In seguito ho dovuto smettere perché la situazione della mia scoliosi inevitabilmente si è aggravata fino a diventare grave ed incompatibile con un lavoro che mi obblighi a stare in piedi molte ore, alzare scatole e via discorrendo. Parlandone con il mio compagno siamo arrivati alla conclusione che forse era meglio che rimanessi a casa, piuttosto che diventare schiava degli antidolorifici.
Il deficit respiratorio causato dalla cassa toracica deforme, inoltre innesca una trappola che porta facilmente all'attacco di panico, perché non avendo una risposta respiratoria e cardiaca normale, essendo ansiosa, spesso penso al peggio.
Per quanto riguarda le amiche, prima ne avevo tantissime, pensi un po'!!!! Poi, il tempo passa, e arrivati i figli ci siamo trovate catapultate in due mondi diversi....logicamente hanno gioie, preoccupazioni e aspirazioni che io non ho, e meno tempo da dedicare al mondo esterno alla famiglia.
La mia migliore amica comunque, con cui mi sento ogni tanto,
nonostante anche lei sia in una situazione di salute precaria (in dialisi, a 40 anni), cerca di tirarsi su e non ha abbandonato l'hobbie della musica, ama cantare e questo l'aiuta ad andare avanti.
In fine, per quanto riguarda la psicoterapia...brancolo nel buio!
Il CSM non ne dispone, ci sono un'infinità di metodi e di scuole ed io non conosco nessuno. Ho domandato alla mia psichiatra che concorda sul fatto che mi sarebbe utile, ma non può suggerirmi alcun nome,e nemmeno il tipo di terapia perché non le compete...quindi sono persa.
[#4]
Gentile Signora,
mio associo alle considerazioni della Collega e la informo che può chiedere al servzio sanitario pubblico un consulto psicologico oppure rivolgersi a un professionista privato,
Sarebbe opportuno che la terapia farmacologica fosse abbinata a un eventuale percorso psicoterapico, prev ia valutazione diretta.
Se opta per un professionista privato potrà sceglierne l'approccio terapeutico, qui trpva articoli di approfondimento che la possono aiutare nella scelta
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Le occorressero ulteriori informazioni la riascolteremo volentieri
Cordialità
mio associo alle considerazioni della Collega e la informo che può chiedere al servzio sanitario pubblico un consulto psicologico oppure rivolgersi a un professionista privato,
Sarebbe opportuno che la terapia farmacologica fosse abbinata a un eventuale percorso psicoterapico, prev ia valutazione diretta.
Se opta per un professionista privato potrà sceglierne l'approccio terapeutico, qui trpva articoli di approfondimento che la possono aiutare nella scelta
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Le occorressero ulteriori informazioni la riascolteremo volentieri
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
Cara signora,
Capisco benissimo la sua condizione e purtroppo in questi casi bisogna trovare la volontà per ricominciare.
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa andare più a fondo e superare il sintomo.
È necessario che prenda in mano la sua vita e cominci da qualche parte. L'importante è iniziare magari dalla cosa che le "costa" di meno. Sicuramente il dimagrimento che sta avvenendo già può in qualche modo rinforzarla. Inizi a prendersi cura di sè. Torni a volersi bene.
Anche il lavoro è un aspetto importante soprattutto per chi come lei ha sempre lavorato. A tal proposito le chiedo se ha provato a fare richiesta per l'invalidità civile che possa permetterle, una volta ottenuta, di potersi iscrivere alle liste speciali evitando così lavori troppo pesanti e più adeguati alla sua condizione.
Un caro saluto
Capisco benissimo la sua condizione e purtroppo in questi casi bisogna trovare la volontà per ricominciare.
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa andare più a fondo e superare il sintomo.
È necessario che prenda in mano la sua vita e cominci da qualche parte. L'importante è iniziare magari dalla cosa che le "costa" di meno. Sicuramente il dimagrimento che sta avvenendo già può in qualche modo rinforzarla. Inizi a prendersi cura di sè. Torni a volersi bene.
Anche il lavoro è un aspetto importante soprattutto per chi come lei ha sempre lavorato. A tal proposito le chiedo se ha provato a fare richiesta per l'invalidità civile che possa permetterle, una volta ottenuta, di potersi iscrivere alle liste speciali evitando così lavori troppo pesanti e più adeguati alla sua condizione.
Un caro saluto
[#6]
Gentile signora, probabilmente i suoi problemi di salute l'hanno costretta a lasciare il suo lavoro. Lavorare è molto importante, le da un ruolo e una posizione sociale, le organizza il tempo, la. fa sentire utile, la fa ruminare sui suoi problemi di meno. Purtroppo con un problema di ansia, panico e agorafobia diventa naturale evitare le situazioni temute e si finisce per chiudersi in casa e perdere tutti o quasi gli scopi di vita.
Ecco, ora lei mi sembra senza scopi, desideri, ambizioni, programmi.
Cerchi una psicoterapeuta nella sua ASL o privatamente per riprendere in mano la sua vita.
Ci tenga al corrente.
Ecco, ora lei mi sembra senza scopi, desideri, ambizioni, programmi.
Cerchi una psicoterapeuta nella sua ASL o privatamente per riprendere in mano la sua vita.
Ci tenga al corrente.
[#7]
Utente
Veramente grazie e tutti per le vostre risposte,
Per quanto riguarda la domanda della dottoressa Stentella, le rispondo che si, sono già stata valutata dalla commissione per l'invalidità ma purtroppo mi hanno dato solo 35% dei punti considerando la sola scoliosi senza tenere in conto la patologia psichiatrica per la quale non fu portata documentazione.
Ho pensato di farmi rivalutare dopo l'operazione, apportando anche un informe psichiatrico. Il problema è che le liste d'attesa sono lunghe, almeno un anno (ho comunque il terrore di questa operazione). Ci vorrà tempo per uscirne.....
Per quanto riguarda la psicoterapia, devo rivolgermi ad un privato per forza perché questo servizio non c'e al mio CSM, l'ho proprio chiesto e non esiste. Sto leggendo l'articolo postato dalla dott. Rinella.
Per quanto riguarda la domanda della dottoressa Stentella, le rispondo che si, sono già stata valutata dalla commissione per l'invalidità ma purtroppo mi hanno dato solo 35% dei punti considerando la sola scoliosi senza tenere in conto la patologia psichiatrica per la quale non fu portata documentazione.
Ho pensato di farmi rivalutare dopo l'operazione, apportando anche un informe psichiatrico. Il problema è che le liste d'attesa sono lunghe, almeno un anno (ho comunque il terrore di questa operazione). Ci vorrà tempo per uscirne.....
Per quanto riguarda la psicoterapia, devo rivolgermi ad un privato per forza perché questo servizio non c'e al mio CSM, l'ho proprio chiesto e non esiste. Sto leggendo l'articolo postato dalla dott. Rinella.
[#9]
Gentile signora
Le consiglio di fare la visita prima dell'intervento aggiungendo la documentazione psichiatrica.
Eventualmente potrebbe rivolgersi in modo gratuito all'associazione ANMIC della sua zona dove sapranno consigliarla eseguirla in tutto il percorso.
Cordialmente
Le consiglio di fare la visita prima dell'intervento aggiungendo la documentazione psichiatrica.
Eventualmente potrebbe rivolgersi in modo gratuito all'associazione ANMIC della sua zona dove sapranno consigliarla eseguirla in tutto il percorso.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 13.7k visite dal 13/05/2016.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.