Una madre che è malata
Buongiorno,
Sono fidanzata con questo ragazzo da 1 anno e 8 mesi, io ho 23 anni e lui 25. Il nostro rapporto è sempre stato caratterizzato da alti e bassi, passiamo periodi in cui andiamo d'accordissimo, a invece periodi in cui discutiamo o siamo distanti tra di noi. Generalmente i litigi partono a causa della sua gelosia eccessiva e della sua sfiducia nei miei confronti, che è tendenzialmente sempre presente nonostante io non faccia nulla per "innerscargliela". Capisco sia un suo problema di insicurezza, lui è consapevole di questo suo problema, sebbene fatichi ad averne un controllo, è in terapia da uno psicologo ormai da 5 anni, poiché ha avuto in passato anche altri problemi legati ad attacchi di panico, esperienze di dissociazione e una certa difficoltà ad entrare in contatto con la sua sfera emotiva, probabilmente il tutto legato a dei traumi che ha vissuto in famiglia. Ha una madre che è malata da quando lui aveva 3 anni, che almeno 2 volte all'anno subisce operazioni, poiché ha sempre qualche problema fisico, problemi al cuore, problemi allo stomaco, problemi al cervello, sembra quasi che "se ne inventi sempre una nuova" (mi rendo conto di quanto sia eccessiva questa affermazione, ma l'impressione è proprio quella che lei si sia radicata nel ruolo di malata e non voglia staccarsene) per poter dire di stare male. Ha inoltre degli atteggiamenti piuttosto infantili sebbene abbia 50 anni, richiede continuamente attenzioni, se uno dei figli fa qualcosa che a lei non va tiene il muso, fa sceneggiate, che magari sono cose del tutto normali, ma in effetti sembra strano a me, poiché, al contrario, ho avuto una madre molto matura e molto adulta. Il mio fidanzato ha un rapporto particolare con lei, prova moltissima rabbia nei suoi confronti e la considera il capro espiatorio per ogni cosa, parla spessissimo di lei, del loro rapporto, di quanto i suoi genitori siano state delle bestie, di quanto li odi. D'altra parte però, fa di tutto per portarmi in casa sua, vuole che io stia con sua mamma, che le parli, che la ascolti (perché le nostre conversazioni sono a senso unico: lei che parla dei suoi problemi fisici o dei suoi problemi relazionali e io che ascolto in silenzio, non le interessa nemmeno il mio punto di vista o cose che mi riguardano), raramente lui viene da me e cerca sempre che sia io ad andare a casa sua e a passare il tempo con la sua famiglia.
Tornando al rapporto con il mio ragazzo, prima di tutto questa cosa mi infastidisce molto, perché è come se nel rapporto non fossimo mai io e lui, ma fossimo io e la sua famiglia. Inoltre scarica su di me tutta la rabbia che prova verso di lei/loro, mi sento quasi di fare io da psicologa, o io da mamma a lui che ha problemi con la sua vera madre.
