Scelta universitaria errata?
Buongiorno,
sono uno studente magistrale che sta vivendo un momento di confusione e frustrazione in merito alla scelta universitaria. Dai consulti verso altri studenti nella simile situazione mi distinguo per essere già uno studente di un percorso avanzato quale è la magistrale. E' proprio per questa differenza che chiedo un consiglio o anche solo un parere professionale. Partendo un po' dall'inizio, sono uno studente che ha ritrovato il piacere di studiare e di apprendere all'università, dopo aver concluso un ciclo di studi superiori di insoddisfazione e di completo disinteresse. Sapendo quello che le scuole secondarie mi avevano dato -ovvero nulla- sapevo che avrei già trovato di meglio all'università, però la più grande sorpresa è stata quella di aver trovato proprio ciò che mi piaceva studiare e che mi faceva stare bene con me stesso. Finito il ciclo triennale avevo due possibili scelte magistrali e immaginandomi in una determinata occupazione scelsi ciò che attualmente frequento, ma è qui che sorge il problema: a distanza di quasi un anno mi ritrovo in balia di un senso di frustrazione che mi attanaglia ogni giorno. Ogni giorno mi domando perchè sto continuando, alternando però momenti di piacere a momenti di completo rimpianto di aver sbagliato percorso e chiedendomi se sia il momento di scegliere l'altra alternativa che apparentemente risulta in linea con ciò che sono. Non capisco nemmeno se questa mia insoddisfazione sia causata dall'ambiente (disorganizzazione, esami lasciati a sè stessi dai professori, poco stimolo..) oppure se effettivamente non sia la mia strada futura. Il tutto è rafforzato dal fatto che ho già quasi completato un anno e che l'anno prossimo dovrei fare solo l'erasmus all'estero ( e quindi non frequenterei più l'università in Italia) che mi verrà convalidato come secondo titolo al momento della laurea e il tirocinio; per cui effettivamente sarebbe stato solo un anno di lezione. In questo periodo sto cercando di trovare un motivo importante per lasciare questo corso, poichè l'erasmus è cosi vicino a livello di tempi e la voglia di fare quest'esperienza è tanta, in base anche al doppio titolo che fornirebbe; in caso cambiassi mi peserebbe il fatto di riniziare tutto da zero. E' anche vero però che se completassi questo corso di laurea non sarei pienamente soddisfatto e quindi vorrei ottenere anche l'altra laurea per sentirmi completo. Ma poi chi mi dice che abbia voglia di rimettermi a studiare per una seconda laurea? Questo stato confusionario è dato dalla mia incapacità di stringere i denti ancora una volta visto che gli ho stretti talmente tanto alle superiori da uscirne esausto. Oltretutto sono ostacolato dal fatto che anche quando studio ottengo risultati soddisfacenti e non mi sforzo particolarmente. Chiedo scusa per la lunghezza del testo, ma è tempo di fare una scelta ormai. Ringrazio per le vostre preziose risposte
sono uno studente magistrale che sta vivendo un momento di confusione e frustrazione in merito alla scelta universitaria. Dai consulti verso altri studenti nella simile situazione mi distinguo per essere già uno studente di un percorso avanzato quale è la magistrale. E' proprio per questa differenza che chiedo un consiglio o anche solo un parere professionale. Partendo un po' dall'inizio, sono uno studente che ha ritrovato il piacere di studiare e di apprendere all'università, dopo aver concluso un ciclo di studi superiori di insoddisfazione e di completo disinteresse. Sapendo quello che le scuole secondarie mi avevano dato -ovvero nulla- sapevo che avrei già trovato di meglio all'università, però la più grande sorpresa è stata quella di aver trovato proprio ciò che mi piaceva studiare e che mi faceva stare bene con me stesso. Finito il ciclo triennale avevo due possibili scelte magistrali e immaginandomi in una determinata occupazione scelsi ciò che attualmente frequento, ma è qui che sorge il problema: a distanza di quasi un anno mi ritrovo in balia di un senso di frustrazione che mi attanaglia ogni giorno. Ogni giorno mi domando perchè sto continuando, alternando però momenti di piacere a momenti di completo rimpianto di aver sbagliato percorso e chiedendomi se sia il momento di scegliere l'altra alternativa che apparentemente risulta in linea con ciò che sono. Non capisco nemmeno se questa mia insoddisfazione sia causata dall'ambiente (disorganizzazione, esami lasciati a sè stessi dai professori, poco stimolo..) oppure se effettivamente non sia la mia strada futura. Il tutto è rafforzato dal fatto che ho già quasi completato un anno e che l'anno prossimo dovrei fare solo l'erasmus all'estero ( e quindi non frequenterei più l'università in Italia) che mi verrà convalidato come secondo titolo al momento della laurea e il tirocinio; per cui effettivamente sarebbe stato solo un anno di lezione. In questo periodo sto cercando di trovare un motivo importante per lasciare questo corso, poichè l'erasmus è cosi vicino a livello di tempi e la voglia di fare quest'esperienza è tanta, in base anche al doppio titolo che fornirebbe; in caso cambiassi mi peserebbe il fatto di riniziare tutto da zero. E' anche vero però che se completassi questo corso di laurea non sarei pienamente soddisfatto e quindi vorrei ottenere anche l'altra laurea per sentirmi completo. Ma poi chi mi dice che abbia voglia di rimettermi a studiare per una seconda laurea? Questo stato confusionario è dato dalla mia incapacità di stringere i denti ancora una volta visto che gli ho stretti talmente tanto alle superiori da uscirne esausto. Oltretutto sono ostacolato dal fatto che anche quando studio ottengo risultati soddisfacenti e non mi sforzo particolarmente. Chiedo scusa per la lunghezza del testo, ma è tempo di fare una scelta ormai. Ringrazio per le vostre preziose risposte
[#1]
Caro ragazzo,
Anzitutto Le faccio i miei complimenti per la maturita' che trapela dalle Sue parole.
