Mancanza rapporti sessuali

Buonasera gentili dottori e dottoresse, provo a descrivere il problema che ho con il mio ragazzo ma ho bisogno di descrivere la nostra storia, scusate quindi la lunghezza del messaggio. Abbiamo questa storia ormai da 9 anni, i primi 5 sono stati un tira e molla continuo, nei periodi di tempo in cui non stavamo insieme, soprattutto io, frequentavamo altre persone. La storia poi riprendeva puntualmente sempre con la stessa modalità , c'era un contatto stupido che ci portava a litigare "violentemente " verbalmente per poi riappacificarci facendo sesso. Dopo questi anni, e dopo aver fatto un mio percorso in terapia, decido di chiudere la storia, pensando che non mi avrebbe portato a niente, percepivo troppe mancanze. Così dopo un po' di tempo inizio un'alta storia che dura un anno e mezzo. Dopo quache mese dalla fine di questo mio rapporto lui torna dicendo che in questi anni lontano da me non è riuscito a dimenticarmi, di volere accanto solo me, di aver fatto un grosso lavoro su se stesso e di essere cambiato. In effetti e' stato proprio così , il rapporto e' ricominciato in maniera completamente diversa , e' davvero migliorato! Ma c'è un ma, lui non riesce ad avere rapporti con me, in un anno e mezzo c' e' riuscito solo una volta. Lui dice di pensare di aver questo problema solo con me, e' andato dall' urologo, dall'andrologo, abbiamo provato, senza risultati, con il viagra. E' andato, siamo andati dalla psicologa che c' ha detto che non avrebbe potuto aiutarci a recuperare l'aspetto sessuale ma ci avrebbe aiutato a risolvere eventuali conflitti. Io purtroppo non ne ho voluto sapere , avevo già fatto terapia e non volevo ricominciare. Il problema e' che da soli non riusciamo a venirne fuori, io mi sento messa in discussione come donna , mi sento una sorella o un'amica. lui ha l'ansia da prestazione. Secondo voi c'è possibilità di recuperare la sessualità tra noi? Questo rapporto altrimenti , solo per me, non può andare avanti. Dimenticavo, non so se può' servire, ma lui non è mai riuscito ad eiaculare se non masturbandosi, quindi non con un rapporto ma finendo da solo. Grazie mille per l'attenzione.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

storia tormentata, forse troppo per ricominciare.

<<lui non è mai riuscito ad eiaculare se non masturbandosi, <<
Tale tipologia di disturbo sessuale può far pensare sia ad una problematica di coppia, sia ad una individuale.

<E' andato, siamo andati dalla psicologa che c' ha detto che non avrebbe potuto aiutarci a recuperare l'aspetto sessuale <<

Uno/a psicologo/a perfezionato/a in sessuologia cura proprio tali disfunzioni;
e dunque la problematica occorre portarla allo/a specialista opportuno/a.
Il master a cui mi riferisco e quello quadriennale post-universitario in sessuologia.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, ho letto il suo racconto e provo a comunicarle alcune riflessioni evocate in me dalle sue parole.

Parla di mancanze relativamente alla prima parte della vostra storia e di un cambiamento successivo da parte di lui. Immagino che questo cambiamento l'abbia comprensibilmente orientata a riprovarci. E devo dirle che le sono grato di questa sua testimonianza, che ci dimostra che cambiare è possibile.

Certo il "ma" che sottolinea è altrettanto importante, quindi forse è ancora necessario soffermarsi sui vostri vissuti, per capire di più questo disagio che è di ostacolo alla relazione.
Dal titolo del consulto potremmo dire che anche oggi c'è una "mancanza", e dalle sue parole questo mette in discussione la sua immagine di donna. Immagino che questo sia per lei frustrante e doloroso, e sento che questo vissuto emotivo è cruciale.
Posso chiederle, se ha voglia di raccontarci, se anche lui sente questa mancanza o se soggettivamente si riterrebbe soddisfatto da parte sua dei rapporti sessuali con lei? Sente che lui la accusa di non essere sufficientemente femminile ad esempio o le sembra che il vissuto di inadeguatezza le appartiene come comprensibile reazione soggettiva ai rapporti sessuali attuali? E, infine, posso chiederle com'è stata la vostra sessualità nei primi anni della vostra storia, prima dell'interruzione?

