Paura per il mio ragazzo, ansia e depressione all'estero

Buongiorno,
sono una ragazza/donna di quasi 34 anni che ha sofferto fin da piccola di episodi di ansia da abbandono (bastava che i miei qualche volta tardassero a venirmi a prendere a scuola per disperarmi) e di periodi di depressione innescati dalle cause più diverse. Aggiungo che come carattere sono in generale piuttosto apprensiva e ipocondriaca.
Sto col mio ragazzo da quattordici anni, e da gennaio abbiamo cominciato a vivere insieme. solo che poi a inizio marzo io sono partita per il Giappone, con un biglietto che avevo acquistato in largo anticipo, e il programma è che ci rimanga fino a fine maggio. Devo dire che mi è dispiaciuto partire, perché in realtà avrei voluto rimanere con lui proprio adesso che finalmente ero riuscita a realizzare questo sogno della convivenza. Premetto che da quando sto con lui, dopo un periodo di depressione abbastanza nera durato poco più di un mese, non ho quasi più avuto episodi ansiosi, ma anzi ho imparato ad avere un po' più di fiducia in me stessa e a essere più autonoma, ho cominciato a lavorare dopo aver seguito un corso di lingua giapponese e in generale a "vivere", pur abitando sempre coi miei genitori con cui, devo dire, i rapporti non sono mai stati buoni e sono andati peggiorando col tempo (quindi iniziamo col dire che lui attualmente è il mio solo appoggio morale).
Tornando al viaggio, inizialmente, a parte la delusione causata dall'alloggio che mi sono scelta per questa vacanza, le cose non sono andate tanto male, almeno da un punto di vista psicologico. Ero già stata in Giappone per un lungo periodo, prima sei mesi e poi un anno, a scopo di studio, e ho voluto riandarci proprio perché quando ero tornata in Italia provavo nostalgia, pur essendo comunque contentissima di riabbracciare il mio ragazzo. In quelle due permanenze sono sempre stata benissimo, mi sentivo in un certo senso "a casa" in Giappone, forse anche perché allora avevo uno scopo preciso che in questo caso manca.
Fisicamente invece quest'anno mi sono capitate alcune disavventure, tra cui la rottura di un dente e successiva estrazione (con notevole dispendio di soldi), che di certo non hanno contribuito a creare un clima di contentezza e piacere. Poi, pian piano, ha cominciato a montare in me un'inquietudine sottile, che si accentuava quando lui tardava a mandarmi il "messaggio di buongiorno" su WhatsApp, un'abitudine che avevamo preso sin dalla mia prima partenza. Mi è capitato di chiamarlo in preda al panico un paio di volte per questo, tanto che ormai fa in modo di scrivermi non appena arriva in ufficio. Ma non è nemmeno giusto assillarlo così.
Il problema è che il malessere è andato crescendo di giorno in giorno, al punto che allo stato attuale anche uscire mi provoca angoscia (prima mi tranquillizzava e mi dava piacere, trattandosi per di più di luoghi che amo/amavo) e ho costantemente lo stomaco bloccato e il cervello che sembra sul punto di scoppiare, intasato dal continuo pensiero che al mio ragazzo succeda qualcosa di brutto all'improvviso mentre io sono via. E' un pensiero così costante ormai che è diventato quasi una "certezza", al punto che non riesco più a vedere un futuro, il momento in cui finalmente tornerò in Italia e lo riabbraccerò. Mi sembra quasi un miracolo che possa succedere.
La cosa che più mi terrorizza e mi toglie ogni serenità è il pensiero della morte improvvisa, del non sentirlo più di punto in bianco, e questo terrore si è esteso negli ultimi giorni anche a me stessa (cioè ho paura che possa succedere a me). Mi rendo conto benissimo che sono tutte mie costruzioni mentali dettate dal senso di colpa per averlo lasciato in Italia, ma ormai la cosa è andata così avanti che non riesco a impedirmi di pensarlo. Ho paura persino di dire troppo "quando torno vediamo questo e quest'altro", perché penso che potrebbe portare male, ma anche che potrebbe portare male pensare troppo alle disgrazie... per cui qualunque cosa pensi mi porta in un vicolo cieco. Questi pensieri, più che darmi la tachicardia, mi creano una sensazione di "testa in fiamme", il sintomo con cui si manifestano sempre le mie crisi depressive o di ansia. Altre ripercussioni fisiche includono una diuresi nervosa molto frequente e penso anche problemi digestivi. Quando ricevo un suo messaggio nel pomeriggio, la tensione si allenta dando il via a un lieve ma fastidioso mal di testa.

