Blocco sessuale che ha stravolto le mie abitudini
Ho 26 anni ed un carattere moderatamente ansioso, a tratti ossessivo, nel senso che soprattutto nei periodi di "piattezza emotiva" tendo a "fissarmi" su episodi apparentemente irrilevanti.
Ed infatti, a seguito di un episodio banale durante un rapporto sessuale particolarmente intenso, mi colse la paura immotivata di essermi procurato un danno al pene, e le testimonianze che scioccamente e compulsivamente - iniziai a leggere in internet, non facevano che aggravare questa mia percezione.
Morale della favola, da una condizione di perfetto equilibrio sessuale, mi sono procurato un trauma - che ritenevo fisico, in realtá 100% emotivo, dal quale mi ripresi dopo due bruttissime settimane.
Ma non ero più lo stesso: prima mi bastava avvicinarmi o abbracciare una bella ragazza per avere una poderosa erezione, adesso ció non accadeva più.
Ero diventato.. sessualmente ansioso, cosa per me inaccettabile, e dopo una serie di defaillance le cose peggiorarono.
Dopo un anno ho iniziato una terapia psicologica e le cose sono leggermente migliorate: almeno con la mia ragazza ho una vita sessuale relativamente soddisfacente, ma non sono mai tranquillo e spensierato come vorrei: soprattutto all'inizio temo sempre il "blocco sabotante".
Non vivo più il sesso come una volta, con quella spontaneitá e l eccitazione frenetica di un tempo, salvo rare occasioni.
A causa di questa insicurezza indugio in una relazione affettiva che, sono sincero, nemmeno mi soddisfa, e rifiuto le proposte di viaggio o le uscite in discoteca con amici e colleghi, che non mi riconoscono più.
Il mio attuale terapeuta mi consiglia solo di concentrarmi su altri aspetti della mia vita come il lavoro e lo studio, che pure vanno male ultimamente; oppure sostiene che basti applicare trucchetti come fingermi una "statua di ghiaccio", ma sará una cosa mia o me lo avrá spiegato male, mi sembra che nelle situazioni frenetiche in cui mi trovo con gli amici, ad esempio in un locale.. sia impossibile da mettere in pratica.
Altre volte i suoi suggerenti mi sono risultati frustranti e faciloni.. come quando sbuffando con una mezza risata mi disse "ma c'hai 26 anni, che problema devi avere.. vai, approccia e nun ce pensá".
Giá faccio fatica ad aprirmi, figuriamoci dopo simili uscite.
In periodi di totale impegno lavorativo o di stress, sono distratto e ci penso molto meno, e le cose paradossalmente vanno meglio.
Ma in vacanza, quando un ragazzo dovrebbe liberare i freni inibitori, il pensiero si concentra tutto lí, la fantasia gira ed i timori riprendono, e non mi vivo i momenti di approccio e seduzione come vorrei: un paradosso.
Da qualche tempo la forte insicurezza sta anche minando i miei rapporti sociali: tendo a isolarmi e nutro un certo nervosismo nel rapportarmi agli altri.
Se avete considerazioni sul mio problema ditemi pure.. sono condannato a vita? Puó avere senso cambiare terapeuta?
Ed infatti, a seguito di un episodio banale durante un rapporto sessuale particolarmente intenso, mi colse la paura immotivata di essermi procurato un danno al pene, e le testimonianze che scioccamente e compulsivamente - iniziai a leggere in internet, non facevano che aggravare questa mia percezione.
Morale della favola, da una condizione di perfetto equilibrio sessuale, mi sono procurato un trauma - che ritenevo fisico, in realtá 100% emotivo, dal quale mi ripresi dopo due bruttissime settimane.
Ma non ero più lo stesso: prima mi bastava avvicinarmi o abbracciare una bella ragazza per avere una poderosa erezione, adesso ció non accadeva più.
Ero diventato.. sessualmente ansioso, cosa per me inaccettabile, e dopo una serie di defaillance le cose peggiorarono.
Dopo un anno ho iniziato una terapia psicologica e le cose sono leggermente migliorate: almeno con la mia ragazza ho una vita sessuale relativamente soddisfacente, ma non sono mai tranquillo e spensierato come vorrei: soprattutto all'inizio temo sempre il "blocco sabotante".
Non vivo più il sesso come una volta, con quella spontaneitá e l eccitazione frenetica di un tempo, salvo rare occasioni.