Poi non so se c'entra qualcosa, ma abbiamo qualche problema anche a livello sessuale. All'inizio del rapporto era tutto meraviglioso, avevamo dei rapporti fantastici e io pensavo di aver trovato la persona con cui avevo una sintonia sessuale alle stelle. Poi però usciti dall'eccitazione iniziale in cui mi bastava solo toccarlo per eccitarmi, ho iniziato ad essere sempre più insoddisfatta. Faccio molta fatica ad entrare in intimità fisica con lui, poiché lui non riesce a baciarmi, e anche quando stiamo abbracciati o ci coccoliamo, dura sempre poco perché ad un certo punto lui si stacca, o si stanca. Purtroppo (purtroppo insomma, direi che è normale) io ora per eccitarmi ho bisogno di un po' di contatto, che non sia solo l'atto sessuale in sé nell'immediato, e inoltre ora sento fortemente la carenza dei baci, perché mi rendo conto di quanto siano essenziali per la mia eccitazione. I preliminari non esistono, o per lo meno, sono a senso unico, dato che io non ho alcun problema a "fargli" qualsiasi cosa, mentre lui fatica a toccarmi (poi giustificato anche dal fatto che io ho praticamente sempre problemi a livello fisico, infezioni che nonostante i farmaci non passano, e che ho pensato anche possano esser dovuti al fatto che il più delle volte lui mi penetra senza che io sia lubrificata, cosa che causa traumi a livello genitale, che possono poi provocare i problemi; quindi dato che io ho sempre problemi là sotto, a lui fa "senso" l'idea di metterci le dita) e, quindi, proprio per questo motivo, anche l'idea di farmi del sesso orale manco a parlarne. Alla fine, nel corso del rapporto riesco ad eccitarmi (non sempre al massimo), però la sensazione che provo è quasi quella di essere un oggetto che lui usa per svuotarsi le palle, detto proprio terra a terra. Gliene ho parlato tante volte, e lui dopo che "gli rompo le balle" ci prova a toccarmi, ci prova a baciarmi, ma si vede che lo fa controvoglia, che fa una fatica boia, i baci non sono spontanei né tantomeno passionali, sembra di baciare un bambino in quella fase in cui "i baci fanno schifo". Si sforza i primi tempi e poi invece smette, e quando glielo faccio notare di nuovo dice cose del tipo "non è che si può sempre farlo come vuoi te", il problema è che lo si fa veramente molto raramente "come voglio io" e io sono sempre più insoddisfatta, perché anche quando siamo in procinto di avere un rapporto so già che sarà così come al solito e quindi parto già male dall'inizio. Per quanto riguarda i baci lui mi ha detto che non è che non gli piace, è che ha proprio un blocco, e stessa cosa gli succede anche per il tenersi per mano, dice che prova delle sensazioni orrende. Mi ha detto che ha avuto dei "traumi" riguardo a quelle cose, di suo padre che lo teneva per mano e di sua madre che lo baciava sulla bocca (ld'altra parte però, loro erano violenti quando lui era piccolo, più che altro pensavano che le botte fossero il metodo giusto per educarlo, quindi posso capire la "disorganizzazione"). Solo che il nostro rapporto ne risente, anche se lui non si rende nemmeno conto dell'importanza della cosa. Per il resto le cose vanno abbastanza bene, ad eccezione dei momenti in cui ha le crisi di gelosia e possessività, in cui si crea nella mente fantasie di miei possibili desideri nei confronti di altri uomini o al contrario, di possibile desiderio che hanno gli altri uomini di me, e il solo pensiero lo fa impazzire. Lui a me racconta praticamente ogni cosa che gli passa per la testa, condivide tutto, mi cerca spessissimo, passiamo tanto tempo assieme, ma nel frattempo entrambi abbiamo un nostro giro di amicizie e siamo sempre impegnati in qualcosa, sia con altri, che tra di noi, facciamo viaggi, andiamo al cinema, usciamo a mangiare, andiamo a mostre.. abbiamo una buonissima affinità intellettuale, quindi amiamo fare le stesse cose e infatti le facciamo assieme.
Però ecco, c'è quella cosa che mi preoccupa. Per me l'aspetto sessuale di una relazione è importantissimo e viverlo così male mi fa preoccupare. Non so cosa fare, parlarne gliene parlo da tempo, ma le cose non cambiano mai. Gli ho proposto di andare da un terapeuta assieme, lui dice di sì al momento, ma poi di fatto ancora non si è combinato nulla, forse sono io troppo poco decisa, non lo so. Gli ho chiesto se potrebbe parlare col suo psicologo anche di questo nostro problema, di questi blocchi che ha, ma guarda caso se ne dimentica sempre, non gli dà importanza. Non so che fare.
