Dormire fuori, panico..
Salve, tra una settimana ho una gita scolastica e dovrò dormire fuori per 4 notti.. ho sempre avuto problemi fin da piccola nel dormire lontano da casa, soprattutto senza i miei genitori.. tutto tranquillo durante il giorno ma quando arriva la sera e tutti sono stanchi e vogliono andare a dormire io inizio ad agitarmi, soprattutto quando noto che tutti dormono e io sono l' unica sveglia..mi è capitato di rimanere sveglia anche per 2 notti filate .. Il problema a 13/14 anni circa sembrava essersi risolto fino alla gita scolastica Della seconda superiore quando il mio problema si é ripresentato. .. questo problema mi mette molto a disagio mi sento sbagliata e inferiore ai miei coetanei e ho rinunciato a numerosi viaggi per questo mio problema.. ho provato anche farmaci naturali ma senza alcun effetto e non so più dove sbattere la testa.. ho deciso di partecipare a questa gita con la convinzione che devo riuscire a risolvere questo problema per me stessa ma a una settimana di distanza mi sto davvero preoccupando capendo che da sola non ce la posso fare e non posso rovinare la vacanza alle mie compagne di stanza .. come potrei risolverlo? Grazie mille per l' attenzione
Salve, immagino quanto sia difficile vivere questo stato di agitazione che la porta a rimanere sveglia addirittura a lungo, anche per due notti. Lo stato d'animo del "panico", con cui intitola il suo consulto, mi sembra essere coerente con i vissuti di cui ci parla.
Non deve sentirsi sbagliata né inferiore ai suoi coetanei. Si trova a vivere una situazione di malessere e questo può capitare a chiunque. Anzi il fatto che ci sta scrivendo è un ottimo segno, che indica la sua motivazione a cambiare le cose, la sua responsabilità e il suo coraggio.
Capisco il fatto di sentire un vincolo che le impedisce di vivere un momento piacevole insieme agli altri, provocandole uno spiacevole disagio. E capisco anche il senso della rinuncia, che forse potremmo dire essere allo stesso tempo un motore che fortunatamente la spinge a cambiare le cose.
Forse non vuole più trovarsi in questa condizione che blocca le sue possibilità di oggi, ma vuole vivere in modo più pieno e libero le sue esperienze, con un senso di sicurezza e fiducia, senza doversi pentire un giorno di non averle fatte.
Dalle poche parole che ci dice, posso ipotizzare che il problema sia risolvibile, ma a mio parere non in breve tempo, poiché riguarda il suo mondo interiore e potrebbe essere necessario un lavoro su di sé profondo, per poter modificare il suo vissuto attuale.
Provo a farle tre domande in questa sede.
Quando il problema sembrava essersi risolto intorno ai 13/14 anni, si era trovata a dormire lontano da casa, senza i suoi genitori?
Alla fine, come è andata la gita scolastica della seconda superiore?
Le sue compagne di stanza sono a conoscenza delle sue preoccupazioni?
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Non deve sentirsi sbagliata né inferiore ai suoi coetanei. Si trova a vivere una situazione di malessere e questo può capitare a chiunque. Anzi il fatto che ci sta scrivendo è un ottimo segno, che indica la sua motivazione a cambiare le cose, la sua responsabilità e il suo coraggio.
Capisco il fatto di sentire un vincolo che le impedisce di vivere un momento piacevole insieme agli altri, provocandole uno spiacevole disagio. E capisco anche il senso della rinuncia, che forse potremmo dire essere allo stesso tempo un motore che fortunatamente la spinge a cambiare le cose.
Forse non vuole più trovarsi in questa condizione che blocca le sue possibilità di oggi, ma vuole vivere in modo più pieno e libero le sue esperienze, con un senso di sicurezza e fiducia, senza doversi pentire un giorno di non averle fatte.
Dalle poche parole che ci dice, posso ipotizzare che il problema sia risolvibile, ma a mio parere non in breve tempo, poiché riguarda il suo mondo interiore e potrebbe essere necessario un lavoro su di sé profondo, per poter modificare il suo vissuto attuale.
Provo a farle tre domande in questa sede.
Quando il problema sembrava essersi risolto intorno ai 13/14 anni, si era trovata a dormire lontano da casa, senza i suoi genitori?
Alla fine, come è andata la gita scolastica della seconda superiore?
Le sue compagne di stanza sono a conoscenza delle sue preoccupazioni?