A causa di questa insicurezza indugio in una relazione affettiva che, sono sincero, nemmeno mi soddisfa, e rifiuto le proposte di viaggio o le uscite in discoteca con amici e colleghi, che non mi riconoscono più.
Il mio attuale terapeuta mi consiglia solo di concentrarmi su altri aspetti della mia vita come il lavoro e lo studio, che pure vanno male ultimamente; oppure sostiene che basti applicare trucchetti come fingermi una "statua di ghiaccio", ma sará una cosa mia o me lo avrá spiegato male, mi sembra che nelle situazioni frenetiche in cui mi trovo con gli amici, ad esempio in un locale.. sia impossibile da mettere in pratica.
Altre volte i suoi suggerenti mi sono risultati frustranti e faciloni.. come quando sbuffando con una mezza risata mi disse "ma c'hai 26 anni, che problema devi avere.. vai, approccia e nun ce pensá".
Giá faccio fatica ad aprirmi, figuriamoci dopo simili uscite.
In periodi di totale impegno lavorativo o di stress, sono distratto e ci penso molto meno, e le cose paradossalmente vanno meglio.
Ma in vacanza, quando un ragazzo dovrebbe liberare i freni inibitori, il pensiero si concentra tutto lí, la fantasia gira ed i timori riprendono, e non mi vivo i momenti di approccio e seduzione come vorrei: un paradosso.
Da qualche tempo la forte insicurezza sta anche minando i miei rapporti sociali: tendo a isolarmi e nutro un certo nervosismo nel rapportarmi agli altri.
Se avete considerazioni sul mio problema ditemi pure.. sono condannato a vita? Puó avere senso cambiare terapeuta?
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(...)soprattutto all'inizio temo sempre il "blocco sabotante".(..)
gentile utente nessuna condanna a vita poichè si tratta di una condizione abbastanza "classica"
si tratta solo di riacquistare fiducia con l'esperienza. Se con lo stesso terapeuta ritiene di non avere grossi risultati può avere un senso cambiare, le consiglierei una terapia di tipo comportamentale o breve strategica poichè focalizzata sul problema.
saluti
gentile utente nessuna condanna a vita poichè si tratta di una condizione abbastanza "classica"
si tratta solo di riacquistare fiducia con l'esperienza. Se con lo stesso terapeuta ritiene di non avere grossi risultati può avere un senso cambiare, le consiglierei una terapia di tipo comportamentale o breve strategica poichè focalizzata sul problema.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Utente,
Anche io, come il Collega, le suggerisco di cambiare, soprattutto perché non si sente capito e non si sente a suo agio...
Minimizzare la problematica del paziente solitamente non aiuta.
Provi a consultare queste letture sulla complessità del d.e, nel mio sito personale www.valeriarandone.it e blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/1593/Mancanza-d-erezione-
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/106/Dipendenza-psicologic
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
Anche io, come il Collega, le suggerisco di cambiare, soprattutto perché non si sente capito e non si sente a suo agio...
Minimizzare la problematica del paziente solitamente non aiuta.
Provi a consultare queste letture sulla complessità del d.e, nel mio sito personale www.valeriarandone.it e blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/1593/Mancanza-d-erezione-
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/106/Dipendenza-psicologic
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Dr. De Vincentis e Randone sono contento che mi abbiate risposto voi perché a tratti vi seguo su questo sito e vi considero tra i migliori del campo.
Il problema è che avendo un "tratto ossessivo", che talvolta si riflette in altre aree della mia vita (lo studio), vivo nella convinzione che il ricordo di una esperienza negativa sbucherá sempre, quasi a dispetto, indipendentemente dalla pratica e dai miglioramenti... perché appunto, ormai "sono un soggetto ossessivo" (come ama ricordarmi il mio psicologo quando le cose non vanno come dovrebbero). Ed io in virtù di questa convinzione parto già sconfitto.
1) Forse è anche questa una convinzione "falsa e sabotante", superabile con la pratica e con l'esperienza?
2) A parte il suggerimento di migliorare e vivermi la vita in altre aree come lo studio e il lavoro, staccando per un periodo dal sesso, oppure l'esercizio della statua di ghiaccio, ci sono altri metodi o esercizi che possano aiutarmi a sbloccare la situazione attuale?
Difatti, più fallimenti e figuracce ottengo e più avrei voglia di rintanarmi in casa e rinunciare completamente.
