Imminente viaggio aereo e paura di volare.
Salve, sono un quasi cinquantenne che si accinge, per la prima volta, ad effettuare un viaggio in aereo con tutte le preoccupazioni riservate agli ansiosi e agli ipocondriaci (categorie nelle quali, purtroppo, mi annovero).
Diciamo che da quando ho acquistato il biglietto, il mio nervosismo per questo "battesimo del volo" cresce ogni giorno di più. Il problema è che associo alla più generale ansia dovuta alla paura di un possibile incidente aereo, anche il terrore di accusare malesseri in volo. Purtroppo soffro di episodi di fibrillazione atriale parossistica (ultimo episodio novembre 2015) e quindi, ogni tanto (a distanza di anni o di mesi), sono costretto a recarmi al pronto soccorso per praticare una terapia antiaritmica in vena. La paura è quindi che, a causa della mia situazione emotiva, possa insorgere un episodio di FA in volo rovinandomi la vacanza e, all'arrivo, essere costretto, a cercare un medico o una struttura ospedaliera.
Specifico di essere in cura con betabloccanti (bisoprololo 5), antiipertensivi (losartan 100) e acido acetilsalicilico 75 oltre ad una compressa di alprazolam da 0,25 alla sera prima di coricarmi.
Come scrivevo prima, ho sempre avuto una vita da emotivo e da ipocondriaco con l'ansia generata da nuove esperienze e con la paura di presunte malattie che potrebbero insorgere (purtroppo, la fibrillazione atriale non è solo una paura ma, periodicamente, una realtà) e questa nuova avventura - che arriva, tra l'altro, alle soglie della "vecchiaia" - mi mette in agitazione.
Il mio medico mi ha consigliato di assumere, prima del volo, una doppia dose di ansiolitico (alprazolam 0,50) e volare tranquillo ma la mia preoccupazione non passa. Probabilmente è normale che nei viaggi aerei si accusi un po' di tachicardia, ma nel mio caso, se dovessi entrare nel panico, temo possano arrivare anche extrasistoli e/o FA.
Pertanto chiedo a voi un consiglio, è il caso di farmi prendere dallo sconforto e, magari, annullare tutto, oppure questo panico in cui sento di poter entrare può essere dominato?
Grazie in anticipo per le risposte.
Diciamo che da quando ho acquistato il biglietto, il mio nervosismo per questo "battesimo del volo" cresce ogni giorno di più. Il problema è che associo alla più generale ansia dovuta alla paura di un possibile incidente aereo, anche il terrore di accusare malesseri in volo. Purtroppo soffro di episodi di fibrillazione atriale parossistica (ultimo episodio novembre 2015) e quindi, ogni tanto (a distanza di anni o di mesi), sono costretto a recarmi al pronto soccorso per praticare una terapia antiaritmica in vena. La paura è quindi che, a causa della mia situazione emotiva, possa insorgere un episodio di FA in volo rovinandomi la vacanza e, all'arrivo, essere costretto, a cercare un medico o una struttura ospedaliera.
Specifico di essere in cura con betabloccanti (bisoprololo 5), antiipertensivi (losartan 100) e acido acetilsalicilico 75 oltre ad una compressa di alprazolam da 0,25 alla sera prima di coricarmi.
Come scrivevo prima, ho sempre avuto una vita da emotivo e da ipocondriaco con l'ansia generata da nuove esperienze e con la paura di presunte malattie che potrebbero insorgere (purtroppo, la fibrillazione atriale non è solo una paura ma, periodicamente, una realtà) e questa nuova avventura - che arriva, tra l'altro, alle soglie della "vecchiaia" - mi mette in agitazione.
Il mio medico mi ha consigliato di assumere, prima del volo, una doppia dose di ansiolitico (alprazolam 0,50) e volare tranquillo ma la mia preoccupazione non passa. Probabilmente è normale che nei viaggi aerei si accusi un po' di tachicardia, ma nel mio caso, se dovessi entrare nel panico, temo possano arrivare anche extrasistoli e/o FA.
