Mio padre è in coma

Buonasera, sono una ragazza di 31 anni, da circa 37 giorni mio padre è in coma... Non so se devo spiegare come è accaduto ma in sintesi, è entrato in coma a seguito ad un arresto cardiaco mentre era in pronto soccorso...
Non riesco a darmi pace, non riesco a capire come possa essere successo e non capisco come si possa vivere in questo "limbo" che non so quando durerà... Anche se sono una ragazza il mio rapporto di confidenza e di quotidianità erano con mio padre... Era o è il mio tutto... E vederlo su quel letto incosciente mi distrugge il cuore... Io in questi 37 giorni vivo meccanicamente, non riesco a trattenere le lacrime, quando mi telefonano a volte mi capita di non riuscire ad ascoltare chi mi parla... Mi distraggo facilmente, il mio unico pensiero è papà... Se ha freddo, se "dorme" se è comodo o se è infastidito...
Io non so come comportarmi, cosa fare e soprattutto come vivere in questo limbo... Anche se qui si parla di medicina mi preme dire che non mi sono mai considerata una buona cristiana...ma sono 37 giorni che "dormo" con un rosario tra le mani... Mi sembra che sia crollato il mio castello delle favole... Vivevo una vita felice con la mia famiglia, avevo idee, nuovi progetti di vita e ora invece non c'è più nulla.
Spero di ricevere una risposta
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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Cara utente,
Da queste poche righe si percepisce tutta la sua sofferenza e per quello che conta sono vicina al suo dolore.
Lei ci parla di limbo e di vivere in modo meccanico e capisco bene ciò che vuole intendere perché la condizione di coma in un certo senso "intrappola" nel tempo rispecchiando anche nei familiari una condizione di "immobilità" , la stessa che caratterizza suo papà.
Il sovraccarico emotivo dato soprattutto dall'incertezza di non sapere come andrà e il distress psicofisico influenza pesantemente la qualità della sua vita, il suo benessere e le sue relazioni.
Avvicinarsi alla fede in certi momenti diventa spesso un'esigenza e se la fa stare meglio è bene che continui.
Oltre questo le chiedo se ha pensato di farsi aiutare in questo periodo magari con qualche incontro di sostegno psicologico.

Un caro saluto.

Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
anche se online la sua sofferenza ed il suo strazio, arriva dritto al cuore di chi la legge.

Suo padre eran il suo tutto, e lo è tutt'ora.

Sul coma ci sono svariate teorie, ma di certo le anime si parlano ancora.

Viva ogni istante con intensità, gli stia accanto, gli parli, lo accarezzi con le parole, con i pensieri..
Quando c'è amore, arriva tutto.

Vedrà sarà con lui, ovunque si trovi, in questo cammino, questo tunnel, questo luogo altro" rispetto agli stati soliti di coscienza.

Sarà la sua luce, la sua bambina, la sua compagna di viaggio, il suo mondo onirico.

Spesso da questi viaggi si torna...

Coraggio, ci dia notizie appena può.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Care dottoresse, grazie per aver risposto al mio messaggio.
Cerco di rispondere ad entrambe, se ho scritto su questo sito è perché credo di sentire il bisogno di parlare con qualcuno, purtroppo non lavorando non ho la possibilità in questo momento di pagare un professionista che mi aiuti inoltre non vorrei creare un altro "problema" a mia madre, anche lei distrutta dal dolore.. Il non sapere, stare sempre fermi in una stessa condizione è una cosa terribile, è terribile vedere che il tempo e il suo scorrere passa e noi famiglia stiamo sempre in un preciso momento... Tutto intorno cambia e a noi non cambia nulla... Le persone sono felici e noi no... 2 giorni prima che mio padre si sentisse male io e il mio fidanzato avevamo espresso il desiderio di avvicinarci e di andare nella città dove vive il mio fidanzato per stare insieme e riuscire a trovare lavoro.... E dopo 2 giorni succede una cosa che ti stravolge completamente la vita che ti paralizza e che non ti fa desiderare altro.
So che prima o poi la natura ci avrebbe diviso...e che la mia vita avrebbe dovuto continuare sentendo comunque la sua mancanza ma non così e in questa modalità... Io sento di elaborare un lutto tutti i giorni... Di perderlo continuamente e ogni volta che esco dalla sala prima di varcare la soglia mi giro sempre per guardarlo perché mi dispiace lasciarlo lì...è un angoscia continua... Sento di perdere qualcosa ogni giorno...ma di sapere esattamente dove si trova.
La presenza di mio padre in casa si sente enormemente... Mi manca la sua voce... Le sue risate e i suoi sguardi... Mi manca tutto quello che la mia vita era prima...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Si sente perfettamente quanto Lei stia cercando di non aggrapparsi alla vita di Suo padre.
Ha paura e non ce la fa.
Ma Suo padre e' vivo ancora. Ci pensi. Cerchi di sentirlo anche se prova angoscia.
Non essere coscienti, come Le indicava la Dott.ssa Randone non significa non "sentire" una mano che ti accarezza. L'amore "passa" anche attraverso un cervello in coma. Arriva dove deve arrivare se e' forte!
Ha mai sentito che spesso le persone in coma si risvegliano se sentono la voce dei propri cari che parla loro? O delle sensazioni antiche e care che mantengono memorizzate nelle aree piu' segrete della mente? Un profumo, una musica, una voce?
Ecco cara Signorina! Si faccia forza e stia CON suo padre fino a che lui stara' con lei!
Un abbraccio!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