Sono fidanzata con questo ragazzo da 1 anno e 8 mesi, io ho 23 anni e lui 25. Il nostro rapporto è sempre stato caratterizzato da alti e bassi, passiamo periodi in cui andiamo d'accordissimo, a invece periodi in cui discutiamo o siamo distanti tra di noi. Generalmente i litigi partono a causa della sua gelosia eccessiva e della sua sfiducia nei miei confronti, che è tendenzialmente sempre presente nonostante io non faccia nulla per "innerscargliela". Capisco sia un suo problema di insicurezza, lui è consapevole di questo suo problema, sebbene fatichi ad averne un controllo, è in terapia da uno psicologo ormai da 5 anni, poiché ha avuto in passato anche altri problemi legati ad attacchi di panico, esperienze di dissociazione e una certa difficoltà ad entrare in contatto con la sua sfera emotiva, probabilmente il tutto legato a dei traumi che ha vissuto in famiglia. Ha una madre che è malata da quando lui aveva 3 anni, che almeno 2 volte all'anno subisce operazioni, poiché ha sempre qualche problema fisico, problemi al cuore, problemi allo stomaco, problemi al cervello, sembra quasi che "se ne inventi sempre una nuova" (mi rendo conto di quanto sia eccessiva questa affermazione, ma l'impressione è proprio quella che lei si sia radicata nel ruolo di malata e non voglia staccarsene) per poter dire di stare male. Ha inoltre degli atteggiamenti piuttosto infantili sebbene abbia 50 anni, richiede continuamente attenzioni, se uno dei figli fa qualcosa che a lei non va tiene il muso, fa sceneggiate, che magari sono cose del tutto normali, ma in effetti sembra strano a me, poiché, al contrario, ho avuto una madre molto matura e molto adulta. Il mio fidanzato ha un rapporto particolare con lei, prova moltissima rabbia nei suoi confronti e la considera il capro espiatorio per ogni cosa, parla spessissimo di lei, del loro rapporto, di quanto i suoi genitori siano state delle bestie, di quanto li odi. D'altra parte però, fa di tutto per portarmi in casa sua, vuole che io stia con sua mamma, che le parli, che la ascolti (perché le nostre conversazioni sono a senso unico: lei che parla dei suoi problemi fisici o dei suoi problemi relazionali e io che ascolto in silenzio, non le interessa nemmeno il mio punto di vista o cose che mi riguardano), raramente lui viene da me e cerca sempre che sia io ad andare a casa sua e a passare il tempo con la sua famiglia.
Tornando al rapporto con il mio ragazzo, prima di tutto questa cosa mi infastidisce molto, perché è come se nel rapporto non fossimo mai io e lui, ma fossimo io e la sua famiglia. Inoltre scarica su di me tutta la rabbia che prova verso di lei/loro, mi sento quasi di fare io da psicologa, o io da mamma a lui che ha problemi con la sua vera madre.
Poi non so se c'entra qualcosa, ma abbiamo qualche problema anche a livello sessuale. All'inizio del rapporto era tutto meraviglioso, avevamo dei rapporti fantastici e io pensavo di aver trovato la persona con cui avevo una sintonia sessuale alle stelle. Poi però usciti dall'eccitazione iniziale in cui mi bastava solo toccarlo per eccitarmi, ho iniziato ad essere sempre più insoddisfatta. Faccio molta fatica ad entrare in intimità fisica con lui, poiché lui non riesce a baciarmi, e anche quando stiamo abbracciati o ci coccoliamo, dura sempre poco perché ad un certo punto lui si stacca, o si stanca. Purtroppo (purtroppo insomma, direi che è normale) io ora per eccitarmi ho bisogno di un po' di contatto, che non sia solo l'atto sessuale in sé nell'immediato, e inoltre ora sento fortemente la carenza dei baci, perché mi rendo conto di quanto siano essenziali per la mia eccitazione. I preliminari non esistono, o per lo meno, sono a senso unico, dato che io non ho alcun problema a "fargli" qualsiasi cosa, mentre lui fatica a toccarmi (poi giustificato anche dal fatto che io ho praticamente sempre problemi a livello fisico, infezioni che nonostante i farmaci non passano, e che ho pensato anche possano esser dovuti al fatto che il più delle volte lui mi penetra senza che io sia lubrificata, cosa che causa traumi a livello genitale, che possono poi provocare i problemi; quindi dato che io ho sempre problemi là sotto, a lui fa "senso" l'idea di metterci le