Il problema è che avendo un "tratto ossessivo", che talvolta si riflette in altre aree della mia vita (lo studio), vivo nella convinzione che il ricordo di una esperienza negativa sbucherá sempre, quasi a dispetto, indipendentemente dalla pratica e dai miglioramenti... perché appunto, ormai "sono un soggetto ossessivo" (come ama ricordarmi il mio psicologo quando le cose non vanno come dovrebbero). Ed io in virtù di questa convinzione parto già sconfitto.
1) Forse è anche questa una convinzione "falsa e sabotante", superabile con la pratica e con l'esperienza?
2) A parte il suggerimento di migliorare e vivermi la vita in altre aree come lo studio e il lavoro, staccando per un periodo dal sesso, oppure l'esercizio della statua di ghiaccio, ci sono altri metodi o esercizi che possano aiutarmi a sbloccare la situazione attuale?
Difatti, più fallimenti e figuracce ottengo e più avrei voglia di rintanarmi in casa e rinunciare completamente.
[#4]
"A parte il suggerimento di migliorare e vivermi la vita in altre aree come lo studio e il lavoro, staccando per un periodo dal sesso, oppure l'esercizio della statua di ghiaccio, ci sono altri metodi o esercizi che possano aiutarmi a sbloccare la situazione attuale?"
Lei necessità di una cura vera, non di consigli o suggerimenti.
Curate le ossessioni, dovrebbe migliorare il resto.
Le cure combinate: farmacologiche e psicoterapiche sono quelle che, secondo me, danno i risultati migliori.
Lei necessità di una cura vera, non di consigli o suggerimenti.
Curate le ossessioni, dovrebbe migliorare il resto.
Le cure combinate: farmacologiche e psicoterapiche sono quelle che, secondo me, danno i risultati migliori.
[#5]
Utente
Gentili Dottori, non so se ricordate di questo mio consulto che riguardava le dinamiche sabotanti e ossessive del mio blocco sessuale, e nel quale accennavo di problemi saltuari con lo studio che seguivano la stessa identica dinamica..
Descrivevo inoltre la terapia fin'ora effettuata ed il tipo di "consigli" ricevuti dal mio psicologo, che nel tempo si sono rivelati più simili a quelli di un amico facilone che ogni tanto tira fuori la perla da gran saggio.
Lui sostiene che i progressi ci sono stati e che io due anni fa "ero rovinato". Ma dopo due anni di terapia,
consigli e incoraggiamenti sempre dati alla carlona ma senza un filo conduttore, che tenesse conto della mia natura e dell'importanza CENTRALE che il successo nello studio ha nella mia vita, il continuo minimizzare i miei problemi ed esaltare successi che in realtà sono cavolate assurde, (tipo esco da solo e lui.. "bravo!! siamo sulla buona strada!" oppure gli dico del goal segnato a calcetto e lui "bravo, hai visto? questo è il tipo di risultato che mi aspetto.. avanti così!!") e soprattutto centinaia, forse migliaia di esercizi nei quali ho scritto fino alla nausea delle mie paure.. io mi sento sempre allo stesso punto.
Il paradosso è che dopo tanti fallimenti, tante delusioni, da che partivo come soggetto ansioso, sto iniziando a spegnermi, a demotivarmi, sono sempre più triste e adagiato su me stesso, sempre più pigro e svogliato verso qualsiasi cosa, e sebbene lui mi dica che "stai andando bene, 2 anni fa stavi peggio" io posso dire che negli ultimi due anni, oltre a non aver recuperato la mia fiducia nel sesso non l'ho recuperata nemmeno nello studio.
In due anni ho dato appena quattro esami e sono uscito altri due anni fuoricorso. Stesso ritmo di prima.
La mia ragazza mi ha lasciato due mesi fa a causa del mio stallo allucinante e inspiegabile (non ho mai lasciato trapelare i miei problemi psicologici), la nostra vita di coppia non evolveva, nessuno dei due lavorava e lei ne soffriva al punto da avere continue crisi di pianto.
Ho provato a compensare i fallimenti universitari guadagnando l'antica felicità nello sciogliermi con l'altro sesso, incoraggiato e spronato dal mio psicologo che voleva una "vittoria su tutti i fronti": ma negli ultimi due mesi non ho fatto altro che sforzarmi di rompere il blocco sessuale con uscite continue e bulimiche alla ricerca continua di reazioni fisiche e sessuali, collezionando solo ulteriori fallimenti e fisime.
