Urofobia grave
Buongiorno, sono un ragazzo di 21 anni e da qualche anno ho un blocco totale ad urinare nei bagni pubblici, al di fuori di casa mia o comunque al di fuori di una casa a me familiare. Ora voglio risolvere il mio problema, visto che mi limita molto nella vita di tutti i giorni, oltre a crearmi parecchia ansia. Ho sempre cercato degli espedienti per non affrontare il problema, ma sono stufo di sopportare una cosa che per me è molto limitante. A chi devo rivolgermi? Si può guarire? Grazie in anticipo della risposta.
[#1]
Gentile utente,
ammettere di avere un problema, averne consapevolezza e chiedere aiuto e già un importante primo passo.
Sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta della sua zona che dopo un'attenta diagnosi possa iniziare con lei un percorso di guarigione. Gli indirizzi sono molteplici e quella cognitivo comportamentale è un tipo di terapia che interviene innanzitutto sulla sintomatologia. L'importante, a prescindere dall'indirizzo scelto, è creare una buona alleanza terapeutica con lo psicologo, condizione essenziale per qualsiasi percorso di questo tipo.
Cordialmente
ammettere di avere un problema, averne consapevolezza e chiedere aiuto e già un importante primo passo.
Sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta della sua zona che dopo un'attenta diagnosi possa iniziare con lei un percorso di guarigione. Gli indirizzi sono molteplici e quella cognitivo comportamentale è un tipo di terapia che interviene innanzitutto sulla sintomatologia. L'importante, a prescindere dall'indirizzo scelto, è creare una buona alleanza terapeutica con lo psicologo, condizione essenziale per qualsiasi percorso di questo tipo.
Cordialmente
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#2]
Gentile Utente,
la sua condizione clinica va accuratamete diagnosticata da un professionista.
Esistono infatti, due forme principali di urofobia:
1- La prima si manifesta con un blocco totale quando il paziente si trova in un bagno diverso dal proprio.
2- La seconda invece riguarda la difficoltà ad urinare in presenza di altre persone, anche se semplicemente nella stanza adiacente o che aspettano dietro la porta del bagno.
È una problematica ad etiologia psicologica, e tende a peggiorare con il passare del tempo se non curata.
Solitamente la vescica è un organo simbolico che risente fortemente delle emozioni che abitano la psiche del paziente, delle ambivalenze affettive e di tantissimo altro da dover analizzare con cura, garbo, empatia e competenza.
Ha diffciolta sessuali?
Raggiunge orgasmo ed eiaculazione?
Soffre di eiaculaizone ritardata?
la sua condizione clinica va accuratamete diagnosticata da un professionista.
Esistono infatti, due forme principali di urofobia:
1- La prima si manifesta con un blocco totale quando il paziente si trova in un bagno diverso dal proprio.
2- La seconda invece riguarda la difficoltà ad urinare in presenza di altre persone, anche se semplicemente nella stanza adiacente o che aspettano dietro la porta del bagno.
È una problematica ad etiologia psicologica, e tende a peggiorare con il passare del tempo se non curata.
Solitamente la vescica è un organo simbolico che risente fortemente delle emozioni che abitano la psiche del paziente, delle ambivalenze affettive e di tantissimo altro da dover analizzare con cura, garbo, empatia e competenza.
Ha diffciolta sessuali?
Raggiunge orgasmo ed eiaculazione?
Soffre di eiaculaizone ritardata?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte! Avevo intenzione di rivolgermi al medico di base, visto che non ho conoscenze in materia. Pensate possa essere una buona idea? Comunque no, non ho avuto problemi di eiaculazione o difficoltà sessuali e raggiungo l'orgasmo! Se mai durante i primi rapporti ho avuto un'eiaculazione precoce, ma penso sia normale.
[#6]
Ex utente
Si ovviamente! Volevo solo avere un canale di indirizzo verso qualcuno di competente! Io ho già avuto esperienze con psicologi, che però non consideravano seriamente il mio problema, quasi come se fosse secondario. Per questo pensavo che il medico di base potesse essere un valido aiuto
[#8]
Gentile ragazzo,
io credo che il primo step sia cercare un bravo urologo per capire di che cosa stiamo parlando: tu dici che sono trascorsi anni da quando hai riscontrato questo problema ed è vero che potrebbe trattarsi di un problema psicologico, ma dopo anni il problema diventa anche fisico e si alimenta.
Per questa ragione il mio suggerimento è quello di rivolgerti a Centri specializzati come ad es. ospedale di Niguarda (Unità spinale) per avere una diagnosi chiara.
Qui puoi trovare anche la figura dello psicologo nella stessa equipe.
Ma di solito, in casi simili al tuo, quello psicologico, sebbene sentito dal pz, diventa un problema secondario a quello fisico: capisco infatti il disagio legato all'utilizzo prolungato del bagno per parecchio tempo o al doversi recare in bagno frequentemente che, in situazioni sociali, diventa un po' penoso.
Tuttavia, è il caso di sentire prima l'urologo e accertarsi (escludendo) che sia un problema psicologico. Da qui non possiamo saperlo.
Posso chiederti se i precedenti contatti con lo psicologo sono stati legati a questa problematica o ad altro? Che tipo di intervento hai fatto (psicoterapia, test, sostegno, ecc...)?
Cordiali saluti,
Angela Pileci
io credo che il primo step sia cercare un bravo urologo per capire di che cosa stiamo parlando: tu dici che sono trascorsi anni da quando hai riscontrato questo problema ed è vero che potrebbe trattarsi di un problema psicologico, ma dopo anni il problema diventa anche fisico e si alimenta.