dita) e, quindi, proprio per questo motivo, anche l'idea di farmi del sesso orale manco a parlarne. Alla fine, nel corso del rapporto riesco ad eccitarmi (non sempre al massimo), però la sensazione che provo è quasi quella di essere un oggetto che lui usa per svuotarsi le palle, detto proprio terra a terra. Gliene ho parlato tante volte, e lui dopo che "gli rompo le balle" ci prova a toccarmi, ci prova a baciarmi, ma si vede che lo fa controvoglia, che fa una fatica boia, i baci non sono spontanei né tantomeno passionali, sembra di baciare un bambino in quella fase in cui "i baci fanno schifo". Si sforza i primi tempi e poi invece smette, e quando glielo faccio notare di nuovo dice cose del tipo "non è che si può sempre farlo come vuoi te", il problema è che lo si fa veramente molto raramente "come voglio io" e io sono sempre più insoddisfatta, perché anche quando siamo in procinto di avere un rapporto so già che sarà così come al solito e quindi parto già male dall'inizio. Per quanto riguarda i baci lui mi ha detto che non è che non gli piace, è che ha proprio un blocco, e stessa cosa gli succede anche per il tenersi per mano, dice che prova delle sensazioni orrende. Mi ha detto che ha avuto dei "traumi" riguardo a quelle cose, di suo padre che lo teneva per mano e di sua madre che lo baciava sulla bocca (ld'altra parte però, loro erano violenti quando lui era piccolo, più che altro pensavano che le botte fossero il metodo giusto per educarlo, quindi posso capire la "disorganizzazione"). Solo che il nostro rapporto ne risente, anche se lui non si rende nemmeno conto dell'importanza della cosa. Per il resto le cose vanno abbastanza bene, ad eccezione dei momenti in cui ha le crisi di gelosia e possessività, in cui si crea nella mente fantasie di miei possibili desideri nei confronti di altri uomini o al contrario, di possibile desiderio che hanno gli altri uomini di me, e il solo pensiero lo fa impazzire. Lui a me racconta praticamente ogni cosa che gli passa per la testa, condivide tutto, mi cerca spessissimo, passiamo tanto tempo assieme, ma nel frattempo entrambi abbiamo un nostro giro di amicizie e siamo sempre impegnati in qualcosa, sia con altri, che tra di noi, facciamo viaggi, andiamo al cinema, usciamo a mangiare, andiamo a mostre.. abbiamo una buonissima affinità intellettuale, quindi amiamo fare le stesse cose e infatti le facciamo assieme.
Però ecco, c'è quella cosa che mi preoccupa. Per me l'aspetto sessuale di una relazione è importantissimo e viverlo così male mi fa preoccupare. Non so cosa fare, parlarne gliene parlo da tempo, ma le cose non cambiano mai. Gli ho proposto di andare da un terapeuta assieme, lui dice di sì al momento, ma poi di fatto ancora non si è combinato nulla, forse sono io troppo poco decisa, non lo so. Gli ho chiesto se potrebbe parlare col suo psicologo anche di questo nostro problema, di questi blocchi che ha, ma guarda caso se ne dimentica sempre, non gli dà importanza. Non so che fare.
[#1]
Gentile utente,
Prima di risponderle vorrei chiederle se nei primi tempi della sua storia il suo fidanzato la baciava di più rispetto ad ora.
I motivi per cui si evita il bacio possono essere molteplici, tra i tanti abbiamo motivi di igiene, per insicurezza, per mancanza di passione, per traumi.
Il bacio esprime la voglia di unione più profonda anche in relazione a ciò che avviene a livello "chimico".
Capisco bene la sua difficoltà e il suo disagio di non essere ricambiata in questa sua esigenza. Qui è difficile dirle se si tratti di un trauma come lui riferisce oppure se non vuole aprirsi e abbandonarsi all'amore. Forse potrebbe esserci un problema affettivo ma a quel punto è lui che dovrà farsi aiutare e magari lei potrebbe consigliarlo in questo senso.
Per il resto il rapporto come va? Come potrebbe definirlo?
Cordialmente
Prima di risponderle vorrei chiederle se nei primi tempi della sua storia il suo fidanzato la baciava di più rispetto ad ora.
I motivi per cui si evita il bacio possono essere molteplici, tra i tanti abbiamo motivi di igiene, per insicurezza, per mancanza di passione, per traumi.
Il bacio esprime la voglia di unione più profonda anche in relazione a ciò che avviene a livello "chimico".
