Problema fisico o psicologico?
Gentili dottori, mi scuso in anticipo per la lunghezza della lettera. Ho sintetizzato al massimo ma un po’ di righe ci vogliono. Abbiate la pazienza di leggerla. Parlerò della mia vita, della mia paura di avere un cervello danneggiato e vi chiederò di rispondere ad alcune domande.
Sono un ragazzo di 25 anni, laureato ( laurea triennale) alla facoltà di ingegneria e al momento studente
( corso di laurea specialistico). In questi ultimi anni ( circa cinque) sto vivendo un po’ male. Mi sono allontanato dai miei amici ( due ) e non esco più di casa se non per andare all’università ( in rare occasioni esco con alcuni componenti della mia famiglia per fare compere o andare al cinema o vado da solo a noleggiare film al video bank.) All’università ho cominciato da solo, ossia non conoscevo nessuno ed ora a distanza di cinque anni ( epoca in cui mi iscrissi) non conosco tuttora nessuno. Più precisamente non ho instaurato rapporti con i colleghi, non rido e non scherzo come fanno loro e mi accorgo che nel corso sono l’unico ad essere così. Mi chiedo cosa pensano di me.Non so quindi socializzare, mi faccio problemi anche per salutare qualcuno. Il brutto è che non sto solamente solo all’università ma spesso mi sento osservato, giudicato e quindi sfuggo ogni rapporto con le persone soprattutto con quelle di sesso femminile.
La mia vita non è più naturale. Io vorrei fare due parole con il vicino/a di banco ma non so mai cosa dire, sono sempre troppo teso e finisco per non dire niente. Anche se entro in un locale pubblico (bar, banca ) mi sento osservato, giudicato come se avessi qualcosa che non va e come se tutti se ne accorgessero. Non saluto quasi tutte le volte che entro in classe perché ho paura che si chiedano: ma chi è questo?
In effetti nessuno mi ha mai salutato di sua spontanea volontà,sono sempre stato io a fare il primo passo ( e ultimo)
Io osservo molto, ricordo bene i visi dei miei compagni, le loro voci,i loro zaini, i loro vestiti e quindi mi sembrano persone che conosco da tempo ma loro non sanno niente di me. Forse non mi hanno notato quanto io credo. Quindi non mi salutano. O forse per loro sono antipatico perché non parlo mai e vado subito via dopo le lezioni.
Un tempo non ero messo così male. Avevo tanti amici e per me entrare in un bar non era un problema.
Ho fatto una psicoterapia per due anni ( ho terminato un paio d’anni fa) ma non ho avuto grandi risultati. Anzi, ora non esco più neppure con gli amici residenti nel mio comune. E ovvio che con questi tipo di problemi non ho una ragazza. Sarebbe impossibile. E per dirla tutta non ne bacio una da quando ho 17 anni. Solo con lei una volta ho fatto l’amore ( a metà) e poi mai più. Ho sempre sfuggito ogni occasione di contatto con il mondo femminile forse perché ho paura di soffrire di eiaculazione precoce. Più volte mentre venivo masturbato ho eiaculato in breve tempo. E credo che in un rapporto sessuale la cosa non migliori. Visto che i problemi arrivano già ai preliminari. L’unico volta che ho fatto l’amore avevo bevuto, ero sicuro di me e non temevo l’eiaculazione precoce. Poi lei ha voluto interrompere il rapporto perché aveva paura: non avevo usato il preservativo perché di vergognavo di compralo e metterlo.
Io ho sempre avuto la remota convinzione che i miei problemi siano dovuti ad un problema fisico.
Cioè penso che una parte del mio cervello abbia subito dei danni ( forse irreversibili) ed ora non posso fare più niente per tornare indietro. A volte penso al suicidio ma non potrei mai farlo perché la mia famiglia mi vuole troppo bene.
All’età di 15 anni circa ho cominciato a fumare haschis e a bere. Per molti anni tutti i sabati e a volte anche nella settimana ci si alcolizzata e si fumava. Poi dai 16 ai 17 ho cominciato ad utilizzare l’ecstasy. Quasi tutti i sabati ( 1 o 2 o 3 pasticche). Alla fine dei 17 anni ho preso un cartoncino di Lsd . Ho avuto quello che si chiama un “bad trip”. In sostanza ho avuto paura di morire, tanta. Poi ho smesso con queste droghe pesanti e ho continuato ogni tanto a fumare e bere il sabato sera. Poi mi sono iscritto all’università e dopo un anno ho smesso di fare ogni cosa, anche di fumare le sigarette ( perché nuociono gravemente alla salute) ma ho cominciato a non uscire più. Ed ora eccomi qui, davanti al PC che cerco un aiuto, sto male. Con tanta difficoltà sono riuscito a laurearmi con un buonissimo voto ( anche se ho impiegato due anni in più ). Ora faccio la specialistica. Ma sono messo male. Se sono così insicuro, come farò un domani a lavorare, parlare al telefono, avere un ruolo di rensonsabilità, fare dei calcoli..? Spesso ho difficoltà a concentrami. Non riesco a fare semplici operazioni matematiche mentali.
Io credo che molte delle mie difficoltà siano dovute alle danni ricevuti dall’abuso di pasticche.
Quando in pubblico mi sento osservato e giudicato dalle persone mi sembra di avere un po’ la sensazione avuta nel brutto viaggio con Lsd.
Ed ora arrivo al dunque: ho già scritto queste cose nella sezione psichiatria ed il dott. Pacini mi ha consigliato una visita psichiatrica. A voi psicologi e psicoterapeuti chiedo se siete d’accordo o se invece pensate che i miei problemi si possano risolvere con un percorso altro psicoteraeutico. Ad esempio una psicoterapia cognitivo-comportamentale oppure l’ipnosi fanno al caso mio. Cosa ne pensate? Secondo voi i miei problemi hanno una radice più profonda e non essere quindi imputabili ai danni delle droghe?
Grazie infinite
Cordiali saluti
Sono un ragazzo di 25 anni, laureato ( laurea triennale) alla facoltà di ingegneria e al momento studente
( corso di laurea specialistico). In questi ultimi anni ( circa cinque) sto vivendo un po’ male. Mi sono allontanato dai miei amici ( due ) e non esco più di casa se non per andare all’università ( in rare occasioni esco con alcuni componenti della mia famiglia per fare compere o andare al cinema o vado da solo a noleggiare film al video bank.) All’università ho cominciato da solo, ossia non conoscevo nessuno ed ora a distanza di cinque anni ( epoca in cui mi iscrissi) non conosco tuttora nessuno. Più precisamente non ho instaurato rapporti con i colleghi, non rido e non scherzo come fanno loro e mi accorgo che nel corso sono l’unico ad essere così. Mi chiedo cosa pensano di me.Non so quindi socializzare, mi faccio problemi anche per salutare qualcuno. Il brutto è che non sto solamente solo all’università ma spesso mi sento osservato, giudicato e quindi sfuggo ogni rapporto con le persone soprattutto con quelle di sesso femminile.
La mia vita non è più naturale. Io vorrei fare due parole con il vicino/a di banco ma non so mai cosa dire, sono sempre troppo teso e finisco per non dire niente. Anche se entro in un locale pubblico (bar, banca ) mi sento osservato, giudicato come se avessi qualcosa che non va e come se tutti se ne accorgessero. Non saluto quasi tutte le volte che entro in classe perché ho paura che si chiedano: ma chi è questo?
In effetti nessuno mi ha mai salutato di sua spontanea volontà,sono sempre stato io a fare il primo passo ( e ultimo)
Io osservo molto, ricordo bene i visi dei miei compagni, le loro voci,i loro zaini, i loro vestiti e quindi mi sembrano persone che conosco da tempo ma loro non sanno niente di me. Forse non mi hanno notato quanto io credo. Quindi non mi salutano. O forse per loro sono antipatico perché non parlo mai e vado subito via dopo le lezioni.