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma e Pescara
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
Gentile utente,
Questo tipo di ansia riferita al dormire fuori casa è molto più frequente di quanto crede soprattutto alla sua età. Certo è che dal momento in cui la costringe a fare così tante rinunce forse merita di essere valutata e risolta con l'aiuto di un collega della sua zona.
Per la gita imminente, Un primo consiglio è quello di non ostinarsi a pensare che andrà male. Secondo la profezia che si autoavvera, più pensa che non dormirà, più ciò le genera ansia e più è probabile che non riesca davvero a dormire. Per questo motivo la invito a concentrarsi sugli aspetti positivi di questa gita.
Poi le consiglio di mettersi a letto solo quando è veramente stanca per evitare di rimuginare sull'assenza di sonno. Se non riesce a dormire, cerchi di pensare a immagini positive e rassicuranti evitando di guardare l'ora ed evitando di stare al telefono. Eventualmente è meglio un libro.
Pensi pure che in gita solitamente non si va a letto presto! Si concentri sulla parte ludica e non su ciò che non riuscirà a fare.
Potrebbe anche eventualmente farsi consigliare qualcosa di naturale in alternativa a ciò che ha già assunto in passato senza successo. I prodotti per questo problema sono numerosi ed efficaci.
Buon divertimento
Questo tipo di ansia riferita al dormire fuori casa è molto più frequente di quanto crede soprattutto alla sua età. Certo è che dal momento in cui la costringe a fare così tante rinunce forse merita di essere valutata e risolta con l'aiuto di un collega della sua zona.
Per la gita imminente, Un primo consiglio è quello di non ostinarsi a pensare che andrà male. Secondo la profezia che si autoavvera, più pensa che non dormirà, più ciò le genera ansia e più è probabile che non riesca davvero a dormire. Per questo motivo la invito a concentrarsi sugli aspetti positivi di questa gita.
Poi le consiglio di mettersi a letto solo quando è veramente stanca per evitare di rimuginare sull'assenza di sonno. Se non riesce a dormire, cerchi di pensare a immagini positive e rassicuranti evitando di guardare l'ora ed evitando di stare al telefono. Eventualmente è meglio un libro.
Pensi pure che in gita solitamente non si va a letto presto! Si concentri sulla parte ludica e non su ciò che non riuscirà a fare.
Potrebbe anche eventualmente farsi consigliare qualcosa di naturale in alternativa a ciò che ha già assunto in passato senza successo. I prodotti per questo problema sono numerosi ed efficaci.
Buon divertimento
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
Gentile ragazza,
Prima di attribuirsi la responsabilita' di quanto Le accade La inviterei a ricordare quegli input negativi ricevuti dai Suoi familiari circa il "dormire fuori casa" nel corso della sua giovanissima vita.
Le e' stato paventato un pericolo? Una difficoltà?
Talvolta i genitori, a fin di bene, ritengono utili tali input, e non si rendono conto del danno che possono produrre sui figli sensibili e non ribelli.
Non Le impongo quindi di "non farsi influenzare" da tali input che certamente hanno agito a livello inconscio su di Lei, ma La invito a rendersi conto di essere stata in un certo senso "condizionata" a dormire a casa, al sicuro!
Un passo alla volta ce la fara'. Lo "svincolo" dalla famiglia passa attraverso tante strade. E bisogna impegnare ed impegnarsi a percorrere con determinazione e pazienza!
Auguri!
Ci mandi Sue notizie al ritorno dalla gita!
Prima di attribuirsi la responsabilita' di quanto Le accade La inviterei a ricordare quegli input negativi ricevuti dai Suoi familiari circa il "dormire fuori casa" nel corso della sua giovanissima vita.
Le e' stato paventato un pericolo? Una difficoltà?
Talvolta i genitori, a fin di bene, ritengono utili tali input, e non si rendono conto del danno che possono produrre sui figli sensibili e non ribelli.
Non Le impongo quindi di "non farsi influenzare" da tali input che certamente hanno agito a livello inconscio su di Lei, ma La invito a rendersi conto di essere stata in un certo senso "condizionata" a dormire a casa, al sicuro!
Un passo alla volta ce la fara'. Lo "svincolo" dalla famiglia passa attraverso tante strade. E bisogna impegnare ed impegnarsi a percorrere con determinazione e pazienza!
Auguri!
Ci mandi Sue notizie al ritorno dalla gita!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 16.2k visite dal 25/04/2016.
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