È possibile che se lei si sente ferita questo generi in lui un senso di inadeguatezza, che amplifica il problema, provocando in lui ansia da prestazione. Questo può sviluppare un circolo vizioso, per cui l'ansia di lui abbassa la sua prestazione, confermando in lei la sua ferita, forse potrei dire un senso di rifiuto, e così via all'infinito.

È possibile che ci siano dei conflitti, come forse suggerito dalla psicologa, che interferiscano sul versante sessuale. Affrontarli potrebbe cambiare la vostra sessualità a mio parere.
Il fatto di non sentire di voler investire energie in tal senso potrebbe essere un punto importante, per capire dentro di sé ciò che sente, se e in che modo prendervi cura della vostra coppia, e infine quale direzione personale desidera prendere.

Ci tengo a farle un'ultima considerazione. Quando ha parlato di "violenti litigi per un contatto stupido", non so se questo sia il suo caso, mi ha fatto pensare che a volte litighiamo perché abbiamo paura. Questo può accadere in alcune circostanze, quando ad esempio andiamo all'attacco così da sviare ciò che invece può riguardarci profondamente, così da annullare la possibilità, che può essere perturbante, di guardarci dentro.
È un discorso ampio, che sento importante lasciarle come spunto di riflessione, qualora lo sentisse in qualche modo risuonare dentro di sé.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Utente
Utente
Grazie dott.ssa Brunialti e dott.re De Sanctis per avermi risposto. Cerco di chiarire e rispondere. probabilmente la psicologa ci ha detto di non poterci aiutare a riacquistare un nostro aspetto intimo, proprio perché non è una sessuologa. Ecco perché ho chiesto nel consulto se c'è modo o terapia in grado di aiutarci. Rispondo invece alla domanda sulla soddisfazione di lui, purtroppo no, in un anno e mezzo siamo riusciti ad avere un rapporto solo 1 volta. Direi quindi che la situazione e' frustrante per entrambi. Però sono solo e sempre io a prendere l'argomento e ora mi sono stancata. La cosa che più mi ferisce e' che lui continua a dire che questo problema ce l'ha solo con me, di conseguenza mi rende responsabile. E si, di sicuro gli creo ansia da prestazione, me ne rendo conto ma è sicuramente perché lui evita di parlarne e io esplodo. Il sesso non è mai stato eccezionale, nemmeno in passato, ho sempre pensato che lui non si lasciasse andare, inoltre non ha mai finito un rapporto se non masturbandosi e non fa sesso orale, dice che non gli piace... Quando ho parlato di litigi era riferito al passato, era il nostro modo per poter riavere un contatto ,dopo un periodo di separazione, la scusa per riavvicinarci era litigare per qualcosa così fino ad arrivare a riappacificarci anche facendo sesso. Ora mi vien da ridere pensando che sono finiti i litigi ma anche il sesso. La psicologa, a lui in seduta da solo, gli avrebbe detto che non riesce ad avere rapporti con me perché , visto che ora stiamo bene insieme, far andare bene anche la sfera sessuale significherebbe per lui concedersi senza riserve a me. Io credo sia una cavolata! Grazie per l'attenzione .
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Aggiungo qualche nota a quelle già rivecute ed un articolo sull'eiaculazione ritardata/anorgasmia, ma se volesse approfondire nel mio sito personale www.valeriarandone.it , e nel mio blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre.


La diagnosi deve essere scrupolosa e competente, e quando non ci sono cause organiche, ci sono cause psichiche profonde e relazionali.

Consideri che ci sono vari gradi di gravità nel L'eiaculazione ritardata:

1- quando il paziente non raggiunge mai l'orgasmo, soltanto di notte con polluzioni notturne, senza in censorio controllo della coscienza.

2- quando il paziente raggiunge l'orgasmo soltanto con L'autoerotismo, ma da solo, senza la partner

3- quando il paziente raggiunge l'orgasmo con la masturbazione in presenza della partner

4- quando il paziente raggiunge l'orgasmo grazie alla masturbazione o altre pratiche extra coito praticate dalla partner


https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1600-eiaculazione-ritardata-quando-il-piacere-tarda-ad-arrivare.html

Se il suo ragazzo lo desiderasse, fatevi aiutare, non si può adoperare a lungo la tensione, la rabbia, erotizzandola, per poi poter fare l'amore.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597


Gentile utente,

perchè temporeggiare ulteriormente nel rivolgervi di persona allo specialista in oggetto?