Pertanto chiedo a voi un consiglio, è il caso di farmi prendere dallo sconforto e, magari, annullare tutto, oppure questo panico in cui sento di poter entrare può essere dominato?
Grazie in anticipo per le risposte.
[#1]
Gentile utente,
È vero, è probabile che, a ridosso del viaggio o durante lo stesso, possa manifestarsi ansia ma come giustamente consigliato dal suo medico, prendendo una dose più alta di ansiolitico potrebbe ridurre l'eventualità che si presenti.
Inoltre come profilassi sta assumendo una terapia antiaritmica e anche questo riduce i rischi.
Detto ciò le chiedo: ha provato a rivolgersi ad uno psicoterapeuta e magari imparare le tecniche di rilassamento? Se è ancora in tempo perché non prova a farsi aiutare? Ne gioverebbe sia a livello psicologico che fisico.
Cordialmente
È vero, è probabile che, a ridosso del viaggio o durante lo stesso, possa manifestarsi ansia ma come giustamente consigliato dal suo medico, prendendo una dose più alta di ansiolitico potrebbe ridurre l'eventualità che si presenti.
Inoltre come profilassi sta assumendo una terapia antiaritmica e anche questo riduce i rischi.
Detto ciò le chiedo: ha provato a rivolgersi ad uno psicoterapeuta e magari imparare le tecniche di rilassamento? Se è ancora in tempo perché non prova a farsi aiutare? Ne gioverebbe sia a livello psicologico che fisico.
Cordialmente
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#2]
Gentile utente,
complimenti per la Sua voglia di esplorare il mondo.
Il mondo è veramente bello, vario, vasto.
1. Rispetto alla FA lo specialista di riferimento è il cardiologo, e dunque vanno poste a lui le domande relative. Giacchè dipende dalle cause della stessa.
Sarà lui a indicarLe cosa è meglio fare, considerata anche la terapia farmacologica in corso.
2. Se la Sua FA ha cause psichiche, e cioè ansia proeccupazione paura, il Suo medico Le ha già indicato un trattamento farmacologico al bisogno.
E, mi pare di capire, non ci sono tempi per altro: psicoterapia, training autogeno, ecc.
E dunque, perchè rinunciare al viaggio?
Se gradisce, ci faccia conoscere la risposta del Suo cardiologo e, anche, la Sua decisione.
complimenti per la Sua voglia di esplorare il mondo.
Il mondo è veramente bello, vario, vasto.
1. Rispetto alla FA lo specialista di riferimento è il cardiologo, e dunque vanno poste a lui le domande relative. Giacchè dipende dalle cause della stessa.
Sarà lui a indicarLe cosa è meglio fare, considerata anche la terapia farmacologica in corso.
2. Se la Sua FA ha cause psichiche, e cioè ansia proeccupazione paura, il Suo medico Le ha già indicato un trattamento farmacologico al bisogno.
E, mi pare di capire, non ci sono tempi per altro: psicoterapia, training autogeno, ecc.
E dunque, perchè rinunciare al viaggio?
Se gradisce, ci faccia conoscere la risposta del Suo cardiologo e, anche, la Sua decisione.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Utente
Gent.me dottoresse, grazie per le celeri risposte.
Anni fa mi rivolsi ad un neurologo per dei disturbi scaturiti dalla mia ansia (vertigini, cefalee, ecc. ) il quale mi diagnosticò una "patofobia" prescrivendomi un ansiolitico e un antidepressivo. L'errore fu, probabilmente, quello di non aver cercato mai un supporto psicologico, anche perchè, terminato il ciclo di cura, periodicamente tornavano le mie paure.