Capisco bene la sua difficoltà e il suo disagio di non essere ricambiata in questa sua esigenza. Qui è difficile dirle se si tratti di un trauma come lui riferisce oppure se non vuole aprirsi e abbandonarsi all'amore. Forse potrebbe esserci un problema affettivo ma a quel punto è lui che dovrà farsi aiutare e magari lei potrebbe consigliarlo in questo senso.
Per il resto il rapporto come va? Come potrebbe definirlo?
Cordialmente
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#2]
gentile ragazza,
non mi è chiaro perchè lei - a 23 anni - dopo una relazione durata meno di due anni, che presenta già problematiche molto importanti, intenda effettuare addirittura una terapia di coppia.
Onestamente la invito a riflettere bene sulle sue scelte e le sue motivazioni, anche sui sentimenti che lei prova verso questo ragazzo. Sentimenti a cui lei - le faccio notare - non fa cenno se non indirettamente dicendo che <<per il resto poi le cose vanno bene>> .
Quale resto?
Avete una comunicazione rarefatta, il suo ragazzo è geloso cronico senza apparenti motivi reali, il sesso è molto problematico.
Poco importa com'era "all'inizio", dato che - tolti i primi giorni - siete oggi ancora "all'inizio" a 23 e 25 anni di età e dopo meno di 2 anni di relazione.
l'intimità relazionale è inesistente e lui sembra ignorare le sue esigenze (<<guarda caso se ne dimentica sempre, non gli dà importanza>>.
Ne vale la pena imbarcarsi in una relazione iniziata in maniera già così difficile? I suoi sentimenti e il suo desiderio sono così forti per sostenere un impegno del genere? Non è peraltro scontato che i problemi che avete si risolvano, anche se vi impegnerete entrambi in tal senso.
Rifletta sul suo sentire.
Cordiali saluti
non mi è chiaro perchè lei - a 23 anni - dopo una relazione durata meno di due anni, che presenta già problematiche molto importanti, intenda effettuare addirittura una terapia di coppia.
Onestamente la invito a riflettere bene sulle sue scelte e le sue motivazioni, anche sui sentimenti che lei prova verso questo ragazzo. Sentimenti a cui lei - le faccio notare - non fa cenno se non indirettamente dicendo che <<per il resto poi le cose vanno bene>> .
Quale resto?
Avete una comunicazione rarefatta, il suo ragazzo è geloso cronico senza apparenti motivi reali, il sesso è molto problematico.
Poco importa com'era "all'inizio", dato che - tolti i primi giorni - siete oggi ancora "all'inizio" a 23 e 25 anni di età e dopo meno di 2 anni di relazione.
l'intimità relazionale è inesistente e lui sembra ignorare le sue esigenze (<<guarda caso se ne dimentica sempre, non gli dà importanza>>.
Ne vale la pena imbarcarsi in una relazione iniziata in maniera già così difficile? I suoi sentimenti e il suo desiderio sono così forti per sostenere un impegno del genere? Non è peraltro scontato che i problemi che avete si risolvano, anche se vi impegnerete entrambi in tal senso.
Rifletta sul suo sentire.
Cordiali saluti
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#3]
Gentile Utente,
Provi a leggere quanto articolo sul bacio.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6402-mancanza-del-bacio-calo-del-desiderio-sessuale-e-crisi-di-coppia.html
Anche io, come il dr. Raggi la invito a riflettere.
Si concludono matrimoni decennali quando sono disfunzionali, mi chiedo cosa la tiene così ancorata a questo rapporto che sembra fare acqua da tutte le parti, procuramdole una gran sofferenza.
Mi scusi la franchezza, ma è così giovane e già così appesantita dalla vita...
Provi a leggere quanto articolo sul bacio.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6402-mancanza-del-bacio-calo-del-desiderio-sessuale-e-crisi-di-coppia.html
Anche io, come il dr. Raggi la invito a riflettere.
Si concludono matrimoni decennali quando sono disfunzionali, mi chiedo cosa la tiene così ancorata a questo rapporto che sembra fare acqua da tutte le parti, procuramdole una gran sofferenza.
Mi scusi la franchezza, ma è così giovane e già così appesantita dalla vita...
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 06/05/2016.
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