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Ho letto con attenzione la sua risposta. Le sue parole aprono ulteriori interrogativi e sviluppano in me un pensiero che sento necessario approfondire. Mi spiace che online non riusciamo a farlo nel modo adeguato.

Provo comunque a lasciarle uno spunto riflessivo in particolare. Quando dice che "la cosa che più mi ferisce e' che lui continua a dire che questo problema ce l'ha solo con me, di conseguenza mi rende responsabile", immagino come possa sentirsi e di questo bisogna tenere particolarmente conto.

In proposito è importante fare distinzioni che potrebbero essere cruciali: il fatto che questo problema ce l'abbia con lei, non vuol necessariamente dire che lei non è adeguata, potrebbe significare anche il contrario ad esempio.

Quindi una riflessione importante potrebbe riguardare il suo mondo interiore, che può farle leggere le cose in un certo modo più che in un altro.

Forse le parole della psicologa potrebbero avere un loro valore anche dal mio punto di vista. In fondo ho ritrovato le parole della psicologa simili alle sue, entrambe avete detto che lui non sa "lasciarsi andare", cioè "concedersi senza riserve".

Provo a farle un esempio molto semplificato: poniamo che lui sia un uomo che, per la sua storia, è abituato a non entrare in contatti relazionali profondi e intimi, magari ad averne paura anche. Ovviamente io non so se questo sia il suo caso, poiché non lo conosco, glielo porto solo come un esempio, evocato dal suo racconto.

Dicevo, se un uomo abituato in un certo modo decide di mettersi in discussione per cambiare, sta affrontando una rivoluzione interiore gigantesca e impegnativa.
È possibile che il cambiamento sia in corso e che la sfera sessuale abbia un'incisività molto significativa. La fusionalità che la caratterizza, ad esempio, implica una forte vicinanza, un momento di perdita di sé potremmo dire, che può confondere e spaventare. Significa proprio "lasciarsi andare" completamente. Non so, forse lui lo vuole fare con tutto se stesso con lei e per lei, ma non ci riesce ancora?

Mi chiedo questo perché, se penso al fatto che è lui a essere tornato e a volerla ancora, il discorso della sessualità e della difficoltà presente solo con lei potrebbe, in effetti, anche portarci a dire che è con lei che sta provando ad avvicinarsi davvero come potrebbe non avere mai fatto con le altre, ad esempio. Ed è proprio a questo punto che si genera il problema in lui, proprio perché vorrebbe dare solo a lei di più.

Allora potremmo chiederci, riprendendo il mio discorso su di sé, se lei può dare valore a se stessa al punto da poter concepire una realtà come questa ad esempio.

Ci tengo a dirle che queste mie parole hanno uno scopo in particolare, non conoscendovi né potendo in questa sede approfondire la vostra storia. Le mie parole vogliono presentarle la possibilità di punti di vista differenti rispetto al proprio e ricordare che il proprio punto di vista potrebbe essere soggettivo e condizionato da tanti fattori personali.

In proposito, faccia anche attenzione, quando dice che "probabilmente la psicologa ci ha detto di non poterci aiutare a riacquistare un nostro aspetto intimo, proprio perché non è una sessuologa", nel senso che le parole della psicologa, come le dicevo, non mi sono parse queste.

Allora, se da una parte comprendo la sua esasperazione e il suo dolore, potrebbe essere importante anche capire se dentro di lei c'è qualche freno a procedere per mettevi reciprocamente in gioco e crescere insieme. Come sto cercando di dirle, a volte il senso di sfiducia ci abbatte, a volte ci sono dei carichi emotivi che ci bloccano, a volte sono ferite interiori molto profonde da cui preferiamo, assolutamente comprensibilmente, difenderci.

Se in qualche modo ho letto correttamente le sue parole, forse le mie riflessioni potrebbero non piacerle. Però ci tengo a fargliele, affinché possa confrontarsi anche con se stessa e capire se possano avere o meno un qualche senso per lei.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
l'orgasmo è un'attività spontanea e quindi le difficoltà sessuali possono abbisognare di strategie particolari e non convenzionali da parte dello psicoterapeuta.

In particolare tali tecniche sono utilizzate dall'approccio strategico breve o anche dall'ipnosi ericksoniana.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo