Depressione da solitudine

Ho ancora 19 anni ma è già da un anno che soffro di depressione. Purtroppo non posso permettermi sedute da uno psicologo ma ormai sono arrivata al limite di tutto. Nell'arco di quest'anno ho pian piano perso quei pochi amici che avevo. Associo questo alla mia depressione, la solitudine. Per depressione intendo attacchi di panico, sonnolenza e tristezza continua, fame acuta, stress, incubi e così via.. Purtroppo non sono neanche una persona tanto socievole, forse sono io ad avere troppe pretese dalla gente, non so, ma sto diventando sociofobica. Ho un continuo mal di testa e senso di vuoto incolmabile dentro, per cui soffro ogni giorno senza sosta. Ho un fidanzato che fa di tutto per essere presente, ma purtroppo sento troppo la mancanza di una persona con cui parlare e questo causa l'accumularsi di troppi pensieri che mi fanno stare malissimo e mi fanno impazzire. Ogni volta che vedo persone in compagnia di amici soffro, anche in TV addirittura, ogni qualvolta il mio ragazzo sta con loro io mi sento morire, ogni momento che passò sola è un vuoto immenso dentro e un senso di solitudine enorme, come se fossi sola al mondo. Non so davvero cosa fare, avrei bisogno di aiuto.
ps:ogni volta che qualsiasi cosa va male, tutti i pensieri negativi mi assalgono in una volta, e penso sempre che la vita non è fatta per soffrire, ogni mattina mi sveglio positiva, come se le cose potessero cambiare, ma dopo un momento di gioia segue una caduta psicologica immensa,sempre più grande.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
esprime bene il suo sentire, il senso di solitudine e la sintomatologia che la accompagna.
Ha forse coinciso con il termine degli syudi?
Dice di sentirsi così da un anno, cosa è accaduto di preciso?

Cosa fa nella vita e come trascorre le sue giornate?

Sembra che il suo ragazzo sia la sola persona con cui parlare, come mai oltre a quello che ci ha detto?
Come vanno le cose in famiglia?

<Purtroppo non posso permettermi sedute da uno psicologo>
Può incontrare un nostro collega anche presso il servizio pubblico, ad esempio presso il consultorio Familiare ASL Spazio Giovani del suo territorio, non occorre prescrizione medica, provi ad informarsi.
Non faccia diagnosi da sola, ma valuti l'opportunità di affidarsi a un nostro collega che possa valutare la sua condizione e accompagnarla a ritrovare migliore benessere e qualità di vita.