Per gli episodi di FA di cui soffro, certamente è una questione patologica (il cardiologo mi dice che c'è un problema elettrofosiologico su cuore sano, cioè gli impulsi elettrici che arrivano al cuore, ad un certo punto, mandano in tilt gli atri), ma è indubbio che essi mi vengano in periodi in cui sono maggiormente stressato o, addirittura, nel corso della notte, quando mi sveglio di soprassalto con una paura innaturale (e con quella arriva la tachicardia, gli extrasistoli, la fibrillazione... percorso più o meno logico).
Per questo mio imminente viaggio, in effetti, la paura dell'aereo (che confesso, ho sempre avuto) è però, a mio giudizio, persino secondaria alla paura di "avere paura" e a quella che, fissandomi sulla possibilità che possa sentirmi male provando sensazioni al decollo o a turbolenze, alla fine io possa veramente accusare malesseri.
Ho davvero un brutto carattere, lo so... dovrei approcciarmi alla vita in maniera del tutto diversa.
Anni fa mi rivolsi ad un neurologo per dei disturbi scaturiti dalla mia ansia (vertigini, cefalee, ecc. ) il quale mi diagnosticò una "patofobia" prescrivendomi un ansiolitico e un antidepressivo. L'errore fu, probabilmente, quello di non aver cercato mai un supporto psicologico, anche perchè, terminato il ciclo di cura, periodicamente tornavano le mie paure.
Per gli episodi di FA di cui soffro, certamente è una questione patologica (il cardiologo mi dice che c'è un problema elettrofosiologico su cuore sano, cioè gli impulsi elettrici che arrivano al cuore, ad un certo punto, mandano in tilt gli atri), ma è indubbio che essi mi vengano in periodi in cui sono maggiormente stressato o, addirittura, nel corso della notte, quando mi sveglio di soprassalto con una paura innaturale (e con quella arriva la tachicardia, gli extrasistoli, la fibrillazione... percorso più o meno logico).
Per questo mio imminente viaggio, in effetti, la paura dell'aereo (che confesso, ho sempre avuto) è però, a mio giudizio, persino secondaria alla paura di "avere paura" e a quella che, fissandomi sulla possibilità che possa sentirmi male provando sensazioni al decollo o a turbolenze, alla fine io possa veramente accusare malesseri.
Ho davvero un brutto carattere, lo so... dovrei approcciarmi alla vita in maniera del tutto diversa.
[#4]
Gentile utente,
Non si tratta di un brutto carattere!
Però rifletta: l'ansia alimenta la possibilità di sviluppare problemi cardiologici che a loro volta alimentano l'ansia. Siamo di fronte a un circolo vizioso ma se lei riuscisse ad operare sull'ansia eliminerebbe già un fattore di rischio.
Mi creda, non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di sé stessi.
La terapia farmacologica è di aiuto ma se a questa associasse un percorso psicoterapico e imparasse anche le principali tecniche di rilassamento, queste le potrà utilizzare ogni qualvolta che il suo sistema psichico e fisiologico è in iperattivazione e bisogna riportarlo a livelli basali.
È scientificamente dimostrata l'utilità di queste tecniche per questo motivo la invito nuovamente a rivolgersi ad uno psicologo della sua zona. Non permetta che l"ansia condizioni a tal punto la sua vita.
Cordialmente
Non si tratta di un brutto carattere!
Però rifletta: l'ansia alimenta la possibilità di sviluppare problemi cardiologici che a loro volta alimentano l'ansia. Siamo di fronte a un circolo vizioso ma se lei riuscisse ad operare sull'ansia eliminerebbe già un fattore di rischio.
Mi creda, non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di sé stessi.
La terapia farmacologica è di aiuto ma se a questa associasse un percorso psicoterapico e imparasse anche le principali tecniche di rilassamento, queste le potrà utilizzare ogni qualvolta che il suo sistema psichico e fisiologico è in iperattivazione e bisogna riportarlo a livelli basali.
È scientificamente dimostrata l'utilità di queste tecniche per questo motivo la invito nuovamente a rivolgersi ad uno psicologo della sua zona. Non permetta che l"ansia condizioni a tal punto la sua vita.
Cordialmente
[#5]
Gentile utente
<<L'errore fu, probabilmente, quello di non aver cercato mai un supporto psicologico, anche perchè, terminato il ciclo di cura, periodicamente tornavano le mie paure.<< : Mi trova ampiamente d'accordo.
Lo potrà fare al Suo ritorno.
Per ora Le consiglio la lettura di https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Concordo sulla utilità delle tecniche di rilassamento; se avesse due o tre settimane prima della partenza, potrebbe iniziare con qualche seduta ed es. di training autogeno.
Saluti cordiali.
<<L'errore fu, probabilmente, quello di non aver cercato mai un supporto psicologico, anche perchè, terminato il ciclo di cura, periodicamente tornavano le mie paure.<< : Mi trova ampiamente d'accordo.
Lo potrà fare al Suo ritorno.
Per ora Le consiglio la lettura di https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Concordo sulla utilità delle tecniche di rilassamento; se avesse due o tre settimane prima della partenza, potrebbe iniziare con qualche seduta ed es. di training autogeno.
Saluti cordiali.
[#6]
Utente
Come da voi suggerito, mi sa che è proprio il caso di rivolgermi a qualche professionista che possa aiutarmi ad uscire dal circolo vizioso in cui sono entrato. Forse ci sono addirittura nato così (mi sento un po' come il cane che si morde la coda), non sono diventato ansioso per un motivo particolare.
E' davvero triste non riuscire a godersi la vita ed evitare di affrontare certe situazioni per paura che succeda qualcosa.
Purtroppo, prima del mio viaggio, ho poco più di una settimana e non faccio in tempo a cercare un aiuto, spero solo che la ragione prenda il sopravvento e che riesca a gestire situazioni del tutto normali nel giusto modo.
La cosa strana è che fino a qualche anno fa avrei avuto paura dell'aereo per via di possibili incidenti e/o attentati terroristici (come forse accade alla stragrande maggioranza delle persone con questa fobia), adesso, invece, ho "solo" terrore che possa sentirmi male lassù.
E' davvero triste non riuscire a godersi la vita ed evitare di affrontare certe situazioni per paura che succeda qualcosa.
Purtroppo, prima del mio viaggio, ho poco più di una settimana e non faccio in tempo a cercare un aiuto, spero solo che la ragione prenda il sopravvento e che riesca a gestire situazioni del tutto normali nel giusto modo.
La cosa strana è che fino a qualche anno fa avrei avuto paura dell'aereo per via di possibili incidenti e/o attentati terroristici (come forse accade alla stragrande maggioranza delle persone con questa fobia), adesso, invece, ho "solo" terrore che possa sentirmi male lassù.
[#8]
" la cosa strana è che fino a qualche anno fa avrei avuto paura dell'aereo per via di possibili incidenti e/o attentati terroristici (come forse accade alla stragrande maggioranza delle persone con questa fobia), adesso, invece, ho "solo" terrore che possa sentirmi male lassù."
Non è affatto strano. L'ansia, se non trattata, si sposta su altri elementi che in quel momento ci rendono più vulnerabili.
Segua i nostri consigli e vedrà che riuscirà a vivere appieno la sua vita.
Quanto al viaggio imminente, segua il consiglio del suo medico e provi a respirare in maniera corretta.
Auguri e buon viaggio!
Non è affatto strano. L'ansia, se non trattata, si sposta su altri elementi che in quel momento ci rendono più vulnerabili.
Segua i nostri consigli e vedrà che riuscirà a vivere appieno la sua vita.
Quanto al viaggio imminente, segua il consiglio del suo medico e provi a respirare in maniera corretta.
Auguri e buon viaggio!
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 5.4k visite dal 22/04/2016.
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