Un tempo non ero messo così male. Avevo tanti amici e per me entrare in un bar non era un problema.
Ho fatto una psicoterapia per due anni ( ho terminato un paio d’anni fa) ma non ho avuto grandi risultati. Anzi, ora non esco più neppure con gli amici residenti nel mio comune. E ovvio che con questi tipo di problemi non ho una ragazza. Sarebbe impossibile. E per dirla tutta non ne bacio una da quando ho 17 anni. Solo con lei una volta ho fatto l’amore ( a metà) e poi mai più. Ho sempre sfuggito ogni occasione di contatto con il mondo femminile forse perché ho paura di soffrire di eiaculazione precoce. Più volte mentre venivo masturbato ho eiaculato in breve tempo. E credo che in un rapporto sessuale la cosa non migliori. Visto che i problemi arrivano già ai preliminari. L’unico volta che ho fatto l’amore avevo bevuto, ero sicuro di me e non temevo l’eiaculazione precoce. Poi lei ha voluto interrompere il rapporto perché aveva paura: non avevo usato il preservativo perché di vergognavo di compralo e metterlo.
Io ho sempre avuto la remota convinzione che i miei problemi siano dovuti ad un problema fisico.
Cioè penso che una parte del mio cervello abbia subito dei danni ( forse irreversibili) ed ora non posso fare più niente per tornare indietro. A volte penso al suicidio ma non potrei mai farlo perché la mia famiglia mi vuole troppo bene.
All’età di 15 anni circa ho cominciato a fumare haschis e a bere. Per molti anni tutti i sabati e a volte anche nella settimana ci si alcolizzata e si fumava. Poi dai 16 ai 17 ho cominciato ad utilizzare l’ecstasy. Quasi tutti i sabati ( 1 o 2 o 3 pasticche). Alla fine dei 17 anni ho preso un cartoncino di Lsd . Ho avuto quello che si chiama un “bad trip”. In sostanza ho avuto paura di morire, tanta. Poi ho smesso con queste droghe pesanti e ho continuato ogni tanto a fumare e bere il sabato sera. Poi mi sono iscritto all’università e dopo un anno ho smesso di fare ogni cosa, anche di fumare le sigarette ( perché nuociono gravemente alla salute) ma ho cominciato a non uscire più. Ed ora eccomi qui, davanti al PC che cerco un aiuto, sto male. Con tanta difficoltà sono riuscito a laurearmi con un buonissimo voto ( anche se ho impiegato due anni in più ). Ora faccio la specialistica. Ma sono messo male. Se sono così insicuro, come farò un domani a lavorare, parlare al telefono, avere un ruolo di rensonsabilità, fare dei calcoli..? Spesso ho difficoltà a concentrami. Non riesco a fare semplici operazioni matematiche mentali.
Io credo che molte delle mie difficoltà siano dovute alle danni ricevuti dall’abuso di pasticche.
Quando in pubblico mi sento osservato e giudicato dalle persone mi sembra di avere un po’ la sensazione avuta nel brutto viaggio con Lsd.
Ed ora arrivo al dunque: ho già scritto queste cose nella sezione psichiatria ed il dott. Pacini mi ha consigliato una visita psichiatrica. A voi psicologi e psicoterapeuti chiedo se siete d’accordo o se invece pensate che i miei problemi si possano risolvere con un percorso altro psicoteraeutico. Ad esempio una psicoterapia cognitivo-comportamentale oppure l’ipnosi fanno al caso mio. Cosa ne pensate? Secondo voi i miei problemi hanno una radice più profonda e non essere quindi imputabili ai danni delle droghe?
Grazie infinite
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente
Una visita psichiatrica sarebbe in effetti opportuna, soprattutto considerando che in passato ha fatto uso di sostanze.
Detto questo, sentito anche lo psichiatra, le suggerisco di rimettersi in cerca di un altro professionista, pubblico o privato, in grado di assisterla e d'insegnarle quelle abilità sociali che a quanto mi sembra di capire lei non è ancora stato in grado di apprendere veramente.
È una cosa che si puó tranquillamente fare. Senza voler scendere in una valutazione esatta del suo caso, cosa che qui non può evidentemente essere fatta, credo che gran parte del suo attuale senso di disagio derivi dal non riuscire a ottenere ciò che alla sua età, come a qualunque altra, è essenziale per una vita serena ed equilibrata: amicizie e affetto.
Quando sarà riuscito a imparare a fare questo, il cambiamento del suo umore dovrebbe seguire.
Alcuni orientamenti psicoterapeutici in grado d'insegnarle le abilità che ancora le mancano sono quello breve strategico e quello cognitivo/comportamentale. Ma anche altri orientamenti potranno esserle utili, se il terapeuta ha esperienza in ciò che le serve.
Cordiali saluti
Una visita psichiatrica sarebbe in effetti opportuna, soprattutto considerando che in passato ha fatto uso di sostanze.
Detto questo, sentito anche lo psichiatra, le suggerisco di rimettersi in cerca di un altro professionista, pubblico o privato, in grado di assisterla e d'insegnarle quelle abilità sociali che a quanto mi sembra di capire lei non è ancora stato in grado di apprendere veramente.
È una cosa che si puó tranquillamente fare. Senza voler scendere in una valutazione esatta del suo caso, cosa che qui non può evidentemente essere fatta, credo che gran parte del suo attuale senso di disagio derivi dal non riuscire a ottenere ciò che alla sua età, come a qualunque altra, è essenziale per una vita serena ed equilibrata: amicizie e affetto.
Quando sarà riuscito a imparare a fare questo, il cambiamento del suo umore dovrebbe seguire.
Alcuni orientamenti psicoterapeutici in grado d'insegnarle le abilità che ancora le mancano sono quello breve strategico e quello cognitivo/comportamentale. Ma anche altri orientamenti potranno esserle utili, se il terapeuta ha esperienza in ciò che le serve.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Salve dottore non ho potuto rispondere prima perchè sono appena ritornato dall'università. La ringrazio tanto per quello che mi ha detto in particolare volevo dirle che con la frase "...abilità sociali che a quanto mi sembra di capire lei non è ancora stato in grado di apprendere veramente" ha proprio afferato il problema.
Avrei un'ultima cosa da chiederle: con professionista pubblico intende dire che è possibile trovare psicoterapeuti che lavorano alla mutua?
Grazie di cuore
Cordiali saluti
Avrei un'ultima cosa da chiederle: con professionista pubblico intende dire che è possibile trovare psicoterapeuti che lavorano alla mutua?
Grazie di cuore
Cordiali saluti
[#3]
Gentile utente,
leggo: Ho sempre sfuggito ogni occasione di contatto con il mondo femminile forse perché ho paura di soffrire di eiaculazione precoce. Più volte mentre venivo masturbato ho eiaculato in breve tempo. E credo che in un rapporto sessuale la cosa non migliori"
Vorrei soltanto sottolineare che quando si è alle prime esperienze sessuali è possibile che ci siano situazioni di EP.
Quindi prima di ipotizzare una diagnosi di eiaculazione precoce è importante una frequenza costante con una donna e solo dopo diversi tentativi, se la situazione persiste, allora si può prendere in considerazione una diagnosi di questo genere. Come nella vita sociale in cui è importante apprendere le diverse abilità sociali per potersi relazionare con gli altri, anche nella sessualità vale lo stesso principio.
Tutto questo è valido attraverso l'aiuto di un professionista e la strada dell'esperienza diretta.
Saluti.