la vicenda che Le sta accadendo è oltre modo dolorosa, anche perchè inaspettata.

La vita è sospesa in un limbo.
Per un tempo imprevedibile. Forse anche anni.

In questa situazione noi raccomandiamo ai caregiver - i famigliari che più prendono su di sè cura e cuore - di badare anche a se stessi.
E' facile "esaurirsi", cadere nel burnout, trascurare il proprio compagno talvolta fino a farlo entrare in crisi (lo ho visto succedere molte volte).

Per questo una raccomandazione: nel tener presente che mentre mente e cuore Suoi sono bloccati lì nel limbo assieme a Suo padre, la vita altrui va avanti; altri hanno bisogno di Lei; Lei stessa non può perdere i contatti con sè.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Prima che accadesse tutto questo avevo un "piano" da seguire.... Nel senso che avevo dei progetti... Volevo trasferirmi e raggiungere il mio fidanzato e iniziare la mia vita con lui... Avevo anche fatto vedere ai miei genitori l'appartamento che ci interessava.. E mio padre ci voleva dare una mano... Passano 2 giorni e la tragedia.... Prima pensavo al futuro ora non so cosa mi accadrà ora o tra 30 minuti... Come faccio a lasciare tutto sulle spalle di mia madre e mia sorella ? Il mio fidanzato ha compreso bene la situazione... Anche se a distanza è sempre presente, è attento e non mi fa mancare il suo sostegno.
Papà mi manca sempre e anche se dovrei vivere o cercare di vivere la mia vita e proseguire i miei progetti... Sono bloccata... Oggi mentre ero con lui e lo accarezzavo gli ho detto che la mia più grande paura di lasciare casa era lasciare lui... Avrei sentito la sua mancanza... Non mi sono mossa di 1 metro e la sento comunque...
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

non intendevo dire che <<dovrei vivere o cercare di vivere la mia vita e proseguire i miei progetti...<<,
comprendo la situazione,

bensì che mentre vive la Sua vita assieme a Suo padre, deve fare attenzione anche a sè e alla Sua coppia: se Suo padre potesse parlarLe, sono certa che Le direbbe la stessa cosa.

Sono situazioni complesse, nelle quali essere equilibrati è molto difficile, e frutto di riflessione oltre che di cuore.

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Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Si capisco cosa lei mi dice... Se mio padre mi vedesse mi direbbe di smettere di piangere, che non si deve piangere... Che devo essere forte perché sono grande... Ma come faccio senza di lui... È sempre in mente, è un pensiero costante che non mi lascia in pace.... Che mi distrugge... Soprattutto la sua condizione.... È veramente un limbo, un purgatorio... Ma non solo per lui ma per noi...
Lo so che devo vivere la mia vita ma come faccio a trasferirmi quando lui ha anche bisogno di me? Forse ha trovato un modo per tenermi a casa...
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
<<Forse ha trovato un modo per tenermi a casa...<<

Non posso crederlo.
Farebbe a pugni con quanto Lei dice di Suo padre
<<Avevo fatto vedere ai miei genitori l'appartamento che ci interessava.. E mio padre ci voleva dare una mano...<<

Queste situazioni di stato vegetativo possono andare avanti per anni.
Rimarrà ibernata per anni?
Il Suo fidanzato La aspetterà a tempo indeterminato?

Si dia un tempo per rimanere nella Sua famiglia d'origine.
Dopo dovrà decidere.

Fortunatamente in questo caso, Lei non lavora; e dunque potrà prendersi carico ugualmente della situazione, anche se accettando una distanza (geografica e forse interiore) differente.

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Certe scelte sono poco razionali. Si sceglie con il cuore e con i sentimenti.
Se dara' ascolto al cuore la mente seguira'. Se desse ascolto solo alla mente cosa proverebbe?
Ecco, e' il punto di unione di queste due componenti quello che spetta a Lei. Alla Sua sensibilita'!