Per questa ragione il mio suggerimento è quello di rivolgerti a Centri specializzati come ad es. ospedale di Niguarda (Unità spinale) per avere una diagnosi chiara.
Qui puoi trovare anche la figura dello psicologo nella stessa equipe.
Ma di solito, in casi simili al tuo, quello psicologico, sebbene sentito dal pz, diventa un problema secondario a quello fisico: capisco infatti il disagio legato all'utilizzo prolungato del bagno per parecchio tempo o al doversi recare in bagno frequentemente che, in situazioni sociali, diventa un po' penoso.
Tuttavia, è il caso di sentire prima l'urologo e accertarsi (escludendo) che sia un problema psicologico. Da qui non possiamo saperlo.
Posso chiederti se i precedenti contatti con lo psicologo sono stati legati a questa problematica o ad altro? Che tipo di intervento hai fatto (psicoterapia, test, sostegno, ecc...)?
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#9]
Ex utente
Dall'urologo c'ero già andato, ma non ero riuscito nemmeno lì a urinar per eseguire l'esame del flusso dell'urina. Per il resto ha detto tutto nella norma... Parlo di problema psicologico perché a casa riesco ad urinare, sia seduto che in piedi (anche se più a disagio). Dallo psicologo mi ero recato per ansie varie, oltre a questa. Ma riguardo a questa tematica lo psicologo non si soffermava molto, quasi come se fosse secondaria. Per questo mi sono rivolto a voi per chiedervi cosa potessi fare. Ringrazio per le risposte, sempre pronte e puntuali.
[#10]
"Parlo di problema psicologico perché a casa riesco ad urinare, sia seduto che in piedi (anche se più a disagio)."
Il problema è urinare in compagnia o in ambienti non familiari, a casa va tutto bene.
Cerchi un collega bravo ed empatico, anche nel nostro portale o presso una struttura pubblica.
Talvolta necessita una terapia combinata, anche farmacologica.
Coraggio che si risolve.
Il problema è urinare in compagnia o in ambienti non familiari, a casa va tutto bene.
Cerchi un collega bravo ed empatico, anche nel nostro portale o presso una struttura pubblica.
Talvolta necessita una terapia combinata, anche farmacologica.
Coraggio che si risolve.
[#13]
"Ma riguardo a questa tematica lo psicologo non si soffermava molto, quasi come se fosse secondaria"
Gentile ragazzo,
i disturbi d'ansia, se di questo parliamo, si affrontano con tecniche e metodologie diverse e non è un errore non affrontare direttamente la problematica. Infatti, in alcuni casi, lavorare direttamente sul sintomo può creare l'effetto di amplificarlo, anziché ridurlo.
Ad es., nell'approccio cognitivo-comportamentale ciò che è prioritario affrontare sono le convinzioni che mantengono in piedi il problema e che lo peggiorano col tempo, oltre che ai tentativi che il pz. fa per cercare di tenere sotto controllo il problema o di risolverlo e che spesso sono disfunzionali, proprio perché finiscono con l'alimentare il problema.
Tuttavia, vorrei incoraggiarti a fare un'altra visita medica, in quanto queste problematiche peggiorano con il passare del tempo e quindi è opportuno verificare che sia tutto ok, soprattutto se la visita medica è stata eseguita anni fa, all'esordio del disturbo.
Inoltre, se il lavoro psicologico fatto fin qui non ha avuto successo, sorge il dubbio che potrebbe esserci una problematica fisica che è sempre meglio escludere prima di intraprendere una strada diversa.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Gentile ragazzo,
i disturbi d'ansia, se di questo parliamo, si affrontano con tecniche e metodologie diverse e non è un errore non affrontare direttamente la problematica. Infatti, in alcuni casi, lavorare direttamente sul sintomo può creare l'effetto di amplificarlo, anziché ridurlo.
Ad es., nell'approccio cognitivo-comportamentale ciò che è prioritario affrontare sono le convinzioni che mantengono in piedi il problema e che lo peggiorano col tempo, oltre che ai tentativi che il pz. fa per cercare di tenere sotto controllo il problema o di risolverlo e che spesso sono disfunzionali, proprio perché finiscono con l'alimentare il problema.
Tuttavia, vorrei incoraggiarti a fare un'altra visita medica, in quanto queste problematiche peggiorano con il passare del tempo e quindi è opportuno verificare che sia tutto ok, soprattutto se la visita medica è stata eseguita anni fa, all'esordio del disturbo.
Inoltre, se il lavoro psicologico fatto fin qui non ha avuto successo, sorge il dubbio che potrebbe esserci una problematica fisica che è sempre meglio escludere prima di intraprendere una strada diversa.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
[#15]
Certo, ma come ho scritto sopra, con il passare del tempo può accadere che anche il fisico possa andare in sofferenza. Ad esempio, la vescica potrebbe diventare ipotonica e quindi lo stimolo ad urinare arriva ad un tempo superiore alla norma, dal momento che -inconsapevolmente e involontariamente- hai abituato la vescica a trattenere a oltranza lo stimolo.
Da qui e con tutti i limiti del consulto on line sembrerebbe un problema psicologico, ma in ogni caso ti consiglio di sentire prima il parere del medico.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Da qui e con tutti i limiti del consulto on line sembrerebbe un problema psicologico, ma in ogni caso ti consiglio di sentire prima il parere del medico.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 12.2k visite dal 19/04/2016.
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