Dott. Giacomo Del Monte
www.Psicosalute.it
leggo: Ho sempre sfuggito ogni occasione di contatto con il mondo femminile forse perché ho paura di soffrire di eiaculazione precoce. Più volte mentre venivo masturbato ho eiaculato in breve tempo. E credo che in un rapporto sessuale la cosa non migliori"
Vorrei soltanto sottolineare che quando si è alle prime esperienze sessuali è possibile che ci siano situazioni di EP.
Quindi prima di ipotizzare una diagnosi di eiaculazione precoce è importante una frequenza costante con una donna e solo dopo diversi tentativi, se la situazione persiste, allora si può prendere in considerazione una diagnosi di questo genere. Come nella vita sociale in cui è importante apprendere le diverse abilità sociali per potersi relazionare con gli altri, anche nella sessualità vale lo stesso principio.
Tutto questo è valido attraverso l'aiuto di un professionista e la strada dell'esperienza diretta.
Saluti.
Dott. Giacomo Del Monte
www.Psicosalute.it
Dott. Giacomo Del Monte
www.sessuologo-psicologo-roma.com
www.psicosalute.it
www.sessuologoesessualita.it
[#4]
Gentile utente
Sì, le attività di consulenza psicologica e psicoterapia sono effettuate anche presso il servizio sanitario nazionale. Può recarsi al CUP della sua AUSL per richiedere un primo colloquio, anche senza la prescrizione del suo medico, e spiegare là il suo problema.
Generalmente il primo incontro è gratuito e i successivi richiedono pagamenti di ticket molto bassi.
Ogni azienda locale, tuttavia, ha la sua propria organizzazione e quindi la cosa migliore è interessarsi di persona e chiedere.
Visto che ha trovato esatto il mio commento sul suo bisogno di apprendere delle abilità sociali di base, le suggerisco di dirlo subito al primo colloquio. Se crede, può addirittura stamparsi questi post e mostrarli al collega che la riceverà.
In tal modo sapranno orientarla meglio sul tipo di percorso eventualmente da suggerirle.
Cordiali saluti
Sì, le attività di consulenza psicologica e psicoterapia sono effettuate anche presso il servizio sanitario nazionale. Può recarsi al CUP della sua AUSL per richiedere un primo colloquio, anche senza la prescrizione del suo medico, e spiegare là il suo problema.
Generalmente il primo incontro è gratuito e i successivi richiedono pagamenti di ticket molto bassi.
Ogni azienda locale, tuttavia, ha la sua propria organizzazione e quindi la cosa migliore è interessarsi di persona e chiedere.
Visto che ha trovato esatto il mio commento sul suo bisogno di apprendere delle abilità sociali di base, le suggerisco di dirlo subito al primo colloquio. Se crede, può addirittura stamparsi questi post e mostrarli al collega che la riceverà.
In tal modo sapranno orientarla meglio sul tipo di percorso eventualmente da suggerirle.
Cordiali saluti
[#5]
Ex utente
Risposta al Dott. Santonocito:
la buona idea di stampare i post l'avevo in effetti già presa in considerazione. Grazie.
Allora farò così: come mi è stato suggerito, se avrò il coraggio, andrò da uno prischiatra e, sentito lui, comincerò in parallelo una psicoterapia.
Grazie per la sua disponibiltà.
Cordiali saluti
Risposta al Dott.DelMonte.
Ok, ho capito cosa ha voluto dirmi.
Grazie
Cordiali saluti.
la buona idea di stampare i post l'avevo in effetti già presa in considerazione. Grazie.
Allora farò così: come mi è stato suggerito, se avrò il coraggio, andrò da uno prischiatra e, sentito lui, comincerò in parallelo una psicoterapia.
Grazie per la sua disponibiltà.
Cordiali saluti
Risposta al Dott.DelMonte.
Ok, ho capito cosa ha voluto dirmi.
Grazie
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.7k visite dal 21/10/2008.
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Approfondimento su Eiaculazione precoce
L'eiaculazione precoce è una disfunzione sessuale che colpisce circa il 20-40% degli uomini. Scopriamo le cause organiche e psicologiche e i possibili rimedi.