Secondo lui bastava usare la tecnica del ghiaccio e buttarmi, buttarmi e basta, se non ho rotto il blocco è solo perchè non uscivo abbastanza o non mi buttavo abbastanza negli approcci. Ad ogni serata fallimentare tornavo sempre più triste e depresso a casa ed il paradosso è che ho finito solo per concentrarmi di più sul mio fantomatico blocco sessuale, perdendo giornate a ruminare.
Che vuoi concentrarti per studiare con una mente così ingolfata?
Mi sono ritrovato con l'aver perso un'altra sessione di esami e col sentirmi più triste, vergognoso e disperato di prima. Ho accumulato un ritardo tale che ho pure paura di farmi vedere in giro dai miei amici o familiari.
Alla luce di tutto ciò, sarà pure che scrivo sulla scorta della delusione, può essere veramente il caso di cambiare terapeuta?
Descrivevo inoltre la terapia fin'ora effettuata ed il tipo di "consigli" ricevuti dal mio psicologo, che nel tempo si sono rivelati più simili a quelli di un amico facilone che ogni tanto tira fuori la perla da gran saggio.
Lui sostiene che i progressi ci sono stati e che io due anni fa "ero rovinato". Ma dopo due anni di terapia,
consigli e incoraggiamenti sempre dati alla carlona ma senza un filo conduttore, che tenesse conto della mia natura e dell'importanza CENTRALE che il successo nello studio ha nella mia vita, il continuo minimizzare i miei problemi ed esaltare successi che in realtà sono cavolate assurde, (tipo esco da solo e lui.. "bravo!! siamo sulla buona strada!" oppure gli dico del goal segnato a calcetto e lui "bravo, hai visto? questo è il tipo di risultato che mi aspetto.. avanti così!!") e soprattutto centinaia, forse migliaia di esercizi nei quali ho scritto fino alla nausea delle mie paure.. io mi sento sempre allo stesso punto.
Il paradosso è che dopo tanti fallimenti, tante delusioni, da che partivo come soggetto ansioso, sto iniziando a spegnermi, a demotivarmi, sono sempre più triste e adagiato su me stesso, sempre più pigro e svogliato verso qualsiasi cosa, e sebbene lui mi dica che "stai andando bene, 2 anni fa stavi peggio" io posso dire che negli ultimi due anni, oltre a non aver recuperato la mia fiducia nel sesso non l'ho recuperata nemmeno nello studio.
In due anni ho dato appena quattro esami e sono uscito altri due anni fuoricorso. Stesso ritmo di prima.
La mia ragazza mi ha lasciato due mesi fa a causa del mio stallo allucinante e inspiegabile (non ho mai lasciato trapelare i miei problemi psicologici), la nostra vita di coppia non evolveva, nessuno dei due lavorava e lei ne soffriva al punto da avere continue crisi di pianto.
Ho provato a compensare i fallimenti universitari guadagnando l'antica felicità nello sciogliermi con l'altro sesso, incoraggiato e spronato dal mio psicologo che voleva una "vittoria su tutti i fronti": ma negli ultimi due mesi non ho fatto altro che sforzarmi di rompere il blocco sessuale con uscite continue e bulimiche alla ricerca continua di reazioni fisiche e sessuali, collezionando solo ulteriori fallimenti e fisime.
Secondo lui bastava usare la tecnica del ghiaccio e buttarmi, buttarmi e basta, se non ho rotto il blocco è solo perchè non uscivo abbastanza o non mi buttavo abbastanza negli approcci. Ad ogni serata fallimentare tornavo sempre più triste e depresso a casa ed il paradosso è che ho finito solo per concentrarmi di più sul mio fantomatico blocco sessuale, perdendo giornate a ruminare.
Che vuoi concentrarti per studiare con una mente così ingolfata?
Mi sono ritrovato con l'aver perso un'altra sessione di esami e col sentirmi più triste, vergognoso e disperato di prima. Ho accumulato un ritardo tale che ho pure paura di farmi vedere in giro dai miei amici o familiari.
Alla luce di tutto ciò, sarà pure che scrivo sulla scorta della delusione, può essere veramente il caso di cambiare terapeuta?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.2k visite dal 09/05/2016.
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