Cordialità


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Grazie Dr.ssa della risposta..si, il tutto ha coinciso con il termine degli studi ..del quinto anno di liceo, ma come avevo detto ho ben capito di stare male un anno fa, in che situazione? Il mio 18esimo compleanno. Di solito si festeggia e si sta con amici, ho iniziato a star male e sentirmi cosi proprio quando mi sono accorta che non avevo nessuno accanto che avrei voluto con me quel giorno, per nessuno ero importante e viceversa. Ed è stato bruttissimo quel giorno da sola. Nella vita come ho già detto studio lingue, tra qualche mese ho gli esami finali ..generalmente studio il pomeriggio e tre volte a settimane vado in palestra. Per quanto riguarda il mio ragazzo rispecchia il genere di persona che vorrei accanto, anche sotto forma di amico, perché mi ascolta senza giudicare, anche se qualche volta non vengo ben capita anche da lui. Ovviamente non può esserci per me sempre, in ogni momento, avendo anche lui una sua vita..
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Certo il suo ragazzo dovrebbe essere un benessere aggiunto alla sua vita, non una persona senza la presenza della quale rischia di sprofondare nella solitudine.
A maggior ragione se la sintomatologia è quella descritta e anche in previsione dell'impegno mentale che dovrà profondere per i suoi studi (che in precedenza non aveva specificato) sarebbe opportuno valutasse l'opportunità di incontrare un nostro collega.
Che ne pensa?
Non dice nulla della sua famiglia, si sente in qualche modo supportata, ha dialogo con i suoi familiari?
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Utente
Utente
I momenti in cui sto con lui sono gli unici non tristi, quindi non si può dire che è solo una persona che colma la solitudine, perché mi sento sola nell'ambito "amicizie" principalmente. Si, credo che io abbia bisogno di aiuto..
No, con i miei familiari c'è poco dialogo, perché non mi sento capita da loro, per esempio molte volte ho provato a dirgli quale era la causa di tanto dolore e loro visto che vedevano il problema come "poca socializzazione" da parte mia, intanto mi dicevano che era mia la colpa di ciò, che non esco e altro..indebolendomi emotivamente, poi mi esortavano ad uscire, per esempio ad andare a messa la domenica, e a socializzare in quell'ambito ..poco d'aiuto insomma, poiché sono anche loro persone abbastanza sole, non frequentano nessuno, ma sono sposati, ci sono i parenti e sono vicini tra di loro, evidentemente a loro basta questo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Al di là delle etichette diagnostiche che potrebbero lasciare il tempo che trovano, specie se non ha ancora ricevuto un parere specialistico di persona, cosa c'è alla base della sua scarsa socialità? Si tratta più di mancanza di interesse verso gli altri, o è più una paura di essere inadeguata o di essere ferita o rifiutata?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Partendo dal presupposto che ho scarsissima autostima, ma non è paura di essere rifiutata o inadeguata..forse non ho trovato persone giuste con cui avere un legame. Tutte le persone che mi circondano e che conosco non le reputo importanti, forse sono troppo selettiva e pretenziosa, ma intorno ho solo gente non disposta ad esserci per me
Grazie per la risposta Dr Santonocito
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Partendo dal presupposto che ho scarsissima autostima, ma non è paura di essere rifiutata o inadeguata
>>>

Questo andrebbe chiarito meglio, perché di solito quando si soffre per l'evitamento di qualcosa alla base c'è una qualche forma di paura.
Diverso sarebbe se lei non fosse una persona sociale e non gliene importasse nulla. Esistono persone così. Ma quando si soffre la solitudine, raccontarsi di essere selettivi può risultare più accettabile che ammettere che ci si sente inadeguati nei confronti degli altri. Anche perché, a proposito di autostima, è difficile farsi stimare dagli altri se non si riesce prima a stimarsi da soli.
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Utente
Utente
Ho scarsa autostima ma non credo di essere una persona sgradevole da frequentare, credo che di tutte le amicizie perse io non ne sia stata la causa, o almeno questo penso. Ciò che mi allontana dalla gente è il loro comportamento, sono infastidita molto spesso da atteggiamenti e quindi preferisco rinunciare al rapporto e stare sola...Con ciò non intendo che voglio stare sola, ma che preferisco stare sola anziché con gente sgradevole a mio riguardo, preferisco stare sola anziché con gente che comunque mi fa sentire sola..non so se mi spiego
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
A me sembra abbastanza chiaro, ma l'importante è che riesca a spiegarti con te stessa.

Se fossi semplicemente una persona dai "gusti difficili", allora dovresti prenderne atto e fartene una ragione. Si può benissimo avere gusti difficili ed essere felici.

Ma se esistono motivi di altro genere alla base di tale difficoltà di gusti - e di solito sono sempre gli stessi - allora andrebbero chiariti meglio e visto se esiste margine di manovra per cambiare la situazione. Non è però un lavoro che si possa fare online. Le tue difficoltà a rivolgerti a un professionista possono essere comprensibili, ma il tuo non sembra un caso che si possa risolvere con semplici pareri ricevuti online.
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Utente
Utente
Purtroppo io credo siano questi i motivi, o non riesco a ragionare bene probabilmente, o ho la mente offuscata..ma se a lei sembra chiaro, a me stessa non lo è per niente..
Grazie mille del suo parere Dr. Santonocito