Senso di inadeguatezza, disistima
Salve a tutti.
Tenterò di essere il più breve ed esaustivo possibile, nonostante il problema richieda una precisa descrizione.
Da circa 12 anni convivo periodicamente con un'accentuata condizione di insicurezza che mi porta ad avere sempre timore di cosa le altre persone possano pensare di me e a soppesare ogni mio comportamento in modo da non risultare troppo eccentrico.
Non riesco ad essere spontaneo perchè temo il giudizio negativo della massa.
Preciso che non sono un tipo chiuso o introverso, avendo tanti amici (o conoscenti) e risultando anche di compagnia e divertente.
Non temo il primo confronto dialettico, nè con uomini nè con donne (anzi il primo approccio con il gentil sesso è per me abbastanza semplice).
Quando invece parlo con gente che conosco da molto tempo mi chiudo a riccio mostrandomi conformista o, ciò che è peggio, autoschernendomi al limite dell'autoumiliazione.
E, conclusa la conversazione, mi giudico (ovviamente negativamente) dicendomi che avrei potuto dire quello o giustificarmi in maniera diversa e risultare più simpatico e più convincente.
Questo mi ha portato a sentirmi inadeguato, non all'altezza di quello che faccio e a perdere fiducia in me stesso e a ritenere che le mie posizioni siano sempre le meno popolari.
Negli ultimi dodici anni credo che si siano manifestati anche due o tre eventi depressivi (con profondo senso di inadeguatezza, paura del futuro, paura di decidere, paura di sbagliare, necessità di dover fare solo cose semplici dove non c'era certezza di non commettere errori per non essere giudicato incapace).
I primi eventi depressivi li ho superati da solo, lasciando trascorrere il tempo trovando la forza dentro di me).
L'ultimo evento (coinciso con la necessità di superare un esame importante) mi ha indotto a rivolgermi al mio medico che mi ha prescritto ENTACT che, dopo uno sfavorevole periodo iniziale, mi ha fatto superare la crisi.
Tuttavia non ha risolto il problema di fondo, che periodicamente si ripropone (specie in periodo autunnale).
Vorrei sapere se si tratta di un problema più depressivo o più di ansia sociale e se la psicoterapia può essermi di aiuto.
Tenterò di essere il più breve ed esaustivo possibile, nonostante il problema richieda una precisa descrizione.
Da circa 12 anni convivo periodicamente con un'accentuata condizione di insicurezza che mi porta ad avere sempre timore di cosa le altre persone possano pensare di me e a soppesare ogni mio comportamento in modo da non risultare troppo eccentrico.
Non riesco ad essere spontaneo perchè temo il giudizio negativo della massa.
Preciso che non sono un tipo chiuso o introverso, avendo tanti amici (o conoscenti) e risultando anche di compagnia e divertente.
Non temo il primo confronto dialettico, nè con uomini nè con donne (anzi il primo approccio con il gentil sesso è per me abbastanza semplice).
Quando invece parlo con gente che conosco da molto tempo mi chiudo a riccio mostrandomi conformista o, ciò che è peggio, autoschernendomi al limite dell'autoumiliazione.
E, conclusa la conversazione, mi giudico (ovviamente negativamente) dicendomi che avrei potuto dire quello o giustificarmi in maniera diversa e risultare più simpatico e più convincente.
Questo mi ha portato a sentirmi inadeguato, non all'altezza di quello che faccio e a perdere fiducia in me stesso e a ritenere che le mie posizioni siano sempre le meno popolari.
Negli ultimi dodici anni credo che si siano manifestati anche due o tre eventi depressivi (con profondo senso di inadeguatezza, paura del futuro, paura di decidere, paura di sbagliare, necessità di dover fare solo cose semplici dove non c'era certezza di non commettere errori per non essere giudicato incapace).
I primi eventi depressivi li ho superati da solo, lasciando trascorrere il tempo trovando la forza dentro di me).
L'ultimo evento (coinciso con la necessità di superare un esame importante) mi ha indotto a rivolgermi al mio medico che mi ha prescritto ENTACT che, dopo uno sfavorevole periodo iniziale, mi ha fatto superare la crisi.
Tuttavia non ha risolto il problema di fondo, che periodicamente si ripropone (specie in periodo autunnale).
Vorrei sapere se si tratta di un problema più depressivo o più di ansia sociale e se la psicoterapia può essermi di aiuto.
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Gentile utente,
non è questa la sede per fare una diagnosi differenziale come ci chiede, diagnosi che tra l'altro richiederebbe colloqui più approfonditi sulla storia del suo sviluppo psicofisico.
Sia che si tratti di ansia sociale che di depressione dalle sue parole sembra esserci una grande sofferenza legata alla necessità di mantenere di fronte agli altri una immagine di sè così alta da farle vivere come impossibile qualsiasi possibilità di errore. Questo la limita molto come ci dice nelle relazioni e nelle possibilità sociali, facendola sentire però sempre più inadeguato. D'altra parte è vero che meno abbiamo la possibilità di poter serenamente fare esperienze di vita assieme agli altri, anche sbagliando, meno saremo sicuri delle nostre capacità. E questo non può non avere un effetto rinforzante sull'ansia e sulla paura.
Credo che una psicoterapia possa senz'altro esserele di aiuto per capire l'origine dei suoi problemi (che lei data come inizio a 12 anni fa) e trovare modi efficaci per affrontarli.
un caro saluto
non è questa la sede per fare una diagnosi differenziale come ci chiede, diagnosi che tra l'altro richiederebbe colloqui più approfonditi sulla storia del suo sviluppo psicofisico.
Sia che si tratti di ansia sociale che di depressione dalle sue parole sembra esserci una grande sofferenza legata alla necessità di mantenere di fronte agli altri una immagine di sè così alta da farle vivere come impossibile qualsiasi possibilità di errore. Questo la limita molto come ci dice nelle relazioni e nelle possibilità sociali, facendola sentire però sempre più inadeguato. D'altra parte è vero che meno abbiamo la possibilità di poter serenamente fare esperienze di vita assieme agli altri, anche sbagliando, meno saremo sicuri delle nostre capacità. E questo non può non avere un effetto rinforzante sull'ansia e sulla paura.
Credo che una psicoterapia possa senz'altro esserele di aiuto per capire l'origine dei suoi problemi (che lei data come inizio a 12 anni fa) e trovare modi efficaci per affrontarli.
un caro saluto
Dr.ssa Bianca Pescatori
psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico e cognitivista
www.omeoroma.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.7k visite dal 19/10/2008.
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