Giunta a questo punto sono quasi certa di voler anticipare il volo di ritorno (sempre se mi sarà possibile), ma nel mentre, essendo appunto all'estero (quindi impossibilitata a rivolgermi a un professionista nell'immediato) e consapevole che non potete certo dare il via a una seduta di psicoterapia "estemporanea", avete dei consigli da darmi per cercare di "resistere" alleviando almeno un minimo questo malessere?
Ripeto, sono perfettamente cosciente del fatto che si tratti di una crisi ansiosa/depressiva, ma questa consapevolezza non m'impedisce di pensare che potrebbe comunque capitare qualcosa in mia assenza ed è esattamente questo ad "avvelenarmi". Peraltro ho paura anche delle ripercussioni che può avere sia sulla mia salute che sul nostro rapporto, perché anche il mio ragazzo cosa potrebbe pensare se al ritorno si ritrovasse davanti una sorta di "fantasma" che vive aggrappandosi a lui?
Ah, a completare il quadro dimenticavo di menzionare che sono libera professionista e questi episodi vanno a influire anche sul lavoro, togliendomi la concentrazione e la capacità di svolgerlo normalmente.

Scusate la lunghezza della spiegazione e grazie in anticipo a chiunque vorrà darmi dei consigli.
Buona giornata,
V.P.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
E' tangibile lo stato di tensione che sta vivendo e non Le nascondo che cosi' on line si possa fare poco e niente per comprendere cosa Le stia accadendo.
Certamente c'e' qualcosa che "cova" in Lei, che la fa sentire in colpa.
Potrebbe cercare di tirare avanti per ora che e' in Giappone e affrontare il discorso in Italia, al Suo ritorno.
Intanto se ha occasione di fare dei sogni cerchi di scriverli appena sveglia mentre e' ancora a letto.
Vediamo se il Suo inconscio manda qualche segnale per decodificare la Sua agitazione. Che potrebbe avere origini e cause diversissime da quello che a Lei potrebbe sembrare a livello cosciente.
Stia tranquilla e non peggiori la Sua angoscia con mille domande. La situazione contestuale favorisce l'emergere delle angosce, quind la realta' i e' certamente meno grave di quello che Lei immagina!
Si faccia risentire! A presto!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
Intanto La ringrazio molto per la Sua risposta gentile e rassicurante. Cercherò di appuntarmi e riportare eventuali sogni che dovessero rimanermi impressi, anche se da parecchio tempo non mi sembra di farne di particolarmente significativi. Comunque spero di poter approfittare ancora della Sua disponibilità in caso di nuovi sviluppi.
Buona giornata!
[#3]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Senz'altro Signora!
A presto!

