ansia stress-correlata
Gentili Dottiri
Ben ritrovati. Ho già scritto in passato circa i miei problemi legati all'ansia.
Come da voi suggeritomi mi sono rivolto ad uno psicologo già da diverso tempo ed ho intrapreso una terapia ad andamento dinamico che mi ha dato grandi benefici; così, d'accordo con il dottore, due mesi fa ho deciso di concludere le sedute e provare a fare da solo.
Ora purtroppo, a seguito del notevole stress dovuto alla mia imminente laurea, ho avuto una brutta ricaduta. C'è da dire che vi sono molte concause che mi hanno fatto sprofondare nuovamente in questa situazione, prima fra tutte la forzata convivenza nel laboratorio dove svolgo la tesi con persone difficili. La tutor che mi segue da 7 mesi a questa parte non ha fatto altro che vessarmi e umiliarmi poiché mi ritiene inadatto a questo mestiere e, sebbene con grandi difficoltà, ho retto abbastanza bene questa pressione finché da un mese a questa parte ho avuto una recrudescenza dei miei sintomi d'ansia. Oltre al vasto corollario di sintomi psicosomatici che già in passato avevo imparato a riconoscere, ho sviluppato un vero e proprio terrore ogni qualvolta mi ritrovo ad avere a che fare con questa persona e, di conseguenza, il mio profitto ne sta subendo gravi conseguenze. In più si avvicina la laurea e questo non fa che acuire tutti i sintomi che già ho da un mese a questa parte. Sfruttando ciò che ho imparato dalla psicoterapia sta cercando di non soffermarmi molto su i sintomi psicosomatici (come tachicardia, tremori, cefalee e rimuginazione continua) ma piuttosto sto cercando di capire come fronteggiare questo ultimo mese a ciò che riesca a fare il mio lavoro nel modo migliore possibile. Purtroppo però mi pervade un senso di inquietudine e terrore se penso alla discussione della tesi e questo mi impedisce di lavorare con serenità e calma. Ho pensato di tornare in terapia, ma ho paura che il tempo necessario per vedere qualche miglioramento utile in vista della laurea sia troppo poco, così ho pensato che forse sarebbe meglio assumere qualche farmaco in grado di aiutarmi nell'immediato anche se sono stato sempre refrattario a tale trattamento. Vi chiedo dunque un consiglio. Come posso affrontare questa situazione? Grazie anticipatamente e scusate la lungaggine.
Ben ritrovati. Ho già scritto in passato circa i miei problemi legati all'ansia.
Come da voi suggeritomi mi sono rivolto ad uno psicologo già da diverso tempo ed ho intrapreso una terapia ad andamento dinamico che mi ha dato grandi benefici; così, d'accordo con il dottore, due mesi fa ho deciso di concludere le sedute e provare a fare da solo.
Ora purtroppo, a seguito del notevole stress dovuto alla mia imminente laurea, ho avuto una brutta ricaduta. C'è da dire che vi sono molte concause che mi hanno fatto sprofondare nuovamente in questa situazione, prima fra tutte la forzata convivenza nel laboratorio dove svolgo la tesi con persone difficili. La tutor che mi segue da 7 mesi a questa parte non ha fatto altro che vessarmi e umiliarmi poiché mi ritiene inadatto a questo mestiere e, sebbene con grandi difficoltà, ho retto abbastanza bene questa pressione finché da un mese a questa parte ho avuto una recrudescenza dei miei sintomi d'ansia. Oltre al vasto corollario di sintomi psicosomatici che già in passato avevo imparato a riconoscere, ho sviluppato un vero e proprio terrore ogni qualvolta mi ritrovo ad avere a che fare con questa persona e, di conseguenza, il mio profitto ne sta subendo gravi conseguenze. In più si avvicina la laurea e questo non fa che acuire tutti i sintomi che già ho da un mese a questa parte. Sfruttando ciò che ho imparato dalla psicoterapia sta cercando di non soffermarmi molto su i sintomi psicosomatici (come tachicardia, tremori, cefalee e rimuginazione continua) ma piuttosto sto cercando di capire come fronteggiare questo ultimo mese a ciò che riesca a fare il mio lavoro nel modo migliore possibile. Purtroppo però mi pervade un senso di inquietudine e terrore se penso alla discussione della tesi e questo mi impedisce di lavorare con serenità e calma. Ho pensato di tornare in terapia, ma ho paura che il tempo necessario per vedere qualche miglioramento utile in vista della laurea sia troppo poco, così ho pensato che forse sarebbe meglio assumere qualche farmaco in grado di aiutarmi nell'immediato anche se sono stato sempre refrattario a tale trattamento. Vi chiedo dunque un consiglio. Come posso affrontare questa situazione? Grazie anticipatamente e scusate la lungaggine.
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Gentile Utente,
Forse non era il caso di sospendere la terapia, vista l'imminente ricaduta.
Assumeva anche terapia farmacologica?
Sarebbe utile che tornasse da chi ha il piacere di seguirla, online non è possibile dirle cosa fare, i sintomi sono tanti e come tali andrebbero analizzati con cura, al fine di restituirle quel l'antico dialogo psiche/soma
Forse non era il caso di sospendere la terapia, vista l'imminente ricaduta.
Assumeva anche terapia farmacologica?
Sarebbe utile che tornasse da chi ha il piacere di seguirla, online non è possibile dirle cosa fare, i sintomi sono tanti e come tali andrebbero analizzati con cura, al fine di restituirle quel l'antico dialogo psiche/soma
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 02/05/2016.
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