Lei sta davvero per "lasciare" il mondo rarefatto dello studio ove la realta' talvolta e' mal rappresentata. Un mondo ove i professori e le strutture non si sforzano di dare una "forma" solida allo studente e' un mondo che non ha piu' grandi chances.
Mi dispiace.
Ma penso che Lei sia riuscito ad ottenere una capacita' Sua critica, di "guardare" il contesto e soprattutto "vederlo". Senza girare la testa dall'altra parte.
Il consiglio per Lei e' di leggere dentro di se'. Le scelte che deciderà di fare non sono e non possono essere solo utilitaristiche. O la vita è l'entusiasmo si spegnerebbero. E non deve lasciare che cio' accada.
Non si faccia abbattere! Un' altra laurea specialistica potrebbe soddisfare un Suo desiderio e permetterLe di "respirare". "Stringere i denti".. non so!
Buona domenica!
Anzitutto Le faccio i miei complimenti per la maturita' che trapela dalle Sue parole.
Lei sta davvero per "lasciare" il mondo rarefatto dello studio ove la realta' talvolta e' mal rappresentata. Un mondo ove i professori e le strutture non si sforzano di dare una "forma" solida allo studente e' un mondo che non ha piu' grandi chances.
Mi dispiace.
Ma penso che Lei sia riuscito ad ottenere una capacita' Sua critica, di "guardare" il contesto e soprattutto "vederlo". Senza girare la testa dall'altra parte.
Il consiglio per Lei e' di leggere dentro di se'. Le scelte che deciderà di fare non sono e non possono essere solo utilitaristiche. O la vita è l'entusiasmo si spegnerebbero. E non deve lasciare che cio' accada.
Non si faccia abbattere! Un' altra laurea specialistica potrebbe soddisfare un Suo desiderio e permetterLe di "respirare". "Stringere i denti".. non so!
Buona domenica!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa, La ringrazio per il suo parere. Quando dice che bisogna fare una cosa non solo per un aspetto utilitaristico ha ragione poichè in generale anch'io la penso in questo modo; è la passione che muove il mondo.
Nella mia situazione specifica la difficoltà nel "mollare" è data dalla bella esperienza che potrei intraprendere nel giro di pochi mesi attraverso l'erasmus, senza dover aspettare un altro anno. Una cosa che però sto notando in quest'ultimo periodo è la mia difficoltà nell'abbandonare in generale percorsi che non mi danno le soddisfazioni che cerco oppure che sono giunti al termine. Tendo quindi ad aspettare che il rapporto si logori da solo, quasi mettendomi in una situazione di non poter far altro che scegliere una singola azione. In effetti guardando le scelte fatte in passato mi vedo un po' sconclusionato, perchè quando immagino un percorso da intraprendere ho delle aspettative alte (in un nuovo percorso tendo ad essere attivo e pieno di voglia, quasi a "spaccare il mondo") però poi mi ritrovo sempre a fare i conti con la realtà dei fatti e a ridimensionarmi.
Nella mia situazione specifica la difficoltà nel "mollare" è data dalla bella esperienza che potrei intraprendere nel giro di pochi mesi attraverso l'erasmus, senza dover aspettare un altro anno. Una cosa che però sto notando in quest'ultimo periodo è la mia difficoltà nell'abbandonare in generale percorsi che non mi danno le soddisfazioni che cerco oppure che sono giunti al termine. Tendo quindi ad aspettare che il rapporto si logori da solo, quasi mettendomi in una situazione di non poter far altro che scegliere una singola azione. In effetti guardando le scelte fatte in passato mi vedo un po' sconclusionato, perchè quando immagino un percorso da intraprendere ho delle aspettative alte (in un nuovo percorso tendo ad essere attivo e pieno di voglia, quasi a "spaccare il mondo") però poi mi ritrovo sempre a fare i conti con la realtà dei fatti e a ridimensionarmi.
[#3]
Caro ragazzo,
Questi sentimenti che Lei prova sono le lastre della via della crescita. Lo sapeva?
Confrontarsi con le difficolta', con i limiti. Pentirsi. Cercare di stare nella logica. Poi capire che e' pesante. E tornare indietro in cerca di se'.
Non si arriva mai alla conclusione perfetta. E lo si fa per tutta la vita.
Del resto se non lo si facesse piu' non sarebbe invivibile la vita?
Questi sentimenti che Lei prova sono le lastre della via della crescita. Lo sapeva?
Confrontarsi con le difficolta', con i limiti. Pentirsi. Cercare di stare nella logica. Poi capire che e' pesante. E tornare indietro in cerca di se'.
Non si arriva mai alla conclusione perfetta. E lo si fa per tutta la vita.
Del resto se non lo si facesse piu' non sarebbe invivibile la vita?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 08/05/2016.
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