[#4]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
torno a farmi risentire per dire che purtroppo non sono riuscita ad appuntarmi alcun sogno, in quanto sono così banali che non riesco a mettere insieme le idee per scriverli neppure appena sveglia. L'impressione che ne ho a caldo, comunque, è che siano tutti più o meno simili, non particolarmente angoscianti, anzi piuttosto tranquilli e dai ritmi rilassati e regolari. La situazione da sveglia, invece, non accenna a migliorare, anzi, forse è sempre peggio.
Sono riuscita a farmi anticipare il biglietto del ritorno al 18 maggio, ma forse il fatto di aver chiesto al mio ragazzo di contattarmi subito appena arriva in ufficio e di scrivermi sempre cosa sta facendo o se si allontana per un attimo dai dispositivi di comunicazione ha contribuito a rendermi ancora più preoccupata, una cosa che in realtà penso fosse abbastanza prevedibile. Ora, quando si avvicina l'ora in cui normalmente mi scrive, comincio ad avere delle crisi d'ansia, la testa che sembra sul punto di scoppiare e pensieri incontrollabili che sia successo il peggio. Controllo continuamente l'ora. Ho dato il mio cellulare giapponese alla madre, e temo sempre di ricevere una chiamata.
Ora sono anche terrorizzata dal fatto che ogni volta che io do la buonanotte a lui, o lui la dà a me, possa essere l'ultima. Questa paura l'ho sempre avuta, fin da piccola, ed è così forte che esito perfino a darle voce.
Ho la continua sensazione, anzi sono quasi convinta, che non riusciremo a rivederci, anche se parliamo di quello che c'è da fare al mio ritorno. In questo modo naturalmente mi sembra sempre di avere una fila interminabile di giorni davanti. Ieri mi era anche parso di stare un po' meglio, ma solo perché ho fatto qualcosa di diverso dalla solita routine.

Purtroppo, anche se riesco a razionalizzare pensando che sono tutte mie costruzioni mentali, mie ossessioni e miei modi di percepire le cose in questo momento, dovuti al senso di colpa e alla volontà inconscia di "rovinarmi" la permanenza qui, i pensieri vanno a ruota libera e non riesco a stare tranquilla, perché quando lo sono mi dico subito che in questo modo se capita qualcosa di brutto vengo colta alla sprovvista... non so se esista qualche "trucco mentale" che posso mettere in atto per cercare di non soccombere al panico e far sì che i giorni non si trascinino in questo modo infinito, a parte bere una tisana calmante. Fermo restando che a questo punto dovrò per forza chiedere consiglio a qualcuno una volta tornata.

Peraltro, come dicevo, non posso "buttarmi sul lavoro" per cercare di distrarmi, perché anzi questo stato d'animo m'impedisce totalmente di concentrarmi sui miei compiti finché non viene risolto con una tranquillizzazione da parte del mio ragazzo.

Ho voluto tornare a raccontarLe quanto mi sta succedendo anche perché mi pareva bene non lasciare in sospeso la questione, ma a questo punto forse non mi resta davvero che cercare di sopportare. In caso avesse dei consigli per alleviare anche solo di poco il mio stato, comunque, cercherò di metterli in pratica con gratitudine.

Le mando ancora cordiali saluti e ancora grazie per la Sua attenzione.
[#5]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Mi dispiace che non riesca, almeno per ora, a imbrigliare questo stato d'animo cosi' penoso.
Cosi' lontana come e' penso che possa solo cercare di tamponare i picchi di preoccupazioni che la colgono.
Mi dispiace non poterLe essere di aiuto indicandoLe delle strategie pratiche. Nel modello psicodinamico a cui faccio riferimento non ce ne sono! I disagi sono sintomi e vanno analizzati per venirne a capo. Sopprimerli senza comprenderli serve solo a peggiorare le cose.
Mi dispiace cara Signora!
Mi scriva quando vuole se Le puo' esserLe di aiuto a esprimersi e a sentirsi un po' meglio.
Buona giornata
[#6]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
Anzitutto grazie per la risposta. E' come dice Lei, sopprimere queste sensazioni senza comprenderle non serve, e nemmeno serve cercare di "evitarle". Ho anche analizzato, direi quasi dissezionato, i motivi che possono avermi portato a sentirmi così, e so che appunto è tutto dovuto a uno stato interiore che non ha rapporto con la realtà, ma purtroppo questo non mi è di aiuto. Né mi serve, se non temporaneamente, parlarne con amici o conoscenti.
Cercherò di rassegnarmi, per questi giorni, all'idea di dovermi sentire così, facendomi forza col pensiero che non manca troppo per sentirmi almeno un po' meglio.
Il problema è che il pensiero che segue automaticamente a questo è: "Speriamo sarà proprio così...".

Grazie ancora e un saluto, buona giornata a Lei.
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